domenica 18 maggio 2014

Il Paese dei veleni

C’è ancora una buona politica, che osa ragionare in pubblico, che si interroga sulle soluzioni possibili, che non pone limiti al mettersi in discussione, che sa assumersi le responsabilità e che sa richiamare alla responsabilità, che non ha paura di confrontarsi con le sue stesse vulnerabilità, che prova a resistere alla tentazione forte di corteggiare il consenso a tutti i costi.
L’opportunità di un incontro con questa Politica mi è stata offerta ieri sera, ad Ostuni, presso la Casa della Musica, su iniziativa meritoria di Maria Nacci, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Taranto e candidata al Consiglio Comunale nella città bianca per la lista del Partito Democratico (chi vota ad Ostuni o chi ha amici che, domenica prossima, votano lì, è dunque avvisato…).
I temi, assai interessanti, del confronto sono stati proposti dal libro – inchiesta “Il Paese dei veleni” curato dai giornalisti Andreina Baccaro e Antonio Musella per la Round Robin Editrice. Andreina è figlia di Titti, mio caro amico e collega già segretario regionale della CGIL – Funzione Pubblica, ma è nata per brillare di luce propria: l’ho conosciuta nel 2006 e per lei era una vita fa; nel 2007 ha vinto il premio “Ilaria Alpi Maria Grazia Cutuli” della Camera dei Deputati con la tesi di laurea “Il diritto all’informazione in tempo di guerra”; è giornalista professionista; lavora per il settimanale Wemag; ha lavorato per L’Unità di Bologna; è animatrice del festival del giornalismo ambientale e dell’ecosostenibilità che Think Green porta a Taranto dal 26 al 29 giugno prossimi.
“Il Paese dei veleni” passa in rassegna i più grandi disastri ambientali italiani degli ultimi anni, tra rifiuti, inquinamento e fumi neri, narra il “biocidio” del nostro Paese attraverso le storie di territori e di persone che hanno deciso di non abbassare più la testa; un dramma che coinvolge tutti, perché di veleni si muore (si osserva infatti un innalzamento dell’età media di vita ed un abbassamento dell’età media di vita sana).
Il dibattito che è seguito alla presentazione del libro  - con l’intervento di consiglieri regionali, giuristi, ambientalisti ed esponenti del mondo della sanità -  è stato ricco di significato. Si è approdati ad una sintesi? Si è trovata la soluzione di ogni “guasto”? No (e del resto la serietà degli interventi prodotti non si prestava a cedimenti di leggerezza o di arroganza) ma si è almeno radicata meglio la consapevolezza della complessità della problematica, anche per le implicazioni dirette con lo stile di vita che ciascuno di noi conduce.  

Nessun commento: