mercoledì 22 dicembre 2010

Un… sacco di auguri (anche con un pizzico di ironia)… a tutti

Auguro buone feste e buon anno 2011 ai visitatori del mio blog, che continuano ad onorarmi della loro attenzione anche nei periodi in cui decido di non comunicare attraverso questo canale.
Auguri anche ai miei più prossimi “compagni di strada” in politica: i consiglieri comunali Claudio Ruggiero e Mauro Vitale. Claudio ha avuto il coraggio di condurre alle elezioni la precedente esperienza di governo della Città in un clima comprensibilmente complesso, soprattutto sotto l’aspetto emotivo; ha svolto le funzioni di Sindaco con discrezione e determinazione, guidando una squadra che non era la sua e della quale, fino al giorno prima della tragedia che coinvolse Graziano Zizzi, era stato solo uno dei componenti (seppure “primus inter pares”); lui aveva maturato una idea di Latiano da realizzare nei prossimi anni; credo che avrebbe potuto essere un ottimo Sindaco, e per tutti un interlocutore autonomo ed autorevole; è andata diversamente, almeno per questa volta. Mauro Vitale è stato, a mio parere, il miglior Assessore ai Servizi Sociali di Latiano nella cosiddetta “Seconda Repubblica”; ha avuto poco tempo per realizzare i progetti in cui credeva; prima o poi anche lui avrà modo di riprendere il percorso interrotto.
Auguri, poi, a tutto il mio Partito, l’Udc, che a Latiano è riferimento di molti e che, senza vantare nei suoi ranghi alcun esponente di “alte” Istituzioni, continua a far sentire la propria voce, libera e forte.
Auguri al Sindaco Antonio De Giorgi, che purtroppo appare ultimamente nervoso e che, a mio modesto avviso, nonostante una maggioranza a suo sostegno numericamente sempre più forte, comincia forse a sentirsi un po’ solo, o forse un po’ isolato; forse dovrebbe cominciare a riflettere sulla necessità di dare più forza e più autonomia alla “sua” squadra di Assessori; forse dovrebbe prediligere maggiormente l’ascolto dei suoi Consiglieri; forse dovrebbe realizzare pienamente la straordinaria opportunità di servizio, per la crescita della comunità latianese, offertagli dall’elettorato; e, dunque, potrebbe decidersi a dare prospettiva politica alla sua azione amministrativa ed a dialogare con chi è più in sintonia con la sua cultura generazionale. Ma credo che il Sindaco De Giorgi abbia le idee sin troppo chiare su chi debbano essere i suoi interlocutori. E allora… così sia.
Auguri al “Gabinetto” del Sindaco: ai tre consulenti incaricati di affiancare il nostro primo cittadino sin dal suo insediamento. Auguri, in particolare, al rag. Giovanni Papadia, che non sarà un gran simpaticone (ognuno, del resto, ha il suo carattere) ma, certo, per curriculum e competenze specifiche, rimane l’unico del “Gabinetto” a poter vantare un profilo da “valore aggiunto”, in grado cioè di apportare un contributo determinante integrandosi con le risorse interne di cui già dispone l’Ente, e valorizzandole. Auguri a Tonino Papadia che, con il bagaglio esperienziale di cui dispone, più che il consulente del Sindaco potrebbe essere un avveduto Assessore alla Cultura. Ma il Sindaco, è evidente, anche in tal senso ha fatto la sua scelta; credo.
Auguri a Franco Giuliano, grande innamorato di Latiano; credo che per apprezzare pienamente Franco bisogna comprenderne le passioni e valorizzarne l’irrefrenabile dinamismo. Penso a cosa diverrebbe la nostra Città dopo 5 anni di “cura – Giuliano” alla guida di un qualsiasi Assessorato: credo che, in quel settore, non perderemmo più alcuna opportunità di sviluppo. Intanto Franco Giuliano rimane un professionista capace che, già sotto il profilo professionale, la nostra Città dovrebbe imparare ad “utilizzare” meglio.
Auguri a Salvatore De Punzio - lui si, grande simpaticone - che vive la sua più rigogliosa stagione politica e che, di fatto, è guida della maggioranza consiliare; per lui credo sia giunto il tempo di comprendere che, al giorno d’oggi, per fare politica occorre dialogare apertamente, senza “scudi”, in coerenza con i ruoli e compiti assegnati dall’elettorato, consentendo a tutti i cittadini di comprendere le ragioni che determinano le scelte dei loro rappresentanti. Si chiama sempre “politica”, ma è quella del terzo millennio. E si chiama, anche nel terzo millennio, “rispetto”.
Auguri al Senatore Pino Caforio, a cui mi lega affetto sin dall’infanzia; di lui continuo ad apprezzare l’essere per bene e la capacità innata di rispetto per gli altri, anche a costo di pagare talvolta un prezzo di impopolarità.
Auguri all’on. Antonio Gaglione, di cui mi onoro di essere amico; anche lui innamorato di Latiano e ciò credo giustifichi i suoi ripetuti slanci di generosità verso la Città e la sua (finora spesso irriconoscente) classe politica.
Auguri, infine, a tutti i blogger latianesi, che sono riusciti a compensare, in gran parte, il vuoto della piazza (agorà) reale con il dialogo della piazza virtuale come luogo del confronto, come pensatoio attivo, come palestra in cui esercitare progetti per chi sogna un futuro più dignitoso, per tutti e non solo per pochi.

domenica 14 novembre 2010

Adesso c'è "Scenari"

Il 4 novembre 2010, giornata dell'Unità Nazionale, è stata costituita a Brindisi l'Associazione "Scenari", della quale io sono tra i soci fondatori insieme ad un gruppo di cattolici impegnati nel sociale e nel mondo del volontariato, di cui fanno parte Enzo Lezzi (segretario regionale CISL FPS), Giovanni Carbonella (ex segretario generale CISL, ex parlamentare PD), Emanuele Castrignanò (ex segretario generale CISL Brindisi), Corradino De Pascalis (segretario generale CISL Brindisi), Aldo Gemma (segretario territoriale CISL FPS), Enrico Latini (segretario territoriale CISL Sanità), Claudio Parziale, Luciano Bucci, Giovanni Taveri, Fabrizio Lezzi, Pierpaola Marzio, Biagio Lezzi, Pietro De Giorgio, Emiliano Giannoccaro, Nunzio Semeraro, Donato Vergine, Anna Faccini, Aldo Nicola Penta, Valerio Negro, Antonio Pacciolla, Francesco Astro, Lorenzo Mazzotta, Antonio Palmieri.
Questa iniziativa intende rappresentare una risposta alla chiamata - rivolta ai cattolici dal Papa Benedetto XVI - perchè si facciano classe dirigente attiva e propositiva.
Peraltro, la Settimana Sociale organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha avuto luogo a Reggio Calabria nello scorso mese di ottobre, ha posto l'esigenza della formazione di una classe dirigente in grado di rispondere alle crescenti difficoltà che la crisi economico - sociale e morale alimenta ogni giorno.
Lo stesso segretario generale della CISL Raffaele Bonanni - nel corso del Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, sul tema: "Classe dirigente, bene comune, sviluppo. Ripartire dai valori per un nuovo Mezzogiorno" - invitava ad accettare la sfida della responsabilità e della testimonianza.
"Scenari" si adopererà per fornire supporti, studi, momenti di riflessione a quanti intendono impegnarsi, al di là degli schieramenti politici di appartenenza, riscoprendo la politica come servizio e come alta forma di carità.
L'assemblea dei soci fondatori ha eletto Emanuele Castrignanò quale presidente dell'Associazione mentre Enzo Lezzi è il vicepresidente.

martedì 2 novembre 2010

Aderire all’UDC per costruire il Partito della Nazione

Venerdì prossimo, 5 ottobre, alle ore 17.30 presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale (piazza Santa Teresa – Brindisi) si svolgerà un incontro pubblico per l’avvio ufficiale del tesseramento all’UDC – Partito della Nazione. Interverranno: il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, il coordinatore provinciale UDC, sen. Euprepio Curto, il presidente provinciale UDC, Marcello Rollo, il coordinatore regionale UDC, on. Angelo Sanza, il segretario nazionale del Partito, on. Lorenzo Cesa.
Con l’adesione all’UDC si potrà essere protagonisti della costruzione del nuovo Partito della Nazione.
L’adesione andrà formalizzata entro la fine di novembre; gli interessati potranno comunicarmelo anche con una e-mail.
Credo si tratti di una occasione irrinunciabile per iniziare una storia politica moderna, caratterizzata dalla consapevolezza delle reali problematiche che vivono le famiglie italiane e dalla capacità di sintetizzare una proposta politica - rispettosa delle diverse sensibilità, dei diversi bisogni, dei diversi interessi - orientata ad una nuova alba di benessere per tutti.
Credo sia finito il tempo della illusione che una parte politica, in forza di un premio di maggioranza, magari anche ignorando le istanze formulate dall’opposizione, possa determinare i destini della nazione.
Occorre concordia, condivisione della responsabilità, umiltà nell’ascolto, pazienza e metodo nella costruzione.
Il vero “nuovo miracolo italiano” potrà esserci solo all’insegna della solidarietà tra le persone, tra le professioni, tra le generazioni e tra i territori.
“Armonia” ed “integrazione”, a mio modesto parere, potranno essere le parole chiave.
Presupposto di ciò è la presa d’atto che nessuno detenga la “ricetta del successo”.
La “stagione del superomismo”, così come a mio avviso può essere classificata finora, per grandi linee, questa cosiddetta “Seconda Repubblica”:

  • non ha prodotto le riforme sperate (poiché si è avuta l’arroganza di incidere sugli assetti istituzionali a colpi di maggioranza, senza ricercare strenuamente e con dedizione, come invece fecero i Padri Costituenti, ampie convergenze);
  • ha condotto l’Italia ad essere la più lenta, nella ripresa economica, tra le grandi potenze mondiali;
  • ha ripetutamente offerto, a tutti i livelli, l’immagine di un potere scollato dalla realtà e sempre più impegnato a soddisfare le esigenze della sua corte (non sarà stato, peraltro, frutto del caso il “porcellum”, la legge elettorale vigente per la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica, che, eliminando le preferenze sui singoli candidati, pone nelle mani di una oligarchia politica la scelta dei nostri legislatori).

Allora occorre cambiare, a cominciare dalla legge elettorale, ed intervenire nell’economia, invertendo la concezione liberista dominante negli ultimi anni, affermando criteri più improntati alla redistribuzione sociale della ricchezza: insomma, a mio avviso, per far ripartire l’economia, è necessario incrementare la capacità di spesa delle famiglie (il vero motore del benessere) e dunque concentrare la spesa statale sui salari e sugli investimenti pubblici.
L’Italia ha infatti bisogno di aprirsi, finalmente, verso il futuro e per questo occorre investire (che non vuol dire, necessariamente, indebitarsi), intervenendo con decisione sulla modernizzazione delle infrastrutture (non solo strade e ferrovie ma anche digitalizzazione e telematica), sulla scuola, sull’università, sulla ricerca, senza però mai trascurare la garanzia dei servizi socio – sanitari sempre a condizioni di accesso proporzionali ai livelli di reddito.
Il resto verrà da solo: con la ripartenza dei consumi, con la modernizzazione delle infrastrutture, con una formazione delle nuove generazioni che sia rispondente alle sfide della moder
na società cosmopolita, non tarderà a venire il rilancio dell’agricoltura, del turismo, dell’artigianato.
Per reperire le risorse necessarie - oltre che promuovendo, nel mondo, l’immagine di una classe dirigente politica italiana più affidabile (dopo la Seconda Guerra Mondiale, molte nazioni, oltre gli Stati Uniti, non esitarono ad “investire” nel nostro Paese poiché ritennero di poter fare affidamento su una classe dirigente politica, “bianca” o “rossa” che fosse, che, certamente, aveva ben chiaro il senso dello Stato) - si può risparmiare ancora, ma non a scapito delle famiglie: penso alla soppressione delle Province, all’accorpamento di tanti piccolissimi Comuni; non sono favorevole, poi, al moltiplicarsi delle Regioni e per questo in un eventuale “referendum cittadino” sulla “Regione Salento” (che ritengo utile, come ho recentemente affermato in un post di questo blog, in quanto strumento di sensibilizzazione sociale) voterei per un unico “Grande Salento” nella “Regione Puglia”.
Occorre dunque invertire la rotta, e per farlo sarebbe certo più suggestivo proporsi agli elettori come “uomini della provvidenza”, cercando di prevalere sulle altre componenti politiche, provando ad affermarsi come maggioranza autosufficiente: un film già visto, questo; ci abbiamo creduto quasi tutti ed i risultati sono stati purtroppo deludenti.
Io preferisco la franchezza del realismo, l’umiltà della partecipazione piuttosto che i proclami del protagonismo solitario.
Si deve risalire la china, con il contributo di tutti, impegnandosi a ricucire piuttosto che a dividere.
Per questo scelgo di offrire il mio piccolo, personale, contributo alla nascita del Partito della
Nazione.

