sabato 29 gennaio 2011

Qualunquemente, l'orgoglio Paesano!

(Anche per questo post ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. Avviso ai “naviganti”: questo post è a carattere goliardico e, pertanto, agli animi più sensibili si consiglia di mandarlo giù… e di riderci sopra).

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Ma che vuole questa Assessora? Lei sta alla Regione. Noi stiamo qua!”. Mi è tornata alla mente un’altra scena del film, a mio parere anch’essa molto significativa.

Siamo al centro di una riunione dei capigruppo in Consiglio Comunale, si parla di un intervento di lottizzazione che l’Amministrazione intenderebbe realizzare, come al solito, “a cento all’ora” e dall’opposizione si eccepisce che, invece, sarebbe meglio rifletterci con calma.

Che occorre considerare le ragioni di chi - essendo favorevole alla lottizzazione delle zone di completamento previste dal piano di fabbricazione - nell’intento di cercare un effettivo rilancio del settore edilizio in ambito locale punta alla applicazione, in maniera omogenea e contestuale, degli indici di fabbricabilità su ognuna di tali zone.

Che, pure, occorre ascoltare le ragioni di chi - favorevole, come l’Amministrazione Comunale, all’adozione di un Piano Urbanistico Generale - non comprende come si possa ricorrere a tale strumento solo dopo aver apportato significative e sostanziali varianti urbanistiche e dopo aver occupato ulteriori parti del territorio ancora non cementificate.

Che, altresì, occorre ascoltare le ragioni di chi crede ancora nella possibilità di dar vita ad un tavolo di partecipazione diffusa, finalizzato alla rilettura del territorio e ad un ripensamento della città attraverso l’adozione di un Piano Regolatore Generale.

I capigruppo dell’opposizione (a dire il vero, a voce bassissima, quasi impercettibile, anche un capogruppo della maggioranza) ricordano che, poche sere prima di quella riunione, tutti insieme avevano applaudito “l’Assessora” Regionale che sensibilizzava alla conservazione del territorio, che sottolineava la tendenza al decremento della popolazione residente sul territrorio cittadino (trend consolidatosi, peraltro, nell’ultimo trentennio) e invitava a riflettere sulle centinaia di abitazioni inutilizzate presenti nel centro urbano, che suggeriva di dotarsi - presto - di un aggiornato strumento di pianificazione dello sviluppo del territorio.

La frase, pronunciata dal Presidente, cala però lapidaria, sulla scena del film, e, nonostante l’opposizione continui a protestare, annuncia che ormai ogni decisione è presa.

La scena si sposta poi sull’ampio marciapiedi di una delle vie principali della città. Alcuni sostenitori del Sindaco spiegano che, se non si fa così, si va tutti a casa: è, peraltro, questo, segno dei tempi in cui è ambientato il film quando, al Governo nazionale, c’è un Ministro “Paesano”, anzi no “Padano”, che, se non si realizza ciò che chiede il suo Partito politico, minaccia il ritorno alle elezioni.

… “I have no dream”.

venerdì 28 gennaio 2011

Il Presidente Napolitano nella Giornata della Memoria

Dal sito della Presidenza della Repubblica Italiana riporto, qui di seguito, stralci dell’intervento di ieri del Capo dello Stato.
"Dobbiamo sapere che il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo fu ed è quello dell'intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e odio del diverso e dello straniero". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel discorso celebrativo del Giorno della Memoria al Quirinale. "E allora - ha proseguito il Capo dello Stato - attenzione, vigilanza e pronte reazioni dovunque quel germe si manifesti e in qualsiasi forma, anche in Paesi che si sono dati dichiarazioni di principi e Costituzioni democratiche. I principi debbono farsi vivere, debbono sempre richiamarsi perché siano pienamente rispettati". Il Presidente Napolitano si è quindi rivolto agli studenti che si sono impegnati a far vivere la memoria con ricerche, componimenti, seminari, viaggi della memoria e sempre nuovi progetti. "E' in voi, è nelle vostre generazioni - ha detto - che noi riponiamo la nostra fiducia in un futuro libero dagli spettri e dalle insidie del razzismo, dell'antisemitismo, dell'intolleranza. E al di là di quello che voi rappresentate per l'Italia, e tanti come voi rappresentano per altri paesi d'Europa e non soltanto d'Europa, il nostro auspicio è che anche in terra d'Israele e in quella tormentata regione possa finalmente costruirsi un avvenire di convivenza pacifica e serena, senza pregiudizi e contrapposizioni fatali". Il Capo dello Stato ha inoltre ricordato che "il 150° anniversario dell'Unità d'Italia è un'occasione preziosa, da non perdere, per richiamare alla nostra memoria, all'attenzione delle giovani generazioni e alla coscienza collettiva della nazione, quel 'da dove veniamo' che è premessa di ogni slancio verso il futuro di una società ricca di storia". Il Presidente Napolitano si è anche soffermato sull'importanza del riaccendere nelle scuole "i riflettori sulle aberranti leggi del 1938: che se ne sia fatto un tema di severa rievocazione e denuncia, specie tra i giovani e nelle scuole", dello studio e l'approfondimento "della mostruosa vicenda della Shoah, delle premesse e delle componenti di un aberrante iter ideologico e politico che approdò a quello spaventoso esito di sterminio di inermi innocenti", perché "conta sapere e ricordare non solo cosa accadde ma come ci si arrivò". Il Presidente nel corso del suo intervento ha ricordato Tullia Zevi, "la sua personalità, la sua storia, il suo impegno" rendendo così ancora "omaggio alla cara grande amica che abbiamo perduto e che non dimenticheremo".

giovedì 20 gennaio 2011

Qualunquemente

(Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. Avviso ai “naviganti”: questo post è a carattere goliardico e, pertanto, agli animi più sensibili si consiglia di mandarlo giù… e di riderci sopra).

Ho visto un film; di quelli apparentemente senza senso ma che in fondo nascondono un messaggio foriero di tristi riflessioni.
C’era una volta un’Amministrazione Comunale, tra le più giovani d’Italia, sostenuta da una maggioranza numericamente solida, anch’essa composta in gran parte da persone alla loro prima esperienza politica. Subito dopo il suo insediamento, l’Amministrazione si era dotata di uno staff di esperti composto da tre persone, due delle quali ex sindaci della cosiddetta “Prima Repubblica”. A capo di tutto c’era un altro ex sindaco della “Prima Repubblica”, socialdemocratico e poi socialista, che all’unanimità era stato eletto Presidente del Consiglio Comunale: dunque un uomo di garanzia, dietro la cui porta sostavano ogni giorno decine di cittadini che, evidentemente, trovavano in lui risposte più soddisfacenti di quelle che riuscivano ad avere dagli Assessori e dal Sindaco. Si, il Sindaco… era anche lui alla sua prima esperienza politica ma aveva dato prova di saperci fare, di saper gestire il gruppo e le diverse ambizioni di ciascuno, di sapersi collocare puntualmente al centro di “pulsioni” divergenti, di saper condurre il gioco delle parti - nella sua maggioranza - al momento dell’assunzione delle scelte più impopolari e discutibili, di saper galvanizzare il “coro dei supporters” (i soliti due-tre consiglieri di maggioranza più giovani, più appassionati, ma anche più assenti nelle “riunioni che contano”), di saper lanciare segnali di attenzione ai più diversi ambiti della comunità locale senza però mai realizzare un percorso politico caratterizzante in un senso o nell’altro. L’inesperto Sindaco (!) era addirittura riuscito ad aprire canali di dialogo e linee di credito politico con più di un Partito, in ambito provinciale, ed a rimanere indipendente da tutti.
Tali personaggi si erano dati subito un gran da fare, sotto la sapiente regia dei “vecchi saggi”.
Si era annunciato in campagna elettorale di voler approvare, in via prioritaria, un Piano Urbanistico Generale che regolasse lo sviluppo del territorio e disciplinasse l’attività edilizia ma, prima di fare ciò, si era ritenuto opportuno adottare qualche variante urbanistica (vedi il cambio di destinazione dell’area ex biblioteca comunale) e realizzare qualche lottizzazione con il nobile intento di rilanciare il comparto edilizio locale (si vedrà, in seguito, quanti tecnici e quante imprese saranno effettivamente impegnate nei lavori). Dunque “si” alle regole, finalmente, …ma solo dopo avere messo a posto vecchie pendenze: una pianificazione residuale, insomma, come residuali saranno a quel punto le volumetrie disponibili.
Si era poi costituita una “azienda speciale” (e l’aggettivo diverrà probabilmente determinante nelle edizioni successive del film) e si erano nominati, nel Consiglio di Amministrazione di tale azienda, il fratello di un consigliere comunale di maggioranza ed il fratello di una dirigente regionale di uno dei Partiti della maggioranza (ma quest’ultima, sia pure ex assessore provinciale e copiosamente suffragata alle elezioni regionali svoltesi contestualmente alla elezione del Sindaco, risultava estranea ad ogni coinvolgimento nella “selezione”; anzi, addirittura era sembrato - nonostante i tentativi del suo Partito tesi ad evitare la diffusione di ogni polemica interna - che la stessa non condividesse buona parte dell’operato dell’Amministrazione Comunale). Per costituire questa azienda, di fatto, ci si era quasi del tutto preclusa la possibilità di bandire qualsiasi concorso presso il Comune, fino alla fine del mandato del Sindaco il quale, pure, aveva più volte manifestato la sua determinazione ad arricchire di nuove professionalità l’organico dell’Ente.
A poco più di un semestre dall’insediamento della Giunta, si era addirittura avviata la progettazione di una nuova zona PIP - inspiegabilmente ben distante da quella preesistente - su un’area che la stampa aveva rilevato essere di interesse archeologico: questo è stato il trionfo della fiction… un’opera d’arte cinematografica, di cui per il momento ho raccontato solo la trama più essenziale, che certo non mancherà di avere un seguito!