venerdì 28 dicembre 2012

Ancora "M'impegno"

E’ in distribuzione da oggi il secondo numero di “M’impegno”, il bollettino informativo, su carta stampata, della mia attività di Consigliere Comunale. Chi non dovesse riceverne copia direttamente a casa, potrà trovarlo, gratuitamente, presso le edicole e nei più frequentati luoghi di ritrovo latianesi.

domenica 23 dicembre 2012

Allo sbando

Sarà affisso nei prossimi giorni il seguente manifesto, sottoscritto da tutti i Consiglieri Comunali di opposizione. L’iniziativa è condivisa, nella sostanza, anche da altri soggetti politici locali: primo fra tutti la Federazione dei Verdi che, pur non avendo propri rappresentanti nella Pubblica Assise Cittadina, ha sempre proseguito, con coerenza, una qualificata azione politica al servizio della comunità latianese.
Credo che l’esigenza di reagire all’immobilismo politico in cui, da ben più di un anno, si è cacciata la maggioranza guidata dal Sindaco Antonio De Giorgi, nonché l’ormai matura, comune, volontà di sottrarre Latiano ad un interventismo sporadico (e sempre più spesso emergenziale) per affidarne finalmente le sorti ad un progetto di sviluppo sostenibile proiettato verso un futuro lungo, possano rappresentare il fondamento di una coesione responsabile, aperta ad ulteriori contributi (insperati fino ad un recente passato) che probabilmente non tarderanno a rendersi visibili già dalle prossime settimane.


Il Sindaco Antonio De Giorgi ha cambiato tutti gli Assessori Comunali ma la nomina della nuova Giunta non è bastata a far ritrovare coesione alle forze politiche di maggioranza.
Addirittura non è stato possibile svolgere  - per l’assenza del Sindaco, del Presidente del Consiglio Comunale e dei Consiglieri della maggioranza -  la prima convocazione della Pubblica Assise Cittadina nel corso della quale si sarebbero dovuti sostituire i Consiglieri Comunali dimissionari che hanno assunto l’incarico assessorile.
In tale circostanza i rappresentanti dell’opposizione hanno voluto evidenziare il permanere di quello stato di confusione e di conflittualità, all’interno della maggioranza, che ormai da più di un anno blocca l’azione amministrativa comunale ed impedisce ogni seria iniziativa progettuale nell’interesse della comunità latianese.
Riteniamo che il Sindaco Antonio De Giorgi non possa che prendere atto del fallimento del progetto politico da lui guidato e  - nella consapevolezza della complessità e della molteplicità dei problemi della comunità latianese rimasti finora irrisolti -  attendiamo ora un suo atto finale di dignità e che ponga fine alla situazione determinatasi.
Fin d’ora i gruppi di opposizione, compattamente e nel dissentire ad iniziative amministrative rispondenti ad esigenze individuali (varianti al Piano di Fabbricazione e lottizzazioni), ritengono necessario porre immediatamente all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale i seguenti argomenti:
  1. Discussione e approvazione del Documento Preliminare Programmatico del PUG;
  2. Discussione sullo stato di abbandono del palazzetto dello sport;
  3. Discussione sullo stato di attuazione dell’ampliamento del Cimitero comunale;
  4. Discussione sullo stato di attuazione di tutte le opere pubbliche, già finanziate, programmate dalla precedente Amministrazione Comunale.

I Consiglieri Comunali di opposizione (Udc, Partito Democratico, Ecopacifisti, Fli, Pdl):
Gabriele Argentieri, Giovanni Bruno, Angelo Caforio, Giovanni Calcagno, Antonio Gioiello, Giuseppe Natale, Cosimo Rubino, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale.

venerdì 14 dicembre 2012

Il Sindaco di Latiano ha nominato la nuova Giunta Comunale. La montagna ha partorito il topolino?

La nuova Giunta comunale latianese avrà l’arduo compito di rilanciare una attività amministrativa che da ormai più di un anno risentiva delle tensioni presenti all’interno della maggioranza.
Si vedrà ora se la “cura” del turnover sarà servita a far ritrovare vigore alle azioni e lucidità ai progetti.
Il sindaco Antonio De Giorgi si è determinato una nuova opportunità per proporsi con un programma di governo chiaro e realistico, sgombro dalle demagogie della campagna elettorale e dai trionfalismi dell’esordio.
Da questo programma, oltre che dalla efficienza della squadra chiamata a realizzarlo, dipenderà la durata di questa seconda fase del mandato affidato, nella primavera del 2010, dall’elettorato latianese.
Sarà l’epilogo di una agonia politica già da lungo tempo iniziata?
Oppure sarà l’occasione per avviare una stagione lunga di buon governo e di più ambiziosi traguardi per la città di Latiano?
Lo capiremo già dalle “piccole” cose concrete che si realizzeranno nelle prossime settimane.
Penso all’allargamento del cimitero comunale, annunciato da lunghi anni (non solo dall’Amministrazione – De Giorgi) ed ormai improcrastinabile; penso ad un piano di interventi per intensificare l’illuminazione pubblica nelle zone periferiche e nelle contrade presso cui risiedono stabilmente molte famiglie; penso alla salvaguardia della rete viaria rurale, a tratti purtroppo ridotta ad un percorso di guerra; penso alla necessità di realizzare le opere pubbliche progettate dalla Amministrazione Zizzi – Ruggiero, per le quali sono stati intercettati specifici finanziamenti; penso alla calendarizzazione dell’iter che condurrà all’adozione del Pug; penso ad un più vasto e professionale sforzo di comunicazione da parte dell’Ente verso la comunità di riferimento, affinché possa stimolarsi ancora di più la partecipazione popolare al governo della Cosa Pubblica ed affermarsi definitivamente il principio di trasparenza come “costume” della buona amministrazione; penso ad un deciso investimento, peraltro coerente con le vigenti disposizioni contrattuali, per l’aggiornamento professionale continuo di tutto il personale dipendente del Comune, che è cuore e motore, strumento fondamentale per il realizzarsi del successo o del fallimento dell’azione amministrativa.
Se i riscontri andranno nella direzione auspicata, potranno ovviamente esserci ragioni di condivisione; altrimenti i percorsi continueranno a tendere verso differenti orizzonti e la costruzione di un’alternativa sarà naturale espressione della esigenza di riscatto di una comunità delusa ma non rassegnata.

martedì 11 dicembre 2012

Ci importa dello spread?

Silvio Berlusconi torna in campo e, nel giro di due – tre giorni, monopolizza l’attenzione dei media planetari.
Che l’Uomo di Arcore sapesse suonare i tasti della comunicazione, e della propaganda, con maestria più unica che rara, era già noto a tutti.
Ora però si vedrà quanti italiani decideranno di stare ancora dalla sua parte nonostante già venga spontaneo chiedersi “perché?”, nei lunghi anni del suo potere politico diretto, Egli non abbia fatto ciò che adesso auspica e rivendica per il bene di tutti noi italiani.
Una cosa, però, mi fa riflettere: i proclami di questo “Cavalier Rieccolo” suscitano almeno qualche dubbio anche nel cittadino che gli è più prevenuto.
Certo, al facile populismo, questa volta, preferiremo il ragionevole realismo (anche perché le scottature sono ancora evidenti…)… ma non sarà che, ultimamente, ci siamo un po’ troppo preoccupati degli altalenanti umori sia dell’alta finanza mondiale, sia di qualche (talvolta arrogante, talaltra egoista) Cancelleria europea?
Forse, piuttosto che pendere dalle labbra di saccenti interlocutori esterni, occorrerebbe agire con più determinazione nelle cose di casa nostra: per la riduzione dei costi della Pubblica Amministrazione (ad esempio, chi ha fatto arenare la riorganizzazione delle Province? E quei soldi che, in tal modo, lo Stato intendeva risparmiare, da dove si deciderà di prenderli?), per la lotta all’evasione fiscale, per la (vera) liberalizzazione delle professioni, per la (reale) promozione degli investimenti da parte delle famiglie e da parte delle medie e piccole imprese (con una attenzione privilegiata verso il settore agricolo che, quando esprime qualità, è traino del “made in Italy” in ogni angolo della Terra).
Tutto questo, probabilmente, acquieterebbe lo “spread” ma, soprattutto, migliorerebbe la condizione esistenziale degli italiani.

sabato 1 dicembre 2012

Un passo avanti e uno indietro.

Mi riferiscono che oggi il cine - teatro comunale sia rimasto chiuso. Era in programma, sempre nell'ambito del cartellone delle iniziative inaugurali, la proiezione di due film ("L'era glaciale 4", alle ore 17,30, e "Tutti i santi giorni", alle ore 20,30) con ingresso gratuito.
La decisione di rinviare l'accesso del pubblico sarebbe scaturita dalla presa d'atto della mancanza del collaudo per le proiezioni cinematografiche.
Insomma, dopo la manifestazione di ieri sera, sul cine-teatro latianese è calato per la prima volta il sipario, almeno per qualche altro giorno, in attesa che tutto sia, anche formalmente, in ordine.
Non è stata una bella figura, per chi  - per rimanere in tema cine-teatrale -  si è assunto la "regia" dell'intervento di ristrutturazione. E non è stata neppure una bella prova di coordinamento con chi ha stilato il programma della inaugurazione (se il problema, infatti, è stato per il cinematografo, si sarebbe potuto non prevedere la proiezione dei film ed organizzare quindi altre forme di rappresentazione).
A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, però, occorre dare atto al Sindaco di aver fatto, almeno in tale circostanza, la cosa più giusta: si dice "the show must go on" - lo spettacolo deve continuare; ebbene, questa volta era in effetti più difficile fermarlo, lo spettacolo, piuttosto che farlo continuare.
Invece Antonio De Giorgi  - che non vive evidentemente il suo periodo politico più fortunato (anche per qualche "svista" di troppo commessa da qualcuno dei suoi ex assessori...) -  ha avuto il coraggio di affrontare la figuraccia di oggi pur di garantire la preventiva regolarizzazione delle cose.
Certo, lui  - o chi per lui -  avrebbe dovuto accertarsi di tutto prima di ufficializzare il programma della inaugurazione. Così non è stato ma ha però rimediato, sia pure all'ultima ora, mettendoci la faccia.  

giovedì 29 novembre 2012

Domani riapre il nostro cine – teatro.