lunedì 25 ottobre 2010

Su Dossetti, ancora una volta grazie a Gilberto

Nel pomeriggio di sabato scoso, 23 ottobre, presso il salone del monastero di Cotrino, su invito dell'insegnante Maria De Nitto, ho partecipato ad un incontro con don Athos Righi, priore della Piccola Famiglia dell'Annunziata fondata da don Giuseppe Dossetti. Erano presenti diversi laici (nella mattinata don Athos aveva già incontrato un gruppo di sacerdoti pugliesi e nella giornata di venerdì era stato con i seminaristi di Molfetta) che avevo conosciuto negli anni dell'impegno diocesano in Azione Cattolica e, tra loro, tanti amici di Gilberto De Nitto. E' stata una occasione per riflettere insieme - ripercorrendo le tappe fondamentali della vita di don Giuseppe Dossetti: giovane cattolico dalla rigida educazione, poi padre costituente, eremita, sacerdote, consulente del Concilio Vaticano II, "sentinella" della democrazia italiana al crepuscolo della sua vita terrena - sul valore della giustizia sociale, oggi minacciato dall'egoismo dominante tra i popoli e dalla volontà di prevaricazione dei più forti sui più deboli (anche attraverso gli strumenti della politica), nonchè sull'etica della responsabilità e della responsabilità politica.

sabato 16 ottobre 2010

Un Grande Salento in Puglia? Una Regione Salento? Parliamone.

Ho diffuso stamane il seguente comunicato stampa - a firma mia e degli altri tre componenti il gruppo consiliare UDC al Comune di Latiano, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale, Salvatore Zucchero, oltre che del commissario cittadino del Partito, Giovanni Bruno - per richiamare l'attenzione sul tema strategico del Grande Salento, come formidabile occasione di sinergia fra tre territori provinciali e come strumento di un dibattito finalizzato ad accrescere la consapevolezza sulle potenzialità di sviluppo della nostra terra.
t
Apprendiamo con soddisfazione la notizia della recente sottoscrizione di un protocollo d’intesa, tra i Presidenti delle Province di Brindisi, Lecce e Taranto, in cui si individuano - all’interno di un “Piano per la competitività del Grande Salento” - strategie di azioni ed obiettivi prioritari per aumentare la competitività territoriale attraverso un potenziamento infrastrutturale riguardante la mobilità dell’area jonico-salentina.
Apprezziamo, inoltre, l’attenzione riposta dai Presidenti delle tre Province al tema del marketing territoriale, in una visione di insieme del Grande Salento che conservi le diverse specificità.
Il gruppo consiliare UDC di Latiano ha proposto, nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, l’indizione di un referendum cittadino sulla creazione della “Regione Salento”.
Tale iniziativa intende collocarsi a supporto dell’azione del Presidente della Provincia Massimo Ferrarese, nell’ottica della sensibilizzazione sociale sull’identità e sulle potenzialità del nostro territorio.
Firmato:
Il Commissario Cittadino UDC, Giovanni Bruno
I Consiglieri Comunali Gabriele Argentieri, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale, Salvatore Zucchero

venerdì 15 ottobre 2010

Sciopero della saponetta alla Ducati

Riporto qui di seguito un articolo pubblicato ieri su http://www.repubblica.it/, poiché ritengo che possa essere molto indicativo dei tempi difficili in cui viviamo: con un Occidente del mondo che non riesce a trovare una via di uscita dalla crisi economica in cui è attanagliato da troppo tempo (e probabilmente oltre che semplicemente economica, questa crisi è valoriale, identitaria) ed un Sud che risponde con sempre maggiore lucidità, determinazione e fierezza (come dimostra la prova di coesione e di solidarietà offerta dal Cile nella vicenda dei 33 minatori). Noi, oggi, sembriamo capaci solo di “trovate” più o meno condivisibili ma comunque dal “respiro corto”, come questa della Ducati o come la decisione dei vertici Rai di sospendere-non sospendere dal servizio il giornalista Michele Santoro. Crediamo davvero che siano queste le “ricette” per uscire dalla crisi?

È lo "sciopero della saponetta". Tra produttività e igiene, alla vigilia dell'arrivo di Valentino Rossi e del lancio della nuova moto Diavel, l'ultima battaglia sindacale in casa Ducati si gioca su cinque minuti. Anzi dieci, la durata delle due pause concesse fino a pochi giorni fa agli operai per lavarsi le mani prima di pranzo e a fine turno. Un'usanza storica nei capannoni di Borgo Panigale. Ma nel mondo che corre per l'azienda non c'è più tempo per la pausa saponetta.
Via il privilegio, dunque. Unilateralmente. E immediate le proteste degli operai perché, dicono, si è sempre "staccato" cinque minuti prima per togliersi di dosso il grasso dei motori. Un'abitudine regolamentata che ora, in tempo di crisi, l'azienda sacrifica sull'altare della produttività: il permesso è stato tagliato qualche giorno fa scatenando le ire dei sindacati che, come spesso accade, reagiscono a ranghi separati. La Fiom già stamattina a suon di volantini chiederà ai lavoratori di scioperare 15 minuti a pranzo e altri 15 all'uscita (la durata minima di sciopero prevista per legge), per procedere poi a oltranza finché l'azienda non si rimangerà l'affronto. La Fim Cisl organizzerà scioperi simili e annuncia diffide legali per violazione degli accordi contrattuali.
Ma l'azienda non demorde. "Dobbiamo recuperare efficienza, e questo è solo uno dei sistemi, peraltro indolore - spiega il capo del personale Ducati Luigi Torlai - chiediamo agli operai di lavorare dieci minuti in più al giorno, che in un anno per noi significa molto. Le mani del resto se le possono lavare all'uscita". La novità è già stata introdotta in officina, da ieri nel reparto montaggio motori e presto in tutta l'azienda, ma capita in un momento delicato: tra lunedì e mercoledì ci sono le elezioni dei rappresentanti sindacali.
"Forse la Ducati vuole far pagare Valentino Rossi a noi", risponde a stretto giro di posta il segretario bolognese della Fiom Bruno Papignani. "Non vorrei che Del Torchio si sia montato la testa e voglia fare un pò il Marchionne, ma non mi pare la persona giusta", ha aggiunto intervistato su "Radiotau".

Fonte: http://www.repubblica.it/ – 14 ottobre 2010

giovedì 7 ottobre 2010

Consumi. Coldiretti: stop al 30% degli sprechi con i trucchi salva-avanzi.

Finisce nella spazzatura circa il 30 per cento del cibo acquistato dagli italiani che può però essere salvato dai trucchi della cucina antispreco, che utilizza il cibo avanzato grazie ai segreti custoditi nei piatti della nonna. E' quanto afferma la Coldiretti che in occasione della Biodomenica a Roma in Via dei Fori Imperiali ha apparecchiato la prima “tavola degli avanzi”, con piatti semplici che recuperano con gusto il cibo non consumato nei giorni precedenti, svelando così le antiche ricette della tradizione enogastronomica popolare a rischio di estinzione.
Nelle case degli italiani - sottolinea la Coldiretti - ad essere gettati nel bidone sono sopratutto gli avanzi quotidiani della tavola come frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati che si classificano tra i prodotti piu' a rischio. Dal campo alla tavola si stima che in Italia a causa degli sprechi viene perso cibo sufficiente a nutrire 44 milioni di persone (l’intera popolazione della Spagna) per un valore che ammonta a circa 37 miliardi di euro, ben il 3 per cento del PIL, secondo una indagine di "Last Minute Market" dell’Università di Bologna.
Recuperare con un po’ di fantasia i cibi rimasti sulle tavole non è dunque - precisa la Coldiretti - solo un modo per risparmiare senza rinunciare ad ingredienti naturali e di qualità, ma anche la dimostrazione di un impegno concreto alla riduzione dello spreco delle risorse agro-alimentari. Un aiuto anche per l’ambiente con una minore produzione di rifiuti, il cui smaltimento rappresenta oggi uno dei principali problemi delle economie sviluppate.
L’attenzione alla ricerca della qualità in tavola a buon mercato è confermata da fatto che quasi quattro italiani su dieci (37 per cento) dedicano parte del tempo libero al giardinaggio e alla cura dell'orto, come misura antistress, per passione, per garantirsi cibi di qualità o anche solo per risparmiare, secondo una analisi della Coldiretti.
Recuperare il cibo è una scelta di sobrietà che - secondo la Coldiretti - non solo fa bene all'economia e all'ambiente, ma soprattutto all’umore con maggiore tempo da dedicare ai fornelli, magari in compagnia di tutta la famiglia. I piatti antispreco - precisa la Coldiretti - sono tanti, basta solo un po’ di estro e si possono preparare delle ottime polpette recuperando della carne macinata avanzata semplicemente aggiungendo uova, pane duro e formaggio oppure la frittata di pasta per riutilizzare gli spaghetti del giorno prima e ancora la pizza rustica per consumare le verdure avanzate avvolgendole in una croccante sfoglia. Se avanza del pane, invece, si può optare per la più classica panzanella aggiungendo semplici ingredienti sempre presenti in ogni casa come pomodoro olio e sale per arrivare alla più tradizionale ribollita che utilizza cibi poveri come fagioli, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Ma anche la frutta può essere facilmente recuperata se caramellata, cotta per diventare marmellata o semplicemente in macedonia.
Polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia non sono però solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come - conclude la Coldiretti - la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta.

Comunicato Coldiretti n. 745 del 3 ottobre 2010. Fonte: www.coldiretti.it

lunedì 4 ottobre 2010

Non per tattica ma per ciò che vale

Riporto qui di seguito l’editoriale di Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, pubblicato sull’edizione di ieri del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana.

