mercoledì 28 maggio 2008

Malagiustizia?

Una pioggia di arresti si è abbattuta sulle montagne di rifiuti che ancora adornano le vie di Napoli e dintorni.
Il paradosso è che a finire nel mirino della magistratura partenopea non siano stati, questa volta, gli autori del disastro economico, paesaggistico, sanitario ed ambientale prodotto in anni ed anni di cattiva amministrazione ormai conclamata, bensì coloro i quali sono stati chiamati a cercare di porre rimedio all’emergenza.
L’operazione è stata denominata, quasi goliardicamente, dagli inquirenti, “rompiballe” e vede indagato, tra gli altri, addirittura il Prefetto del capoluogo campano.
L’accusa sarebbe quella di aver portato nelle discariche parte dei rifiuti - giacenti ormai da settimane sotto i balconi dei napoletani - senza i preventivi trattamenti di stabilizzazione, finalizzati ad eliminare i cattivi odori e, in qualche modo, ad “igienizzare” la spazzatura.
La montagna, di rifiuti, ha insomma partorito il topolino.
Mi chiedo con che spirito proseguiranno ora la loro attività coloro i quali, con senso di responsabilità, si sono rimboccati le maniche per risolvere la questione – rifiuti in Campania.
E penso, in particolare, al sottosegretario Guido Bertolaso verso cui sono mosso da un moto di stima e solidarietà.
Nei giorni scorsi il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha lanciato una sacrosanta crociata contro gli impiegati pubblici fannulloni.
Ma, mi chiedo, chi può verificare, al di fuori ed al di sopra della magistratura stessa, l’operato di magistrati che utilizzano risorse pubbliche per indagini che, anche a leggere i commenti pubblicati oggi da autorevoli quotidiani nazionali, potrebbero avere più il sapore dell’avvertimento politico che quello dell’alta e nobile affermazione della Giustizia?

lunedì 26 maggio 2008

Verso il nucleare

Il ministro Scajola, nel suo recente intervento all’assemblea di Confindustria, ha riaperto il discorso sulle centrali nucleari in Italia.
Le difficoltà sopportate dal nostro Paese per l’acquisizione di energia sono sotto gli occhi di tutti, con conseguenti ripercussioni sull’autorevolezza della nostra politica estera troppo spesso costretta a piegarsi alle pretese dei produttori di materie prime (petrolio in testa).
Dunque amor patrio e conti pubblici sembrano giustificare questa ritrovata attenzione di Stato verso il nucleare.
E poi, per ciò che attiene il discorso – sicurezza, abbiamo sin troppe centrali nucleari straniere installate ai confini, tra le Alpi, per considerarci, anche tuttora, al sicuro da ogni evento catastrofico.
Dunque, senza tentazioni di cedere a fatalismi e con una giusta dose di realismo, quello nucleare è un discorso da riaprire, con pacatezza, responsabilità e determinazione.
Magari impegnandosi a fare, in Italia, le centrali nucleari più sicure del mondo.
Magari impegnandosi in un cronoprogramma che, a ritmi serrati, ci porti a sostituire con il nucleare fonti di energia più inquinanti.
Perché, è certo, non vogliamo morire per l’esplosione di una centrale nucleare ma non vogliamo nemmeno continuare a morire per tumori la cui causa principale è l’inquinamento atmosferico.

giovedì 22 maggio 2008

Chi si rivede: lo Stato!