La bella notizia è che domani sera, alle ore 20, sarà riaperto il teatro comunale di Latiano, dopo i lavori che ne hanno consentito la ristrutturazione interna e la messa a norma.
E’, questa, davvero una bella notizia. E pazienza se qualche assessore (del recente passato e/o del prossimo futuro: poco cambia), abbia voluto intestarsi meriti non completamente suoi, nelle vicende che hanno condotto a questo risultato da tutti atteso.
Anche il più goffo (politicamente), o il più esibizionista, non riusciranno  - a noi latianesi tutti -  a rovinarci la festa.
Accanto al Sindaco  - anche se oggi non gode di quello che si potrebbe definire un “picco” di popolarità, è il Sindaco di tutti noi latianesi -  al “taglio del nastro” domani ci sarò anche io, almeno idealmente.
I latianesi si riappropriano del loro cine – teatro comunale. E’ un passo avanti; è un segno positivo nel momento di tendenziale sfiducia che pervade un po’ tutte le famiglie.
Occorre allora fare festa, con sobrietà ma con sinceri sentimenti di partecipazione.
Una volta tanto, stiamo tutti dalla stessa parte.


venerdì 23 novembre 2012

“La storia d’Italia non è finita”

Domenica prossima, 25 novembre, alle ore 17 presso il castello ducale di Ceglie Messapica, sarà presentato il libro di Ciriaco De Mita “La storia d’Italia non è finita”. Interverranno  - oltre lo stesso on. De Mita, già Segretario nazionale della Democrazia Cristiana -  l’on. Donato Bruno (Pdl), Presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati, il sen. Nicola Latorre, Vicepresidente del gruppo Pd al Senato, l’on. Angelo Sanza, Segretario regionale Udc. Farà gli onori di casa il Sindaco di Ceglie Messapica, Luigi Caroli (Pdl). Modererà i lavori il giornalista Walter Baldacconi.  

domenica 18 novembre 2012

Con Idea Radio: con una delle voci libere di questo magnifico SUD

Questa mattina sono stato a Villa Castelli, per partecipare alla manifestazione di sensibilizzazione sull'avvenuta occupazione, da parte di Radio Padania, del canale con cui Idea Radio trasmette nella città di Brindisi (97,800 Mhz).
Il luogo dell'incontro ha avuto carattere simbolico poichè il traliccio utilizzato da Radio Padania è ubicato a Villa Castelli.
In segno di protesta, nel corso di questa mattina, Idea Radio ha ripetuto le trasmissioni dell'emittente leghista su tutte le proprie frequenze.
L'iniziativa è stata ospitata presso i mirabili locali di rappresentanza del Comune di Villa Castelli, dove hanno fatto gli onori di casa gli Assessori Ciracì e Neglia.
Ha condotto i lavori, sempre con grande diligenza ed equilibrio, il direttore del palinsesto di Idea Radio, Antonio Ligorio, affiancato dall'editore dell'emittente, Tommaso D'Angeli: emozionatissimo cuore e motore di questa ormai importante realtà che proprio oggi ha compiuto, con fierezza, i suoi primi venticinque anni di vita.
Sono intervenuti tra gli altri, oltre vari cittadini e rappresentanti di Associazioni da tutto il Salento, il sen. Giuseppe Caforio, il consigliere regionale sen. Euprepio Curto, il sindaco di Latiano accompagnato da una delegazione dell'Amministrazione Comunale, il presidente del Consiglio Comunale di San Michele Salentino, l'ex presidente della Provincia di Brindisi Nicola Frugis. Altri numerosi rappresentanti istituzionali hanno fatto pervenire i loro messaggi di adesione e di solidarietà. 
La vicenda che in questi giorni vede protagonista, suo malgrado, Idea Radio è un po' la metafora di una sistematica prevaricazione che una certa parte (non solo geografica) del nostro Paese continua a perpetrare (o a tentare di farlo) ai danni del nostro Sud.
La protesta a cui si è inteso dare voce oggi, in maniera più articolata e diffusa rispetto ai giorni scorsi, ha avuto una doppia connotazione.
E' stata anzitutto, infatti, una protesta civile contro l'illegittimità legalizzata delle grandi radio comunitarie nazionali che possono occupare, senza pagarli, i canali radiofonici, salvo prova della loro preventiva e corretta occupazione da parte di radio locali. E' un po', insomma, come la battaglia tra Davide e Golia, dove però il Golia-radio-comunitaria-nazionale compete con regole del gioco che gli sono pure favorevoli!
E poi si tratta di una protesta culturale, contro la beffa di una Radio Padania che oscura, o tenta di oscurare (Idea Radio è viva e vegeta su un ampio territorio che spazia dalla Provincia Taranto Sud alla Provincia di Brindisi e, con la copertura del nostro capoluogo di Provincia  - tuttora possiamo così definirlo... -  serve una popolazione di 280.000 abitanti), il segnale di una emittente radiofonica, appunto Idea Radio, che da venticinque anni, ogni giorno, fa del mercato non un fine ma un mezzo per dare voce a questo territorio e per essere vicina ai primi come agli ultimi di un Salento che, ormai da un po' di tempo, ha smesso i panni della rinuncia e non è più disponibile a farsi mettere i piedi in testa da chicchessia.  

domenica 11 novembre 2012

Richiesto un parere legale per la ex discarica di contrada Mariano

Con deliberazione n. 161 del 31 ottobre 2012 la Giunta Comunale latianese ha conferito incarico di consulenza legale all’avvocato Giuseppe Tanzarella, con studio professionale in via Pietro Micca n. 4 a Ostuni, per il rilascio di un parere «sulle procedure da adottare  - si legge nella narrativa dell’atto -  in merito alla situazione emersa sulla destinazione urbanistica dell’area zona Mariano, per la quale sono stati concessi finanziamenti regionali per la realizzazione di opere di urbanizzazione e sulla eventuale questione ambientale dell’area stessa».
La Giunta Comunale, a mio avviso, ha opportunamente ritenuto di dotarsi di un conforto legale sulle azioni da perseguire in una vicenda divenuta ormai assai spinosa che potrebbe anche condurre alla restituzione dei finanziamenti già erogati per l’urbanizzazione dell’area (mi sia solo consentito di rammentare, però, che sono stato l’unico tra i Consiglieri Comunali presenti  - assenti Claudio Ruggiero, Mauro Vitale e Antonio Gioiello -  a non votare la deliberazione della Pubblica Assise Cittadina n. 23 del 27 giugno 2011, di adozione della variante urbanistica per consentire la realizzazione di insediamenti produttivi in zona Mariano, poi revocata nella seduta del 12 marzo 2012, e ciò non perché io non creda nella necessità di agevolare le iniziative imprenditoriali dei privati ma, anzi, proprio perché sono convinto che, per rispetto di chi investe i suoi soldi, il suo lavoro e la sua vita in una attività, l’Ente Pubblico abbia il dovere di fare le cose per bene – e i pareri legali, eventualmente, occorre richiederli prima).
Nella deliberazione n. 161 del 31 ottobre 2012 si dà atto che l’avvocato Giuseppe Tanzarella sia dotato «di adeguata professionalità ed esperienza» e ciò, al cospetto della complessità del caso, è quantomeno necessario: del resto, un parere legale, per ciò che vale, deve essere supportato anche dai caratteri di autorevolezza di chi lo rilascia.
Non ho ragione di dubitare, peraltro, pur non conoscendolo, che il giovane avvocato Giuseppe Tanzarella (apprendo dal sito dell’Ordine degli Avvocati che è nato il 23 novembre 1983 – iscritto all’Albo il 9 dicembre 2010) sia un brillante professionista, e sia magari anche dotato di una formazione e di una esperienza specifiche nella materia sulla quale gli è stato affidato l’incarico dall’Amministrazione Comunale di Latiano.
E rigetto, quindi, i commenti prevenuti di chi osserva che l’avvocato Giuseppe Tanzarella sarebbe figlio del più noto avvocato Domenico Tanzarella, attuale sindaco di Ostuni: anche mio padre è stato sindaco (lui era pure dirigente ASL, come lo sono diventato io tre anni dopo la sua morte) e so bene che certe parentele, come biglietto da visita, comportano effetti contrapposti che alla fine si bilanciano e si annullano vicendevolmente.
Però credo sia legittimo chiedersi se tra gli avvocati latianesi non sarebbe stato possibile individuare una professionalità in grado di garantire un livello di competenza e di autorevolezza analogo a quello dell’avvocato Giuseppe Tanzarella (del cui nome mi rendo conto di abusare in questo post, e me ne scuso, ma il fattore generazionale, soprattutto, mi convince che avrò certo modo di stringergli personalmente la mano, prima o poi, e credo, comunque, che egli comprenderà l’attenzione riservatagli in questa circostanza, per la rilevanza pubblica della questione sottopostagli dall’Amministrazione Comunale di Latiano).
Allora l’auspicio è che in futuro, prima di guardare “fuori porta”, si compia uno sforzo di attenzione e di rispetto verso le professionalità locali.
Le occasioni certo non mancheranno e credo che una di queste potrà essere offerta proprio dalla probabile necessità di difesa dell’Ente, in sede giudiziale, nel prosieguo della gestione della pratica – ex discarica zona Mariano.      

martedì 6 novembre 2012

Quando inizia il servizio di refezione scolastica? (Eppure in campagna elettorale si erano criticati i ritardi dei precedenti Amministratori Comunali...)