Si è dunque aperta una nuova fase nella XVI legi­slatura, con solidi intendimenti da parte di chi regge il timone dell’Esecutivo, ma in un quadro po­litico che si è fatto complicato e fragile. E poiché nessuno ha la sfera di cristallo, nessuno è davvero in grado di dire fin dove potrà spingersi l’orizzonte dell’azione di governo e dell’attività parlamentare.
I nostri lettori sanno che noi ci auguriamo anni di lavoro intenso e utile per il Paese. E sanno anche che apprezziamo una maggioranza e un’opposi­zione capaci di assumersi con chiarezza le rispetti­ve responsabilità, ma ancor più forze politiche che si dimostrino in grado di convergere – ogni volta che sarà possibile e opportuno – sulle iniziative e sulle scelte riformatrici necessarie per preparare e ben orientare il futuro dell’Italia. Le cinque 'e' – etica, educazione, energia, equità fiscale, equilibrio istituzionale – sono forse solo un esempio dei terreni sui quali sarebbe indispensabile dare segnali positivi a­gli italiani. Ma è un esempio calzante, che spiega quanto sia urgente concentrarsi con stile adeguato e lungimiranza su una seria agenda di legislatura.
La sensazione è che invece, in questa fase nuova, più che su contenuti legislativi e obiettivi strategici, in troppi – e, sorprendentemente, anche tra coloro che fanno esplicito richiamo all’ispirazione cristiana – si stiano dedicando alla tattica e alle meccaniche di schieramento. Quasi che si fosse imparato poco o nulla dagli errori del passato più recente, quelli che hanno segnato i sedici anni di vita della cosiddetta Seconda Repubblica.
Di quegli errori, qui, ce ne in­teressa, appunto, il principale: la presunzione e­quilibrista di poter costruire coalizioni o soggetti politici solo sulla base di una polemica con il 'ne­mico' prescelto e in forza di 'numeri' potenzial­mente sufficienti a vincere una determinata scom­messa elettorale. Così sono nati e caduti il primo governo Berlusconi, il primo governo Prodi, due go­verni D’Alema e il secondo governo Berlusconi. Co­sì è stato messo a rischio il governo in carica, quel­lo che ora cerca un rilancio.
Nel frattempo, certo, si è governato. Ma quante riforme di sistema sono sta­te portate a buon fine? È un’incompiutezza che pe­sa e, lunedì scorso, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana lo ha ri­cordato a tutti con lucidità e angustia. La democrazia dell’alternanza che si è affermata negli ultimi tre lustri si è portata, insomma, in cuo­re un’alternanza delle instabilità, e nessuna alchi­mia elettorale maggioritaria riesce a curarla. Perché i numeri – cioè il consenso popolare e la rappre­sentanza parlamentare – in qualunque democra­zia sono indispensabili, ma non bastano e non ten­gono senza le idee-cardine che danno vera forza a un progetto politico. L’essenzialità di questo punto è sempre più eviden­te.
Lo sforzo per avvicinare culture ed esperienze politiche diverse è certo importante e può diventa­re addirittura meritorio, ma non può mai essere pa­gato in termini di chiarezza. Perché non tutti i pro­getti sono compatibili, e i fatti si sono incaricati di confermare – e questo a noi importa molto – una condizione di disagio e persino d’insignificanza per i politici di ispirazione cristiana disposti a mettere tra parentesi, per tattica, un impegno coerente su ciò che davvero conta. E ciò che davvero conta per chi voglia fare politica con una limpida visione umani­stica e, a maggior ragione, da cristiano e da cattoli­co è la determinazione a non dimenticare mai e a tenere per bussola i «valori non negoziabili».
Papa Benedetto XVI li indicò magistralmente, era il mar­zo del 2007, ai leader del Partito popolare europeo. Il cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione ai lavori del Consiglio permanente dell’episcopato che si è appena concluso e in questa vigilia della Settimana Sociale dei cattolici di Reggio Calabria, li ha richiamati con altrettanta forza e chiarezza: vita (dal concepimento alla morte naturale), famiglia uomo-donna, libertà religiosa e libertà educativa. È questo il «fondamento» che garantisce ogni altro valore e impegno, ha detto il presidente della CEI. Sta alla base di un’azione politica davvero orienta­ta alla costruzione del bene comune. Perciò, ieri, non doveva essere messo tra parentesi e, oggi, non può essere lasciato cadere sotto il tavolo di alcuna trattativa.

Fonte:
www.avvenire.it

domenica 3 ottobre 2010

Asella home: dall'Italia, la "casa" per i fratelli etiopi.

Venerdì scorso, 1 ottobre, ho partecipato alla serata di beneficenza organizzata presso Tenuta Moreno dall'associazione "Ama il prossimo". Erano presenti tantissime persone. A fare gli onori di casa, naturalmente, è stato Pietro Donativo, che da tanti anni è impegnato per la realizzazione di opere di carità (scuole, ospedali, alloggi, mense) particolarmente in Etiopia. Molto toccante è stato il video, che ha consentito a tutti di prendere coscienza dello stato di estrema povertà in cui sono costretti a vivere migliaia (o, più probabilmente, milioni) di uomini e donne, bambini ed anziani, la cui unica ragione di sventura è stata quella di nascere in un luogo della Terra diverso da quello in cui siamo nati noi. Alla fine, durante il buffet offerto da aziende locali, tra i giusti e ripetuti segni di ammirazione per Pietro, ho avuto modo di condividere, con alcuni amici imprenditori, l'idea (per ora solo tale, poi potrebbe divenire un programma e, quindi, realtà) di organizzare un viaggio in Etiopia, nell'abisso della povertà più estrema, laddove grazie a Pietro Donativo ed al gruppo SISA si parla ormai pure l'italiano e, perchè no, il latianese, e laddove - grazie anche a loro - l'Italia non è più un Paese di colonizzatori: per toccare con mano; per dare una mano concreta; per diventare testimoni di una ingiustizia distributiva che va cancellata; per agire poi, con determinazione e per quanto è nelle nostre possibilità, al fine di evitare, alle future generazioni, la piaga dell'odio e del risentimento provocati da una volontà di riscatto che, dal Sud del mondo, non potrà che divenire sempre più forte.

sabato 25 settembre 2010

L'emergenza educativa scende in cento piazze

Da Mazara del Vallo ad Aosta, da Gorizia a Sassari e da Varese a Taranto, tutti in piazza con l’Associazione Italiana Maestri Cattolici – AIMC, domenica prossima 3 ottobre, non per dividere ma per unire, non per gridare ma per ascoltare, non per rivendicare ma per dialogare. È la proposta dell’AIMC per festeggiare, in anticipo, la giornata mondiale dell’insegnante che ricorre il 5 ottobre, istituita dall’Unesco nel 1993 per ricordare la raccomandazione sulla condizione degli insegnanti. Ma anche un modo per celebrare i 65 anni della fondazione dell’associazione testimoniando in modo tangibile l’attenzione dei maestri cattolici alla scuola tutta e ai più piccoli, anche attraverso forme di solidarietà.
Un’iniziativa in collaborazione con l’Ufficio nazionale per l’Educazione, la Scuola e l’Università della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, proposta all’intero Paese e ai singoli territori come occasione per una riflessione su quello che è un tema imprescindibile per il futuro della società: l’educazione.
“Cento piazze per la sfida educativa”, questo il nome della manifestazione, «è un evento che assume il significato di un vero e proprio invito all’agorà, luogo simbolo del ritrovo e delle relazioni per richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di considerare l’educazione priorità irrinunciabile su cui investire in corresponsabilità, tutti e ciascuno», ha detto ieri Giuseppe Desideri, presidente nazionale dell’AIMC, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, moderata da Paolo Bustaffa, direttore del SIR.
L’educazione, infatti, ha ricordato don Maurizio Viviani, direttore dell’Ufficio nazionale per l’Educazione, la Scuola e l’Università della Cei, «come indicano i documenti della Conferenza Episcopale Italiana, non è questione riservata al contesto familiare e scolastico, ma coinvolge tutte le dimensioni e gli ambiti in cui si vive e cresce». Educare insomma è un fatto pubblico, questione di tutti. «La Chiesa parla di emergenza educativa – spiega don Viviani – attraverso la lettera di Benedetto XVI alla diocesi di Roma. Per rispondere all’appello del Papa occorre allearsi e passare dall’emergenza alla sfida educativa. In questo solco si colloca questa iniziativa che si propone di portare il tema dell’educazione oltre che all’attenzione delle scuole anche delle piazze, da sempre luoghi dell’incontro e dello scambio, dunque del dialogo e del confronto».
Esattamente, il 3 ottobre in ben 110 piazze italiane docenti, genitori, adulti, bambini e ragazzi troveranno l’allestimento di uno o più gazebo, la distribuzione di materiale informativo e il lancio dell’iniziativa “Un quaderno per amico”, per la raccolta di fondi da destinare alla costruzione di aule di scuola della comunità “Progetto famiglia” in Burkina Faso, Paese del centro Africa; al sostegno di educatori della cooperativa il “Piccolo principe” dei Frati cappuccini della Custodia di Romania e all’istituzione di borse di studio per giovani laureati su tematiche legate all’educazione o all’associazionismo professionale.Come hanno sottolineato don Silvio Longobardi e padre Filippo Aliani, l’istruzione è l’unica strada per dare ai giovani di tutto il mondo la possibilità di progettare il futuro.

Fonte:
www.avvenire.it – 25 settembre 2010

mercoledì 22 settembre 2010

Il Campus Bio – Medico a Brindisi

L’Assessore provinciale Paola Baldassarre mi ha fatto pervenire un invito - da estendere ai visitatori di questo blog, di cui è gradita ospite - per l’incontro di presentazione del Campus Bio – Medico a Brindisi.
L’iniziativa - organizzata dall’Associazione Amici dell’Università Campus Bio – Medico di Roma e sostenuta dall’Assessorato Provinciale alla Cultura, dalla Cittadella della Ricerca e dall’Associazione Industriali - avrà luogo sabato 25 settembre, a partire dalle ore 10.30 presso la Cittadella della Ricerca.
Nel corso dell’incontro saranno presentati l’Università Campus Bio – Medico - “ricerca, assistenza e didattica al servizio della Persona” - ed i Corsi di Laurea in “Scienze dell’alimentazione e nutrizione umana” ed in “Ingegneria chimica per lo sviluppo sostenibile”.

domenica 19 settembre 2010

Urge il ripristino della segnaletica orizzontale sulla Strada Statale 7. Appello all'Anas.

Insieme ai consiglieri comunali Claudio Ruggiero, Mauro Vitale, Salvatore Zucchero ed al commissario cittadino Udc Giovanni Bruno, ho diffuso ieri il seguente comunicato stampa, già ripreso da diversi Organi di Informazione.

Alcune settimane addietro l’Anas ha provveduto ad apporre un nuovo strato di asfalto lungo le carreggiate della Strada Statale 7 Brindisi – Taranto che costeggiano il centro abitato latianese.
Dopo quell’intervento non si è poi provveduto a ripristinare la segnaletica orizzontale, determinando una condizione di forte pericolo soprattutto in prossimità dei tratti di immissione.
Si segnala, in modo particolare, l’accesso alla Strada Statale, in direzione Brindisi, collocato all’altezza della stazione ferroviaria di Latiano.
Sollecitiamo l’Anas a ripristinare con urgenza la segnaletica orizzontale in corrispondenza del centro abitato latianese ed al contempo invitiamo alla massima prudenza i conducenti dei veicoli in transito nella zona interessata dai lavori di manutenzione, non ancora completati, lungo la Strada Statale 7.

giovedì 16 settembre 2010

La FAO: con gli sprechi degli italiani, possibile sfamare due volte il Burundi

Il 30 per cento del cibo acquistato che in Italia finisce a causa degli sprechi nella spazzatura sarebbe sufficiente per sfamare due volte l’intera popolazione del Burundi a conferma che la distribuzione della ricchezza è il principale ostacolo alla lotta alla fame. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Fao sul calo, per la prima volta da 15 anni, del 9,6 per cento degli affamati nel mondo che restano tuttavia pari a 925 milioni. Nel 2010 - sottolinea la Coldiretti - si sta verificando una riduzione degli affamati nonostante la previsione di una sostanziale stabilità a 2,2 miliardi di tonnellate dei raccolti mondiali di cereali nell’anno in corso. Le previsioni in particolare sono in calo del 5 per cento - conclude la Coldiretti - per il grano che dovrebbe raggiungere i 646 milioni di tonnellate mentre un aumento del 3 per cento è previsto per il riso.

venerdì 10 settembre 2010

Tra moralità pubblica e passione civile. Con “Retinopera”, la sfida per la rigenerazione del Paese.

