domenica 15 settembre 2013

Nel XXI secolo, la diplomazia della pace ed il contagio della ragionevolezza possono evitare la guerra.

Forse possiamo tirare un sospiro di sollievo. Forse l’intervento militare americano in Siria non ci sarà. Forse si eviterà un altro massacro di uomini (non conta classificarli  - “colpevoli” o “innocenti”, “civili” o “militari” -  se è addirittura in ballo la loro vita). Forse si eviterà un conflitto di proporzioni imprevedibili, per il valore anche simbolico che le potenze mondiali sembrano aver attribuito alla vicenda. Forse, finalmente, si ristabiliranno la centralità e la valenza strategica delle Nazioni Unite.
Insomma, nell’era della globalizzazione  - quando anche da una tenda isolata nel deserto è facile, …magari “.it”, scegliersi l’assicurazione della propria auto e quando anche su un atollo sperduto nell’oceano può esserci un “trivago” che aiuta a trovare una camera d’albergo a Venezia -  le guerre (che, come dice Papa Bergoglio, si fanno solo per vendere le armi, e probabilmente anche per estendere e proteggere i mercati) possono essere evitate.
Basta rifletterci sopra, avere sangue freddo, ignorare le provocazioni, alzare lo sguardo verso l’orizzonte.
E pure qualche digiuno, in tutto ciò, può aiutare: forse perché quando  - come noi -  si vive nell’opulenza, si riesce a ragionare meglio con la pancia vuota.  

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