mercoledì 30 gennaio 2013

I nomi dei Presidenti di seggio e degli Scrutatori a Latiano, per le prossime Elezioni Politiche.

Si sono svolte stamattina le procedure di nomina degli scrutatori per le Elezioni Politiche che avranno luogo il 24 ed il 25 febbraio 2013. La Commissione Elettorale Comunale  - presieduta dal Sindaco Antonio De Giorgi e composta da me e dagli altri due Consiglieri Comunali Daniele Pascariello e Giuseppe Vitale (quest’ultimo assente, oggi, per impegni di lavoro) -  ha ritenuto di non avvalersi della facoltà di nominare direttamente gli scrutatori ed ha quindi optato per un più democratico sorteggio degli stessi, in modo da evitare che i seggi siano composti, sulla base di una suddivisione politica, solo da persone in qualche modo riconducibili ai Partiti ed ai Movimenti rappresentati nella pubblica assise cittadina. Questi gli scrutatori nominati nei diversi seggi: (n. 1) Augurio Miriam, Parlati Erminia Maria, Santoro Francesca, Librale Katia; (n. 2) Damasco Cosimo, Ruggiero Ilaria, Gelsomino Marisa, Urgese Claudia Laura; (n. 3) Camassa Roberto, Truppa Igino, Tanzarella Giovanni, Caforio Rossella; (n. 4) Salonne Ilaria, Marchese Denise, Librale Giuseppe, Nigro Margherita; (n. 5) Galiano Oronzo, Ligorio Antonio, Cavaliere Cosimo, Ingrosso Patrizia; (n. 6) Madaghiele Crocifisso, Scalera Gino, Monaco Maria, Caliolo Daniela; (n. 7) Greco Cosimo, Lo Vecchio Margherita, Panelli Vincenzo; Scrascia Angela; (n. 8) Francioso Daniela, Mustich Rosangela, Corrado Addolorata, Durante Antonio Ivan; (n. 9) Montanaro Davide, Tagliente Maria Cristina, Piranisi Giovanni, Di Tommaso Pasquale; (n. 10) Ciracì Lucia, Cariolo Raffaella, Rizzo Annalisa, Volpe Angelo; (n. 11) Fitto Jole, Rubino Giovanni, Taurisano Crocifisso, Gigliola Valentina; (n. 12) Chiarella Filomena, Cervellera Stefania, Di Serio Anna Maria, Brunetti Davide; (n. 13) Schiena Giovanni, Mininno Tommaso, Salonna Antonella, Carlucci Maria Luisa; (n.14) Argentiero Giuseppe, Talema Azzurra, Rizzo Margherita, Chirico Margherita. Si è provveduto a sorteggiare anche gli scrutatori di riserva, che saranno chiamati, in ragione dell’ordine di sorteggio, in caso di eventuale comunicazione di rinuncia, da inviare all’Ufficio Elettorale Comunale prima dell’insediamento dei seggi, da parte di qualcuno degli scrutatori titolari. L’elenco ufficiale dei sorteggiati è disponibile presso l’Ufficio Elettorale Comunale e sarà pubblicato, nei prossimi giorni, anche sul sito internet del Comune. La composizione dei seggi può quindi dirsi ormai completa poichè la Corte d’Appello di Lecce ha provveduto a nominare i Presidenti di seggio: (n. 1) Antonella Argentiero; (n. 2) Massimiliano Lamendola; (n. 3) Antonio Altavilla; (n. 4) Maria Antonella Cucci; (n. 5) Gianluca Lamendola; (n. 6) Giuseppe Gatti; (n. 7) Rita Bianco; (n. 8) Giovanna Lucisani; (n. 9) Angela Caforio; (n. 10) Teodora Rizzo; (n. 11) Marcello Mauro; (n. 12) Fernando Pagliara; (n. 13) Stefano Argentiero; (n. 14) Alberto Argentiero.      

domenica 27 gennaio 2013

Elezioni politiche 2013 - cattolici in lista (quasi) ovunque.