Dal 17 al 19 settembre prossimo si svolgerà ad Assisi, presso la Sala Stampa del Sacro Convento, l’annuale Seminario di studio di Retinopera, sul tema: “Moralità pubblica e passione civile. La sfida della rigenerazione del Paese”. Ritengo che l’iniziativa meriti attenzione. Questo il programma:
Venerdì 17 settembre, ore 16.00, inizio dei lavori. Momento di preghiera presieduto da S.E. Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi. Saluti: Padre Giuseppe Piemontesi, Custode Sacro Convento; Sindaco di Assisi. Introduzione del coordinatore, Franco Pasquali. Prima relazione: “Moralità pubblica e passione civile nella storia d’Italia”, prof. Francesco Bovini, coordinatore Servizio Nazionale CEI per il Progetto Culturale. Seconda relazione: “Le minoranze creative: Una riflessione biblica e teologica”, prof. dr. Armand Puig i Tàrrech, preside della Facoltà Teologica di Catalogna (Barcellona, Spagna). “Per un’agenda di speranza”, intervento di S. E. Mons. Arrigo Miglio, Vescovo di Ivrea, presidente del Comitato Scientifico-Organizzatore delle Settimane Sociali.
Sabato 18 settembre, ore 7.15, Celebrazione della S. Messa sulla Tomba del Santo, presiede S.E. Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi. Ore 9.15, prima sessione: “Dalle elites in decadenza alle minoranze creative. Una risposta dall’impegno dei laici associati”, coordina: Claudio Gentili, direttore de “La Società”, membro della Segreteria di Retinopera; intervengono: Mons. Luigi Negri, Vescovo di S. Marino-Montefeltro; dott. Roberto Weber, presidente SWG; prof. Paolo Nepi, Università Roma Tre. Seconda sessione: “Moralità pubblica, passione civile e lavoro”, coordina: Maurizio Giordano, presidente Nazionale UNEBA, membro della Segreteria di Retinopera; intervengono: Giorgio Santini, segretario confederale Cisl, Mauro Magatti, sociologo, Flavio Felice, economista. Terza sessione: “Moralità pubblica, legalità, passione civile e Mezzogiorno”, coordina: Vincenzo Conso, segretario di Retinopera; intervengono: Mons. Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina, dr. Pietro Grasso, capo della Procura Nazionale Antimafia, Domenico Cersosimo, economista, Giovanni Palladino, economista-esperto di problemi del Sud, Carlo Borgomeo, presidente Fondazione per il Sud, Franco Cassano, sociologo.
Domenica 19 settembre, ore 9.00, Tavola Rotonda: “Moralità pubblica e passione civile. La sfida della rigenerazione del Paese”, coordina: Adriano Roccucci, Segretario g. Comunità S. Egidio, membro della Segreteria di Retinopera; intervengono: dott. Riccardo Bonacina, presidente Vita S.p.A, dott. Ivan Lobello, presidente Confindustria Sicilia, dott. Jonny Dotti, presidente Welfare Italia. Ore 12, chiusura dei lavori, celebrazione della Santa Messa nella Basilica Superiore, presiede S.E. Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della CEI.

domenica 5 settembre 2010

Adriana Poli Bortone al Ministro Gelmini: “Per i 150 anni dell’unità d’Italia, affermare la verità storica sul Mezzogiorno”

La senatrice Adriana Poli Bortone, presidente della federazione Io Sud-Mpa chiede al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, di divulgare, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, «un opuscolo integrativo sulla storia d’Italia al fine di rendere quanto più attendibile e veritiera la storia del Mezzogiorno».
«Questa esigenza - afferma la senatrice - risulta quanto mai pressante per ricostruire la verità storica di tutto il Paese, in particolare facendo riferimento ad interessantissimi testi usciti in questi ultimi mesi, primo fra tutti il libro di Pino Aprile “Terroni”». «Il testo, infatti - sottolinea la Poli Bortone - è frutto di un lavoro fatto negli archivi storici e contiene verità inoppugnabili sulla storia del Mezzogiorno. Una rilettura attendibile e condivisa degli eventi che hanno portato all’unità va dunque fatta per rinsaldare il senso di appartenenza ed identità di un popolo congiuntamente al valore unitario».
«Le nuove generazioni e gli studenti di oggi e del futuro - aggiunge - hanno bisogno di sentirsi sempre ed indiscutibilmente italiani da un lato, ma anche meridionali dall’altro e diventare veri padroni della terra a cui appartengono». «Naturalmente una simile rilettura storica - conclude - deve allontanare ogni ipotesi secessionista e come detto rinsaldare i valori dell’Unità d’Italia».
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it (5 settembre 2010)

giovedì 2 settembre 2010

“Il primo incarico”: la cultura come strumento di unione, nella cornice di “Filia Solis”

Riporto di seguito l’intervento dell’assessore provinciale alla Cultura Paola Baldassarre (UDC), appresa la notizia che il film di Giorgia Cecere “Il primo incarico”, prodotto da Edoardo Winspeare, che sarà parte di un progetto promosso dall’Amministrazione provinciale di Brindisi, partecipa al Festival di Venezia.
«Il nostro film “Il primo Incarico” di Giorgia Cecere, prodotto da Edoardo Winspeare, sarà presentato al Festival di Venezia. Utilizzo il possessivo perché questo film appartiene moralmente alla Provincia di Brindisi che ne ha realizzato un progetto. Voglio condividere con il pubblico la gioia e l’intima soddisfazione per aver creduto in una forma d’arte, quale quella cinematografica, capace di incidere nel costume e nei percorsi valoriali di cui la nostra società ha un profondo e ineludibile bisogno.Il film narra la storia di una insegnante elementare che nel secondo dopoguerra lascia il Basso Salento, per approdare nell’Alta Murgia. Il copione mi fu presentato dal collega Baccaro, dall’amico Edoardo Winspeare e condiviso con il presidente Massimo Ferrarese. Come premesso abbiamo legato il film ad un progetto con gli istituti superiori con l’intento di organizzare un ciclo di conferenze che saranno tenute dalla regista Giorgia Cecere per far comprendere ai giovani il senso profondo e il valore dell’insegnamento inteso come “paideia” e non come presuntuosa illuminazione. In un momento in cui prevale l’odio e la disgregazione il messaggio del film è straordinario. La maestra insegna a parlare e scrivere in lingua italiana. Una lingua unisce e non divide e, al di là del valore linguistico, si riconosce una valenza etica civile e culturale di immenso valore, ancor più se l’insegnante ha cura dell’allievo, adeguandosi al suo tempo esistenziale e aiutandolo così a crescere.Condivisione e unità solo i pilastri di questo film che fa della comprensione una ricchezza antropologica incomparabilmente maggiore rispetto all’efficienza.I film contribuirà altresì a far conoscere il nostro territorio nel mondo: alcune scene sono state girante infatti a Cisternino, e questo è ciò che Filia Solis persegue sin dalla sua nascita». Paola Baldassarre, Assessore alla Cultura

mercoledì 1 settembre 2010

Salviamo Sakineh; brava Carla Bruni: le parole sono le pietre più forti

Dal sito www.pierferdinandocasini.it riporto integralmente il seguente post, pubblicato ieri:

«Ho visto in un video la lapidazione di una giovane donna.
E’ stato duro seguire fino alla fine le sequenze di dolore e di odio.
In Iran, dopo averla fustigata, vogliono lapidare Sakineh Ashtiani per adulterio. Per ora, i media iraniani, stanno lapidando verbalmente la moglie del presidente francese, Carla Bruni, rea di aver svegliato l’Europa su questo nuovo barbaro crimine.
Non voglio sapere chi sia Sakineh, né cosa abbia fatto. Ma sento di dover gridare il mio sdegno, la mia rabbia per non poter fermare da solo questo insulto alla vita che è sacra: niente può giustificare questo obbrobrio.
Per questo dico: brava Carla e bravi tutti coloro che in queste ore si stanno mobilitando per fermare questo orrore.
Facciamo sentire alte le nostre grida: le parole spesso sono le pietre grandi e più forti.
Pier Ferdinando Casini
».

domenica 29 agosto 2010

Il "compartir" per sopravvivere, anche al centro della Terra

Un bell'articolo di Erri De Luca, pubblicato ieri dal Corriere della Sera, mi ha suscitato le seguenti considerazioni.
Dallo scorso 5 agosto trentatrè lavoratori sono intrappolati a 700 metri di profondità in una miniera franata a San Josè, in Cile.
Fino a domenica scorsa questi uomini erano dati ormai per morti.
Poi la scoperta che avevano resistito, l'invio di soccorsi (cibo, acqua, farmaci) fatti passare attraverso stretti condotti, la comunicazione con le famiglie grazie ai mezzi che offre oggi la tecnologia.
Per far uscire quei minatori ci vorrà ancora molto tempo: chi è impegnato negli scavi parla di circa quattro mesi.
Venerdì scorso, con una piccola telecamera inviata in profondità dai soccorritori, i trentatrè prigionieri della miniera hanno realizzato un video di 45 minuti, trasmesso in parte dalla televisione nazionale cilena, nel quale anzitutto assicurano: "qui ci siamo organizzati bene" ed indicano gli spazi che hanno riservato per mangiare, per pregare, per lavarsi e perfino per giocare a domino, nel piccolo rifugio che ha salvato loro la vita e che continua a proteggerli. Tutto è diviso in parti uguali. Nell'emergenza la specie umana sa benissimo il da farsi e come. Sa "condividere": "compartir", in lingua ispanica.
Solo così quegli astronauti al contrario potranno rivedere la luce.
Il dramma dei trentatrè minatori di San Josè ricorda quelli vissuti da tanti nostri connazionali che sin dall'ultimo dopoguerra sono emigrati per offrire il loro destino ad un lavoro d'azzardo, infilati in bui cunicoli a grattare preziosi minerali.
Ricordiamo, tra tutte, la tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove l'8 agosto 1956 persero la vita 262 uomini, 136 dei quali italiani.
Oggi il dramma è vissuto in una cornice da reality (anche se ciò non attenua le dimensioni e l'intensità della tragedia), con queste ennesime vittime di un lavoro disumano che tranquillizzano le famiglie, ostentano patriottismo filmandosi mentre cantano l'inno nazionale, richiamano in tutti noi il concetto primordiale del "compartir" come monito ad una umanità che spesso dimentica le regole fondamentali per conservarsi e per progredire.

sabato 21 agosto 2010

Il Federalismo non disgreghi

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è intervenuto nei giorni scorsi a Stresa nell’ambito delle celebrazioni per il 155esimo anniversario della nascita del beato Antonio Rosmini.
A margine di tale incontro, lo stesso cardinale Bagnasco ha rilasciato una intervista a “L’Osservatore Romano” nella quale, tra l’altro, rispondendo proprio ad una domanda sull’attualità del progetto politico federalista propugnato nell’‘800 da Rosmini, ha così risposto: «La molteplicità, in tutti i campi, è una ricchezza se costruisce l'unità; se invece disgrega e allontana, allora non diventa più un valore ma un disvalore. Si vorrebbe, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti, che le specificità delle persone, come delle culture e delle regioni, diventino una ricchezza per il bene dell'insieme, un bene che deve essere reale per tutti».

giovedì 19 agosto 2010

Centro islamico in Puglia. Curto (UDC) : "No alle moschee, sì alle chiese"

Riporto, qui di seguito, per stimolare una comune riflessione sull’argomento, un comunicato del sen. Euprepio Curto, consigliere regionale UDC, diffuso ieri dal Servizio Stampa della Regione Puglia.

“E’ abbastanza singolare che un esponente politico del partito del presidente della Regione, a cui più che ad altri dovrebbe essere nota la scala delle priorità dei pugliesi, e soprattutto delle emergenze con cui alla ripresa dell’attività legislativa ci confronteremo in Regione, proponga la realizzazione in Puglia di un Centro di cultura e religione islamica, di cui non solo non si avverte il bisogno, ma che potrebbe addirittura costituire occasione per riaprire antiche contrapposizioni socio-culturali”.

A criticare senza mezzi termini la proposta del consigliere regionale Franco Pastore (Sel), che aveva proposto l’apertura anche in Puglia di un Centro di cultura e religione islamica, sulla scorta dell’iniziativa assunta dal presidente degli Stati Uniti Barak Obama, è il consigliere regionale Udc, Euprepio Curto.

“Giudico non positivamente – ha dichiarato Curto – la tendenza, in verità molto venata di mero provincialismo, di mutuare iniziative già assunte da soggetti, sia pure di alto spessore, che per ruolo ricoperto, per responsabilità assunte, per particolari condizioni storico-politiche proprie del Paese in cui esercitano il ruolo di governo, possono avere una giustificazione. E, pur tuttavia, ciò che può essere condivisibile negli Stati Uniti d’America non si può, se non abbiamo perso il senso del limite, trasferirlo sic et simpliciter, nel nostro Paese. Meglio: nella nostra Regione”.