Le parole d’ordine di questo inizio legislatura sembrano essere “dialogo” e “sicurezza”. Per “dialogo” si intende, in questo caso, “reciproca legittimazione” tra le due forze politiche più importanti dell’odierno panorama costituzionale italiano, le quali, entrambe di recente varo, scommettono sulla possibilità di una loro lunga vita nell’ambito di un gioco le cui regole sono quelle della compiuta democrazia dell’alternanza, tipicamente a carattere maggioritario.
In questo senso “il dialogo” non è frutto di un compromesso ma riconoscimento reciproco quali soggetti alternativi per natura.
Credo insomma che una nuova rivoluzione si stia compiendo nello scenario politico italiano, dopo quella cruenta (che ancora lascia aperte dolorose ferite) rappresentata da tangentopoli.
E bisogna dare atto che i protagonisti principali di questa svolta, che offre la cifra del livello di civiltà politica raggiunto dal nostro Paese, siano stati, con coraggio, soprattutto gli onorevoli Silvio Berlusconi e Walter Veltroni.
In questo senso, nessuno dei due è uscito sconfitto dalle recenti elezioni politiche.
Anzi, per consolidare questo neonato sistema, che può garantire stabilità ai governi e ridare autorevolezza all’Italia negli scenari internazionali, è necessario evidenziare la valenza politica complessiva degli esiti delle ultime consultazioni elettorali e fare in modo che, anche quando si tratterà di eleggere la nostra rappresentanza in seno al Parlamento Europeo, non si ceda alla tentazione di polverizzare nuovamente il mosaico partitico nostrano (l’applicazione di una soglia di sbarramento del 3 per cento potrebbe a mio avviso costituire un provvedimento ragionevole).
L’ormai guadagnata semplificazione del quadro politico consente al nuovo governo di concretizzare la sua presenza sul territorio con interventi importanti, come è avvenuto nella prima seduta del Consiglio dei Ministri svoltasi a Napoli.
Oggi l’Italia può consentirsi un governo forte, capace di operare scelte chiare assumendosene, conseguentemente, la piena responsabilità.Non è poca cosa, tutto ciò, rispetto all’immagine di “Italietta” di cui troppo spesso in passato i governi, di ogni colore, sono stati la più eloquente manifestazione.

venerdì 16 maggio 2008

Fiducia al Governo Berlusconi

Si è chiuso nei giorni scorsi, con la votazione della fiducia al Governo Berlusconi, l’interessante dibattito parlamentare che ha rappresentato probabilmente - per i toni ed i contenuti - l’avvio ufficiale della Terza Repubblica Italiana. Le cronache hanno rendicontato ampiamente tali fatti. A me piace sottolineare il momento, riportando il resoconto stenografico dell’intervento tenuto a Palazzo Madama dal Senatore Michele Saccomanno, che ha portato in quella sede il “profumo ed il peso” della nostra terra.

Onorevole Presidente del Senato, onorevole Presidente del Consiglio, onorevoli membri del Governo, colleghe e colleghi senatori, il trasferimento rapido dall'aula di un Consiglio regionale al Senato della Repubblica fa sì che i toni del mio intervento conservino il profumo ed il peso dei luoghi di origine. L'Italia intera ha espresso con chiarezza la propria scelta politica, ma ciò nulla toglie alla forza del consenso espresso dal Mezzogiorno in favore di questa maggioranza, che con la fiducia che otterrà il Governo anche in questa Aula, completerà l'iter del contratto elettorale stipulato. Oggi si intraprende il cammino delle concretizzazioni per rialzarsi.
Il clima di condivisione procedurale auspicato, ed oggi percepito e reso pregnante dal comune sentire dei valori fondamentali della nostra democrazia, impegna tutti a cimentarsi con la soluzione dei problemi del Paese, stimolandoci con accresciuta consapevolezza affinché i programmi illustrati divengano progetto esecutivo per tutti, non per alcuni fortunati. Si è un unico treno senza differenze di classe, tutti attori, nelle proprie specificità, di un Paese più efficiente e più solidale.
Signor Presidente del Consiglio, del suo programma che entusiasticamente sposiamo mi consenta tre veloci sottolineature. Lei ha parlato di ridurre la vanità e la visibilità della politica, io aggiungo innanzitutto nel sociale e nella sanità. Nel sociale non vi siano cortesie pelose, regali dalla politica, santini ostentati dai proconsoli, ma uno strutturale atteggiamento di attenzione verso vecchie e nuove povertà, verso emarginati ed ultimi, verso indigenza e precarietà. Ricerchiamo con ansia il mondo del disagio che spesso è chiuso in sé stesso, andiamogli incontro al pari dei privilegiati in cammino verso il successo sociale.
Nella sanità, mondo che tutti condividiamo e che nelle proprie carni apprezziamo, rivediamo gli aspetti infrastrutturali e tecnologici, ma prima e soprattutto interveniamo sugli aspetti qualitativi ed organizzativi dell'offerta sanitaria ad ogni latitudine del Paese; fermiamo gli pseudomanager al servizio del politico di turno più che della politica che ella programma nel suo intervento. Facciamo sì che i concorsi ritornino tali e i primari e i direttori non consumino le stanze del potere prima di accedere nelle corsie o nelle sale operatorie; mai più curricula servili e prebende per vassalli che fanno lievitare solo debiti e tasse sul territorio.
Si chiuda poi l'umiliazione di Stato con i rifiuti a Napoli, come ella lodevolmente si è impegnata a fare; tuttavia, proseguendo in questo impegno, il Governo prevenga situazioni simili, possibili in altre Regioni che non avvertono il peso di chiudere rapidamente, sia pur con nuove e sperimentate tecnologie, il ciclo dei rifiuti. Qualcuno crede che i termovalorizzatori vadano bene, ma a casa di altri: non lo si può consentire. Socializziamo un sentimento orgoglioso di tutela ambientale e superiamo le paure di un inquinamento ad ogni costo collegato ad innovazione e insediamento industriale. La Puglia, la mia Regione, ferita da Manfredonia a Taranto o nella mia Brindisi, torni a un colloquio che superi i no a prescindere ed i sì condizionati dalla spasmodica ricerca del lavoro, trasferendo le certezze di uno Stato che completi rapidamente le bonifiche e infonda certezze che equilibrino sviluppo, progresso e tutela della vita.
In ultimo, il Mezzogiorno non vuole essere periferia, non intendo geografica, ma periferia sociale per essere cuore pulsante delle politiche del e per il Mediterraneo, che tante volte ella ha enunciato. Per non essere periferia la questione meridionale non sia la versione povera della questione settentrionale. Molto ci aspettiamo da questo Governo al Sud; non regali, ma certamente nemmeno vestiti riciclati. Vogliamo misurarci, convinti che l'Italia cresce solo nella sua unitarietà. Per noi, occorrono politiche occupazionali e sostegno familiare per uscire dalle lusinghe della criminalità, dalle prigioni del lavoro nero e dal precariato. Anche tutto ciò, insieme alle forze dell'ordine, trasferirà sentimenti di sicurezza.

