domenica 1 settembre 2019

“Profumi di vendemmia” e… la cooperazione nel nostro destino.

Questa sera la cooperativa “L’Agricola Latianese” apre puntualmente i suoi cancelli a chiunque vorrà partecipare a “Profumi di vendemmia”, la grande festa giunta ormai alla sua diciassettesima edizione.
L’iniziativa della “cooperativa di via Torre” assume quest’anno un significato particolare poiché rinnova il valore della coesione, il senso di una “unione” che “fa la forza”, nell’approssimarsi di un disastro senza precedenti che provocherà la trasformazione di buona parte delle nostre colture e del nostro paesaggio: l’attacco della “xylella fastidiosa”, di cui purtroppo già si vedono i primi effetti nelle nostre campagne, determinerà la necessità di una riqualificazione o di una riconversione dei nostri uliveti.
E se introdurremo nuove colture, dovremo comprendere che ciascuno di noi, da solo, nelle sue “sperimentazioni colturali” (melograno, eccetera), non potrà che rimanere ostaggio di speculatori.
La cooperazione agricola, infatti, ha tradizionalmente protetto i viticoltori e gli olivicoltori latianesi, e dei Comuni limitrofi, dall’aggressività del mercato, consentendo di affrontarlo con la forza dell’“insieme” e non con la debolezza di divisioni individualistiche. 
Se non si vorranno rincorrere i “mediatori” del terzo millennio, elemosinando le loro attenzioni, allora occorrerà non disperdere lo straordinario patrimonio culturale che abbiamo acquisito in decenni di cooperazione: non pensiamo agli “alti e bassi”, che sono insiti in ogni esperienza; pensiamo, piuttosto, a cosa sarebbe stato, delle nostre famiglie, se a partire dagli anni ’60 del secolo scorso non avessimo potuto contare sulla “protezione” delle cooperative.
E “cooperazione” non è sinonimo di poca qualità o di cattiva gestione: ognuno è artefice del proprio destino, certo, ma il “fare insieme” rimane valore incontestabile.
Se decideremo di occuparci di nuove colture, dovremo, quindi, a mio avviso, ragionare collettivamente ed evitare di avventurarci in solitaria: “arrivare per primi” non sempre implica il successo ma, anzi, espone ad incognite che possono essere affrontate, meglio e con maggiore sicurezza, insieme.
Le avversità a cui la storia e la natura espongono la nostra agricoltura contemporanea possono riservare l’avvio di una nuova ed entusiasmante stagione.
La cooperativa “L’Agricola Latianese” è lì, viva e vegeta, a testimoniare che, insieme, ce la si potrà fare anche questa volta.
E questa sera il Presidente Pino Schiena, cooperatore convinto, ufficializzerà una iniziativa che, a mio avviso, segna un destino: la famiglia di Pisso Gaglione, storico Presidente della Cooperativa della Riforma Fondiaria, ha donato ieri alla cooperativa “L’Agricola Latianese” un defibrillatore, proprio in memoria di Pisso, da allocare presso lo stabilimento e da tenere a disposizione, a protezione dei soci e degli operatori.
…Insomma (scusate se, su questo, amo ripetermi): “DA SOLI NON C’E’ STORIA”!     

1 commento:

Unknown ha detto...

Speriamo che si prenda coscienza quanto prima della situazione in cui ci troviamo e si dia una svolta decisiva per la nostra terra ancora preziosa sia per noi che per la nuova generazione. Ringraziamo vivamente la famiglia Gaglione per il grande gesto che stanno facendo e lo si renda pubblico per quanti non sono a conoscenza.