venerdì 28 gennaio 2011

Il Presidente Napolitano nella Giornata della Memoria

Dal sito della Presidenza della Repubblica Italiana riporto, qui di seguito, stralci dell’intervento di ieri del Capo dello Stato.
"Dobbiamo sapere che il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo fu ed è quello dell'intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e odio del diverso e dello straniero". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel discorso celebrativo del Giorno della Memoria al Quirinale. "E allora - ha proseguito il Capo dello Stato - attenzione, vigilanza e pronte reazioni dovunque quel germe si manifesti e in qualsiasi forma, anche in Paesi che si sono dati dichiarazioni di principi e Costituzioni democratiche. I principi debbono farsi vivere, debbono sempre richiamarsi perché siano pienamente rispettati". Il Presidente Napolitano si è quindi rivolto agli studenti che si sono impegnati a far vivere la memoria con ricerche, componimenti, seminari, viaggi della memoria e sempre nuovi progetti. "E' in voi, è nelle vostre generazioni - ha detto - che noi riponiamo la nostra fiducia in un futuro libero dagli spettri e dalle insidie del razzismo, dell'antisemitismo, dell'intolleranza. E al di là di quello che voi rappresentate per l'Italia, e tanti come voi rappresentano per altri paesi d'Europa e non soltanto d'Europa, il nostro auspicio è che anche in terra d'Israele e in quella tormentata regione possa finalmente costruirsi un avvenire di convivenza pacifica e serena, senza pregiudizi e contrapposizioni fatali". Il Capo dello Stato ha inoltre ricordato che "il 150° anniversario dell'Unità d'Italia è un'occasione preziosa, da non perdere, per richiamare alla nostra memoria, all'attenzione delle giovani generazioni e alla coscienza collettiva della nazione, quel 'da dove veniamo' che è premessa di ogni slancio verso il futuro di una società ricca di storia". Il Presidente Napolitano si è anche soffermato sull'importanza del riaccendere nelle scuole "i riflettori sulle aberranti leggi del 1938: che se ne sia fatto un tema di severa rievocazione e denuncia, specie tra i giovani e nelle scuole", dello studio e l'approfondimento "della mostruosa vicenda della Shoah, delle premesse e delle componenti di un aberrante iter ideologico e politico che approdò a quello spaventoso esito di sterminio di inermi innocenti", perché "conta sapere e ricordare non solo cosa accadde ma come ci si arrivò". Il Presidente nel corso del suo intervento ha ricordato Tullia Zevi, "la sua personalità, la sua storia, il suo impegno" rendendo così ancora "omaggio alla cara grande amica che abbiamo perduto e che non dimenticheremo".

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