martedì 13 maggio 2008

Incontro con gli operatori commerciali latianesi

Sono stato invitato a moderare i lavori di un incontro – dibattito - che si svolgerà dopodomani, giovedì 15 maggio 2008, a partire dalle ore 18 presso la sala consiliare di palazzo Imperiali - finalizzato alla presentazione del bando di cui alla Deliberazione della Giunta Regionale Pugliese n. 1843/2006 per la concessione di aiuti a fondo perduto alle piccole e medie imprese commerciali che realizzano investimenti di riqualificazione e potenziamento di sistemi e apparati di sicurezza.
Relazioneranno il dr. Pietro Trabace, dirigente responsabile del Settore Commercio dell’Assessorato Regionale allo Sviluppo Economico, e la dr.ssa Teresa Lisi, dirigente responsabile dell’Ufficio Sviluppo, Commercio e Rete Distributiva del medesimo Assessorato Regionale.
Ritengo che questa iniziativa, realizzata dall’Amministrazione Comunale latianese, meriti attenzione poiché gli operatori commerciali devono essere opportunamente informati sulle opportunità previste dal bando regionale, la cui scadenza, fissata per il prossimo 30 maggio, è ormai alle porte.

lunedì 12 maggio 2008

I buoni modelli per fare migliore la Città

Credo che la possibilità per un popolo di progredire, di migliorarsi, di vivere meglio, di essere più protagonista del proprio tempo e più responsabile del proprio futuro, dipenda dai modelli che esso si dà.
Se così è, i buoni modelli, i giusti punti di riferimento, possono migliorare un popolo, una intera comunità.
Latiano potrebbe essere migliore.
Ma ciò dipende, anzitutto, dai latianesi.
Ai latianesi i buoni modelli non sono mancati: si pensi, su tutti, al Beato Bartolo Longo ed al prof. Gabriele Monasterio; forse però il loro esempio non è stato adeguatamente percepito.
Anche il presente propone i suoi modelli.
Mi viene in mente Pietro Donativo, un imprenditore di successo che ad un certo punto ha deciso di mettersi al servizio degli ultimi, i più lontani, e - indotto dall’esempio dei padri Cistercensi - si è dato da fare. A modo suo, con l’originalità e la capacità di penetrazione insite in una mentalità imprenditoriale; attivando una catena di solidarietà che tende sempre più ad intensificarsi.
Notiamo, in molti luoghi frequentati dal pubblico, le cassette per la raccolta delle offerte che Pietro Donativo e la sua Associazione utilizzano per poi costruire in Africa scuole, ospedali, pozzi, centri di accoglienza e quant’altro.
Pietro Donativo è a mio avviso un modello la cui esperienza, se fosse meglio conosciuta, potrebbe aiutare ciascuno di noi a divenire migliore, a crescere, ad essere più consapevole della propria buona sorte, a farsi prossimo.
Così, anche la Città potrebbe diventare migliore.

