lunedì 11 novembre 2019

Un’altra primavera.

Ci approssimiamo alle elezioni comunali in un silenzio assordante, che mi preoccupa. Abbiamo un Sindaco uscente, Mino Maiorano, che io ho sostenuto e che sostengo, con il quale ho condiviso ogni scelta strategicamente rilevante del suo mandato.
Questo Sindaco, legittimamente, intende riproporre la sua candidatura quale primo cittadino, esibendo un bilancio del suo operato che  - a mio modo di vedere -  è sostanzialmente positivo.
E’ quindi auspicabile, nell’interesse dei cittadini, che l’elettorato latianese rinnovi il mandato a questo Sindaco? Io penso di si. E, tuttavia, non vedo alcun pericoloso sovversivo tra gli altri candidati Sindaco “in pectore” di cui oggi si parla (tutte, peraltro, personalità già note nell’agone politico locale, o socialmente impegnate): quindi, a mio avviso  - ferma restando la preferenza, naturale, per il “mio” Sindaco -  se un altro tra questi potenziali candidati dovesse essere eletto al suo posto, non ritengo che le sorti di Latiano sarebbero in pericolo. 
E aggiungo: la mia candidatura a Sindaco (per quanto, certamente, divenire Sindaco della propria Città rappresenti, a mio modo di vedere, un onore senza pari) non c’è, anche perché sarebbe poco credibile che una discontinuità dall’Amministrazione – Maiorano (se è questo ciò che si dovesse auspicare) fosse rappresentata principalmente da chi è stato al fianco dello stesso Maiorano; a scanso di equivoci preciso anche che non ci sarà una mia candidatura alle elezioni regionali.
Mi chiedo, però, da un lato, se sia giusto che tutto prosegua così com’è oggi, nell’Amministrazione Comunale di Latiano, e, dall’altro, se sia giusto che non si provi, prima delle elezioni, a fare sintesi tra le diverse risorse che sono disponibili a spendersi per il governo della nostra Città nei prossimi cinque anni.
Io penso che la coalizione che oggi governa la Città di Latiano abbia l’opportunità, con le prossime elezioni, di sottoporre al vaglio dei cittadini un’idea, un programma ed una squadra che possano rappresentare l’evoluzione di quelle ragioni da cui ad un certo punto scaturì la volontà di andare avanti con una coalizione differente da quella che aveva vinto le elezioni nel 2015. Fu, quello, solo spirito di sopravvivenza? Istinto di autoconservazione di parti politiche timorose di sottoporsi al vaglio degli elettori? Non credo. Adesso c’è l’opportunità di dimostrarlo. Oggi si può spiegare che  - per la città -  ne è valsa la pena e che il percorso proseguito insieme ai nuovi alleati si è proiettato su un campo politico più largo di quel solo voto in più che, sulla carta, dal mese di febbraio 2017, l’attuale maggioranza esprime in Consiglio Comunale rispetto alle forze di opposizione.
Ecco perché, a mio avviso, non può proseguire tutto così com’è e deve essere fisiologico un cambio di passo: perché, semplicemente, finora si è governato con una alleanza politica che ha trovato consenso sufficiente in Consiglio Comunale; ora, invece, occorre necessariamente trovare consenso tra i cittadini, dimostrando, se ne si è capaci, che quella alleanza “di palazzo” ha prodotto  - oltre i risultati amministrativi che non si mancherà di elencare e di discutere in campagna elettorale -  anche un consenso politico, fuori e dentro il “palazzo”, ben più ampio: un consenso  - intorno all’idea ed al progetto -  che, a mio avviso, è necessario per affrontare, con spalle larghe, un futuro impegno di governo della città.
A mio modo di vedere  - se davvero vogliamo il bene di Latiano, e se “la politica” (intendo tutto il mondo politico cittadino) vuole provare a recuperare una credibilità messa in discussione da un numero sempre crescente di cittadini -  non si deve puntare a vincere le elezioni con una manciata di voti in più rispetto agli avversari; oggi (cioè prima dell’inizio ufficiale della campagna elettorale) “la politica” deve provare a realizzare quella sintesi necessaria ad aprire una stagione il cui obiettivo non siano le soluzioni ad effetto, la ricerca spasmodica di un consenso volatile, ma l’affidamento sistematico di ogni decisione, e di ogni azione, ad un pensiero lungo.
Se è vero, infatti, come ritengo, che purtroppo il perimetro dell’economia della nostra Città si possa in massima parte, ad oggi, contenere tra le seguenti quattro coordinate: reddito di cittadinanza, emergenza xylella (con aggravante del balzello – ARNEO), destino dell’ex ILVA, cooperazione sociale, ebbene realisticamente non c’è soluzione ad effetto che basti a risolvere la situazione; occorre un piano di interventi proiettato al futuro lungo; occorre iniziare a ragionare, su un tavolo largo, di un sistema – città che oggi non c’è; occorre produrre ricchezza valorizzando, e facendo interagire, ciò che abbiamo; per determinare una condizione di “ricchezza”, quindi di attrattività, occorre preliminarmente stabilire un condiviso concetto di “valore”.
Si tratta, insomma, secondo me, più che di tuffarsi nell’attivismo, di fermarsi a ragionare, dominando le pressioni, ponderando le emergenze, dedicandosi a ciò che è fondamentale in chiave strategica.
Faccio qualche esempio.