Riporto qui di seguito due articoli di Angelo Picariello, pubblicati il 23 gennaio scorso dal quotidiano “Avvenire”, nei quali emerge, anzitutto, la presenza di candidati cattolici significativi in quasi tutte le coalizioni in lizza per le prossime elezioni politiche. E si paventa anche il “rischio – strumentalizzazione”, laddove alcune di queste candidature possano solo avere una funzione di richiamo verso le rispettive liste, senza poi poter effettivamente incidere alla prova dei fatti, ovvero quando si tratterà di assumere posizione in Parlamento, soprattutto sui “principi non negoziabili”. La prossima legislatura avrà probabilmente (penso che ormai se lo augurino tutti) una connotazione costituente poiché si dovrà proseguire l’azione riformatrice appena intrapresa. Credo allora che il profilo ideale dei Parlamentari possa avere particolare importanza ed in questo senso la presenza di cattolici, in differenti gruppi parlamentari, se non “soffocati”, o isolati, nei rispettivi contesti di riferimento, potrà essere “lievito” e portare  - a mio modo di vedere -  buoni frutti.

«
«Siamo soddisfatti. La presenza dei cattolici in posizioni così rilevanti nelle liste del PdL rappresenta il riconoscimento di un impegno e una smentita per quanti, negli altri partiti, avrebbero voluto vantare un’esclusiva della rappresentanza cattolica e dipingere un PdL inviso a quel mondo».
Con queste parole Gaetano Quagliariello, al termine del travagliatissimo parto delle liste del suo partito difende un lavoro paziente e tenace per difendere un gruppo di lavoro. Il "pacchetto di mischia" di Magna carta  - l’associazione che si è distinta negli anni per la difesa dei valori non negoziabili in politica -  ha ottime prospettive di rielezione, da Maurizio Sacconi a Eugenia Roccella, da Beatrice Lorenzin allo stesso Quagliariello. Non ci sarà invece Alfredo Mantovano, che aveva lasciato il Pdl sull’onda della rottura col governo Monti e in polemica per il sostegno del partito alla legge che ha "legittimato" i genitori incestuosi. Scegliendo alla fine di restare fuori anche dalle liste di Monti per dedicarsi alla professione forense.
Nel Pdl c’è un altro gruppo di lavoro, che fa capo a Maurizio Lupi, ugualmente impegnato sul terreno della dottrina sociale, ma nell’intento di allargare il dialogo il più possibile, verso un bipolarismo mite e costruttivo. Così l’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, guidato da Lupi, è riuscito ad aggregare fino a 320 parlamentari portando a casa non poche proposte che hanno fatto breccia nell’incomunicabilità fra i poli che ha caratterizzato le passate legislature. Con Lupi correranno per la riconferma altri parlamentari a lui molto vicini come il toscano Gabriele Toccafondi e l’emiliano Raffaello Vignali. In lista anche altri parlamentari molto attenti sui temi dei valori e della famiglia come l’ex An Barbara Saltamartini e il siciliano Alessandro Pagano, espressione di Alleanza Cattolica. Al pari di Massimo Polledri, che invece è stato escluso dalla Lega Nord. Fuori dalle liste anche il presidente dei "Cattolici padani", il senatore Giuseppe Leoni.
Nell’Udc conferma, con posti da capolista, a chiaro riconoscimento di un impegno, per Rocco Buttiglione e Paola Binetti. Restano fuori invece Luisa Santolini e Luca Volontè.
Nel Pd accanto alle riconferme di Beppe Fioroni, Gigi Bobba e Nicodemo Oliverio  spicca l’assenza del costitituzionalista Stefano Ceccanti, dei cristiano sociali.
»