giovedì 8 maggio 2008

Il prezzo della Democrazia

Domani saranno trascorsi trent’anni dal giorno in cui l’on. Aldo Moro veniva assassinato dalle Brigate Rosse. Si dibatte ancora sulla opportunità della linea dura che fu adottata dal Governo allora in carica, nel non voler riconoscere i terroristi come interlocutori politici. Certo è che oggi le Brigate Rosse e le altre organizzazioni eversive, di estrema destra o estrema sinistra, o non esistono più o comunque non hanno il peso e la forza di penetrazione, nei diversi ambiti (fabbriche, università…), che avevano nella seconda metà degli anni ’70. Ritengo che questo sia uno dei frutti della progressiva maturazione della nostra democrazia. Spero però che la semplificazione del quadro politico determinatasi nelle recenti elezioni politiche - che io ritengo rappresenti un valore ed una conquista preziosa - non faccia avvertire un deficit di rappresentanza a posizioni estremistiche che pur rimangono presenti nel Paese. Credo che in particolare i leaders del Popolo della Libertà e del Partito Democratico debbano prodigarsi in un quotidiano sforzo di ascolto e di mediazione finalizzato a garantire cittadinanza politica nelle sedi istituzionali anche alle istanze che sono espressione di sensibilità numericamente minoritarie le quali, altrimenti, prima o poi dovranno tornare a cercare altre vie per esprimere il loro disagio.

lunedì 5 maggio 2008

Le radici e le ali

Alcune sere addietro ho assistito ad una interessante conferenza organizzata dalla parrocchia Santa Maria della Neve (la Chiesa Madre) sulla storia del culto mariano a Latiano.
Ha relazionato il dott. Salvatore Settembrini, certamente il più profondo conoscitore della storia locale nonché depositario di competenze ed abilità che gli consentono di condurre l’attività di ricerca sempre con competenza, precisione e speditezza (basti pensare, ad esempio, all’esperienza ormai acquisita dallo stesso Settembrini nella traduzione di testi manoscritti). L’occasione è stata utile per conoscere - attraverso l’indagine sul culto mariano ed in particolare quello per la Madonna di Cotrino - spaccati della storia latianese finora non raccolti in alcuna pubblicazione.
Ho riflettuto pertanto sul prezioso patrimonio conoscitivo di cui è depositario, pressoché unico, il dott. Salvatore Settembrini ed ho rinsaldato la mia ormai datata convinzione della urgenza di sistemare cotali conoscenze per consegnarle alle stampe e, anche attraverso esse, alle future generazioni.
Ritengo che così si rinsaldino le radici di un popolo, se ne consolidi il senso di appartenenza alla terra dei padri, si stimoli la passione per il progresso.
Occorre allora trovare le risorse per raccogliere quanto è ancora oggi conoscibile della storia locale e l’Ente Pubblico deve fare la sua parte mentre i privati cittadini non possono ritenersi esonerati dalla responsabilità di fornire, per quanto possibile, fattivi e concreti contributi.
Magari iniziando a partecipare con interesse, e più numerosi, ad importanti iniziative come quella organizzata l’altra sera dalla Chiesa Madre con l’intervento, appunto, del dott. Settembrini.

domenica 4 maggio 2008

140 anni dell'Azione Cattolica

L'Azione Cattolica Italiana conclude oggi le celebrazioni del 140° anniversario della sua fondazione, e la sua tredicesima assemblea nazionale, incontrando, in piazza San Pietro a Roma, il papa Benedetto XVI. La più antica tra le aggregazioni ecclesiali di laici in Italia ha significativamente scelto "Cittadini degni del Vangelo" come tema dell'assemblea per il rinnovo dei suoi vertici, nel corso della quale sono stati confermati il primato della fede e l'impegno per il bene comune.