“Mi permetto pertanto – ha concluso Curto – di suggerire al collega Pastore di abbandonare un’idea che ha tutte le caratteristiche di una, sia pur intelligente, provocazione, per assumerne un’altra: una volta verificato il costo dell’eventuale realizzazione del Centro islamico, chiedere che la Regione Puglia impegni la stessa cifra per il recupero statico-architettonico delle tante bellissime chiese di Puglia”.

martedì 17 agosto 2010

Un Paese senza leader

Nelle ultime settimane ho ricevuto numerose e-mail che mi inducono a ritenere che esistano le condizioni per dare vita ad un dibattito destinato ad incidere sulla qualità della vita politica locale, anche attraverso il coinvolgimento attivo, in essa, di uomini e donne “nuovi”: non “nuovi” per la mancanza di esperienza; non “nuovi” per il vuoto ideale che esprimono; non “nuovi” per la incapacità progettuale che manifestano… ma “nuovi” per le competenze che hanno maturato nella loro vita professionale; “nuovi” per la lucidità di analisi e di visione prospettica; “nuovi” per le sensibilità affinate nell’ambito del loro percorso formativo; “nuovi” per la freschezza del contributo che possono apportare nell’ottica del bene comune.
Propongo qui di seguito, a tal proposito, per una comune riflessione, il testo della rubrica "Primopiano" del n. 33 di Famiglia Cristiana, uscito in edicola lo scorso 11 agosto.
Dedico questo post, e le considerazioni che da esso potrebbero scaturire, al Presidente Francesco Cossiga, un democratico cristiano, un cattolico liberale, un leader, uno statista vero.


Ha sollevato una grande bagarre la recente denuncia della Chiesa circa l’assenza in Italia di una classe dirigente all’altezza della situazione. In una stagione densa di sfide e problemi, essa lamenta un vuoto di leadership. In tutti i settori. La politica, anzitutto, non svolge la funzione che dovrebbe competerle. Ma analoghe carenze si riscontrano nel mondo imprenditoriale, nella comunicazione e nella cultura. Persino nella società civile e nell’associazionismo.
Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi. E condivisibili. Non esistono programmi di medio e lungo termine. Non emerge un’idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali. Si propone un federalismo che sa di secessione. Senz’anima e solidarietà. Un Paese maturo, che deve mirare allo sviluppo e alla pacifica convivenza dei cittadini, non può continuare con uomini che hanno scelto la politica per “sistemare” sé stessi e le proprie “pendenze”. Siamo lontani dall’idea di Paolo VI, che concepiva la politica «come una forma di carità verso la comunità», capace di aiutare tutti a crescere.
L’opinione pubblica, sebbene narcotizzata dalle Tv, è disgustata dallo spettacolo poco edificante che, quasi ogni giorno, ci viene offerto da una classe politica che litiga su tutto. Lontana dalla gente e impotente a risolvere i gravi problemi del Paese. La richiesta della Chiesa di “uomini nuovi” trova ampi consensi tra la gente. Anche se non sono mancate critiche, da chi si sente nel mirino della denuncia. C’è chi ha parlato di mancanza di gratitudine, per il sostegno che una parte politica dà ai “valori irrinunciabili” e alle opere della religione. Soprattutto in un Paese difficile da governare. E refrattario a qualsiasi riforma di grande respiro.
Tra le reazioni più forti, c’è chi s’è chiesto da che pulpito venga la predica. Perché mai la Chiesa si chiama fuori dalle responsabilità? Non fa parte, essa stessa, della classe dirigente del Paese? E perché non guarda alle carenze di quel mondo cattolico fortemente intrecciato nelle vicende nazionali? Accuse solo in parte giustificate. Nel richiamare al senso del bene comune quanti occupano posti di alta responsabilità, la Chiesa è cosciente che anche il mondo cattolico deve fare la sua parte. E assumersi di più i ruoli che contano.
Da tempo, Papa e vescovi hanno lanciato l’appello: «Giovani politici cattolici cercansi». Per invitare i credenti più impegnati a misurarsi con il destino della nazione. In ruoli di grande responsabilità pubblica, così come sono ben presenti nel volontariato e nell’associativismo. Sono molte le figure autorevoli nella comunità ecclesiale. Tanto più queste cresceranno, tanto più se ne gioverà l’intero Paese. Ma la Chiesa è anche chiamata a valutare quanto, di fatto, i propri quadri più alti rappresentino dei punti di riferimento etico e spirituale per tutta la nazione.

venerdì 13 agosto 2010

Fogna bianca: manutenzione e completamento della rete.

Ho consegnato oggi, all'Ufficio Protocollo del Comune di Latiano, la seguente nota - a firma mia e del consigliere comunale Mauro Vitale - indirizzata al Sindaco ed agli Organi di Informazione.
Evidenziamo all’attenzione del Sindaco la problematica relativa al deflusso dell’acqua piovana nell’intersezione tra via Scazzeri e via Mustich.
Più volte, in quel tratto, si sono registrati allagamenti, con danni per le abitazioni vicine, a seguito di abbondanti piogge.
I cittadini direttamente interessati alla problematica chiesero un intervento, del Sindaco allora in carica, già con una lettera del 26 marzo 2008.
Il 25 giugno 2009, con un’altra missiva che riportava in calce ben sessantaquattro sottoscrittori, la questione fu addirittura portata all’attenzione del Prefetto.
In quella circostanza i cittadini ipotizzarono, al rappresentante del Governo, che a causare l’annoso problema fosse stata la chiusura del canale di vico Foscolo e la costruzione di un muro sul canale di drenaggio che un tempo conduceva l’acqua piovana verso la campagna.
Certo è che un intervento risolutorio richiederebbe l’impiego di ingenti risorse e sarebbe da inserire in una programmazione di medio termine.
L’Amministrazione precedente, anche per i tristi fatti a tutti noti, non ha evidentemente avuto il tempo di risolvere il problema.
Riteniamo pertanto opportuno invitare l’Amministrazione Comunale in carica ad inserire tale questione - qualora non lo avesse già fatto - nel proprio piano dei lavori pubblici.
Cogliamo l’occasione per evidenziare anche la necessità di un tempestivo intervento di pulizia e disinfezione delle condotte della fogna bianca, spesso maleodoranti soprattutto nelle ultime settimane di caldo estivo e dalle cui caditoie fuoriescono insetti tanto piccoli quanto fastidiosi, i pappataci, che mettono a repentaglio la salute dei cittadini.
A tal proposito invitiamo l’Amministrazione Comunale a consultare, in internet, l’interessante blog “Latiano Itaca”, che ha ampiamente documentato lo stato di cattiva manutenzione in cui versano le condotte di via Cavour, via Mustich, piazzale Stazione e via De Virgilis.

martedì 10 agosto 2010

Strade rurali. La risposta, a Cavallo.

Apprendo dal blog “La voce di Latiano” (latiano.splinder.com) che l’Amministrazione Comunale annuncia, per bocca del consigliere Tommaso Cavallo, che, dopo aver rattoppato tutte le strade urbane, rattopperà quelle rurali.
E’, questa, una risposta, precisa, alla mia segnalazione dei giorni scorsi.
Ringrazio pertanto l’Amministrazione Comunale per aver almeno delegato un suo sostenitore ad esprimersi (in altre circostanze, l’unica risposta era stato il silenzio!).
E ringrazio anche il consigliere Cavallo per essersi, a suo modo, espresso.
Prendo atto che il criterio per la priorità di intervento è stato individuato nella collocazione delle strade - urbane o extraurbane - e non nel loro stato di conservazione.
Io, forse, avrei fatto diversamente.
Spero tuttavia che l’azione di rattoppo (altro che “respiro lungo”!; sempre di rattoppo si tratta!) non raggiunga troppo tardi le strade rurali poiché si rischierebbe di dover rifare interamente alcuni tratti di esse già oggi ampiamente dissestati.
A margine di ciò, osservo come Cavallo utilizzi un argomento concreto e serio, quale, appunto, la manutenzione della rete viaria, per offrire una lezione gratuita di sapienza politica (!) e… per intimarmi il silenzio.
Naturalmente, rispedisco al mittente l’intimazione ma non senza commentare che ognuno ha il suo stile, il suo modo di essere. Io cerco di convivere con il mio e spero che l’impacciato consigliere Cavallo, a causa di ciò, non si lasci sopraffare dalla disperazione.

domenica 8 agosto 2010

A 51 anni dalla morte di don Luigi

Don Luigi Sturzo, nato a Caltagirone il 26 novembre 1871, moriva a Roma l’8 agosto 1959. Ritengo dunque opportuno richiamare, proprio oggi, la valenza dell’impegno civile e politico di quest’uomo che volle innovare lo stile della presenza dei cattolici in politica, che si impegnò a cercare un’alternativa al socialismo ed al liberalismo, che fu oppositore del fascismo, che fu favorevole al libero mercato ma molto attento alle questioni sociali e sensibile alle tematiche etiche richiamate dalla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica.
Invito i pazienti lettori di questo blog a dedicarsi ad una breve ricerca, anche on line, sulla vita di quest’uomo, per cogliere, anzitutto, le tante similitudini tra l’odierna realtà storico – sociale e quella, della Sicilia del primo ‘900, prima ancora che italiana, in cui si trovò ad operare Sturzo.
"Pochi — scrisse Gabriele De Rosa — ebbero, come Sturzo, la conoscenza specifica della struttura agraria e artigianale siciliana e la sua capacità di analisi degli effetti negativi del processo di espansione del capitalismo industriale sui fragili mercati del Sud e sulla piccola e media borghesia agricola e artigiana locale, che si sfaldava sotto i colpi di una impossibile concorrenza. Tra le cause della disgregazione dei vari ceti artigianali in Sicilia, Sturzo indicava la 'forte concorrenza delle grandi fabbriche estere o nazionali di materie prime'; la lotta 'rovinosa' che si facevano gli artigiani locali, la mancanza di capitali, l'indebitamento, l'impoverimento delle campagne dovuto alla crisi agraria".
Nel 1900, essendosi scatenata in Cina la persecuzione dei Boxers, che volevano la cacciata degli stranieri, Sturzo presentò anche formale domanda al suo vescovo per partire missionario in quelle terre lontane ma, date le precarie condizioni di salute che avevano caratterizzato l’esistenza di don Luigi sin dalla nascita, il presule negò il consenso.
Sturzo sostenne che la religione non può essere strumento di governo (si pensi invece, a tal proposito, ai nostri contemporanei “talebani” in alcuni Paesi orientali) e che, poiché in Italia il cristianesimo aveva in qualche modo influenzato culturalmente ogni componente politica del suo tempo, l’individuo rimaneva libero di scegliere la sua appartenenza politica secondo la propria coscienza di cittadino e di credente. Nel sostenere ciò, a conferma dell’intento non strumentale della sua iniziativa politica, Sturzo fondò il Partito Popolare Italiano, come partito aconfessionale, palesandone in tal modo la concezione liberale.
In economia Sturzo cercò una alternativa sociale e cattolica al movimento socialista ( “la base del fatto sociale è da ricercarsi nell’individuo”) senza però scadere nell’individualismo.
Sturzo non fu tuttavia un liberale classico poiché da un lato denunciò il capitalismo di Stato, dilapidatore di risorse, e dall’altro rimase convinto della possibilità di interventi dello Stato in economia, sia pure per periodi brevi e finalizzati a risultati specifici.
Sturzo, con il suo pensiero, oltre che il Partito Popolare Italiano, fondò il Popolarismo: una dottrina politica originale, che ha avuto molti richiami in Europa, che è oggetto tuttora di dibattito e che, a mio modesto avviso, non è stata ancora adeguatamente assimilata proprio dai cattolici italiani impegnati in politica.

venerdì 6 agosto 2010

Strade rurali in dissesto. Per il reperimento dei fondi necessari alla manutenzione, si è pensato ai finanziamenti comunitari?