L’Amministrazione Maiorano ha intercettato il finanziamento per la Biblioteca Innovativa di Comunità, di ormai prossima inaugurazione presso Palazzo Imperiali; tale progettualità ben si colloca nel solco della valorizzazione dell’asse viario che collega la Chiesa di Sant’Antonio alla Chiesa del SS. Rosario (sul cui asse viario, con diversi interventi, avevano già investito anche precedenti Amministrazioni Comunali); oggi manca un arredo urbano che connoti omogeneamente l’intera area (e c’è già una progettualità in tal senso, prodotta dall’Amministrazione comunale in carica, spesa nell’ambito di un bando al fine di reperire il necessario finanziamento); a mio avviso la prossima Amministrazione Comunale dovrà provare a ragionare sull’interconnessione  - dei vari elementi, delle diverse risorse ed energie ormai concentrate su questa “strada dei musei” -  e sulla conservazione di cotanto patrimonio nonché sulla sua narrazione: non è cosa facile, perché si tratterà di mettere ordine, di sacrificare qualche entusiasmo, di selezionare le opzioni più efficaci e professionali; non ci saranno, probabilmente, nuovi nastri da tagliare ma tutto ciò che è stato realizzato finora  - senza ciò che, sul piano dell’elaborazione culturale, rimane ancora da fare -  rimarrà privo di un destino, di una identità, e sarà condannato a deteriorarsi, a perdersi.
Un altro esempio.
Latiano, grazie ad Amministrazioni Comunali succedutesi alla fine del secolo scorso, vanta una rete importante di fogna bianca; tale canalizzazione va recuperata a piena efficienza attraverso un intervento straordinario di pulizia e di manutenzione; si tratterà di sostenere una spesa, per le casse comunali, che sottrarrà risorse ad altre azioni, forse meno urgenti ed utili per la vivibilità dei cittadini ma sicuramente di maggiore visibilità (del resto: chi si accorge di una pulizia e di una manutenzione  - che pure attende da diversi lustri ed è ormai indifferibile -  da realizzarsi sotto terra?).
Altro esempio ancora.
L’Amministrazione Comunale in carica ha realizzato un numero di assunzioni presso il Comune di Latiano così elevato che non lo si ricordava da decenni; queste assunzioni a malapena suppliscono i pensionamenti degli ultimi due lustri; evidentemente si paga la mancanza di un graduale ricambio generazionale, anche a causa del previgente blocco del turnover; a guardare oggi i diversi Uffici e Servizi comunali, balza agli occhi l’emergenza – Vigili Urbani; occorrerà investire per il potenziamento massiccio del Corpo di Polizia Municipale, affinché si rideterminino condizioni per un capillare e sistematico presidio del territorio in integrazione con le altre Forze dell’Ordine.
Ultimo esempio (ma potrei proseguire a lungo).
Occorre definire la liquidazione dell’azienda speciale “Pio istituto Caterina Scazzeri” e riaprire la struttura (so che l’Amministrazione Comunale in carica si è già attivata in tal senso) completando i lavori di riqualificazione e provando preliminarmente, a mio avviso, a verificare che tipo di contributo alla gestione possa essere offerto dalla Congregazione delle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei (magari insieme ad un partner privato professionale selezionato dal Comune di Latiano).
Per fare cose di questo tipo è necessaria una coalizione politica che abbia, lo ripeto, le spalle larghe.
E’ il momento, questo, delle spalle larghe.
E’ il momento, questo, in cui ciascuno deve rinunciare ad un po’ di se stesso, delle sue ambizioni personali, per favorire la costruzione di qualcosa di più grande, di più utile per la nostra comunità cittadina.
Non vedo grandi ostacoli al realizzarsi di tutto ciò.
L’opposizione ha già preso atto, in questi anni, di una sostanziale continuità programmatica tra l’Amministrazione – Maiorano e le Amministrazioni Comunali appena precedenti.
Quindi auspico che ciascuno offra la propria disponibilità a mettersi in discussione, ad aprirsi all’individuazione  - su base pragmaticamente programmatica -  di quel campo largo che c’è ma che gli steccati eretti dai personalismi non lasciano ancora intravedere.
C’è tanto da fare ed una coalizione che vince di un soffio le elezioni, secondo me, non avrà la forza per farlo; anche il dotarsi di una figura professionale di raccordo tra Uffici comunali e Politica (un po’ come fece l’Amministrazione – De Giorgi, che io  - meno consapevole di oggi -  criticai per questo), cosa che secondo me è utile se davvero si intende lasciare alla Politica un ruolo di profondo ed efficace indirizzo, richiede un livello di consenso che  - a voler insistere con questa ansia da competizione, con la logica del dispetto -  alla fine nessuno avrà. Allo stesso modo, penso che sarebbe utile incaricare formalmente un cittadino volontario, capace ed esperto, quale cerimoniere pubblico e per il coordinamento organizzativo, o la direzione artistica, delle manifestazioni pubbliche (perché credo che Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali debbano occuparsi di altro): so che soluzioni di questo tipo susciterebbero sarcasmo, o addirittura scandalo, in una campagna elettorale, come quelle che ci piace fare qui a Latiano, “lacrime e sangue”… ma ci sarà pure qualche buona ragione se a Mesagne le stesse soluzioni già da qualche tempo si attuano.
Mi piacerebbe mettere a disposizione il mio consenso candidandomi  - nell’ipotesi dell’aggregazione di un campo politico largo -  per portare in Consiglio Comunale, con una lista, un gruppo che abbia forte spessore politico e significative competenze professionali: un gruppo che nasca da un reciproco ri-conoscersi, un gruppo in cui trovi protagonismo anche chi si è disimpegnato, un gruppo che abbia cultura e senso di coalizione (che è l’opposto, in una alleanza, del pensiero unico), un gruppo capace di condizionare, un gruppo indisponibile ad ogni prevaricazione, un gruppo, insomma, che sia unione di ciò che oggi è velleitariamente diviso e che, con la schiena dritta e l’occhio vigile, contribuisca in maniera determinante al traghettamento della nostra Latiano verso il futuro che merita.