Un defibrillatore in ogni scuola media superiore dotata di palestra ed un corso di formazione ad utilizzarlo, per gli insegnanti di educazione fisica: è questa la proposta che il Presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, porterà in Giunta venerdì prossimo.
Dopo la morte del calciatore professionista Piermario Morosini, Ferrarese intende insomma contribuire fattivamente affinché simili tragedie non si ripetano.
E la dotazione di un defibrillatore in ogni palestra scolastica va - a mio modesto avviso - nella direzione giusta, se si pensa che, statisticamente, le possibilità di salvare la vita di una persona, in caso di arresto cardiaco, diminuiscono del 10% in ogni minuto e che, quindi, la tempestività di intervento, con attrezzature idonee e personale adeguatamente preparato, assume un ruolo fondamentale.
Si tratta, evidentemente, di una iniziativa meritoria, che offre una soluzione concreta ad una problematica, spesso sottovalutata, che produce effetti devastanti.
Alcuni anni addietro (credo sia stato tra il 2004 ed il 2005), su invito del mio amico Mario Balzanelli (Direttore del “118” della ASL di Taranto e già docente universitario), sono stato tra i componenti del comitato promotore di una proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione dell’insegnamento della disciplina del primo soccorso nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Ricordo la straordinaria valenza civica di quella esperienza che, al di là della raccolta delle sottoscrizioni (risultato conseguito grazie al travolgente entusiasmo di Balzanelli), introdusse un dibattito importante negli ambienti più diversificati.
Oggi, come allora, sono convinto della necessità di promuovere una cultura dell’emergenza, come principio a cui uniformare comportamenti e, per quanto riguarda le Istituzioni, prassi nonché determinazioni finalizzate alla salvaguardia della vita umana anche in situazioni di pericolo improvviso ed imprevisto.
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