In un tempo carico di ansie e di incertezze - quando i cittadini sembrano aver smarrito la loro fiducia verso la politica e quando la politica, a tutti i livelli, forse ritenendosi impreparata alla complessità del compito odierno, sembra spesso voler delegare le proprie prerogative - credo che gli uomini e le donne di buona volontà siano chiamati all’assunzione diretta di un impegno sociale.
Non è facile, di questi tempi, mettersi in gioco: troppi problemi da risolvere, con poche risorse disponibili. Il rischio di pagare incomprensioni, o di finire vittime di facili demagogismi, c’è; è forte.
Ma è proprio la testimonianza di una volontà, diffusa, di esserci, di non mollare e, anzi, di rimboccarsi le maniche, che può risvegliare la speranza di un popolo ormai troppo spesso ripiegato, contratto, disilluso.
E così, a poco più di due anni dall’inizio della mia modesta “avventura” come consigliere comunale - consapevole della responsabilità correlata a questa funzione pubblica, anche per ciò che attiene l’animazione di un dibattito politico – culturale nel contesto, anche territoriale, di riferimento - ritengo doveroso imprimere un cambio di marcia al mio… impegno quotidiano.
Credo infatti che non basti più il mio “andare incontro”, con i pochissimi mezzi di cui dispongo, per cercare di risolvere, o di lenire, le tante piccole e grandi problematiche che affliggono la vita delle famiglie, dei più giovani come dei più anziani.
Credo che ora occorra stimolare il notevole bagaglio di energie di cui dispongono le tante persone con le quali mi relaziono; occorre creare ponti tra questi vissuti, sinergie da cui possano “esplodere” fatti nuovi.
Credo che si debbano prospettare percorsi di incontro e di costruzione partecipata di una società nuova, all’insegna di una visione positiva della persona umana, intesa come soggetto autonomo e responsabile, capace di intraprendere e di cooperare per il bene comune.
Credo nella importanza strategica del riabituarsi ad una costante proiezione nelle implicazioni etiche, culturali e sociali delle scelte e dei comportamenti; in tal senso assume un ruolo determinante il confronto tra generi e tra generazioni.
Insomma, credo che oggi troppe risorse, soprattutto tra i giovani, rischino di non trovare uno sbocco espressivo: potenzialità che potrebbero non farsi mai “storia”.
Penso che queste realtà, se poste in relazione tra loro, possano invece accogliersi, completarsi, o almeno, attraverso il confronto, aiutarsi ad uscire dal torpore della fiducia in cui il destino - e non la loro colpa, e non la loro volontà, e non la loro debolezza - le ha cacciate.
Che posso fare, allora, io?
Ferma restando la mia collocazione politica - ma soprattutto il mio rappresentarmi ed il mio tendere ad essere, in pienezza ed in coerenza con la mia formazione, un democratico cristiano - e fermi restando il rispetto e la stima verso i due Amici con cui condivido l’appartenenza ad un gruppo consiliare (nonché il legame, anche affettivo, instauratosi con loro), avverto la responsabilità di organizzare, in maniera autonoma, un Movimento che richiami ad un maggiore impegno, in prima persona, chiunque possa offrirlo e che diventi il luogo di questo incontro di energie.
Già in campagna elettorale, nei mesi di febbraio e marzo 2010, avevo condiviso questa ambizione con qualche caro amico. Le sollecitazioni di tante altre persone e i tempi nuovi, le nuove sfide verso cui la società italiana è protesa, credo che rendano ormai non più procrastinabile questo mio ulteriore, seppure piccolo, contributo.
I prossimi mesi saranno dedicati alla definizione delle forme e delle modalità di organizzazione di questa “presenza”.
Immagino un network: una rete, con tanti “nodi” che rappresentano gli “incontri”; ma vorrei andare oltre “la rete” virtuale, ovvero internet. Vorrei incontri veri, reali. Immagino persone, volti, smorfie, imbarazzi, sorrisi, strette di mano, pacche sulle spalle.
Ma non so se sia necessario darsi una sede fissa, una stanza o una sala.
Vorrei privilegiare il dinamismo delle relazioni, anche la spontaneità del loro nascere e del loro evolversi.
Penso a qualcosa di molto simile ai social – network ma… con persone in carne ed ossa: insomma, vorrei stimolare sinergie reali e realizzare, così, la soggettività del Movimento, senza rafforzare, o consolidare, etichettature, appartenenze, culti della personalità di questo o di quell’altro “animatore” o “ispiratore”.
Certo, il mio “storico” blog (http://mimpegno.blogspot.com), attivato l’1 maggio 2008, continuerà ad esercitare la sua parte. Ma sarà utile anche un giornalino, di carta stampata: “reale”, anch’esso.
Ce n’è di strada da fare. I miei recapiti sono noti a tutti: inizia la fase della elaborazione.
Decidiamo insieme, quindi, quale dovrà essere il prossimo passo!