Tra
pochi giorni inizia, ufficialmente, una campagna elettorale per le elezioni
politiche che, di fatto, dura ormai da diversi mesi.
L’appuntamento
è importante. Si tratta di eleggere il Parlamento italiano.
Eppure,
confesso che questa volta mi appassiono meno di tutte le altre da che,
maggiorenne, ho avuto il privilegio democratico di poter esprimere il mio voto.
Credo
che non sia stato colto lo spirito innovativo della bocciatura del referendum
svoltosi a dicembre 2016: proteggere la nostra Costituzione e rilanciare
convintamente, con un concetto moderno, lo spirito di unità dell’Italia in un’Europa
unita; un’Italia che non ha paura di crescere, di “contaminarsi”, di scommettere
sul futuro; un’Italia che paga i suoi debiti, che mitiga i conflitti tra le
generazioni, che sa esprimere coraggiosi “no” e coraggiosi “si” nei consessi internazionali;
un’Italia consapevole del suo ruolo strategico nel Mediterraneo.
Credo
che l’esito di quel referendum avrebbe dovuto stimolare una destrutturazione
degli schemi politici consolidatisi dopo il 1992.
Invece
non si è visto nulla di nuovo.
La
legge elettorale - che non consente di
esprimere una reale preferenza per le figure più rappresentative dei territori
- ci ha messo il resto.
Tempo
addietro avevo pubblicamente auspicato di poter esprimere il mio consenso verso
quegli esponenti politici che, a mio parere, sono stati più presenti, negli
ultimi anni, per risolvere le problematiche della nostra comunità e per
sostenere le potenzialità che essa sa esprimere: Pino Romano e Toni Matarrelli.
Entrambi,
però, non hanno trovato condizioni adeguate per potersi confrontare, come
avrebbero meritato, in questa campagna elettorale. Non so se il destino politico li vedrà ancora insieme.
Nel
centrodestra, stessa sorte mi sembra sia toccata ad un altro esponente politico
di tutto rispetto: Michele Saccomanno.
Manca,
nello scenario nazionale, il progetto politico nuovo intorno a cui chi la pensa
come me (e mi sembra che non siamo pochi) possa tornare a spendersi con
convinzione.
E mancano
anche (almeno per ciò che concerne le elezioni politiche, le più importanti)
regole del gioco selettive di una classe dirigente che sia all’altezza del
compito.
Non
mancano però, anche fuori dall’agone politico, le donne e gli uomini di
qualità; non mancano le donne e gli uomini che sono pronti, che conoscono le
strade da percorrere per rendere l’Italia un luogo migliore.
Anche
in ambito locale ci sono capacità, emergenti dal mondo delle professioni, che
andrebbero seriamente valorizzate nelle sedi politiche (penso, ad esempio, a
Pierangelo Argentieri). E poi c’è un tessuto sociale e produttivo, fatto dall’associazionismo,
dal mondo cooperativo e della piccola e media impresa, che vede la persona come
valore e la natura come risorsa da promuovere e tutelare.
Per
questo, pur essendo oggi deluso, non perdo la speranza.
Sono
tra quelli che hanno apprezzato il governo di Enrico Letta e molte cose del governo
Gentiloni.
Ho
grande rispetto verso il Partito Democratico ma penso che il “renzismo” (che,
per fortuna, non esaurisce tutto ciò che è oggi il Partito Democratico) avrebbe
potuto essere un’opportunità per l’Italia e si è invece trasformato in un
problema.
Ritengo
significativa la testimonianza di Pietro Grasso (i sondaggi di “Liberi e Uguali”,
intesi come coalizione autonoma, non vanno molto oltre il significato di “testimonianza”),
perché la Politica si deve distinguere come sede principale della legalità e
del servizio, prestato con onore, alle Istituzioni.
Apprezzo
molto le battaglie che Michele Emiliano conduce, senza riserve e senza timore
di rimanere isolato (anche da chi dovrebbe essergli più vicino ma, per calcolo,
si eclissa), per la dignità della nostra Puglia e dei pugliesi, per la tutela
del nostro patrimonio ambientale.
Ammiro,
in particolare, come, giudiziosamente, il Presidente Emiliano rimanga… un passo
indietro rispetto al clima di questa campagna elettorale.
Allora,
concludo: io il 4 marzo andrò a votare; ma le prossime settimane non mi
vedranno impegnato in campagna elettorale; incontrerò i miei Amici, come al
solito parleremo anche di politica, ci confronteremo e decideremo a chi dare
fiducia. Null’altro.