Per la donazione degli organi

Venerdì prossimo, 9 maggio, a partire dalle ore 19 presso la sala consiliare di via Attilio Spinelli a Latiano, si svolgerà il convegno sul tema: "Dona gli organi. Il trapianto è vita". L'iniziativa è stata organizzata dalla locale sezione dell'ANED - associazione emodializzati e si inserisce nell'ambito delle giornate nazionali per la donazione ed il trapianto di organi. Sono stato invitato a moderare i lavori, che vedranno l'intervento introduttivo dell'assessore comunale alla Cultura, dr. Cosimo Carbone, e le relazioni del dr. Manisco, direttore della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale di Francavilla Fontana, della dr.ssa Bellanova, Responsabile del Coordinamento territoriale per la donazione ed il trapianto di organi dell'Ospedale di Francavilla Fontana, e della dr.ssa Digironimo, Responsabile delle attività di prelievo di organi e tessuti dell'Ospedale "Perrino" di Brindisi. Concluderanno il convegno l'on. Antonio Gaglione ed il sindaco di Latiano, Graziano Zizzi. Ritengo che si tratti di una utile iniziativa di sensibilizzazione.

venerdì 2 maggio 2008

L'inizio di una nuova stagione

Ritengo culturalmente stimolante la condivisione dei contenuti dell'intervento dell'on. Gianfranco Fini, in occasione del suo insediamento quale nuovo Presidente della Camera dei Deputati. Di seguito riporto il testo stenografato del suo discorso, che credo rappresenti una tappa importante del percorso democratico del nostro Paese, anche in considerazione del momento politico contingente, che sembra preparare una stagione di riforme istituzionali condivise da un'ampia ed eterogenea base parlamentare.
"Onorevoli colleghi..."
clicca sul link per leggere l'intervento:

giovedì 1 maggio 2008

...la prima provocazione

C’è una esortazione di don Primo Mazzolari, che custodisco da sempre tra le mie carte. Voglio iniziare proprio dalla condivisione di questa “Preghiera dell’impegno” che, credo, può far riflettere tutti:

...Noi ci Impegniamo...

Ci impegniamo noi, e non gli altri;unicamente noi, e non gli altri;né chi sta in alto, né chi sta in basso;né chi crede, né chi non crede.Ci impegniamo,senza pretendere che gli altri si impegnino,con noi o per conto loro,con noi o in altro modo.Ci impegniamosenza giudicare chi non s’impegna,senza accusare chi non s’impegna,senza condannare chi non s’impegna,senza cercare perché non s’impegna.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,si muta se noi mutiamo,si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.La primavera incomincia con il primo fiore,la notte con la prima stella,il fiume con la prima goccia d’acqual’amore col primo pegno.Ci impegniamoperché noi crediamo nell’amore,la sola certezza che non teme confronti,la sola che bastaa impegnarci perpetuamente.

Don Primo Mazzolari

Primo maggio

E’ l’1 maggio 2008. E’ la Festa del Lavoro anche per un trentacinquenne del Sud che, rispetto a molti della sua generazione, si ritiene fortunato perché un lavoro lui almeno ce l’ha. Penso tuttavia che oggi, oltre che un lavoro, a tutti quelli della mia generazione manchi un sogno, un orizzonte verso cui guardare, una motivazione per spendersi fino in fondo, con entusiasmo e creatività.
Penso che non possiamo accettare di vivere una intera vita come “generazione di transizione”.
Abbiamo anzi il diritto – dovere di individuare una frontiera da raggiungere, un domani da conquistare, per noi e per chi sarà dopo di noi.
E allora oggi, a me che non mi entusiasmo per i concerti, che alle mostre non ci vado nei giorni dell’inaugurazione, che mi rattristo se partecipo a convegni puramente celebrativi, a me, appunto, in questo giorno, non rimane che fare una passeggiata, riposarmi, stare in famiglia… pensare: un po’ di più, e più serenamente, di quando sono in automobile per andare al lavoro e far ritorno a casa, dal lavoro.
Penso che se non abbiamo ereditato una emozione, che ci accomuni nell’orizzonte sociale, nulla ci impedisce di procurarcela, di curarla, di custodirla e, perché no, di trasmetterla.
Nasce così questo blog.
Per una esigenza di dialogo.
Con una disponibilità totale al confronto.
Serbando l’ambizione di individuare obiettivi condivisi e percorsi per realizzarli.