- - - - - - - - - - -

«
Una presenza ridotta di new entry complici le ristrettezze del sistema elettorale che hanno imposto ai partiti di "salvare" innanzitutto gli uscenti e le dirigenze di partito. È andata meglio, per i cattolici, nelle liste per Monti che hanno aperto le loro porte prioritariamente ai neofiti della politica, ma resta  - in questo ultimo caso -  una linea politica ancora non definita, in particolare sui principi non negoziabili, lasciata all’iniziativa parlamentare.
A un primo esame delle liste dei partiti, ufficializzate lunedì, emergono luci ed ombre e il rischio "fiore all’occhiello" c’è, da verificare alla prova dei fatti. Con alcune conferme ed alcune sorprese. Una sorpresa, ad esempio nelle liste Monti è certamente Gennaro Iorio, sociologo di riferimento del movimento dei Focolari. In lista in Sicilia al numero 3  - con ampie possibilità di elezione -  al sito di Città nuova campeggia ancora una riflessione di pochi giorni fa  - indice chiaro di una scelta di impegno concretizzatasi solo all’ultimo momento -  sull’impegno dei cattolici, in grado di scatenare il dibattito, sul sito, fra gli aderenti al movimento. «Impegno plurale agenda comune», teorizza Iorio. «C’è estremo bisogno - spiega - che i cattolici maturino come cittadini che sappiano esercitare il diritto-dovere di voto, uscendo dall’atomismo elettorale. Cioè dal vivere le elezioni come fatto individuale. Bisognerebbe che i cattolici fossero capaci di vivere la tornata elettorale come comunità che discute in pubblico delle priorità del Paese  - conclude Iorio -  offrendo le proprie proposte».
Una vera e propria strategia da mettere in campo, a fronte di un’accelerazione degli eventi che ha interrotto a metà la riflessione in atto nel variegato mondo cattolico, che ha avuto negli incontri di Todi una delle espressioni più propositive. In lista per Monti, accanto a presenze di chiara impostazione laica  - laicista in taluni casi -  una pattuglia di cattolici interessante. Simonetta Saveri, ad esempio, in posizione da elezione in Liguria, avvocato civilista con un passato di dirigente, per 11 anni, della pastorale giovanile della Liguria, è balzata alla ribalta nelle scorse elezioni a sindaco di Genova come rappresentante della civica "Primavera Politica", un movimento che mette al centro i diritti della persona e la famiglia. Nomi che vanno ad affiancarsi ad altri di cui si è già parlato: il ginecologo obiettore Lucio Romano, presidente di Scienza&vita; Andrea Olivero, ex presidente delle Acli; Luigi Marino, presidente di Confcooperative; Gian Luigi Gigli, il grande neurologo che si spese per la vita di Eluana Englaro; Mario Sberna, presidente dell’associazione Famiglie numerose; Mario Marazziti, portavoce della Comunità di sant’Egidio. Tutti collocati in posizione da elezione.
Dal movimento fondato dal ministro Andrea Riccardi proviene anche Mario Giro, che corre in Campania al Senato con il numero 2, con altissime probabilità di sedere a Palazzo Madama insieme al fratello, Francesco Giro, a lungo responsabile dei rapporti con il mondo cattolico schierato con il Pdl, che prenota la rielezione nel Lazio.
Anche Mario Mauro, numero tre in Lombardia al Senato con un passato da vicepresidente della Cdo-settore scuola, guida un gruppo di esponenti della stessa estrazione, tutti con prospettiva di elezione, fra cui spicca un dirigente politico sardo collaudato come Giorgio La Spisa, vicepresidente uscente della Regione, poi Daniele Menorello, responsabile di "Rete popolare", un’aggregazione di giovani amministratori in Veneto, e un giovane imprenditore dirigente della Cdo Matteo Campodonico, 30 anni, che ha costruito la sua piccola fortuna inventandosi una banca dati per giovani calciatori, che oggi dà lavoro a 60 dipendenti e si interfaccia con i grandi club di tutto il mondo. «Ma soprattutto – spiega Mauro – mi ha colpito alla convention di Bergamo che in tanti, prima di prendere la parola, hanno voluto premettere di essere cattolici, quasi a dire che la loro voglia essere una risposta affermativa a quell’appello reiterato a dar vita a una nuova generazione di cattolici impegnati».
Tanti ancora i nomi di rilievo, in corsa per Monti: Gregorio Gitti, numero due in Lombardia 2, presidente della Fondazione Etica; il demografo Gianpiero Della Zuanna, capolista alla Camera in Veneto1; Daniele Morini, giornalista cattolico candidato al numero due in Umbria, mentre Augusta Sorriso, dirigente dell’Mcl a New York è capolista nella circoscrizione del Nord America.
Il movimento guidato da Carlo Costalli ha un suo dirigente anche nelle liste del Pdl, Teresa Restifa, capolista nella circoscrizione Australia. Nel partito di Berlusconi e Alfano la "battaglia" dei cattolici è stata soprattutto quella di salvaguardare la continuità di un impegno (di cui diamo conto nel pezzo in alto). Nell’Udc fra i nomi nuovi spicca quello di Giorgio Guerrini, fra i protagonisti di Todi come ex presidente di Confartigianato e capolista alla Camera in Toscana. «Serve  - spiega Guerrini -  una nuova classe dirigente e una nuova assunzione di responsabilità dei cattolici che vuol dire garantire maggiore competenza nel governo delle risorse pubbliche e inseguire le migliori pratiche». Torna in corsa per il Parlamento Luca Marconi, ex senatore, legato a Rinnovamento nello spirito, ora assessore alla Famiglia nelle Marche dove sarà numero tre. Per il resto il partito di Casini punta a valorizzare espressioni di impegno politico del territorio già consolidate, anche se di chiara provenienza cattolica. In questo quadro spiccano i nomi di un assessore brindisino, l’architetto Paola Baldassarre, Bartolomeo Rampinelli Rota, continuatore della collaudata tradizione bresciana di presenza e impegno, e Beppe Delfino, assessore a Cuneo e figlio d’arte.
Nel Pd, a chiusura dell’operazione liste, il partito di Bersani ha esibito un poker di neo-candidati di ispirazione cattolica. Che in realtà sono di più. Spicca il nome di Edo Patriarca, ex presidente Agesci e portavoce del Forum del Terzo settore e segretario del comitato organizzatore della Settimana sociale. Nome di spicco anche quello di Francesco Russo, esponente di Azione cattolica, vicino a Enrico Letta, e capolista in Friuli. Evocativa poi la presenza in lista di Flavia Nardelli, segretaria dell’Istituto Sturzo e figlia dell’ex leader dc Flaminio Piccoli. In corsa anche la storica Emma Fattorini, mentre in Veneto ci sarà il numero due della Cisl Giogio Santini, che lascia per un seggio (molto probabile) di senatore. Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl, ha lasciato il sindacato per correre invece con Monti. Di rilevo, infine, il sì a Bersani di Ernesto Preziosi, pesarese, ex vicepresidente di Azione Cattolica e segretario generale dell’Istituto Toniolo, candidato al numero 6  - con prospettiva di elezione -  in Lombardia 2. L’analisi che l’ha portato ad accettare la candidatura è la presa d’atto di un «disorientamento» dei cattolici. Che hanno corso il rischio, in politica, «di rimanere frantumanti da un sistema maggioritario aggressivo e muscolare, dove solo raramente la stessa fede è stata anteposta all’appartenenza di partito». Ed è questa ora la sfida. Per tutti.
»