Il gruppo consiliare a cui appartengo  - composto, oltre che da me, da Claudio Ruggiero e da Mauro Vitale -  ha diffuso stamane il seguente comunicato stampa sul ritardo dell'avvio della mensa scolastica.

L’Amministrazione comunale latianese continua a dare prova di superficialità e di pressappochismo politico anche di fronte agli interventi più essenziali ed indispensabili.
E’ il caso del servizio di refezione scolastica, che dovrebbe essere programmato per tempo e che, invece, quest’anno partirà, non si sa ancora con precisione quando, comunque con un clamoroso ritardo.
Addirittura la Giunta – De Giorgi sembra impegnata a superare il suo stesso record negativo, di attivazione di tale servizio, segnato nel 2011 quando la refezione scolastica ebbe inizio il 14 novembre.
Ciò assume una particolare connotazione se si ricorda che, in campagna elettorale, l’attuale Amministrazione Comunale si è più volte impegnata a fare molto meglio dei precedenti Amministratori e ad attivare il servizio di refezione scolastica sin dal ritorno in aula dei ragazzi, dopo le vacanze estive.
Quest’anno i nostri Amministratori comunali vogliono invece fare sfoggio del peggio delle loro possibilità: è stato infatti fissato per domani, mercoledì 7 novembre, il termine per la presentazione delle offerte relative alla gara, esperita con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, relativa alla gestione del servizio.
A meno di clamorosi recuperi dell’ultima ora, e fatti salvi eventuali intoppi nelle procedure di aggiudicazione che allungherebbero ulteriormente i tempi per l’avvio del servizio, i ragazzi della scuola dell’infanzia e dell’unica sezione della scuola primaria organizzata sul tempo pieno saranno costretti ad attendere i loro pasti ancora per qualche settimana.
Eppure non è una novità che, con l’inizio dell’anno scolastico, si debba far partire il servizio di refezione!
Oltre al danno, per i bambini e le loro famiglie, c’è da registrare, però, anche una vera e propria beffa: quest’anno l’Amministrazione comunale latianese, con l’assenso della maggioranza che ne regge le ormai traballanti sorti, ha aumentato il costo del servizio di refezione scolastica prevedendo un incremento di trenta centesimi per ogni pasto.
Nonostante l’aumento della spesa per le famiglie, che ora pagano sei euro per ogni blocchetto da venti pasti, il servizio, se andrà bene, giungerà dunque due mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico.
E’ questa la sensibilità che ripone la Giunta – De Giorgi verso i problemi delle giovani famiglie latianesi?
Di fronte a questa condotta si rimane, davvero, senza parole.

giovedì 1 novembre 2012

La sicurezza degli edifici scolastici

Lunedì scorso, 29 ottobre, la Commisione Urbanstica e Lavori Pubblici si è incontrata per affrontare il tema dell'edilizia scolastica.
Oltre i Consiglieri Comunali che compongono tale Commissione (io e Cosimo Rubino, per l'opposizione; Sergio Convertini, Salvatore Maglie e Cosimo De Falco, per la maggioranza), sono intervenuti l'Assessore Francesco Summa e l'ing. Luca Vergine, Responsabile del Servizio Lavori Publici.
L'Assessore Summa ha rappresentato l'urgenza di un intervento finalizzato alla sostituzione dei servizi igienico - sanitari presso tutte le sedi scolastiche di competenza del Comune di Latiano (un intervento, si è ipotizzato nel corso della riunione, che richiederebbe l'impiego, all'incirca, di quarantamila euro). Lo stesso Assessore ha inoltre evidenziato l'urgente necessità della sostituzione degli infissi.
La Commissione, all'unanimità, è convenuta sullo stato di necessità e di urgenza riportato dall'Assessore.
Nel corso della discussione io ho invitato tutti a riflettere anche sulla necessità di una verifica della sicurezza antisismica degli edifici scolastici.
In tal senso, peraltro, oltre ad una normativa che individua chiari terminali di responsabilità, sarebbe giunto recentemente un formale richiamo, agli Enti Locali, da parte dell'Assessorato regionale alle Opere Pubbliche.
La Commissione, anche in questo caso all'unanimità, ha auspicato che l'Amministrazione Comunale disponga, con urgenza, l'avvio di tali verifiche affinchè, sulla base dell'esito delle stesse, si possa attivare una programmazione degli interventi edilizi che dovessero risultare necessari.
Ritengo che una azione improntata alla salvaguardia della sicurezza dei ragazzi che frequentano le scuole latianesi rivesta carattere prioritario rispetto ad ogni altra opera pubblica la cui realizzazione debba trovare finanziamento nelle risorse del bilancio comunale.
L'auspicio è che al parere espresso dalla Commissione corrispondano tempesive iniziative da parte dell'Amministrazione Comunale.

martedì 30 ottobre 2012

Paese vivrai

Un’estate del dopo – Muro di Berlino e del poco prima – Seconda Repubblica.
Il convento dei padri Rogazionisti in Oria.
Fu mio padre ad accompagnarmi, a quelle “giornate” dei giovani democristiani della Provincia di Brindisi: forse voleva che ne annusassi l’aria, che mi ci affezionassi; o forse, quando già si presagiva il crepuscolo di un ciclo storico, voleva farmi saggiare le ultime boccate di quell’aria che lui stesso (ex sindaco ed amministratore comunale di lungo corso) aveva respirato, più di vent’anni innanzi, nelle aule della Camilluccia.
Quei giovani, che mediamente avevano una decina d’anni più di me e che potevano, quasi tutti, già votare, erano lì accuditi da Gilberto De Nitto e da mons. (“don”) Angelo Catarozzolo, quest’ultimo presente in veste di guida spirituale.
Un giovane, tra gli altri, tale Fabiano Amati, già si distingueva per l’arguzia, l’assiduità e, talvolta, per l’impertinenza (pur sempre garbata) dei suoi interventi.
Fu lì che conobbi Peppino Giacovazzo.
Fui attratto dallo stile e dall’eleganza asciutta del suo eloquio, dalla versatilità argomentativa, dai toni lontani anni luce dallo stereotipo del meridionale ringhioso o del meridionalista singhiozzante.
Mi colpì, in particolare, della sua relazione, il fatto che rispondesse ad interrogativi, ad “inquietudini politiche” che io  - studente del liceo scientifico -  avevo dentro ma che mai avevo espresso a voce.
Compresi che i “moderati” non sono tali per un freno alla passione, o per una bassa soglia di contenuti, ma per forma espressiva, per propensione convinta, oltre ogni ostacolo, al coinvolgimento partecipativo di qualsiasi interlocutore.
E capii che si può essere “conservatori”, del meglio, senza imbarazzarsi.
E capii pure che le decisioni più coraggiose sono quelle di rimanere seduti ai tavoli, magari proprio quando si deve resistere all’impulso di buttarli in aria, quei tavoli.
Colsi anche un messaggio, che quell’uomo dai capelli brizzolati si portava dietro sin da quando, nel 1951, ebbe l’opportunità di intervistare, a Matera, Alcide De Gasperi. «Presidente  - fu la domanda rivolta allo statista democristiano mentre stazionava commosso di fronte all’umanità povera e dignitosa che, a quel tempo, abitava i Sassi -  quando un giovane può dire di avere la passione per la politica?». «Quando  - fu la risposta -  sente il piacere di risolvere i problemi degli altri».
Giacovazzo è stato giornalista della carta stampata (anche direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno”) e televisivo (in Rai), scrittore apprezzato ed instancabile, senatore ed onorevole della Repubblica Italiana, sottosegretario agli Esteri nei governi Amato e Ciampi.
Lo potei votare alla sua ultima candidatura al Parlamento italiano, nel 1994, quando era segretario regionale del Partito Popolare Italiano (mio padre  - di quel Partito che, insieme all’ormai esigua eredità elettorale, aveva raccolto l’impegnativo bagaglio esistenziale della Democrazia Cristiana -  nel frattempo ne era il segretario cittadino a Latiano) e si candidava quindi con il “Patto per l’Italia” siglato da Mino Martinazzoli e da Mariotto Segni.
Ho sempre letto con attenzione e vivo interesse gli articoli di Peppino Giacovazzo sulla Gazzetta, fino all’ultimo, pubblicato lo scorso 7 settembre: lezioni di scrittura, anzitutto, ma anche testimonianza viva di una capacità di portarsi sempre dietro tutto, armonizzandolo ed arricchendo (non appesantendo) ogni cosa con l’esperienza fatta, con il vissuto, dell’altra; è stato un giornalista – narratore, che ha saputo raccontare alternando fatti ed introspezione psicologica.
Il suo “Paese vivrai”, il periodico di Locorotondo (la sua città), nel titolo della testata esorta ad un futuro, possibile per le comunità locali finché non si volteranno le spalle alla loro storia ed alla loro cultura: per Giacovazzo, quella del trullo (come esperienza antropologica e come paesaggio dell’anima), delle pietre dei muretti a secco, degli ulivi enigmatici e del mare, laggiù all’orizzonte.

giovedì 25 ottobre 2012

Latiano, i Sindacati Confederali - CGIL, CISL e UIL - suonano la “sveglia!”