Ho depositato ieri, presso l'Ufficio Protocollo del Comune, la seguente nota indirizzata al Sindaco e, per conoscenza, agli Organi di Informazione. Evidenzio una problematica, quella dello stato di dissesto in cui versano tratti importanti della rete viaria extraurbana, che mi è stata segnalata da numerosi cittadini. Il mio intento è assolutamente costruttivo (se si vuole, anche collaborativo!): il problema è reale e non ho avuto problemi ad affermare di aver sottoposto la questione, nello scorso mese di febbraio, anche alla precedente Amministrazione Comunale, che provvide a riempire le buche senza apporti lo strato di asfalto e, dunque, senza risolvere il problema poichè le piogge hanno puntualmente ripristinato l'originaria condizione. Lamento però di aver già sollevato il problema, con un'altra missiva, all'Amministrazione in carica, lo scorso 1 giugno, e di non aver ricevuto in merito alcun riscontro, nemmeno di presa d'atto della mia segnalazione. Spero allora, almeno questa volta, di trovare un cenno di attenzione.
Con nota depositata presso l’Ufficio Protocollo del Comune lo scorso 1 giugno, ho invitato l’Amministrazione Comunale ad inserire, tra le proprie priorità, un intervento finalizzato a risolvere lo stato di dissesto in cui versano le strade rurali appartenenti al territorio latianese.
In quella circostanza ho evidenziato che risulta essere particolarmente problematica la condizione dell’arteria extraurbana che costeggia il cimitero per poi inoltrarsi verso le contrade Grottole, Lupocaruso, Tussano, Marangiosa, Coltura, Ospedale e Scaracci.
Ho anche evidenziato, tra l’altro, come tale tratto stradale, di notevole lunghezza, interessi numerosi cittadini latianesi proprietari di terreni limitrofi ed assuma importanza in quanto consente di raggiungere siti di interesse archeologico (Grottole), naturalistico (il boschetto di contrada Scaracci), storico (Ospedale e Coltura, con l’antica chiesa di San Donato ed una neviera in stato di buona conservazione), economico – produttivo (la masseria Marangiosa).
La strada rurale in parola è stata realizzata dall’Amministrazione Comunale latianese all’incirca trent’anni addietro ed oggi necessita di un intervento conservativo il cui differimento determinerebbe un aggravio dei costi successivi poiché ne richiederebbe probabilmente il completo rifacimento.
La precedente Amministrazione Comunale aveva provveduto, per l’ennesima volta, a riempire le buche senza ahimé apporvi lo strato di asfalto e le piogge avevano poi puntualmente ripristinato l’originaria condizione di dissesto.
A seguito della mia segnalazione di ormai oltre due mesi addietro, non solo non ho constatato il realizzarsi di alcun intervento di manutenzione del tratto stradale indicato ma, soprattutto, non ho avuto modo di riscontrare alcun cenno da parte dell’Amministrazione Comunale, anche solo di presa d’atto della problematica o di informazione in merito alla pianificazione di interventi futuri.
Mi preme sottolineare che la necessità di porre in essere interventi di manutenzione interessa anche altre strade rurali, la cui rete complessiva - sul territorio comunale di Latiano - rappresenta un patrimonio di grande valore per gli operatori agricoli nonché per i villeggianti.
Faccio appello, pertanto, all’apertura al dialogo costruttivo, tra maggioranza ed opposizione, alla quale proprio Lei, Sindaco, si è reso disponibile nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, auspicando un interessamento sulla questione anche mediante l’avvio di una azione di reperimento di risorse extracomunali da destinare allo scopo segnalato.

giovedì 29 luglio 2010

Esercizio finanziario 2009 (gestione Zizzi - Ruggiero): consenso unanime

E' stato diffuso stamane il seguente comunicato stampa della sezione locale UDC, con il quale si intende lanciare un segnale chiaro di disponibilità al dialogo a quanti - al di là delle appartenenze politiche - siano davvero unicamente interessati al bene comune. Credo infatti che ci siano oggi soggetti politici (eletti e non ) interessati a stabilire un perenne stato di conflitto finalizzato a confermare uno status quo che garantisce solo interessi particolari.
Il commissario cittadino ed il gruppo consiliare Udc esprimono viva soddisfazione per l’approvazione, all’unanimità, da parte del Consiglio Comunale, del rendiconto di gestione dell’esercizio 2009.
Tale documento attesta un avanzo di amministrazione, al 31 dicembre 2009, di € 1.021.292,22 ed un risultato economico di € 395.080,20 che testimoniano la prova di buona amministrazione offerta dalla precedente compagine di governo cittadino.
Altresì risultano essere pienamente rispettati tutti i parametri imposti dalla legge e soprattutto dal patto di stabilità.
Dati finanziari ancor più rilevanti, questi, se si considera che l’Amministrazione uscente, orfana del proprio Sindaco, ha dovuto operare con minori entrate e trasferimenti per più di € 600.000,00 rispetto ai passati anni.
Tutto ciò libera il campo da ogni strumentalizzazione tesa ad alimentare contrasti ed incomprensioni nell’ambito del centrosinistra latianese e conferma il ruolo strategico dell’Udc cittadino anche nei rapporti con la coalizione di centrodestra.
Il Commissario Cittadino UDC, Giovanni Bruno
I Consiglieri Comunali, Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri, Mauro Vitale, Salvatore Zucchero

mercoledì 28 luglio 2010

L'Assessore sulle giostre

L’Amministrazione Comunale interviene sulla questione – biglietti per le giostre, da me sollevata, e lo fa attraverso l’Assessore alle Attività Produttive (vedi http://latiano.splinder.com).
Il “solerte” Assessore (il mio intervento, del resto, era di “soli” sette giorni prima) “mutua” pensieri e parole che già avevo letto sul blog di un altro esponente della maggioranza ma è il senso delle cose che conta e non intendo certo sottolineare le carenze dialettico – letterarie di alcuno. Diciamo piuttosto che l’Assessore alle Attività Produttive Maurizio Chionna (appuntiamone il nome poiché ne sentiremo parlare ancora molto) ha voluto “aderire”, legittimamente, a qualcosa che era stato già prodotto (o, meglio, pensato, scritto) da altri: temo che questa cominci ad essere una caratteristica ricorrente nelle vicende della Giunta Comunale in carica!
Mi tranquillizza però che su un tema apparentemente secondario l’Amministrazione avverta la sensibilità di intervenire e di chiarire che nessun biglietto è stato distribuito agli “amici degli amici” ma che, anzi, l’Amministrazione Comunale «nella persona dell’Assessore Maurizio Chionna, ha distribuito i biglietti in questione alla Parrocchia del Sacro Cuore, alla Cooperativa “Artemide”, alla Cooperativa sociale “Ametista” e agli assistenti sociali del Comune di Latiano» (qualche nome errato, nel comunicato, testimonia solo il fatto che l’Assessore stia ancora conoscendo la Città che già amministra).
Certo, i toni utilizzati nel comunicato sono di sberleffo al sottoscritto, che in sostanza non riuscirebbe a vedere gli altri, più seri, problemi presenti nel vissuto quotidiano dei latianesi. Ma riscontro ben due interventi (a dire il vero uno, ed il suo surrogato) di risposta alla mia provocazione e ciò può testimoniare solo due cose: o l’argomento da me sollevato ha sorpreso qualcuno con le dita nella marmellata o, più auspicabilmente, è stato inteso il mio richiamo a non distrarsi sul fronte etico.
Bene.
Molto bene. Poiché si è colta, all’inizio di una esperienza amministrativa della nostra Città, la valenza anche educativa dell’esercizio del potere (ribadisco quanto possa essere devastante, a mio parere, il messaggio, rivolto ai giovanissimi, che, nella vita, gli amici dei potenti di turno “non debbano pagare il biglietto”) e perché, allo stesso tempo, si è consentito a ragazzi meno fortunati di godere di un sano divertimento.

lunedì 26 luglio 2010

Bentornato, "Polis"!

Ho ritrovato con piacere in edicola, ieri, come sempre a distribuzione gratuita, “Polis”: il giornale fondato da Giovanni Rubino, la voce del movimento Ecopacifisti – A Sinistra di Latiano. E’ tornato, dunque, un importante luogo di analisi, di discussione e di confronto, sempre fedele allo slogan “agire localmente, pensare globalmente”. E’ più bello fare politica, anche dalla mia collocazione, sapendo che ora c’è di nuovo “Polis”.

mercoledì 21 luglio 2010

Biglietti gratuiti per il Luna Park

Ho consegnato stamane all'ufficio protocollo del Comune di Latiano le seguenti considerazioni, una lettera indirizzata al Sindaco nonchè per conoscenza agli organi di informazione:

Mi è stato riferito da alcuni giovanissimi concittadini che nei giorni scorsi, in concomitanza con i festeggiamenti in onore della patrona di Latiano, Santa Margherita, Consiglieri ed Amministratori Comunali avrebbero distribuito biglietti gratuiti per il luna park.
Premetto di non comprendere pienamente le ragioni che, se ciò dovesse rispondere al vero, avrebbero potuto indurre i giostrai a cedere biglietti gratuiti ad esponenti politici locali.
E qualora ciò fosse avvenuto, magari in segno di amicizia verso la comunità ospitante, sarebbe interessante conoscere i criteri di distribuzione delle gratuità.
Mi auguro, ad esempio, che se i biglietti gratuiti siano davvero stati posti nella disponibilità di Consiglieri o Amministratori Comunali, gli stessi possano poi essere stati assegnati ai meno abbienti, attraverso l’operato dell’Ufficio Servizi Sociali o tramite le Parrocchie, i Centri Sociali, le Case – Famiglia.
In caso contrario inviterei tutti a riflettere sulla devastante testimonianza offerta alle giovani generazioni - principali fruitrici delle “giostre” - in merito alla pratica della preferenza per gli “amici degli amici”.
Per non parlare, inoltre, della mancanza di rispetto che - favorendo l’accesso gratuito di persone benestanti - si sarebbe consumata ai danni dei giostrai: preziosi sopravvissuti di un mestiere antico e romantico che è anzitutto scelta di vita, con tutti i disagi che comporta.
Gabriele Argentieri - Consigliere comunale

lunedì 19 luglio 2010

Contro le mafie

Apprendo dal blog di Leopoldo Calò (http://blog.libero.it/bloglatiano) che ieri sera, durante il concerto dei Boom da Bash presso il parco archeologico di Muro Tenente, uno dei due rappers che si esibivano (anche a spese della Città di Latiano!) ad un certo punto, dopo la mezzanotte, abbia detto che “la mafia uccide ma almeno dà lavoro, chi ci frega veramente è lo Stato”. Tutto ciò sarebbe avvenuto - ma posso anche togliere il condizionale poiché della onestà intellettuale dell’avvocato Calò mi fido ampiamente - alla presenza, tra gli altri, di qualche esponente della maggioranza consiliare latianese. E nessun rappresentante istituzionale ha avvertito la responsabilità, la necessità e l’urgenza di prendere il microfono e di affermare, con fermezza, il più netto dissenso da tale devastante messaggio, pronunciato peraltro nel giorno dell’anniversario dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta. Non ho da aggiungere nulla. Ogni mio ulteriore commento potrebbe infatti apparire strumentale ad una disputa politica di basso profilo. La gravità di ciò che è accaduto è oggettiva. Sta al Sindaco ed all’Amministrazione Comunale dare un segnale di buon senso: spero, davvero, che non tardi a venire.

"Noretta" ci ha lasciati

E' morta Eleonora Moro, la vedova di Aldo Moro, lo statista democristiano ucciso dalle Brigate rosse.
Aveva quasi 95 anni. I funerali si sono svolti oggi pomeriggio a Torrita Tiberina, il paese dove è sepolto l'ex leader democristiano. Sarà sepolta accanto al marito. La donna è mancata nella sua abitazione romana.
Dopo l'agguato che provocò l'uccisione degli uomini della scorta il 16 marzo 1978, la signora Moro, riservata e decisa, per salvare la vita del marito cominciò a bussare a tutte le porte, senza mai arrendersi.
La sua composta fermezza convinse perfino il pontefice Paolo VI, che scrisse una lettera toccante "agli uomini delle Brigate rosse". Uno spiraglio di speranza la signora Moro credette di trovarlo anche nella posizione del leader socialista Bettino Craxi, che voleva percorrere una via della trattativa.
Quando però il 9 maggio del 1978, dopo 55 giorni di prigionia, Aldo Moro venne trovato morto in via Caetani, la vedova iniziò una dura protesta contro i sostenitori della "linea della fermezza" nelle trattative con i terroristi, in particolare il segretario della Dc Benigno Zaccagnini, l'allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, e il ministro dell'Interno, Francesco Cossiga. Per protesta partecipò ai funerali degli uomini della scorta, trucidati nel blitz delle Brigate rosse in via Fani, ma rifiutò quelli di Stato per il marito.
Eleonora Chiavarelli aveva sposato Aldo Moro nel 1945, dopo averlo frequentato negli anni della FUCI. E’ curioso apprendere che fu, proprio lei, tra i più ardenti contestatori della linea tenuta da Giulio Andreotti come Presidente Nazionale “reggente” della FUCI negli anni della Guerra: Andreotti, peraltro, in tale carica fu successore proprio di Aldo Moro (!), il quale dovette cedere la presidenza del movimento poiché impegnato nel servizio militare. I coniugi Moro hanno avuto quattro figli: Maria Fida, Agnese, Anna e Giovanni. Alla moglie il presidente della Democrazia cristiana aveva indirizzato alcune delle 86 lettere inviate dal carcere delle Brigate rosse. In una di queste scriveva: "Ti abbraccio forte, Noretta mia, morirei felice se avessi il segno della vostra presenza, sono certo che esiste, ma come sarebbe bello vederla". Le Brigate rosse non hanno però mai consegnato questa lettera, ritrovata solo anni dopo che Moro era stato ucciso.

sabato 10 luglio 2010

Dottor Jekyll o mister Hyde?