venerdì 25 gennaio 2013

Abbiamo ciò che ci meritiamo

Ho votato Silvio Berlusconi alle elezioni politiche del 2008 ed ho già avuto modo di manifestare più volte, nel corso degli ultimi anni, la mia delusione per quella scelta.
Mi sorprende allora questo ritorno di popolarità del “Cavaliere”: ingiustificato (a mio modesto avviso), sul piano dei fatti politici che Egli stesso, con una maggioranza schiacciante nei due rami del Parlamento, ha determinato.
Già nello scorso mese di settembre ho scritto  - sul primo numero di “M’impegno”, il mio periodico informativo su carta stampata -  che non so se deciderò di candidarmi alle prossime elezioni comunali latianesi. Certo è che, fino all’ultimo giorno del mio mandato di pubblica rappresentanza, avverto il dovere di espormi: di dire la mia, in coerenza con la mia storia e con la mia educazione; di rendere partecipi, i miei concittadini, del mio modo di vedere le cose. Anche a costo di pagare, talvolta, il prezzo della impopolarità o di perdere per strada qualche comoda frequentazione.
Ciò vale sia per le questioni politiche locali, sia per quelle di rilevanza più generale.
Ammetto quindi che mi accosto a questa campagna elettorale con il residuale entusiasmo che produce un sistema elettorale che sottrae ai cittadini la prerogativa di scegliersi i propri Parlamentari, con l’ansia che le urne costringano il Paese all’ingovernabilità, con lo spirito di responsabilità che induce a testimoniare la propria appartenenza, con l’onestà intellettuale di chi ammette di sforzarsi di scorgere  - “oltre” -  scenari nuovi e più chiari in cui contestualizzare le energie future.
Per tutte queste ragioni  - e con la rammaricata constatazione dell’occasione perduta, dai riformisti del Pdl, per lanciare il cuore oltre l’ingombrante ostacolo e per rendersi disponibili, con coraggio, senza protezioni, alla costruzione di una moderna alleanza popolare che avrebbe sovvertito anche i vetusti steccati della destra e della sinistra -  intendo condividere, con i pazienti lettori del mio blog, un commento di Roberto Saviano, pubblicato lo scorso 18 gennaio da “Repubblica”.
Confesso che, pur rispettando le ragioni di fondo della sua “militanza” contro la criminalità organizzata, raramente mi sono ritrovato nello stile e nelle conclusioni di Saviano; questa volta, invece, in ampia parte approvo ciò che ha scritto, e che testualmente riporto qui di seguito, anche perché ritengo che possa agevolare una riflessione su chi siamo noi italiani e su cosa davvero vogliamo dalla politica.   

