martedì 24 aprile 2012

Alla prossima, Sarkò! (O almeno, così spero)

Al primo turno delle elezioni presidenziali francesi il candidato socialista Francois Hollande si è imposto, con il 28,63% dei consensi, sul capo dello Stato uscente, Nicholas Sarkozy (27,18%).
Anche i primi sondaggi sul secondo turno, in programma per il prossimo 6 maggio, lasciano esigui margini di speranza al Presidente tuttora in carica.
Sono elezioni importanti, quelle che si stanno celebrando in Francia in questi giorni; importanti per l’Europa.
Ci si chiede, in generale, se i destini dell’Unione debbano rimanere sottesi soprattutto agli umori dell’asse franco – tedesco: ma ciò dipende pure da come si approcciano gli altri Paesi partners, così come dimostra la percezione, che tutti abbiamo avuto, del capovolgimento di considerazione, e di prestigio internazionale, registrato dall’Italia sin dall’insediamento del Governo Monti.
Ritengo che Sarkozy non abbia dato prova di quell’equilibrio che deve caratterizzare una esperienza di guida di un Paese importante.
Tre atteggiamenti assunti da quest’uomo mi hanno colpito negativamente: anzitutto l’approccio di sfida  - verso tutta la comunità internazionale, e verso l’Italia in modo particolare -  avuto in occasione dell’attacco a Gheddafi. E poi il sorriso sprezzante all’indirizzo di Berlusconi, di fronte alla stampa mondiale, incurante del fatto che l’ostentazione del biasimo per la poca affidabilità di un premier rischiava di offendere un intero Popolo amico. Infine, proprio nei giorni scorsi, in piena campagna elettorale, il gesto di sfilarsi dal polso quel costoso orologio, regalo della moglie Carla Bruni, prima di stringere le mani ai suoi sostenitori, nell’evidente intento di evitare un dannoso scippo.
Ora, insomma, sembra che la “grandeur” di Sarkozy sia destinata a ridimensionarsi.
Ed un bagno di umiltà non potrà che fare bene a questo leader politico verso il quale il centrodestra europeo aveva guardato con fiducia.

lunedì 16 aprile 2012

Dalla Provincia di Brindisi, una buona notizia: defibrillatori in tutte le palestre scolastiche.

Un defibrillatore in ogni scuola media superiore dotata di palestra ed un corso di formazione ad utilizzarlo, per gli insegnanti di educazione fisica: è questa la proposta che il Presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, porterà in Giunta venerdì prossimo.
Dopo la morte del calciatore professionista Piermario Morosini, Ferrarese intende insomma contribuire fattivamente affinché simili tragedie non si ripetano.
E la dotazione di un defibrillatore in ogni palestra scolastica va  - a mio modesto avviso -  nella direzione giusta, se si pensa che, statisticamente, le possibilità di salvare la vita di una persona, in caso di arresto cardiaco, diminuiscono del 10% in ogni minuto e che, quindi, la tempestività di intervento, con attrezzature idonee e personale adeguatamente preparato, assume un ruolo fondamentale.
Si tratta, evidentemente, di una iniziativa meritoria, che offre una soluzione concreta ad una problematica, spesso sottovalutata, che produce effetti devastanti.
Alcuni anni addietro (credo sia stato tra il 2004 ed il 2005), su invito del mio amico Mario Balzanelli (Direttore del “118” della ASL di Taranto e già docente universitario), sono stato tra i componenti del comitato promotore di una proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione dell’insegnamento della disciplina del primo soccorso nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Ricordo la straordinaria valenza civica di quella esperienza che, al di là della raccolta delle sottoscrizioni (risultato conseguito grazie al travolgente entusiasmo di Balzanelli), introdusse un dibattito importante negli ambienti più diversificati.
Oggi, come allora, sono convinto della necessità di promuovere una cultura dell’emergenza, come principio a cui uniformare comportamenti e, per quanto riguarda le Istituzioni, prassi nonché determinazioni finalizzate alla salvaguardia della vita umana anche in situazioni di pericolo improvviso ed imprevisto.