La produzione agricola nazionale è in grado di garantire quest’anno attorno al 75 per cento del fabbisogno alimentare degli italiani per effetto del crollo dei raccolti che nel 2012 hanno raggiunto il minimo storico di 40 milioni di ettolitri per il vino, ma che fanno segnare un calo che va dal 12 per cento per l’olio di oliva al meno 15 per cento delle mele. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel sottolineare che a determinare il calo della produzione industriale segnalato dall’Istat nel 2012 concorre anche l’alimentare (-1,3 per cento). Se la vendemmia - sottolinea la Coldiretti - si è attestata sui valori minimi da quasi 40 anni per un totale di appena 40 milioni di ettolitri, la produzione italiana di olio di oliva è scesa a 4,8 milioni di quintali e quella di pomodoro da conserva si è ridotta del 12 per cento attorno ai 4,4 milioni di tonnellate. Si tratta in questi casi - continua la Coldiretti - degli effetti dell’andamento climatico anomalo che nell’ultimo anno, a causa del gelo invernale, della siccità estiva e dei nubifragi autunnali, ha provocato un crollo dei raccolti.. Il rischio - denuncia la Coldiretti - è ora quello di un aumento delle importazioni di ingredienti di diversa qualità da spacciare come “made in Italy” come il concentrato di pomodoro cinese, l'extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall'estero. Un pericolo che - conclude la Coldiretti - evidenzia la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all'inizio dell'anno approvata all'unanimità dal Parlamento italiano, ma non applicata.
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Fin qui l’allarme, giusto, lanciato da Coldiretti. Ma occorre aggiungere una riflessione, altrettanto seria, sia sulla necessità di salvaguardia del territorio, affinché la cementificazione non continui a sottrarre spazi vitali all’ambiente, e sia sulla opportunità di una maggiore attenzione, delle giovani generazioni, verso l’agricoltura come opportunità di sviluppo, di benessere e di lavoro.