La cosa sorprendente di questa campagna elettorale è che l'ex primo ministro, lo stesso che ha avuto a disposizione decenni di comunicazione televisiva e giornalistica, oggi torna a pretendere e ottenere un pulpito. E da esso conquisti anche larga audience. Accade poi che, grazie a quel pulpito, sembra guadagnare come decorazioni al merito, un'immagine nuova, diversa, svecchiata. Quella che doveva apparire come la più logora e stantia delle proposte politiche, d'improvviso sembra diventare, per un trucco mediatico, il nuovo che attrae. Lo si segue in televisione, si cliccano i video delle sue interviste, si resta lì, incollati allo schermo, ipnotizzati, invece di cambiare canale, per decenza.
Ci dovrebbe essere un unanime "ancora lui, basta" e invece no. E ciò che tutti un anno fa credevamo sarebbe stata l'unica reazione possibile alla incredibile ricomparsa sulla scena politica di Silvio Berlusconi non si sta verificando. Una certa indignazione  -  naturalmente  -  talvolta una presa di distanza, ma non rifiuto, non rigetto.
Quando Berlusconi va in tv sa esattamente cosa fare: la verità è l'ultimo dei suoi problemi, il giudizio sui suoi governi, il disastro economico, le leggi ad personam, i fatti  -  insomma  -  possono essere tranquillamente aggirati anche grazie all'inconsapevolezza dei suoi interlocutori. Il Cavaliere mette su sipari, sceneggiate, battutine. È smaliziato, non ha paura di dire fesserie, non ha paura di essere insultato, di cadere in luoghi comuni, di ripetere storielle false sulle quali è già stato smascherato. Occupa la scena. E c'è chi cade nel tranello: questo trucco da prim'attore, incredibilmente, ancora una volta crea una sorta di strana empatia, di immedesimazione. C'è chi dice: sarà anche un buffone, ma meglio lui dei sedicenti buoni.
E allora sedie spolverate, segni delle manette, lavagnette in testa. Torna lui, lui che ci ha ridotti sul lastrico, lui che ha candidato chiunque, lui che ha detto tutto e il contrario di tutto ed è stato smentito mille volte. Eppure quei pulpiti diventano per lui nuove possibilità di partenza: chi vuole ostacolare questo processo già visto e già vissuto dovrebbe evitare di fare il suo gioco, di prestarsi al ruolo di spalla  -  come al teatro  -  dovrebbe impedirgli di montare e smontare sipari.
Più Berlusconi va in tv, più dileggia chi gli sta di fronte, più piace. Perché sa disinnescare chi lo intervista. Non ha paura, anzi sembra divertito dalla paura degli altri. Sente l'odore del sangue dei suoi avversari e attacca. In una competizione in genere vince chi non ha nulla da perdere e lui, screditato sul piano nazionale, internazionale, politico e personale; con processi pendenti che riguardano le sue aziende e le sue abitudini privatissime; con l'impero economico che cola a picco, è l'unico vero soggetto che da questa situazione non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare. E se la sta giocando fino in fondo. Appunto, giocando. È divertito, esaltato.
Berlusconi non può più essere considerato un interlocutore, chi lo fa gli dà la possibilità di mentire laddove i fatti lo hanno già condannato. Fatti politici, ancor prima che giudiziari. Più lo si fa parlare, più lo si aiuta, più si asseconda la sua pretesa alla presenza perenne, all'onnipresenza televisiva come fosse un diritto da garantire a un candidato, cosa che non è. E tutto come se prima di questo momento non avesse mai avuto la possibilità di farci conoscere le sue idee e i suoi programmi. Come se non avesse avuto modo di esprimersi, da primo ministro, sui temi che oggi sta affrontando spacciandosi da outsider, da nuovo che avanza, da nuovo che sgomita e lotta per riconquistare lo spazio che gli è dovuto. Ha avuto una maggioranza che gli avrebbe consentito di poter modificare le leve e cambiare tutto. E non lo ha fatto. Ha solo legittimato quel "liberi tutti" fatto di evasione e deresponsabilizzazione che ha reso il nostro paese un paese povero. Povero di infrastrutture, povero di risorse, povero di speranza e invivibile per la maggior parte degli italiani. Anche per chi Berlusconi lo ha votato, anche per chi in lui si è riconosciuto.
E allora smettiamola di prenderlo sul serio, smettiamola di ridere alle sue battute per tremare poi all'idea che possa riconquistare terreno. Trattiamolo piuttosto per quello che è: un bambino di settantasei anni. Quando i bambini esagerano con le parolacce, con i capricci, i genitori li ignorano, fingono di non aver sentito. È l'unico modo perché il bambino perda il gusto della provocazione. La stessa cosa dovremmo fare con lui: farlo parlare, ma senza prestargli attenzione. Evitiamo i sorrisi alle sue battute stantie, perché non possa più ostentare sicurezza davanti ai suoi, perché non possa più spacciare la falsa tesi secondo cui i politici sono tutti uguali. Non sarò mai per la censura: Berlusconi ovviamente deve parlare in tv  -  certo dovrebbe farlo nelle regole sempre infrante della par condicio  -  come tutti i leader delle coalizioni. Siamo noi che dobbiamo smetterla di giocare con lui. Lasciamolo senza platea.
Roberto Saviano

mercoledì 23 gennaio 2013

Nella città di Bartolo Longo, si ricorda Giuseppe Moscati

L’Associazione “Circolo cattolico Beato Bartolo Longo” mi ha fatto pervenire l’invito ad una interessante iniziativa, patrocinata anche dalle Città di Latiano e di Pompei, che avrà luogo a Latiano venerdì prossimo, 25 gennaio, alle ore 18 presso la sala Flora di palazzo Imperiali.
In quella circostanza sarà presentato il libro, di Micol Bruni, “Giuseppe Moscati – nella vita nascosta con Cristo in Dio”.
Le vite di Bartolo Longo e di Giuseppe Moscati (ben trentanove anni più giovane del latianese) si incrociarono quando il padre del secondo, per motivi di lavoro, fu trasferito da Ancona a Napoli dove, insieme alla moglie, iniziò a frequentare Caterina Volpicelli ed altri (tra i quali, appunto, Bartolo Longo e Ludovico da Casoria) che, sotto la guida del cardinale Sisto Riario Sforza, si unirono a lei nell’apostolato religioso e sociale. Dopo la laurea in Medicina, Giuseppe Moscati divenne medico personale di Bartolo Longo e grazie a lui si accostò con fervore alla Madonna di Pompei. Moscati curò i bambini e gli infermi accolti nelle opere di carità fondate da Bartolo Longo, contribuendo anche al loro mantenimento.
Moscati morì nel 1927 e fu proclamato Santo nel 1987. Intensa è la devozione, verso questo Uomo di fede e di medicina, in molte parti del mondo. Ricordo, per esserne state diretto testimone, i forti legami avvertiti verso Giuseppe Moscati dalla comunità di Taranto, che a lui volle dedicare l’Ospedale ubicato nel quartiere Paolo VI.
Credo, insomma, che valga la pena non perdere questa interessante iniziativa organizzata per dopodomani dall’Associazione “Circolo cattolico Beato Bartolo Longo”. 

giovedì 10 gennaio 2013

C’è posto per tutti?