Credo che tra le forze politiche locali sia ormai improcrastinabile una attenta e franca riflessione  - in generale, sul necessario livello qualitativo della interlocuzione istituzionale e, in particolare, sul valore delle relazioni con le Parti Sociali -  tesa a favorire la selezione di una classe dirigente cittadina all’altezza sia della complessità delle problematiche da affrontare (che richiede, nella trasparenza, l’incessante ricerca di ampie concertazioni) e sia degli ambiziosi traguardi che occorre avere l’abilità di conseguire nell’interesse pubblico.
Due recenti documenti  - tra loro ben differenti, anche per portata -  testimoniano l’emergenziale necessità di una presa di coscienza, e di un conseguente intervento, in tal senso: anzitutto le considerazioni descrittive della comunità latianese, riportate dal rappresentante legale dell’Associazione “Mons. Armando Franco” nella richiesta delle aule in comodato per ospitare il proprio Istituto Professionale Paritario (riporto testualmente: “…la presenza accertata nella popolazione latianese di molti soggetti adulti scarsamente secolarizzati o in situazione di stasi socio-culturale, così pure di operai ed operaie, casalinghe e persone anziane ed anche appartenenti a ceti impiegatizzi inferiori, propensi a riprendere gli studi ed a migliorare il proprio livello di cultura…”), alla quale (salvo revoca, solo a seguito della ormai a tutti ben nota determinazione assunta dall’Ufficio Scolastico Regionale) il Sindaco ha ritenuto di aderire senza accennare ufficialmente un disappunto o almeno una puntualizzazione; poi il seguente comunicato stampa  - sottoscritto da CGIL, CISL, UIL e SPI CGIL, FNP CISL, UILP -  diffuso lo scorso 24 ottobre:      

Il Governo attuale, come quello precedente, primeggia nel rigore e nei tagli a senso unico, senza equità e senza misura, sconvolgendo le vite dei lavoratori e dei pensionati, ma purtroppo anche qualche Ente Locale, trascinato dalle ristrettezze economiche (provocate dai vari tagli ai trasferimenti e dalla spending review) è tentato a traslare lo stesso meccanismo dal centro sul proprio territorio: aumentando indiscriminatamente e inopportunamente anche l'IMU sulla prima abitazione.
E' ciò che è accaduto a Latiano, dove l'Amministrazione ha deliberato un aumento dell'IMU anche per la prima casa, nonostante nell'incontro del 2 ottobre avuto con le Segreterie provinciali della Cgil, della Cisl e della Uil, insieme alle categorie dei pensionati Spi, Fnp e Uilp, le rappresentanze sindacali, unitariamente, si fossero dichiarate contrarie rispetto a tale scelta, perché fra i possessori della prima (e unica) abitazione ci sono tantissimi anziani soli, i pensionati al minimo reddituale, le giovani coppie, le famiglie monoreddito, i precari, i lavoratori in cassa integrazione.
I dirigenti sindacali hanno perciò ribadito l'iniquità e l'ingiustizia di tale scelta, che scarica il peso insostenibile di un "interesse più generale" sulle fragili spalle dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie già in gravi difficoltà economiche. Non si possono sacrificare le già misere condizioni di vita di queste persone sull'altare di un "aggiustamento di bilancio".
Sarebbe stato più utile e opportuno confrontarsi con le parti sociali nel momento della elaborazione e della stesura del bilancio di previsione 2012. Possibilità che è stata considerata da pochi Comuni della Provincia, e che invece poteva servire ad individuare altre soluzioni per la quadratura del bilancio valutando le proposte avanzate dal Sindacato, compreso l'utilizzo delle possibili risorse rivenienti dal "patto antievasione" firmato con l'Agenzia delle Entrate e l'individuazione di altre fonti di finanziamento per gli Enti Locali.
Le Organizzazioni Sindacali non possono accettare l'aumento della tassazione locale, in particolare l'aumento dell'IMU sulla prima abitazione, a fronte oltretutto di una diminuzione dell'offerta dei servizi che renderà ancora più difficile l'esistenza della parte più debole delle nostre comunità.
Il Sindacato chiede invece alle Istituzioni locali e alla politica che si occupino delle condizioni degli anziani, dei disoccupati e cassintegrati, delle giovani coppie. Una condizione difficile e drammatica che è sotto gli occhi di tutti e che non è più possibile ignorare.

domenica 21 ottobre 2012

Occhio all’Ufficio “Transazione”

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, il Presidente dell’assise, Salvatore De Punzio, ha anticipato la volontà (evidentemente, anche in tale circostanza, ha parlato per conto dell’Amministrazione o della maggioranza, o di parti di esse) di attivare un’azione transattiva finalizzata a decongestionare il contenzioso “inutile” che il Comune di Latiano ha tuttora in corso.
Precisamente De Punzio, in riferimento ai debiti fuori bilancio rivenienti da contenzioso pendente, ha affermato: «Ci sarà un’attività amministrativa sulla quale oggi non c’è nessuna decisione. Voglio ricordare a tutti voi che sia lo Stato italiano, sia la Regione Puglia hanno istituito l’Ufficio Transazione perché si è potuto appurare, verificare, che per gli Enti Pubblici  - il Governo, la Regione, i Comuni -  portare avanti contenziosi inutili per anni, alla fine se li perdi rischi di pagare notevolissime somme di interessi. Così come avviene in questi Enti, anche per il Comune di Latiano (magari chiamerà Commissari, Capigruppo, per decidere) verificheremo di transare su molte questioni. Quindi, non appena ci sarà la decisione definitiva, è evidente che in quel momento quel debito risulterà, ed è un chiarimento che faremo anche successivamente con l’Ufficio di Ragioneria. Ad oggi la situazione è questa».
Ebbene, ferma restando la legittimità del ricorso all’istituto giuridico della transazione quale strumento per definire il contenzioso, credo che  - prima che quanto anticipato da De Punzio diventi realtà -  sia utile provocare una più approfondita riflessione. E ciò anche in considerazione delle discussioni che generalmente proseguono l’attività transattiva posta in essere dagli Enti Pubblici, e dagli Enti Locali in modo particolare.
Credo che occorrerà probabilmente ragionare della gestione complessiva del contenzioso  - posto che non è detto che la transazione (soccorre ampia giurisprudenza in ordine alle responsabilità correlate) costituisca sempre la soluzione più conveniente per la Pubblica Amministrazione -  e riflettere, intanto, sul trattamento dei debiti fuori bilancio.

venerdì 19 ottobre 2012

Benvenuti, “Amici per Latiano”!

Si è costituito nei giorni scorsi il movimento “Amici per Latiano”, su iniziativa di un gruppo di persone che finora hanno avuto orientamenti politici tra loro differenti.
Tra gli intenti dei fondatori vi è quello di porre al centro del dibattito le reali problematiche della comunità locale.
Inoltre il movimento “Amici per Latiano” si impegnerà ad organizzare incontri di approfondimento sulle diverse tematiche che hanno ricadute dirette sul vissuto dei latianesi e percorsi di formazione all’impegno sociale e politico.
Si tratta indubbiamente di un segnale di coesione e di impegno comune, che giunge come un tocco di fiducia nell’attuale scenario di crisi della politica (a tutti i livelli).
Di fronte alla tentazione del disimpegno e della chiusura in un “egoismo difensivo”, che (anche comprensibilmente) pervade un numero purtroppo sempre crescente di persone, c’è chi, invece, decide di mettersi in discussione e di offrire un contributo critico e costruttivo nell’interesse comune.
Insomma: la crisi della politica che si combatte con un lavoro, anche complesso, per l’affermazione della… buona politica!
I fondatori del movimento “Amici per Latiano” si sono resi disponibili, anzitutto, a confrontare le loro idee personali ed a ricercare, sulle varie questioni, una prima sintesi comune, funzionale al determinarsi della voce, della posizione ufficiale, del movimento: un esercizio di democrazia, questo, che trova sempre più resistenze nella nostra società ed a cui volentieri, ormai, tende a sottrarsi chi fa politica nelle sedi istituzionali.
Di fronte al trionfo dei “leaderismi”, c’è quindi chi non ha perso di vista la bussola vera della democrazia, ovvero la partecipazione.
Io so che, oltre “Amici per Latiano”, stanno prendendo forma, nella nostra comunità cittadina, anche altri gruppi, tutti espressione di una libera volontà di partecipazione civica, diversi però tra loro per anagrafica, per ambito di interesse, per modalità espressive ed organizzative.
“Amici per Latiano”  - primo movimento a costituirsi in ambito locale in questa fase storica carica di ansie ma anche di forti speranze -  assume pertanto un ruolo di “apripista” nel percorso di riconquista, da parte della società civile, di spazi che la politica non ha più voluto, o saputo, occupare.
Buon lavoro, allora, a questi “Amici” il cui impegno, certamente, non potrà che rendere migliore la nostra Latiano.

Riporto, qui di seguito, i recapiti di posta elettronica di alcuni tra i fondatori del movimento “Amici per Latiano” per favorirne il contatto diretto: vincenzoparabita@libero.it (Enzo Parabita), carmine.somma1963@libero.it (Carmine Somma), mobilirucco@libero.it (Gianni Rucco), latiano.luca@yahoo.it (Luca Rodia), gino.scalera@alice.it (Gino Scalera), clagius@libero.it (Claudio Pagliara).

lunedì 15 ottobre 2012

Il conto della spesa (ovvero: la “stangata” di dicembre)

E’ stato affisso nel corso della giornata di oggi, per le vie di Latiano, il seguente manifesto a firma, oltre che mia, degli altri due componenti del Gruppo Consiliare a cui appartengo: Claudio Ruggiero e Mauro Vitale.

Nella seduta del Consiglio Comunale svoltasi il 12 ottobre scorso, la Giunta – De Giorgi ha approvato le aliquote comunali all’IMU.
Il nostro gruppo ha ritenuto di doversi opporre con fermezza a tale decisione che ha determinato, per le famiglie latianesi, una pressione impositiva tra le più alte della Regione Puglia.
A questo aggravio di tasse e di imposte senza precedenti  - che, per la Città di Latiano, prosegue la scellerata azione di incremento dei tributi locali sistematicamente perpetrata dalla Giunta – De Giorgi (trasporto scolastico, mensa scolastica…) -  purtroppo non corrisponde una maggiore qualità dei servizi pubblici.
A dicembre, dunque, le nostre famiglie pagheranno il conto di una cattiva Amministrazione Comunale, supportata da una maggioranza sempre accondiscendente e, per questo, assolutamente colpevole.

lunedì 8 ottobre 2012

Secondo tempo o tempi supplementari?

