domenica 28 gennaio 2018

Il 4 marzo io vado a votare.

Tra pochi giorni inizia, ufficialmente, una campagna elettorale per le elezioni politiche che, di fatto, dura ormai da diversi mesi.
L’appuntamento è importante. Si tratta di eleggere il Parlamento italiano.
Eppure, confesso che questa volta mi appassiono meno di tutte le altre da che, maggiorenne, ho avuto il privilegio democratico di poter esprimere il mio voto.
Credo che non sia stato colto lo spirito innovativo della bocciatura del referendum svoltosi a dicembre 2016: proteggere la nostra Costituzione e rilanciare convintamente, con un concetto moderno, lo spirito di unità dell’Italia in un’Europa unita; un’Italia che non ha paura di crescere, di “contaminarsi”, di scommettere sul futuro; un’Italia che paga i suoi debiti, che mitiga i conflitti tra le generazioni, che sa esprimere coraggiosi “no” e coraggiosi “si” nei consessi internazionali; un’Italia consapevole del suo ruolo strategico nel Mediterraneo.
Credo che l’esito di quel referendum avrebbe dovuto stimolare una destrutturazione degli schemi politici consolidatisi dopo il 1992.
Invece non si è visto nulla di nuovo.
La legge elettorale  - che non consente di esprimere una reale preferenza per le figure più rappresentative dei territori -  ci ha messo il resto.
Tempo addietro avevo pubblicamente auspicato di poter esprimere il mio consenso verso quegli esponenti politici che, a mio parere, sono stati più presenti, negli ultimi anni, per risolvere le problematiche della nostra comunità e per sostenere le potenzialità che essa sa esprimere: Pino Romano e Toni Matarrelli.
Entrambi, però, non hanno trovato condizioni adeguate per potersi confrontare, come avrebbero meritato, in questa campagna elettorale. Non so se il destino politico li vedrà ancora insieme.
Nel centrodestra, stessa sorte mi sembra sia toccata ad un altro esponente politico di tutto rispetto: Michele Saccomanno.
Manca, nello scenario nazionale, il progetto politico nuovo intorno a cui chi la pensa come me (e mi sembra che non siamo pochi) possa tornare a spendersi con convinzione.
E mancano anche (almeno per ciò che concerne le elezioni politiche, le più importanti) regole del gioco selettive di una classe dirigente che sia all’altezza del compito.
Non mancano però, anche fuori dall’agone politico, le donne e gli uomini di qualità; non mancano le donne e gli uomini che sono pronti, che conoscono le strade da percorrere per rendere l’Italia un luogo migliore.
Anche in ambito locale ci sono capacità, emergenti dal mondo delle professioni, che andrebbero seriamente valorizzate nelle sedi politiche (penso, ad esempio, a Pierangelo Argentieri). E poi c’è un tessuto sociale e produttivo, fatto dall’associazionismo, dal mondo cooperativo e della piccola e media impresa, che vede la persona come valore e la natura come risorsa da promuovere e tutelare.
Per questo, pur essendo oggi deluso, non perdo la speranza.
Sono tra quelli che hanno apprezzato il governo di Enrico Letta e molte cose del governo Gentiloni.
Ho grande rispetto verso il Partito Democratico ma penso che il “renzismo” (che, per fortuna, non esaurisce tutto ciò che è oggi il Partito Democratico) avrebbe potuto essere un’opportunità per l’Italia e si è invece trasformato in un problema.
Ritengo significativa la testimonianza di Pietro Grasso (i sondaggi di “Liberi e Uguali”, intesi come coalizione autonoma, non vanno molto oltre il significato di “testimonianza”), perché la Politica si deve distinguere come sede principale della legalità e del servizio, prestato con onore, alle Istituzioni.
Apprezzo molto le battaglie che Michele Emiliano conduce, senza riserve e senza timore di rimanere isolato (anche da chi dovrebbe essergli più vicino ma, per calcolo, si eclissa), per la dignità della nostra Puglia e dei pugliesi, per la tutela del nostro patrimonio ambientale.
Ammiro, in particolare, come, giudiziosamente, il Presidente Emiliano rimanga… un passo indietro rispetto al clima di questa campagna elettorale.
Allora, concludo: io il 4 marzo andrò a votare; ma le prossime settimane non mi vedranno impegnato in campagna elettorale; incontrerò i miei Amici, come al solito parleremo anche di politica, ci confronteremo e decideremo a chi dare fiducia. Null’altro.

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