Ricevo il seguente comunicato dall’Associazione “Karibuni” e lo pubblico volentieri anche perché non è la prima volta che il cosiddetto “terzo settore” rivendica spazi di vita e luoghi d’azione.
A me, Consigliere Comunale di opposizione, in genere giungono gli echi di queste, giuste, istanze solo quando l’Amministrazione si mostra non disponibile o, talvolta, impossibilitata a fornire risposte positive.
Comprendo le difficoltà ad accogliere le proposte di tutti ma, quando si tratta di interlocutori qualificati che  - senza scopo di lucro e senza porsi in concorrenza sul mercato -  offrono un servizio di oggettiva utilità sociale, credo che l’Ente pubblico non possa lasciarsi sfuggire l’occasione di fare la sua parte, anche evitando l’insorgere di mortificanti competizioni tra realtà associative costrette a “conquistarsi” spazi e risorse, necessarie per la propria sopravvivenza, a scapito di altre realtà ugualmente benemerite.
Penso che il Comune, oltre a “liberare” ogni locale pubblico disponibile, per metterlo a disposizione degli organismi associativi di volontariato, debba dotarsi di un Regolamento che, in ragione di criteri presupposti, ne determini e ne disciplini l’accesso.

«
Nei giorni scorsi l’Associazione di Volontariato  “Karibuni” di Latiano ha inviato una lettera aperta al Sindaco e alla neo-giunta , inoltre il Presidente ha chiesto un incontro urgente con l’Assessora ai Servizi Sociali per cercare di dare seguito al lavoro iniziato dal terzo settore latianese con l’ex Di Viggiano.
Ecco il testo:

Lettera aperta al Sindaco e all’Amministrazione Comunale di Latiano

“Una città aperta alla partecipazione, alla democrazia, alla difesa dei diritti, all’accoglienza, alla solidarietà , all’innovazione e alla vivibilità ecosostenibile….”
E ancora “ L’Integrazione dei cittadini extracomunitari nella vita sociale anche attraverso forme di consultazione e di rappresentanza…”
Questo e altro ancora era scritto nel Vostro Programma di governo della città (cf. DemoLatiano Anno II/n.9 Marzo 2010). Buoni propositi da campagna elettorale.
Questa Associazione, che si occupa principalmente di Immigrazione, aveva accolto di buon grado l’interesse a questa fascia sociale. Anche perché il territorio latianese è interessato da flussi sempre crescenti di immigrazione. E da decenni conta, tra gli altri, la presenza di una numerosa comunità magrebina, di una comunità albanese e rumena già abbastanza integrate nella collettività locale. Per non parlare delle ormai numerose famiglie latianesi che hanno adottato bambini, provenienti principalmente dell’Africa sub sahariana.
Nel mese di Dicembre 2011 abbiamo avanzato alla S.V. la proposta dell’istituzione di un Social Point; uno sportello sociale di cittadinanza che prevedeva :
Ø  Servizio di informazione legale e sociale per cittadini immigrati;
Ø  Sostegno alimentare alle famiglie Immigrate segnalate dall’Uff. Servizi Sociali;
Ø  Servizio di mediazione culturale e familiare;
Ø  Informazioni sui Servizi socio-sanitari per immigrati;
Ø  Laboratori artistici ,doposcuola, inserimento sociale di minori immigrati;
Ø  Servizio per l’informazione e la formazione, sulla progettazione sociale e sulla cooperazione internazionale;
Ø  Formazione del Volontariato e costruzione di una rete degli attori sociali, in tale ambito, presenti sul territorio.
Il tutto senza comportare alcun impegno di spesa a carico del comune e della cittadinanza!
Con delibera della Giunta Comunale n. 207 del 7.12.2011 l’Amministrazione Comunale approvava, sposando la nostra proposta, l’istituzione del Social Point Immigrazione, mettendo a disposizione dell’Associazione alcuni locali comunali siti presso l’ex Archivio in Via Papa Giovanni XXIII.
Nel mese di Gennaio sollecitavamo l’Assessore al ramo, per la firma della convenzione e della presa di possesso dei locali dati in affidamento, per preparare ed organizzare con le nostre professionalità lo Sportello. Ci veniva chiesto di temporeggiare perché quei locali non erano, forse, più disponibili, poiché concessi ad una Struttura “medica” privata.
Facevamo presente all’allora Assessore delegato all’Immigrazione  Blé che per noi non era importante la location ma la possibilità di  avere un locale per espletare il nostro servizio sociale. Il tempo è trascorso con i soliti “mo’ vediamo” ecc. ecc..
E’ passato un anno e non si è fatto niente.
Si è preferito il “privato” al “volontariato sociale”.
Scelte che non rispecchiano gli slogan elettorali.
La scelta dell’Amministrazione ha danneggiato i bisognosi e i cittadini stessi!
Nei progetti e nelle convenzioni dell’Associazione c’erano dei programmi di riduzione delle spese nei Servizi Sociali; ciò avrebbe garantito al Comune la realizzazione di utili da re-investire, per esempio, per evitare l’aumento della pressione fiscale sulle famiglie (mensa, scuolabus ecc..); per la creazione di posti di lavoro per i giovani (sfumati per il 2012, n. 16 posti di lavoro), o per altre iniziative di primaria importanza.
Ora, noi confidiamo che questa “giovane” Amministrazione sia almeno coerente con i “reali” obbiettivi che si è preposti: dare seguito ad un “misterioso” programma, diverso da quello che ha presentato nella sua, -sempre più lontana nel tempo e nelle intenzioni-, campagna elettorale.
Chiediamo perciò che ci fornisca il suo “vero” programma (se ne esiste uno!) o magari più semplicemente la smetta di perdere tempo dietro a giochini di palazzo, degni della più vecchia e becera classe politica e decida una buona volta di rispettare gli impegni assunti con la comunità latianese.
Cordiali Saluti                                                                                  
Il Presidente
Pierpaolo Di Bello
»

venerdì 4 gennaio 2013

Fronte (unico?) del PUG

Nel corso della seduta del Consiglio Comunale svoltasi il 28 dicembre 2012 è stata presentata  - dagli esponenti dell’opposizione -  la seguente mozione finalizzata all’inserimento, all’ordine del giorno della prossima convocazione della pubblica assise cittadina, della discussione sul Documento Preliminare e Programmatico del Piano Urbanistico Generale.
Tale iniziativa è in linea con gli intenti manifestati dai gruppi consiliari di opposizione nel precedente documento (“Allo sbando”) di denuncia del fallimento politico della Amministrazione – De Giorgi.
Nel rilevare che tutte le tre coalizioni che si sono confrontate in occasione delle ultime elezioni comunali del 2010 prevedevano, nei loro programmi, l’adozione del PUG, non si comprenderebbero comunque, da parte dell’intero Consiglio Comunale, ulteriori esitazioni nell’agevolare l’avanzamento di un iter da tutti, almeno a parole, auspicato.

Premesso:
-          Che con provvedimento della Giunta Zizzi  si diede incarico all’ing. Conversano di redigere il Piano Urbanistico Generale;
-          Che detto incarico è stato confermato dalla Amministrazione De Giorgi;
-          Che il primo passaggio dell’iter di approvazione del Piano consiste nell’approvazione del Documento Preliminare e Programmatico per il quale sono stati adempiuti da tempo i dovuti passaggi mirati al coinvolgimento delle forze politiche, sociali, culturali del territorio e l’intera cittadinanza attraverso assemblee pubbliche;.
Considerato:
-          Che nel programma dell’Amministrazione De Giorgi l’approvazione del PUG ne costituiva punto fondante;
-          Che da quasi un anno il percorso del PUG è fermo nonostante sia stato messo a disposizione di tutti il Documento Preliminare e Programmatico e relativa VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e gli incontri di approfondimento succedutisi tra  tecnico incaricato e i Consiglieri Comunali.
Ritenuta
-          Improcrastinabile la necessità di proseguire il percorso del PUG che dia regole aggiornate, certe e più democratiche sull’assetto futuro dell’intero territorio latianese, della tutela del suo paesaggio e della salvaguardia delle sue specificità.
A tale scopo i sottoscritti Consiglieri Comunali chiedono, con la presente mozione, ai sensi dell’art. 21 del Regolamento, che venga inserita all’o.d.g  del prossimo Consiglio Comunale, la discussione del Documento Preliminare e Programmatico, passaggio propedeutico per la definitiva redazione del PUG.

F.to i Consiglieri Comunali: Gabriele Argentieri, Giovanni Bruno, Angelo Caforio, Giovanni Calcagno,  Antonio Gioiello, Giuseppe Natale, Cosimo Rubino, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale.