Riporto qui di seguito l’appello a firma congiunta, mia e di Mino Maiorano, che stiamo diffondendo stasera.
Negli ultimi venticinque anni la politica si è impegnata a seguire la strada della semplificazione, per realizzare un Paese più efficiente e più competitivo: ricordiamo chi ha invocato “mani libere”, chi si è lamentato dei “lacci e lacciuoli”, chi ha sognato il “Sindaco d’Italia”, chi ha sostenuto i “Sindaci – sceriffo”, chi pensa che per non farsi carico dei dolori degli altri basti lasciarli fuori dalla porta (o al di là di un muro, o in mezzo al mare).
Si è pensato che tutto questo, ed altro ancora, consentisse di muovere passi avanti, aiutasse a giungere preparati alle sfide della competizione globale, che insomma fosse il modo giusto (a parere di qualcuno, addirittura unico) per guardare al futuro con fiducia.
Invece ci accorgiamo che la strada della semplificazione, e talvolta dell’egoismo,haallontanato i cittadini dalla politica, non ha reso più efficiente il Paese, ha allargato il divario tra ricchi (sempre più pochi) e poveri (sempre più numerosi), ha mortificato i territori ed ha umiliato i Comuni (la cui autonomia di programmazione degli investimenti è ormai, di fatto, subordinata all’occasionale disponibilità di bandi per finanziamenti mirati su specifiche tipologie di interventi decisi a livello regionale, nazionale o comunitario europeo).
Quella politica che voleva portare avanti l’Italia, ha lasciato indietro gli italiani.
Il Referendum del prossimo 4 dicembre prosegue, a suo modo, nel solco della semplificazione: non abolisce il Senato ma ne ridisegna le competenze ed impedisce ai cittadini di votarlo; offre rappresentanza in Senato a Sindaci e Consiglieri Regionali ma le materie più importanti diventano di esclusiva competenza dello Stato.
Noi siamo per la salvaguardia della “Casa Comune”: quella Carta Costituzionale entrata in vigore l’1 gennaio 1948, votata a larghissima maggioranza, sintesi di sensibilità e di energie diverse ma coese nell’intento di realizzare un’Italia libera e democratica.
Noi siamo convinti che la partecipazione diretta dei cittadini alla vita pubblica sia la qualità necessaria per il vero progresso di un Paese.
Noi domenica 4 dicembre votiamo “NO” ed invitiamo i concittadini latianesi a farlo con noi.
F.to
Mino Maiorano – Sindaco
Gabriele Argentieri – Presidente del Consiglio Comunale
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