Credo che le più recenti sedute del Consiglio Comunale possano aver insegnato, a tutti, qualcosa.
Credo che, da solo, nessuno vada lontano.
Credo che occorra fare di più, insieme. Credo che, insieme, si possa fare di più.
Credo che occorra valorizzare il Consiglio Comunale quale sede privilegiata di confronto e di decisione, quale organo cardine di indirizzo strategico: non possiamo limitarci ad “andare” in Consiglio Comunale quando lo sollecita l’opposizione oppure quando lo impone la legge.
Credo però che, in quella sede, dobbiamo spogliarci dalla tentazione di primeggiare, dobbiamo abbandonare la strada del confronto “muscolare” (da una parte la dialettica talvolta sprezzante, dall’altra la “mannaia” della superiorità numerica: a volte sembra un dialogo tra sordi; è comunque una performance, per tutti, impegnativa ma poco produttiva - o addirittura controproducente - per la comunità).
Le difficoltà e le complessità che affronta oggi chiunque si approcci a guidare un’Amministrazione Comunale sono tali da non potersi consentire la permanenza di un clima di conflittualità: soprattutto in un Comune piccolo e con poche potenzialità come quello di Latiano, laddove anche pregresse progettualità che hanno consentito di intercettare virtuosi finanziamenti, in ragione delle vigenti “regole” della finanza pubblica, possono rappresentare un capestro.
Allora, chiunque si dica disponibile ad offrire un contributo alla vita della comunità deve fare, concretamente, la sua parte: occorre l’umiltà di rendersi disponibili ad accogliere i contributi ed occorre l’umiltà di rendersi disponibili ad offrire i contributi di cui si dispone, senza strumentalizzazioni; occorrono gesti di accoglienza reciproca; sul piano del bene comune, occorre pure accantonare i personalismi; occorre far circolare le informazioni affinché tutti siano messi, sempre, nella condizione di partecipare consapevolmente.
Sono convinto che il Consiglio Comunale sia la più alta espressione civica della comunità.
E Latiano dispone anche di una Società Civile vivace e capace. Ci sono forze politiche non rappresentate in Consiglio Comunale che - dopo questa parentesi temporale che mi vede, indegno, tra i protagonisti - avranno la loro giusta opportunità: anche del loro contributo, già oggi, non si può fare a meno.
Non è il tempo, questo, dell’autosufficienza.
Credo, invece, che sia, questo, il tempo della corresponsabilizzazione: nel rispetto della volontà popolare, certo, ma anche nel rispetto dell’intelligenza e della dignità di ciascuno.
So che il rispetto, così come il dialogo, sono conquiste. E queste conquiste sono strumenti fondamentali se davvero si intende fare, insieme. Adoperiamoci, dunque, per stabilire condizioni di rispetto reciproco e di vero dialogo: se non si muove il primo passo, non si inizia a camminare.
La campagna elettorale è finita ormai da un anno; si tornerà a votare solo fra quattro anni: rendiamoli, quanto più è possibile, utili alla comunità!
Da oggi si deve voltare pagina: chi - a partire da me - non dovesse rendersi disponibile ad un cambio di rotta, credo che dovrà assumersene la responsabilità di fronte ai latianesi.
Gabriele Argentieri
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