L’Amministrazione Comunale latianese ha concesso in comodato per due anni, all’Associazione “Mons. Armando Franco”, otto aule allocate nei plessi 2 e 4 della sede della Scuola Statale “Bartolo Longo”, in viale Fosse Ardeatine.
Tale Associazione andrà ad ospitare, presso i locali del Comune di Latiano, il proprio Istituto Professionale Paritario per i Servizi Turistici – Aziendali e Sociali.
Questa vicenda ha levato un vespaio di polemiche: i genitori dei ragazzi che frequentano la Scuola Primaria hanno attivato una petizione; il gruppo Ecopacifisti  - attraverso il suo rappresentante in Consiglio Comunale, Nino Calcagno -  ha presentato, in merito, una mozione che sarà discussa nella prossima seduta della Pubblica Assise Cittadina; sono intervenute le Rappresentanze sindacali; i docenti della Scuola Primaria hanno “rivendicato” l’utilità di quei locali per attività progettuali correlate a quelle d’istituto; altre realtà del privato sociale, dell’associazionismo, operanti a Latiano anche in settori diversi da quello della formazione, hanno manifestato delusione per non aver trovato, presso l’Amministrazione Comunale latianese, analoga accoglienza e considerazione di quella riscontrata dall’Associazione “Mons. Armando Franco”. Ovviamente c’è stato chi, in questo tourbillon di polemiche, ha sottolineato il silenzio di buona parte dell’opposizione, la quale comunque, insieme ai Consiglieri Comunali di maggioranza, dovrà necessariamente esprimersi, sulla questione, nella convocazione di venerdì prossimo o, al più tardi, di lunedì 15 ottobre (seconda convocazione, già “prudenzialmente” stabilita dalla Presidenza del Consiglio Comunale per il caso in cui venerdì 12 ottobre non dovesse esserci il numero legale sufficiente a garantire lo svolgimento dei lavori).
La Scuola “Armando Franco”, fino alla conclusione dello scorso anno scolastico, è stata ospitata presso locali del Comune di Mesagne, che ne ha poi richiesto ed ottenuto la disponibilità per un differente uso.
Chi si iscrive a questo Istituto mesagnese, giustamente, paga; personalmente non so quanto paghi; ma è certo che è prevista una retta mensile (chiedere agli allievi iscritti, o agli ex allievi, per avere conferma).
Insomma si tratta di una realtà del privato sociale che da diversi anni offre sul mercato la sua originalità in termini di offerta formativa.
Fin qui tutto bene, a mio modesto avviso, poiché ritengo che il riconoscimento e l’autonomia delle “Scuole private” rappresenti una opportunità di arricchimento del patrimonio di offerta formativa di cui dispone il nostro Paese.
Ciò che però, secondo me, proprio non va bene, in questa storia, è che una Associazione  - che eroga, a pagamento, i suoi servizi e che dunque concorre, sul mercato dell’offerta formativa privata, con altri “competitors” -  debba incontrare il braccio accondiscendente di una Amministrazione Comunale che concede in comodato i propri locali, di fatto determinando una condizione esistenziale più favorevole rispetto a quella di altre realtà private che devono dotarsi, a proprie spese, di locali idonei per svolgere la loro attività.
Allora che si fa: si offrono locali comunali, in comodato, a tutte le scuole private presenti sul territorio? E’ grottesco anche ipotizzarlo!
Sorprende, peraltro, che nella deliberazione con la quale la Giunta Comunale latianese ha concesso il comodato a questa Associazione cattolica mesagnese non si sia evidenziata alcuna concreta utilità per l’Ente Locale!
Io, quindi, sono contrario alla concessione di locali all’Associazione “Mons. Armando Franco” e mi auguro pertanto che l’Amministrazione Comunale ritorni sui suoi passi, considerando anche le ragioni di quanti, in questi giorni, in vari modi hanno voluto levare la loro voce critica su questa decisione improvvisa (si pensi che l’istanza dell’Associazione “Mons. Armando Franco” è stata protocollata presso il Comune di Latiano il 20 settembre 2012 e che la deliberazione della Giunta è datata 24 settembre 2012…), non suffragata da alcun preventivo indirizzo espresso dal Consiglio Comunale.
Credo che la discussione sulla concessione delle aule in comodato all’Associazione “Mons. Armando Franco” possa rappresentare una grande opportunità per tutto il Consiglio Comunale latianese: maggioranza ed opposizione. Spero che non ci si avviti intorno a questioni ideologiche; spero che le diverse ragioni di contrarietà alla decisione assunta dall’Amministrazione Comunale non rappresentino motivi di divisione.
Piuttosto ritengo che, dai banchi della maggioranza, soprattutto, e anche dai banchi dell’opposizione, si debba offrire una prova di maturità e di autonomia e possa levarsi, finalmente, un monito chiaro e forte all’indirizzo di chi (?) determina le decisioni dell’Amministrazione Comunale attualmente in carica. Non si può proseguire con un decisionismo anzitutto sporadico, ma anche avulso dalla contestualizzazione in una ampia visione strategica orientata alla pubblica utilità, ma anche sprezzante del ruolo e della funzione di indirizzo che è propria  - piaccia o no -  del Consiglio Comunale.
Capiamoci: sulla questione – comodato all’Associazione “Mons. Armando Franco”, anche se il Consiglio dovesse bocciare la decisione assunta dal Sindaco e dai suoi Assessori, certo non potrà cadere l’Amministrazione Comunale… ma si tratta comunque di una deliberazione che ha già suscitato ampie contrarietà, che è carica di elementi simbolici, che è temporalmente calata in una fase determinante del percorso politico della Giunta – De Giorgi (ormai proiettata, stando ai “si dice”, verso l’inizio di un “secondo tempo” della sua esperienza). E’ l’occasione giusta, insomma, per ripristinare una correttezza di relazioni, nel rispetto dei ruoli e compiti di ciascuno e nell’interesse esclusivo della comunità latianese.
Dalla condotta che assumeranno i Consiglieri Comunali si capirà davvero chi, in Consiglio Comunale (che stia in maggioranza o all’opposizione), tiene alla libertà del suo pensiero ed alla dignità del suo ruolo e chi, invece, ha ormai delegato ogni prerogativa concessagli dall’elettorato.
Lo dico da Consigliere Comunale di opposizione che, dunque, certamente, non entrerà a far parte di questa Giunta Comunale anche dopo il pluriannunciato “turnover” (e mi rivolgo, soprattutto, ai “colleghi” della maggioranza): uno scossone, in questa fase, improntato ad una sana “correzione fraterna”, non potrà che rendere più “tonica”, e soprattutto più consapevole, l’azione futura dell’Amministrazione. E inoltre contribuirebbe a restituire, in pienezza, ruolo e dignità al Consiglio Comunale.
In conclusione, a scanso di equivoci (“a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”: era un vecchio adagio andreottiano), preciso che  - nell’auspicare il riconoscimento pieno del ruolo dei Consiglieri Comunali da parte dell’Amministrazione ed il ripristino, all’interno della Pubblica Assise Cittadina, di corrette relazioni tra maggioranza ed opposizione (nella chiarezza e nella distinzione dei compiti affidati dall’elettorato) -  esprimo semplicemente la convinzione che una Giunta Comunale possa agire bene solo se supportata da una maggioranza partecipe, coinvolta, motivata e se non si sottrae al confronto con una opposizione responsabile.


P.S.: Ho riflettuto in silenzio alcuni giorni, prima di intervenire sull’argomento di questo post, per non determinare il “fumus” di conflitto d’interessi poiché è noto a tutti i latianesi… l’interesse di un membro della mia famiglia nel campo della formazione. Ma, come al solito, non mi sottraggo alle mie responsabilità e poi… la Scuola “Rousseau” (lo ricordo ad eventuali miei detrattori dell’ultima ora) si occupa di formazione professionale ed è sede universitaria; dunque ha ben altro a cui pensare e non sussistono antagonismi diretti con un Istituto Professionale Paritario.     

martedì 2 ottobre 2012

Riordino delle Province – la posizione unitaria del Consiglio Comunale di Latiano, al di là degli opposti tatticismi di alcuni leaders politici della nostra (ex?) Provincia.

Il Consiglio Comunale di Latiano, nei giorni scorsi, ha dato prova di maturità votando all’unanimità un documento con il quale si è anzitutto formulata una istanza al Consiglio dei Ministri, di ripensamento in ordine ai criteri utilizzati per il riordino delle Province  - i quali non danno ragione della importanza storica, o della complessità geo – morfologica, o della valenza strategica dei territori -  ed in tal modo si è affermato l’auspicio della salvaguardia della autonomia della Provincia di Brindisi.
In subordine, la Pubblica Assise latianese ha manifestato favore per la costituzione di una Provincia unica del Grande Salento, con previsione della suddivisione delle competenze fra i tre capoluoghi Brindisi, Lecce e Taranto: ipotesi che, peraltro, sarebbe in piena sintonia con l’azione di riduzione della spesa pubblica intensificata dal Governo Monti.
In ultima analisi si è considerata la previsione di una soluzione unitaria per tutti i Comuni del territorio brindisino, affinché non si disperdano tante stagioni di coesione la cui continuità agevolerebbe probabilmente, in qualsiasi nuova contestualizzazione, una maggiore forza contrattuale.
In caso ulteriormente negativo, il Consiglio Comunale di Latiano ha invocato un differimento dei termini previsti per l’accorpamento, in modo da consentire lo svolgimento di una consultazione popolare.
Insomma, in una contingenza politica caratterizzata, in terra di Brindisi, da ormai inutili rimpalli di responsabilità e da sterili tatticismi pre – elettorali mentre il destino della nostra realtà territoriale sembra inesorabilmente segnato, a Latiano si è almeno avuta la lucidità di trovare una sintesi dignitosa e coerente con i sentimenti della comunità.
Credo comunque che in questa fase storica, al di là della dialettica, occorra stimolare la consapevolezza comune della necessità e dell’urgenza di destarsi, di ritrovare le motivazioni per concorrere, perché il nostro futuro, mai più di adesso, dobbiamo costruircelo e difendercelo noi.

domenica 23 settembre 2012

Una idea semplice che (finalmente!) sa di futuro.

Mi scrive Pierpaolo Parabita, per illustrarmi una sua idea che  - “con scarso risultato”, si lamenta -  ha già proposto su facebook. In sostanza si tratta di una pista pedonale, magari anche ciclabile, che racchiuderebbe, grossomodo come un anello, il centro abitato latianese.
Mi piace che Pierpaolo, giovane trentenne con una sana passione per lo sport, nella sua e-mail premetta che Latiano “merita di essere conosciuta per qualcosa di concreto” e, dopo aver ragionato sulle varie possibilità, afferma di credere “nell'alternativa sportiva”.
Insomma questo mio vecchio – giovane amico  - che ha già messo su famiglia ed evidentemente, prima ancora della passione sportiva, (forse pensando anzitutto alle future generazioni) avverte un trasporto per i ragionamenti che riguardano la costruzione di una Latiano più a misura d'uomo -  si preoccupa non di realizzare, semplicemente, un nuovo luogo per lo sport, e per lo jogging in particolare (che pure non gli/ci dispiacerebbe...), ma di caratterizzare, di “segnare” la conformazione urbanistica della nostra Città.
Vi riporto testualmente cosa scrive Pierpaolo di questa “pista pedonale”: «si tratta di sviluppare quella già presente dietro al Vittoriano. Prolungandola su viale M. L. King, potrebbe passare nel parcheggio della scuola Benedetto Croce per poi attraversare via Francavilla (adeguandola di semafori pedonali), prendere la stradina (privata) che la congiunge con viale Cotrino e girare su via Berlinguer. Passerebbe poi accanto al circolo tennis – campo sportivo attraversando via Torre per risalire sulla strada del Muro Tenente e viale Aldo Moro. Attraversando via Montanaro si passerebbe la strada che costeggia la cantina per poi ricongiungersi con la strada dove è già presente la pista».
Come dovrebbe fare ogni buon amministratore della Cosa Pubblica, poi, Pierpaolo si preoccupa, a suo modo, della fattibilità e degli impatti della sua proposta: «Le strade principali interessate sono abbastanza ampie da ricavare una pista e quelle secondarie hanno un traffico molto limitato. La pista dovrebbe essere ben illuminata e provvista di cartelli ogni chilometro. Separata dalla strada in modo adeguato (magari con delle piante) risulta raggiungibile in pochi minuti da tutti (non si vedrebbe più gente prendere la macchina per raggiungere le strade di campagna)».
Pierpaolo ci dà una lezione di civismo: dove la politica è assente, si nutre il qualunquismo ed il populismo, a meno che  - come in questo caso -  qualche cittadino di buona volontà non trovi le motivazioni per alzare la mano e dire la sua, con garbo e spirito costruttivo.
Io stesso, per dirla tutta, in questi due anni e mezzo dall'inizio del mandato conferitomi dagli elettori latianesi, probabilmente perché distratto dal dibattito sull’agenda della Giunta, non ho saputo mai farmi promotore di una iniziativa che, come articolazione e come visione prospettica, possa competere in qualche modo con quella di Pierpaolo.   
Ce n'è abbastanza per riflettere, dunque, prima di un appuntamento fondamentale come le elezioni politiche ormai alle porte, affinché il pressapochismo della politica non spiani la strada a degenerazioni che sposterebbero molto indietro le lancette dell'orologio delle conquiste istituzionali democratiche faticosamente conseguite nel secolo scorso.
In concreto, però, cosa penso di questa idea di Pierpaolo e cosa posso fare (nell'ambito delle mie prerogative di Consigliere Comunale di opposizione) per agevolarne la realizzazione? Beh, ammetto, intanto, che l'approccio “strategico” di Pierpaolo mi ha ulteriormente persuaso della necessità di offrire a Latiano uno strumento di pianificazione urbanistica su cui tracciare la sintesi di un pensiero, partecipato ed orientato al futuro lungo, delle sorti della nostra Città.
Poi, nel dettaglio, devo dire che intravedo elementi già presenti in azioni progettuali che, sia pure non organicamente collegate, (forse perché indotte dall'attuale conformazione del centro abitato) andavano nella direzione dell'“anello” viario.
Penso al finanziamento richiesto dalla Giunta Zizzi – Ruggiero per la realizzazione di un ponte a campata che consentirebbe il collegamento tra il prolungamento del piazzale stazione ferroviaria e via Martin Luther King. Penso anche alla proposta (di cui ho parlato su questo blog nei post del 12 aprile 2011 e del 19 aprile 2011) delle Ferrovie Italiane, per la chiusura dei passaggi a livello e la realizzazione, tra l'altro, di un asse viario di collegamento tra via Francavilla e via Oria.
Nei prossimi giorni conoscerò (e riporterò a Pierpaolo) lo stato di queste iniziative progettuali nonché il nome del responsabile dei relativi procedimenti, qualora fossero stati già intercettati i finanziamenti mirati all'attuazione: in attesa di un disegno complessivo della Latiano che vogliamo, almeno cerchiamo di agevolare la realizzazione di qualche “segmento di futuro”.        

venerdì 14 settembre 2012

Ora “M’impegno” è su carta stampata.

E’ in distribuzione in questi giorni il numero zero della versione stampata di “M’impegno”. Ho voluto lanciare questa nuova iniziativa, rivolta ad una platea in parte diversa da quella contattabile in internet, anzitutto come bacheca su cui fornire un rendiconto puntuale della mia attività e delle mie idee in politica.
Credo comunque che “M’impegno”, come testata giornalistica su carta stampata, potrà sviluppare anche uno spazio di confronto utile a contribuire allo sviluppo della Città di Latiano attraverso l’affermazione di una classe dirigente consapevole della complessità e della straordinarietà del proprio compito.

domenica 9 settembre 2012

Strade rurali: l’ora del fallimento.

Su questo blog (vedere post del 3 maggio 2012) avevo evidenziato l’opportunità offerta dal bando per la selezione di progetti finalizzati all’ammodernamento delle strade rurali pubbliche di collegamento con le arterie di comunicazione comunali, provinciali e statali. In quella occasione avevo anche auspicato che il Comune di Latiano proponesse la candidatura di un proprio progetto, peraltro in linea con la mia, mai interrotta, “campagna” di sensibilizzazione per la sistemazione delle strade rurali. Certo, io avevo in mente un mio ordine di priorità di intervento ma, consapevole del mio ruolo di semplice Consigliere Comunale di opposizione e rispettoso delle prerogative di chi amministra, mi ero limitato ad auspicare che una strada rurale, una qualsiasi, fosse sistemata attraverso l’intercettazione dei finanziamenti disponibili.
Sempre su questo blog, il 30 luglio 2012, prendevo quindi atto, con viva soddisfazione, della Deliberazione della Giunta Comunale n. 110 del 6 luglio 2012, con la quale, nell’ottica della partecipazione alla selezione di cui innanzi, era stato approvato il progetto di ammodernamento di un tratto della strada denominata “via vecchia dei Greci”, tra la Strada Provinciale 73 (che va da Latiano a Mesagne costeggiando Muro Tenente) e la Strada Provinciale 70 (Latiano – Torre Santa Susanna).
Ho “tifato” per questa iniziativa, come sempre ho fatto e sempre farò quando qualcosa di concreto e di trasparente si è mosso, o si muoverà, in favore di Latiano.
La vicenda ha però avuto un triste epilogo.
Con Determinazione n. 160 del 27 agosto 2012, l’Autorità di gestione del PSR Puglia 2007 – 2012 ha infatti approvato le risultanze delle verifiche di ricevibilità delle domande di aiuto pervenute in riferimento al bando pubblicato nel BURP n. 43 del 22/3/2012 – Asse I, Misura 125, Azioni 1, 2, 3, 4 e 5.
Ebbene, a fronte di 104 domande pervenute a valere sulla Azione 3 della Misura 125 (appunto l’Azione relativa all’ammodernamento delle strade rurali), ne sono risultate ricevibili 82 e, tra queste, 6 domande sono state formulate da Comuni della Provincia di Brindisi (San Vito dei Normanni, Ostuni, Mesagne, Cisternino, Cellino San Marco, Torre Santa Susanna).
Il progetto del Comune di Latiano, insomma, non solo non è stato finanziato ma, addirittura, si è ritenuto che non avesse i requisiti per l’ammissibilità nella graduatoria dei “primi” 82.
Che dire: non ci sono parole, davvero, per esprimere il rammarico per una occasione importante, clamorosamente mancata.
L’Autorità di gestione del PSR Puglia 2007 – 2013 provvederà certamente a comunicare, al Comune di Latiano, le motivazioni della esclusione.
Credo che il Sindaco, una volta lette quelle motivazioni, avrà il dovere di ricercare, nell’Ente di cui è il primo amministratore, le responsabilità dell’accaduto… ed agire di conseguenza.

domenica 19 agosto 2012

Monti, la lezione di De Gasperi, il futuro dell’Italia.

Riporto qui di seguito la bella lettera indirizzata dall’on. Pier Ferdinando Casini a Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera, pubblicata ieri dal quotidiano di via Solferino. Penso che si tratti di un contributo utile, per una riflessione comune peraltro in coincidenza dell’incontro, che si svolgerà oggi in Provincia di Trento, commemorativo dell'anniversario della morte di Alcide De Gasperi, a cui interverranno, oltre lo stesso Casini, Lorenzo Dellai, Andrea Riccardi, Raffaele Bonanni e Andrea Olivero.

Caro direttore,
nemmeno un mese fa il presidente del Consiglio Monti, alla domanda di un giornalista russo sulla via d’uscita migliore dalla crisi, ha risposto con le parole di Alcide De Gasperi: “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni”.
Naturalmente non so se la scelta di rievocare quella celebre frase proprio in Russia, un Paese dai tratti fortemente populisti, sia stata casuale. Quello che so è che tutta la classe politica, e vorrei aggiungere anche gran parte della classe dirigente italiana, dovrebbe chiedere scusa a De Gasperi. In questi anni abbiamo pensato tutti troppo alle elezioni, agli interessi di partito, di categoria e di corporazione, e poco, o niente, alle prossime generazioni. Dimenticando una lezione che De Gasperi, peraltro, non aveva predicato nel deserto. Perché il testimone lasciato dallo statista trentino di cui ricorre il 58°anniversario della scomparsa, nel tempo è stato raccolto da uomini come Fanfani, La Malfa o Moro. Personalità capaci di guidare il Paese, attraverso scelte anche impopolari, fino a risultati straordinari, con tassi di crescita che oggi definiremmo “cinesi”, un Pil pro capite da quarta-quinta potenza economica mondiale, un’industria manifatturiera seconda solo alla Germania. Poi ci siamo seduti. Verso la fine della Prima e durante la Seconda Repubblica si è prodotto nient’altro che populismo, miopia, calcolo breve. Spostando ogni volta un po’più in avanti i problemi, posticipando di continuo le riforme, come se non ci riguardasse comunque poggiare sulle spalle delle generazioni future la somma delle inadempienze del presente. Il contrario di quanto ci aveva insegnato lo statista scomparso nel 1954, e con lui e dopo di lui tutti i padri dell’Europa di ieri e di oggi: da Adenauer a Schuman, fino a Helmut Kohl. È inutile allora cercare oggi il nuovo De Gasperi. Ogni tentativo di paragone è destinato a deludere: è stato unico e tale rimarrà. La sola cosa che possiamo fare è cercare di tornare a raccogliere tutti insieme almeno la sua eredità. Il terreno principale non può che essere l’aggiornamento della nostra visione sull’Europa. Basta con i rituali europeismi di maniera, sì a un tragitto che ci porti alla federazione degli Stati uniti d’Europa con nuovi obblighi e responsabilità per tutti: ipotizzare cessioni di sovranità in cambio di un rinnovato solidarismo comunitario deve prevedere un diverso assetto istituzionale. Si allontani da noi ciò che i cittadini vedono con sempre maggiore fastidio, e cioè l’Europa delle burocrazie, e si pensi finalmente a un vertice politico eletto e legittimato dalla gente, che a essa risponda con continuità. Riprogettiamo il futuro dei nostri figli su basi nuove, a partire da un nuovo protagonismo delle grandi famiglie politiche europee. Tornando all’Italia, in questi mesi il governo Monti ha assunto una serie di provvedimenti in numerosi ambiti: dalle pensioni al lavoro, alle liberalizzazioni, al contenimento della spesa, per ricordare i più rilevanti. Non tutti perfetti, alcuni sicuramente migliorabili, ma che avevano come minimo comune denominatore il grande pregio di recuperare la lezione degasperiana secondo cui, se è necessario, occorre anche saper andare contro vento.
Questione politica innanzitutto, ma non solo politica. Guardiamo a cosa hanno scatenato dentro, ma soprattutto fuori dal «Palazzo», le ipotesi di riduzione delle Province e di accorpamento dei tribunali. La verità è che siamo oggi un Paese per certi aspetti ancora più corporativo di 60 anni fa. Un Paese in cui tutti invocano tagli e riduzione degli sprechi a parole, ma al massimo sono disponibili a falciare solo l’erba del vicino. Ecco perché, se dovessi segnalare la vera priorità per l’Italia, direi che questo cambio di mentalità indicato dal tecnico Monti alla classe politica è indispensabile che non si riveli effimero ma si proietti sulla prossima legislatura. Con un’avvertenza però: per risultare efficace dovrà riguardare l’intero Paese. Abbassando il tasso di egoismo e facendo alzare a tutti lo sguardo più lontano, in direzione dei nostri figli e dei nostri nipoti. L’unica possibile se vogliamo essere un Paese moderno.
On. Pier Ferdinando Casini

martedì 7 agosto 2012

Fabiano Amati, senza ipocrisia.

Riporto qui di seguito un comunicato stampa diffuso ieri dall’Assessore regionale Fabiano Amati, il quale è intervenuto sul tema del registro delle unioni civili apportando, da cattolico, un contributo lucido che può animare un dibattito interessante.   
    
«Se pacatamente si potesse dire qualcosa sul registro delle unioni civili ci accorgeremmo di quanto sia inopportuno ostacolarlo, soprattutto in tempi in cui (crisi) i provvedimenti di sicurezza sociale non possono escludere nessun Cittadino, meno che mai qualora tale esclusione sia giustificata dalle scelte affettive che ognuno può insindacabilmente fare».
Lo ha dichiarato l'Assessore regionale Fabiano Amati, con riferimento alle polemiche insorte dopo la presentazione di una proposta in materia, presentata da alcuni Consiglieri comunali del Comune di Brindisi. 
«Il presupposto di tale provvedimento - ha detto - che ovviamente auspico, attiene all'esercizio del dovere statuale di garantire l'equità nelle forme d'accesso ad ogni tipo di provvidenza, senza alcun pregiudizio o discriminazione. Ogni riflessione diversa rende priva di oggetto la stessa discussione.
Mi spiace solo dover osservare in talune occasioni ed in qualche opinione contraria il richiamo all'ispirazione cristiana. È mio costume evitare, per educazione politica, di fare riferimento alla mia ispirazione cristiana per giustificare l'esercizio di funzioni pubbliche, trovo però eccessivo osservare l'utilizzo di un messaggio così esigente, quello cristiano appunto, per dire l'esatto contrario, revocando così il suo fondamento compassionevole, cioè la partecipazione alla sofferenza altrui.
Recuperando pacatezza e riflessione, dunque, ci accorgeremmo che il nostro paese, a volte ingiustamente vituperato, ha nel suo ordinamento, sin dal 1989 col regolamento anagrafico, un concetto di famiglia (anagrafica) che non si fonda solo sul matrimonio ma anche su vincoli affettivi che prescindono dallo stesso matrimonio. Dal 1989 ad oggi sono passati più di venti anni; su quella scia normativa e su altre fonti di rango Europeo, oltre che su pronunce giurisprudenziali, si stanno materializzando tutte le proposte presentate nei Consigli comunali italiani, tra le quali si situa quella presentata ragionevolmente a Brindisi da alcuni consiglieri comunali: permettetemi di restare di stucco quando a tale presentazione corrisponde un eccessivo rumore mediatico, piuttosto che un'approvazione senza contrasti ed all'unanimità».

giovedì 2 agosto 2012

Per chi suona la campanella?

Apprendo che la proposta di referendum popolare per l’abrogazione del rimborso delle spese di soggiorno a Roma in favore dei nostri Parlamentari ha abbondantemente superato, a Latiano, i cento sottoscrittori.
E ciò nonostante la sopravvenuta mancanza dell’apposito modulo (il primo è stato esaurito in poco tempo e si è poi provveduto a scaricarne un altro da internet), che ha costretto l’Ufficio di Segreteria del Comune a non poter accogliere una decina di ulteriori sottoscrizioni.
Non so se questo referendum si celebrerà mai: un po’ per l’approssimarsi della scadenza naturale della legislatura, un po’ perché non ho idea di quale possa essere stata la capacità di coinvolgimento e di sensibilizzazione dei cittadini italiani esercitata dal Comitato promotore nazionale.
Tuttavia credo che almeno un piccolo segnale politico, ai nostri Parlamentari, sia stato lanciato.
Una campanella, insomma, è stata suonata.
Del resto molte cose, ormai, sono cambiate, nelle famiglie italiane, e di certo, dunque, non possono rimanere immutati i privilegi acquisiti, sia pure legittimamente, dalla classe politica.

lunedì 30 luglio 2012

Strade rurali: si comincia dalla Via Vecchia dei Greci. Esprimo il mio plauso e la mia soddisfazione.

Più volte ho sollecitato interventi finalizzati alla sistemazione delle strade rurali ritenendo che, in tal modo, si possa determinare un aiuto concreto per gli operatori agricoli e si possa anche venire incontro alle esigenze quotidiane di quelle famiglie che vivono fuori dal centro urbano.
Nel mio ultimo intervento, in proposito (vedere post del 3 maggio 2012 su http://mimpegno.blogspot.com/), ho evidenziato l’opportunità offerta dal bando  - pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 43 del 22 marzo 2012 -  per la selezione di progetti, particolarmente nell’ambito della Azione 3 della Misura 125 del PSR Puglia 2007 – 2013, finalizzati all’ammodernamento delle strade rurali pubbliche di collegamento con le arterie di comunicazione comunali, provinciali e statali utilizzando esclusivamente asfalti drenanti ed altre tecniche a minimo impatto ambientale.
In quella occasione ho auspicato che il Comune di Latiano proponesse la candidatura di un proprio progetto, peraltro alla luce di una diffusa esigenza di sistemazione delle strade rurali insistenti sul territorio di competenza.
In tal senso ho avuto modo di sollecitare, personalmente, anche il Sindaco Antonio De Giorgi a margine di un nostro incontro avvenuto il 26 aprile 2012.
Con viva soddisfazione ho quindi preso atto della Deliberazione della Giunta Comunale n. 110 del 6 luglio 2012, con la quale è stato approvato il progetto di ammodernamento di un tratto della strada denominata “via vecchia dei greci”, prevedendone  - per la realizzazione -  un finanziamento complessivo di € 600.000,00 così strutturato: € 100.000,00 con fondi propri del Comune ed € 500.000,00 con risorse rivenienti dall’eventuale finanziamento regionale.
Il tratto della via vecchia dei greci che potrebbe  - in caso di ottenimento del finanziamento -  essere oggetto di ammodernamento collega la Strada Provinciale 73 (che va da Latiano a Mesagne costeggiando Muro Tenente e poi la masseria Vassapulli) e la Strada Provinciale 70 (Latiano – Torre Santa Susanna).
Questo tratto di strada, va sottolineato, rappresenta la continuazione della Strada Provinciale 72 (che va dalla via per Torre Santa Susanna alla via per Oria, confluendo infine su quest’ultima all’altezza della cosiddetta “curva di Carissimo”).
Certo, anche altre strade rurali latianesi avrebbero potuto essere oggetto della progettazione che, in questo caso, è stata posta in essere dal Comune di Latiano per accedere al finanziamento messo a bando dalla Regione Puglia: in tal senso gli Amministratori hanno esercitato le prerogative a loro riconosciute dal vigente Ordinamento assumendosi le consequenziali responsabilità politiche. Va comunque dato atto di una volontà di intervento, che potrebbe consentire di realizzare un’opera importante, capace di produrre effetti positivi per il nostro territorio.
Insomma, non ci rimane che “tifare”, tutti, per il buon esito di questa iniziativa, con l’auspicio che produca  - così come avvenuto attraverso l’ampia azione progettuale sviluppata dalla Giunta Zizzi – Ruggiero (che sta consentendo di intercettare materialmente, oggi, utili finanziamenti per la realizzazione di opere pubbliche di valenza strategica) -  le risorse necessarie alla realizzazione di un nuovo tassello nella costruzione di una Latiano più moderna e vivibile.   

