domenica 28 agosto 2016

Quanto fa un Parroco, per Latiano. (piccoli pensieri di un profano)

Giovedì 1 settembre, alle ore 19, presso la Chiesa Madre, don Angelo Altavilla celebrerà la Santa Messa di commiato dalla comunità parrocchiale latianese.
Domenica 4 settembre, alle ore 11, sempre presso la Chiesa Madre di Latiano, sarà celebrata la Santa Messa di presentazione del nuovo Parroco, don Salvatore Rubino.
Don Angelo e don Salvatore sono due “figli” della Parrocchia Santa Maria della Neve e sono… semplicemente diversi, tra loro.
Li conosco bene, entrambi, ma scriverò poco: solo l’essenziale, perché lo ritengo necessario.
Don Angelo è stato, per due volte, il mio Parroco; è stato, tutto sommato, un bravo Parroco; don Angelo è un Uomo di Chiesa e di Dio, uno con il quale è difficile “attaccare bottone” ma uno che sa essere presente quando conta, un grande lavoratore, una persona intelligente, una personalità forte almeno quanto lo fu quella di un altro Parroco ancora oggi ricordato dalla comunità latianese: don Giovanni Mauro.
Don Angelo lascia tanto alla Parrocchia ed alla città di Latiano.
Don Angelo ha celebrato il mio matrimonio con Annamaria.
Don Salvatore è quasi un mio coetaneo (è un anno più grande di me), come me ha frequentato la Scuola Elementare presso le Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore (in piazza Bartolo Longo); i primi Sacramenti, a me ed a lui, sono stati impartiti da don Antonio Calò, un Parroco che, forse per l’aspetto fisico un po’ “importante”, sin da ragazzo ho sempre accostato a don (allora ancora non lo era…) Salvatore; dopo la quinta elementare lui entrò in Seminario e da quel momento l’ho visto sempre “sacerdote”; in Parrocchia, mentre io ero giovanissimo, lui era seminarista “tutto d’un pezzo”, serio, maturo; ho sempre pensato che, prima o poi, sarebbe toccato a lui, che insomma, prima o poi, don Salvatore sarebbe diventato Parroco della Chiesa Madre; credo che don Salvatore, nel corso degli anni, lungo le sue esperienze, si sia, in qualche modo, preparato a questa eventualità che oggi si realizza.
Don Salvatore è stato (per i lunghi anni ormai trascorsi forse, purtroppo, dovrei dire “fu”) presente alla mia festa di laurea.
Credo proprio che don Salvatore ce la metterà tutta, e sarà dunque anche lui un buon Parroco della Chiesa Madre.
Sono tra quelli che pensano che prima o poi don Angelo sarà Vescovo: uno di quei Vescovi che, immagino, a Papa Francesco piaccia avere.
Insomma, la grande (e complessa) comunità parrocchiale latianese di Santa Maria della Neve sta vivendo, in questi giorni, un tempo importante, di passaggio, che non lascia indifferenti.
Chi ci crede, prega perché lo Spirito Santo illumini, particolarmente in questa situazione, la mente e le azioni degli uomini.
Ho imparato che delle persone, per avere fiducia, non occorre attendere la sentenza di un giudice in Terra: lo senti e basta.
Ci ho pensato: chi lascerebbe in custodia, per un giorno, il proprio portafogli, ben pieno, a papa Francesco? Io forse no, perché al mio ritorno potrebbe averne usato il contenuto, certo per me non irripetibile, per darlo a chi ne ha più bisogno.     
Benvenuto, don Salvatore; auguri di ogni bene, don Angelo.

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