C’è ancora una buona politica, che osa ragionare in pubblico, che si interroga sulle soluzioni possibili, che non pone limiti al mettersi in discussione, che sa assumersi le responsabilità e che sa richiamare alla responsabilità, che non ha paura di confrontarsi con le sue stesse vulnerabilità, che prova a resistere alla tentazione forte di corteggiare il consenso a tutti i costi.
L’opportunità di un incontro con questa Politica mi è stata offerta ieri sera, ad Ostuni, presso la Casa della Musica, su iniziativa meritoria di Maria Nacci, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Taranto e candidata al Consiglio Comunale nella città bianca per la lista del Partito Democratico (chi vota ad Ostuni o chi ha amici che, domenica prossima, votano lì, è dunque avvisato…).
I temi, assai interessanti, del confronto sono stati proposti dal libro – inchiesta “Il Paese dei veleni” curato dai giornalisti Andreina Baccaro e Antonio Musella per la Round Robin Editrice. Andreina è figlia di Titti, mio caro amico e collega già segretario regionale della CGIL – Funzione Pubblica, ma è nata per brillare di luce propria: l’ho conosciuta nel 2006 e per lei era una vita fa; nel 2007 ha vinto il premio “Ilaria Alpi Maria Grazia Cutuli” della Camera dei Deputati con la tesi di laurea “Il diritto all’informazione in tempo di guerra”; è giornalista professionista; lavora per il settimanale Wemag; ha lavorato per L’Unità di Bologna; è animatrice del festival del giornalismo ambientale e dell’ecosostenibilità che Think Green porta a Taranto dal 26 al 29 giugno prossimi.
“Il Paese dei veleni” passa in rassegna i più grandi disastri ambientali italiani degli ultimi anni, tra rifiuti, inquinamento e fumi neri, narra il “biocidio” del nostro Paese attraverso le storie di territori e di persone che hanno deciso di non abbassare più la testa; un dramma che coinvolge tutti, perché di veleni si muore (si osserva infatti un innalzamento dell’età media di vita ed un abbassamento dell’età media di vita sana).
Il dibattito che è seguito alla presentazione del libro - con l’intervento di consiglieri regionali, giuristi, ambientalisti ed esponenti del mondo della sanità - è stato ricco di significato. Si è approdati ad una sintesi? Si è trovata la soluzione di ogni “guasto”? No (e del resto la serietà degli interventi prodotti non si prestava a cedimenti di leggerezza o di arroganza) ma si è almeno radicata meglio la consapevolezza della complessità della problematica, anche per le implicazioni dirette con lo stile di vita che ciascuno di noi conduce.