Poche ore addietro abbiamo diffuso il seguente comunicato congiunto delle Segreterie Cittadine latianesi dell'UDC, del Partito Democratico e della Federazione Verdi. Mi auguro che il Sindaco De Giorgi utilizzi tale spunto per riflettere e - nell'interese della Città, oltre che del suo destino politico - per trovare la forza di affermare un concetto molto semplice: i latianesi, sia pure di stretta misura, hanno scelto lui come Sindaco e non possono tollerare che altri, al suo posto, esercitino il potere. Per il Sindaco De Giorgi, la "missione" politica non si è esaurita con l'elezione ma, anzi, è entrata nel vivo proprio in quel momento. Dunque, che il Sindaco De Giorgi si appropri in pieno delle sue prerogative, amministri la città, governi la sua maggioranza e tenga a bada i cattivi suggeritori, che vogliono solo isolarlo per farne lo strumento dei loro disegni (certo sconosciuti, ed anche per questo non votati, dall'elettorato latianese).
Agli Organi di Informazione
OGGETTO: Comunicato stampa.
Il Sindaco De Giorgi invita l’opposizione al dialogo ed allo stesso tempo insinua che la precedente Amministrazione ha lasciato il Comune di Latiano sull’orlo del dissesto finanziario.
Questa ambiguità ricorda purtroppo un celebre personaggio della letteratura, noto come “Dottor Jekyll e Mister Hyde”.
Riteniamo doveroso puntualizzare che il bilancio preventivo per l’esercizio 2010 è stato approvato dalla nostra maggioranza con tutti i crismi di legge, certificato da tutti i funzionari, compreso il Segretario Generale, e validato dai Revisori dei Conti.
Anche il patto di stabilità risulta validato da ogni competente organo di controllo.
Prova di tutto ciò è la circostanza che l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco De Giorgi ha già effettuato variazioni di bilancio per centinaia di migliaia di euro per spese facoltative: laddove in bilancio non vi fossero stati fondi, non sarebbe stato possibile nominare l’Ufficio di Gabinetto!
Questa è la realtà dei fatti.
Non si comprende pertanto l’accanimento dell’attuale maggioranza verso Uffici e Professionisti che certamente hanno offerto, e continuano ad offrire, il loro competente contributo al funzionamento della macchina amministrativa comunale.
Il Sindaco De Giorgi scelga dunque quale condotta tenere: se quella della onestà intellettuale o quella dell’ambiguità politica che probabilmente gli è ispirata da cattivi suggeritori.
LE SEGRETERIE CITTADINE
UDC, PD, VERDI

martedì 6 luglio 2010

Berlusconi. Un passo indietro, please!

Che l'anno 2010 sarebbe stato assai critico per l'economia mondiale e, dunque, anche per quella italiana, era cosa assai risaputa già nella scorsa estate. La realtà, purtroppo, non ha deluso le attese ed oggi riscontriamo che la Borsa di Milano, nei primi sei mesi del 2010, ha "bruciato" addirittura il 19% del suo valore (hanno fatto peggio, in Europa, solo Grecia e Spagna) e, come ciò non bastasse, l'ultimo rapporto Istat ha fotografato la cruda realtà di un giovane italiano su tre senza lavoro, a fronte di un tasso di disoccupazione stabile all'8,7%. Di fronte a tutto questo, il Governo italiano che fa? Discute di intercettazioni, di faide interne al PdL, di legittimo impediamento. Intendiamoci: non è certo il Governo Berlusconi ad aver determinato l'attuale stato di crisi economica, che invece trae origine da un fenomeno internazionale i cui "vizi" trascendono ampiamente i nostri confini nazionali ed hanno origini remote anche nel tempo. Ciò che si contesta al Governo italiano tuttora in carica è però l'incapacità di affrontare una situazione di straordinaria criticità, che richiederebbe interventi strutturali e non soluzioni - tampone sostanzialmente mirate a fare cassa chiedendo ulteriori sacrifici soprattutto ai soliti noti (leggi: i lavoratori dipendenti e gli enti locali). Quel che sta accadendo è un po' la sintesi della crisi del bipolarismo italiano, nato come rimedio alle degenerazioni della cosiddetta "Prima Repubblica" e ritrovatosi ormai logoro prima dello scoccare dei suoi primi venti anni. L'attuale sistema non è maturato poichè entrambe le coalizioni, a turno, si sono ritrovate ostaggio degli estremismi. Oggi assistiamo, ad esempio, ad un governo vittima dell'estremismo egoista e populista della Lega Nord. La "Seconda Repubblica" non ha mai prodotto alcuna fase di benessere per il Paese e non ha posto le basi per una modernizzazione dello Stato poichè è stata incapace di esprimere un'azione riformatrice di ampio respiro. Silvio Berlusconi è il simbolo della "Seconda Repubblica" e mostra ormai tutti gli acciacchi determinati dall'usura di un sistema politico nazionale la cui raffigurazione più eloquente consiste in una legge elettorale che, in sostanza, in assenza di preferenze, consente ai Partiti di "nominarsi" i Parlamentari. Di fronte a tutto questo occorre un passo indietro, per porre fine all'agonia di un Governo, capace solo di "tirare a campare", e di un sistema politico al giorno d'oggi decisamente inadeguati. Il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, politico avveduto e di lungo corso, ha compreso la complessità del momento e non rinuncia a lanciare puntualmente i suoi richiami, spesso incompresi proprio dai suoi compagni di Partito. Una fase di transizione, peraltro gradita ai mercati internazionali e funzionale al varo delle riforme più urgenti, potrebbe essere assicurata da un Governo di responsabilità nazionale, o di larghe intese, insomma concepito su una larga maggioranza, trasversale agli attuali schieramenti e dunque poco sensibile agli umori dei sondaggi ed alle difese corporative.

giovedì 1 luglio 2010

Per protesta, fuori dal Consiglio Comunale

Ho diffuso pochi minuti addietro il seguente comunicato stampa congiunto dei gruppi UDC e Partito Democratico in seno al Consiglio Comunale di Latiano.
I gruppi consiliari Udc e Partito Democratico hanno abbandonato i lavori della seduta odierna del Consiglio comunale avendo richiesto, vanamente, l’anticipazione di alcuni argomenti all’ordine del giorno di particolare rilevanza democratica.
I componenti dei gruppi consiliari Udc e Pd hanno chiesto che ogni atto del Consiglio comunale fosse preceduto dalla enunciazione, da parte del Sindaco, degli indirizzi generali di governo e delle linee programmatiche, ai sensi dell’art. 6 del Regolamento del Consiglio comunale: tale adempimento avrebbe dovuto compiersi già nella seduta di insediamento così come avviene in ogni Comune d’Italia!
Inoltre, i rappresentanti Udc e Pd avevano chiesto di anticipare la discussione sulla modifica dell’art. 106 dello Statuto al fine di far affermare il pieno rispetto, anche all’interno del Consiglio comunale di Latiano, del principio della irretroattività della legge e degli atti amministrativi affinché ogni soggetto possa valutare le conseguenze dei propri atti in base alla legge vigente al momento in cui l’atto è compiuto.
In particolare, l’attuale maggioranza in Consiglio comunale intende cancellare la norma che prevede la incompatibilità alla carica di revisore per tutti coloro i quali risultavano essere candidati nelle ultime elezioni amministrative e che non avevano conseguito la elezione.
La ragione della norma statutaria è quella di impedire speculazioni politiche ed atti clientelari.
Tali determinazioni assumono connotazioni ancora più gravi se si considera che il Consiglio comunale era stato convocato anche per discutere della destinazione urbanistica di via Roma a fini commerciali senza che ai consiglieri comunali (anche a quelli della maggioranza) fossero notificati lo studio di fattibilità e le entità progettuali e senza che tale trasformazione urbanistica fosse preventivamente approvata dalla competente Commissione consiliare (non ancora costituita).
Nella impossibilità di instaurare un dibattito sereno e rispettoso della legge oltre che dei ruoli politici di maggioranza e di opposizione, i gruppi consiliari Udc e Pd - ritenendo peraltro che il comportamento di chiusura fin qui assunto dall’Amministrazione comunale corrisponda solo ai disegni oscuri di cattivi suggeritori - intendono proseguire nella loro azione di protesta.
Qualora tale atteggiamento dell’Amministrazione comunale rappresenti una reazione alla protesta levata alcune settimane addietro dall’Udc e dal Pd contro l’istituzione dell’Ufficio di Gabinetto, si invitano il Sindaco, gli Assessori ed i Consiglieri comunali di maggioranza a promuovere, al loro interno, una riflessione finalizzata a comprendere l’inutilità ed anche la controproducenza dei tre consulenti incaricati.
Si ribadisce pertanto la ferma protesta per la nomina dell’Ufficio di Gabinetto, i cui costi avrebbero potuto essere orientati verso la soluzione dei tanti problemi concreti che ogni giorno i cittadini latianesi sono costretti ad affrontare.
L’azione di protesta dell’Udc e del Pd ha trovato anche l’adesione politica della Federazione dei Verdi, a conferma della tenuta di una coalizione che rappresenta la metà dell’elettorato latianese.
Il Gruppo Consiliare UDC
Claudio Ruggiero
Gabriele Argentieri
Mauro Vitale
Salvatore Zucchero
Il Gruppo Consiliare PD
Antonio Gioiello

domenica 27 giugno 2010

Ospite al Congresso cittadino dell'Italia dei Valori

Venerdì scorso, 25 giugno, su delega del commissario cittadino dell'UdC, Giovanni Bruno, ho partecipato - in qualità di ospite - al congresso locale dell'Italia dei Valori. I lavori sono stati presieduti da Lorenzo Caiolo, ex sindaco di San Vito dei Normanni, fine pedagogista, abile organizzatore, in passato anche prezioso collaboratore del Comune di Latiano nell'ambito di iniziative rivolte ai minori; ha fatto gli onori di casa, naturalmente, il sen. Giuseppe Caforio, di cui ho cari ricordi risalenti ai primi anni '80, a tante serate trascorse (spesso nello studio del "professore" Tanzarella) accanto a mio padre, insieme a suoi cari amici; ho notato, ed apprezzato, una presenza prevalentemente giovanile. Nel mio breve intervento ho auspicato che, pur nel doveroso rispetto dei distinti ruoli di maggioranza e di opposizione assegnati dall'elettorato, presto tornino a prevalere, nel panorama politico locale, condizioni di dialogo e di rispetto reciproco. Ciò a condizione che l'Amministrazione Comunale si predisponga, finalmente, ad operare con buon senso, in piena autonomia da cattivi consiglieri.

venerdì 18 giugno 2010

Una proposta, al Sindaco ed agli Assessori: sospendetevi gli emolumenti economici!

Il gruppo consiliare UdC ha proposto la seguente mozione, che non ha mancato di suscitare un ampio ed animato dibattito tra tutti i cittadini latianesi.
In ottemperanza a quanto previsto dal Regolamento Comunale e dal d.lgs. n. 267/2000, al fine di esercitare facoltà e prerogative proprie e consone allo status di consiglieri comunali rappresentanti il Gruppo Consiliare “U.d.C.”, si chiede l’inserimento e conseguente calendarizzazione, nei termini regolamentari, della seguente

M O Z I O N E
- premesso
che il Legislatore Nazionale, al fine di contenere la spesa pubblica e di “tagliare” i costi della politica con legge n. 42/2010 disponeva la riduzione del numero dei consiglieri comunali e del numero degli assessori;
- espresso
che per le medesime finalità, contenimento dei costi della politica, veniva disposta l’abrogazione della figura del difensore civico, del direttore generale e di altre figure o incarichi a determinazione politico-clientelare;
- rilevato
che la pressante crisi economica ed il preoccupante aumento della soglia di povertà delle diverse classi sociali, portava il Legislatore ad emanare norme anti-crisi prevedendo, oltre le diverse ipotesi di rimodulazione della spesa pubblica (a mò di esempio congelamento degli aumenti contrattuali in materia di pubblico impiego, innalzamento a 65 anni di età per il pensionamento delle impiegate nella pubblica amministrazione, abrogazione di enti parassitari e fondazioni inutili etc. etc.) disponeva per legge la riduzione degli stipendi e delle indennità per cariche politiche del 10%;
- dato atto
che tutto il panorama politico nazionale e locale, dalla Regione Veneto alla Provincia di Brindisi, recependo gli indirizzi del Governo centrale e per palesi ragioni di etica politico-sociale poneva in essere atti amministrativi concreti (riduzione degli stipendi, rimodulazione delle cariche assessorili, decurtazione delle indennità politiche da devolvere in contributi ad associazioni, eliminazione delle auto blu e dei cellulari) per ridurre la spesa pubblica e tagliare gli ingenti costi della politica;
- rimarcato
che in via del tutto irrazionale, quanto aberrante per ogni coscienza civica e politica, l’Amministrazione Comunale di Latiano, con discutibili quanto arbitrari atti di giunta e decreti sindacali prevedeva la istituzione di un gabinetto la cui spesa, in danno della collettività, è pari ad Euro 361.535,00;
- rilevato
che le ragioni di tale opinabile quanto mortificante scelta politica, costitutendo prova provata della manifesta incapacità della Giunta nella sua interezza e di ogni singola espressione assessorile di attendere alle funzioni ed alle responsabilità loro demandate dalla legge e dal corpo elettorale;

SI PROPONE

di abrogare, nelle forme di legge e nel tipo di atto amministrativo più idoneo al raggiungimento dello scopo prefissato, ovvero di sospendere le indennità economiche di carica del Sindaco e degli assessori in maniera proporzionale e funzionale alla durata in carica del gabinetto del Sindaco.
Il Gruppo Consiliare U.d.C.
Gabriele Argentieri, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale, Salvatore Zucchero

sabato 12 giugno 2010

OPPOSIZIONE

E' stato affisso stamattina il seguente manifesto a firma, oltre che mia, degli altri componenti il gruppo consiliare comunale UdC e del commissario cittadino dello stesso Partito. Sull'argomento - consulenti intendiamo insistere ancora, con altre, prossime, iniziative politiche.
“IL GABINETTO” DI DE GIORGI?
372.725,00 Euro… alla faccia dei Latianesi

Inizia nel peggiore dei modi l’attività della nuova Giunta Municipale di Latiano. Il Sindaco De Giorgi ha deciso di nominare un gruppo di collaboratori e pagarli profumatamente con i soldi di tutti i latianesi. Non contento della sua Giunta (?), il Sindaco ha costituito un ufficio a parte (chiamato “ufficio di gabinetto”) che si occupa di tutta l’attività politica e amministrativa di Latiano. I miracolati di questa nomina, fatta dalla Giunta senza nessun bando, senza nessuna evidenza pubblica, senza nessuna pubblicità sono tre:
- Giovanni Papadia, già sindaco, capo di gabinetto, € 45.967,00 all'anno;
- Tonino Papadia, anch’egli già sindaco, segretario particolare del Sindaco € 12.728,00 all'anno;
- Giuseppe Di Leo, segretario particolare del sindaco, € 15.850,00 all'anno.
In cinque anni i tre signori per sole tre ore lavorative al giorno costeranno a tutti Noi ben

TRECENTOSETTANTADUEMILASETTECENTOVENTICINQUEEURO

alla faccia di tanti giovani disoccupati, colpevoli di non essere “soggetti di fiducia” del Sindaco De Giorgi, e di tanti latianesi bisognosi di contributi ed assistenza di cui solo uno è stato beneficiato di “ben” 35,00 Euro con Delibera di Giunta n. 90/2010.

GRAZIE Sindaco, di averci fatto capire quali sono le sue “ombre” neopatentate.
E IO PAGO...
Firmato: i consiglieri comunali Gabriele Argentieri, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale, Salvatore Zucchero; il commissario cittadino UdC, Giovanni Bruno.

martedì 1 giugno 2010

Strade rurali: un patrimonio da conservare

Ho consegnato stamane, all'Ufficio Protocollo del Comune di Latiano, la seguente nota indirizzata al Sindaco ed inviata, per conoscenza, agli Organi di Informazione.
Invito la nuova Amministrazione Comunale ad inserire, tra le proprie priorità, un intervento finalizzato a risolvere lo stato di dissesto in cui versano alcune strade rurali appartenenti al territorio latianese.
Particolarmente problematica risulta essere la condizione dell’arteria extraurbana che costeggia il cimitero per poi inoltrarsi verso le contrade Grottole, Lupocaruso, Tussano, Marangiosa, Coltura, Ospedale e Scaracci.
Preme evidenziare come tale tratto stradale, di notevole lunghezza, interessi numerosi cittadini latianesi proprietari di terreni limitrofi ed assuma importanza in quanto consente di raggiungere siti di interesse archeologico (Grottole), naturalistico (il boschetto di contrada Scaracci), storico (Ospedale e Coltura, con l’antica chiesa di San Donato ed una neviera in stato di buona conservazione), economico – produttivo (la masseria Marangiosa).
Più volte la stessa associazione Pro Loco ha dato luogo a sue iniziative presso tali contrade, a sottolinearne le molteplici ragioni di richiamo.
La strada rurale in parola è stata realizzata dall’Amministrazione Comunale latianese all’incirca trent’anni addietro ed oggi necessita di un intervento conservativo il cui differimento determinerebbe un aggravio dei costi successivi poiché ne richiederebbe probabilmente il completo rifacimento.
Nei mesi scorsi si è provveduto, per l’ennesima volta, a riempire le buche senza ahimé apporvi lo strato di asfalto e le recenti piogge hanno puntualmente provveduto a ripristinare l’originaria condizione di dissesto.
Si chiede pertanto un interessamento finalizzato alla definitiva soluzione del problema.
Gabriele Argentieri - Consigliere Comunale UdC

domenica 23 maggio 2010

Verso il Partito della Nazione

Ho inviato ieri mattina - al sen. Euprepio Curto, Consigliere Regionale e Commissario Provinciale UdC, ed al Presidente della Provincia Massimo Ferrarese - la seguente nota di adesione al progetto, presentato a Todi nei giorni scorsi dall'on. Pierferdinando Casini, che condurrà alla nascita del Partito della Nazione. Tale comunicato è stato già ripreso da diversi Organi di informazione.
Aderisco con entusiasmo al progetto presentato a Todi dall’on. Pierferdinando Casini che, entro fine anno, condurrà alla nascita del Partito della Nazione.
E’ giunto il tempo di offrire una alternativa a questa politica bloccata da un bipolarismo che non è mai maturato perché è rimasto sempre condizionato dagli estremismi.
E’ giunto il tempo di dare vita ad un Partito che parli il linguaggio della riconciliazione nazionale e che guardi al futuro scommettendo in una reale modernizzazione del Paese.
Un progetto così ambizioso non poteva essere realizzato solo dall’UdC.
Non basta più, infatti, un Partito di interposizione tra i due schieramenti, bisogna predisporre una nuova offerta politica, figlia delle grandi culture del Centro.
Occorre ora il coraggio di mettersi in discussione, come ha fatto nella scorsa settimana l’on. Lorenzo Cesa azzerando le cariche interne del partito.
E occorrono anche formule innovative, per coinvolgere e rendere protagonisti quanti oggi si tengono ai margini della politica.
Aderisco quindi al progetto dell’on. Casini, impegnandomi sin da ora a fare la mia parte per favorire l’incontro con chi è disponibile a dare vita, con noi, al nuovo Partito e per esprimere un fermo “no!” alla retorica del “qui va tutto bene”.
Io, così come tanti miei amici, purtroppo non penso affatto che qui vada tutto bene.
Avverto anzi un bisogno diffuso di maggiore giustizia sociale, tra le persone e tra i territori.
Penso che oggi l’Italia abbia necessità di un progetto politico dal futuro lungo, che sappia interpretare fedelmente tale bisogno.
Dalla Provincia di Brindisi potrà venire un contributo determinante per la formazione del nuovo Partito.
Gabriele Argentieri - Consigliere Comunale UdC, Latiano

mercoledì 19 maggio 2010

La prima volta in Consiglio Comunale

Ieri sera ha avuto luogo la seduta di insediamento del Consiglio Comunale. In qualità di consigliere anziano ho presieduto i lavori nelle prime fasi - di esame delle condizioni di eleggibilità e di compatibilità degli eletti, di surroga dei consiglieri nominati assessori e di giuramento del sindaco - fino alla elezione del nuovo presidente della pubblica assise cittadina. Si è proceduto poi alla comunicazione ufficiale, da parte del Sindaco, in merito alle deleghe conferite ai singoli assessori da lui prescelti. Io sono stato eletto quale componente della Commissione Elettorale, in rappresentanza delle forze di opposizione. Si sono infine comunicati i nomi dei capigruppo. Nel mio intervento ho manifestato l’apprezzamento, della sezione cittadina UdC e di noi tre consiglieri eletti nella lista (oltre me, Mauro Vitale e Salvatore Zucchero) per la decisione di Claudio Ruggiero di aderire al nostro gruppo. Ruggiero, in qualità di rappresentante UdC, è stato il candidato sindaco di una coalizione che comprendeva, oltre il nostro Partito, anche il Partito Democratico e la Federazione dei Verdi. Per questo Ruggiero avrebbe potuto dichiararsi indipendente in Consiglio Comunale e costituire, anche da solo, un gruppo autonomo (prerogativa, questa, riconosciuta dal Regolamento Comunale del Consiglio Comunale ai candidati sindaco non eletti). Ruggiero invece, coerentemente, ha voluto stare con noi. E noi gli abbiamo voluto confermare la fiducia già espressagli nel momento in cui abbiamo voluto candidarlo sindaco, eleggendolo come nostro capogruppo. L’UdC, comunque, non dimentica di essere un Partito di centro, di estrazione moderata e di ispirazione cristiana, che si è presentato all’elettorato latianese - conseguendo peraltro un eccezionale successo elettorale - quale componente di una coalizione di centrosinistra. Da qui dovremo partire per caratterizzare la nostra presenza quale forza di opposizione in Consiglio Comunale. Comunque, al di là della cronaca dei lavori e della riflessione politica, devo ammettere che, per me, la seduta consiliare di ieri ha rappresentato motivo di grande emozione personale. Aspettavo da tanto quel momento - vi sono giunto pervaso dalla grande responsabilità che mi attende anche dai banchi dell’opposizione - e credo che non lo dimenticherò mai.

martedì 18 maggio 2010

Con “L’isola che non c’è”, presso la "zona 167"

Domenica mattina, 16 maggio, ho partecipato ad una interessante iniziativa organizzata dall’associazione “L’isola che non c’è” presso la zona 167 di Latiano. In un’aiuola che fino a pochi giorni addietro era piena di erbacce e ricettacolo di rifiuti sono stati messi a dimora sei giovani alberi di leccio, offerti dall’Amministrazione Provinciale, e varie piantine di fiori offerte da fiorai locali. La cura di ciascun albero, e delle piantine che lo adornano, è stata poi affidata a dei bambini residenti nelle vicinanze. Poca è stata la partecipazione popolare a questa iniziativa; assente l’Amministrazione Comunale (seppure invitata dagli organizzatori). Credo che questo genere di iniziative, finalizzate al recupero delle periferie ed alla valorizzazione degli spazi verdi, proseguirà. Ed altra gente non mancherà di accostarsi.