mercoledì 18 luglio 2012

Su questo Referendum ci metto la firma!

Ho già scritto su questo blog (vedi post del 7 giugno 2011) che non mi appassionano i referendum popolari abrogativi poiché il ripetuto ricorso a tale strumento di partecipazione democratica, negli ultimi venti anni, più che concrete innovazioni normative ha prodotto l’effetto (comunque positivo, della serie: “il Re è nudo!”) di evidenziare la difficoltà, del nostro Parlamento, a legiferare, ad introdurre innovazioni normative in sintonia con i sentimenti, con le sensibilità nuove, del Popolo Italiano. Non sempre, dunque, mi sono recato a votare per i referendum abrogativi; l’ho fatto solo quando ci ho creduto davvero, quando ho ritenuto che quella partecipazione potesse sortire effetti positivi sulla vita della comunità-Paese a cui, con orgoglio, appartengo. Raramente ho partecipato a sottoscrizioni per promuovere un referendum: l’ho fatto per sostenere i referendum promossi da Mario Segni, che si celebrarono il 18 aprile 1993 e che avrebbero poi prodotto, con la vittoria del “si”, l’introduzione del sistema elettorale maggioritario verso cui in molti, illudendoci, avevamo guardato come l’affaccio verso un provvidenziale orizzonte nuovo per la politica italiana (che già allora mostrava tutti i segni della sua inadeguatezza…). Ora una proposta di referendum abrogativo torna a darmi motivazioni; e così ho deciso di sostenerla, non solo sottoscrivendola ma anche invitando i miei concittadini a fare la stessa cosa. In tal senso, insieme ad un gruppo di persone che stimo, spontaneamente, abbiamo voluto lanciare un appello, formulando, in data odierna, il seguente comunicato stampa:
    
Presso l’Ufficio Segreteria del Comune di Latiano è possibile sottoscrivere, fino al prossimo 30 luglio, la proposta di referendum popolare abrogativo  - ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e in applicazione della Legge 25 Maggio 1970, n. 352 -  sul seguente quesito: “Volete voi che sia abrogato l’art. 2 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 20 novembre 1965, n. 290?”.
Con  l’abrogazione di tale disposizione, ai Parlamentari italiani non verrà più corrisposta la “diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”. Resta comunque ferma la corresponsione dell’indennità disciplinata dall’art. 1 della predetta legge.
Il comitato promotore del referendum (l’Unione Popolare, che ha sede a Roma) fa osservare che la norma di cui si propone l’abrogazione prevede un "rimborso spese"  - che sarebbe pari a circa 48 mila euro annui per ogni deputato o senatore -  in cifra fissa uguale per tutti e senza l'obbligo di dimostrarne l'effettiva spesa.
I sottoscritti  - a titolo personale, fatta salva la rispettiva appartenenza politica e comunque senza alcun legame con il comitato nazionale promotore dell’iniziativa -  invitano tutti i cittadini a riflettere, ad approfondire e, se lo ritengono giusto, a recarsi presso il Comune con carta d’identità, o altro valido documento di riconoscimento, per sottoscrivere la proposta.
Firmato:
Gabriele Argentieri, Gianni Rucco, Luca Rodia, Luigi Errico, Eupremio Calò, Diego Calò, Giorgio Errico, Carmine Somma, Vittoria Menga,Vincenzo Parabita.

mercoledì 27 giugno 2012

Mettiamoci in... MOVIMENTO!

In un tempo carico di ansie e di incertezze  - quando i cittadini sembrano aver smarrito la loro fiducia verso la politica e quando la politica, a tutti i livelli, forse ritenendosi impreparata alla complessità del compito odierno, sembra spesso voler delegare le proprie prerogative -  credo che gli uomini e le donne di buona volontà siano chiamati all’assunzione diretta di un impegno sociale.
Non è facile, di questi tempi, mettersi in gioco: troppi problemi da risolvere, con poche risorse disponibili. Il rischio di pagare incomprensioni, o di finire vittime di facili demagogismi, c’è; è forte.
Ma è proprio la testimonianza di una volontà, diffusa, di esserci, di non mollare e, anzi, di rimboccarsi le maniche, che può risvegliare la speranza di un popolo ormai troppo spesso ripiegato, contratto, disilluso.
E così, a poco più di due anni dall’inizio della mia modesta “avventura” come consigliere comunale  - consapevole della responsabilità correlata a questa funzione pubblica, anche per ciò che attiene l’animazione di un dibattito politico – culturale nel contesto, anche territoriale, di riferimento -  ritengo doveroso imprimere un cambio di marcia al mio… impegno quotidiano.
Credo infatti che non basti più il mio “andare incontro”, con i pochissimi mezzi di cui dispongo, per cercare di risolvere, o di lenire, le tante piccole e grandi problematiche che affliggono la vita delle famiglie, dei più giovani come dei più anziani.
Credo che ora occorra stimolare il notevole bagaglio di energie di cui dispongono le tante persone con le quali mi relaziono; occorre creare ponti tra questi vissuti, sinergie da cui possano “esplodere” fatti nuovi.
Credo che si debbano prospettare percorsi di incontro e di costruzione partecipata di una società nuova, all’insegna di una visione positiva della persona umana, intesa come soggetto autonomo e responsabile, capace di intraprendere e di cooperare per il bene comune.
Credo nella importanza strategica del riabituarsi ad una costante proiezione nelle implicazioni etiche, culturali e sociali delle scelte e dei comportamenti; in tal senso assume un ruolo determinante il confronto tra generi e tra generazioni.
Insomma, credo che oggi troppe risorse, soprattutto tra i giovani, rischino di non trovare uno sbocco espressivo: potenzialità che potrebbero non farsi mai “storia”.
Penso che queste realtà, se poste in relazione tra loro, possano invece accogliersi, completarsi, o almeno, attraverso il confronto, aiutarsi ad uscire dal torpore della fiducia in cui il destino  - e non la loro colpa, e non la loro volontà, e non la loro debolezza -  le ha cacciate.
Che posso fare, allora, io?
Ferma restando la mia collocazione politica  - ma soprattutto il mio rappresentarmi ed il mio tendere ad essere, in pienezza ed in coerenza con la mia formazione, un democratico cristiano -  e fermi restando il rispetto e la stima verso i due Amici con cui condivido l’appartenenza ad un gruppo consiliare (nonché il legame, anche affettivo, instauratosi con loro), avverto la responsabilità di organizzare, in maniera autonoma, un Movimento che richiami ad un maggiore impegno, in prima persona, chiunque possa offrirlo e che diventi il luogo di questo incontro di energie.
Già in campagna elettorale, nei mesi di febbraio e marzo 2010, avevo condiviso questa ambizione con qualche caro amico. Le sollecitazioni di tante altre persone e i tempi nuovi, le nuove sfide verso cui la società italiana è protesa, credo che rendano ormai non più procrastinabile questo mio ulteriore, seppure piccolo, contributo.
I prossimi mesi saranno dedicati alla definizione delle forme e delle modalità di organizzazione di questa “presenza”.
Immagino un network: una rete, con tanti “nodi” che rappresentano gli “incontri”; ma vorrei andare oltre “la rete” virtuale, ovvero internet. Vorrei incontri veri, reali. Immagino persone, volti, smorfie, imbarazzi, sorrisi, strette di mano, pacche sulle spalle.
Ma non so se sia necessario darsi una sede fissa, una stanza o una sala.
Vorrei privilegiare il dinamismo delle relazioni, anche la spontaneità del loro nascere e del loro evolversi.
Penso a qualcosa di molto simile ai social – network ma… con persone in carne ed ossa: insomma, vorrei stimolare sinergie reali e realizzare, così, la soggettività del Movimento, senza rafforzare, o consolidare, etichettature, appartenenze, culti della personalità di questo o di quell’altro “animatore” o “ispiratore”.
Certo, il mio “storico” blog (http://mimpegno.blogspot.com), attivato l’1 maggio 2008, continuerà ad esercitare la sua parte. Ma sarà utile anche un giornalino, di carta stampata: “reale”, anch’esso.
Ce n’è di strada da fare. I miei recapiti sono noti a tutti: inizia la fase della elaborazione.
Decidiamo insieme, quindi, quale dovrà essere il prossimo passo!