L’ormai imminente avvio della campagna elettorale per l’elezione del sindaco e del nuovo Consiglio Comunale, a Latiano, unitamente alla concomitanza con le elezioni regionali, offrono una importante opportunità per alzare il livello del confronto e far giungere alle istituzioni nazionali le istanze del nostro territorio, sempre più inascoltate anche perché poco e male espresse.
Occorre dunque individuare, in questo periodo, le tematiche sulle quali richiamare l’attenzione dei vertici nazionali dei partiti.
L’agricoltura, certamente, rappresenta una questione di estrema rilevanza per le sorti dell’economia cittadina.
Sul tavolo, nazionale e comunitario, si approssimano scadenze determinanti.
Basti pensare che nel 2010 parte il negoziato sul bilancio e sulle nuove priorità dell’Unione Europea, che porterà a ridisegnare l’intervento pubblico per l’agricoltura nel periodo post 2013.
Dal 2010 l’Italia, come gli altri partners europei, dovrà decidere a chi continuare ad erogare i finanziamenti della politica agricola comune (c’è chi, ad esempio, propone di indirizzare gli aiuti solo a quanti hanno la partita IVA ma anche altre soluzioni sono oggetto di dibattito nelle sedi istituzionali).
E poi c’è la questione, sempre aperta, relativa ai debiti INPS, gravati dalle sanzioni connesse sulle quali sarebbe addirittura salvifico, per molte aziende, un intervento governativo.
Nell’immediato, occorre richiamare i nostri parlamentari ad intervenire nell’iter di approvazione della Legge Finanziaria, agevolando l’introduzione di provvedimenti anticrisi, finora previsti per tutti i settori ma non per quello agricolo seppure in presenza di costi produttivi in costante ascesa e di un crollo inesorabile dei prezzi sui campi.
Insomma, sono tante le questioni legate al mondo agricolo, spesso sconosciute ai nostri parlamentari nazionali e che invece richiederebbero azioni sinergiche tra gli stessi, al di là delle rispettive appartenenze partitiche, nell’ottica della salvaguardia dell’economia locale.
Solo a seguito di una decisa inversione di tendenza a livello nazionale e comunitario, si potranno attivare interventi concreti verso il settore agricolo da parte delle Amministrazioni locali.
In termini di capacità di far valere gli interessi territoriali, ci sarebbe probabilmente da imparare molto dalle forze politiche più radicate nell’Italia settentrionale, che sono oggi in grado di esprimere un ministro delle Politiche Agricole competente e, soprattutto, assai sensibile ai problemi della sua gente.
Anche in tema di agricoltura, dunque, urge un Patto per il Mezzogiorno.
Occorre dunque individuare, in questo periodo, le tematiche sulle quali richiamare l’attenzione dei vertici nazionali dei partiti.
L’agricoltura, certamente, rappresenta una questione di estrema rilevanza per le sorti dell’economia cittadina.
Sul tavolo, nazionale e comunitario, si approssimano scadenze determinanti.
Basti pensare che nel 2010 parte il negoziato sul bilancio e sulle nuove priorità dell’Unione Europea, che porterà a ridisegnare l’intervento pubblico per l’agricoltura nel periodo post 2013.
Dal 2010 l’Italia, come gli altri partners europei, dovrà decidere a chi continuare ad erogare i finanziamenti della politica agricola comune (c’è chi, ad esempio, propone di indirizzare gli aiuti solo a quanti hanno la partita IVA ma anche altre soluzioni sono oggetto di dibattito nelle sedi istituzionali).
E poi c’è la questione, sempre aperta, relativa ai debiti INPS, gravati dalle sanzioni connesse sulle quali sarebbe addirittura salvifico, per molte aziende, un intervento governativo.
Nell’immediato, occorre richiamare i nostri parlamentari ad intervenire nell’iter di approvazione della Legge Finanziaria, agevolando l’introduzione di provvedimenti anticrisi, finora previsti per tutti i settori ma non per quello agricolo seppure in presenza di costi produttivi in costante ascesa e di un crollo inesorabile dei prezzi sui campi.
Insomma, sono tante le questioni legate al mondo agricolo, spesso sconosciute ai nostri parlamentari nazionali e che invece richiederebbero azioni sinergiche tra gli stessi, al di là delle rispettive appartenenze partitiche, nell’ottica della salvaguardia dell’economia locale.
Solo a seguito di una decisa inversione di tendenza a livello nazionale e comunitario, si potranno attivare interventi concreti verso il settore agricolo da parte delle Amministrazioni locali.
In termini di capacità di far valere gli interessi territoriali, ci sarebbe probabilmente da imparare molto dalle forze politiche più radicate nell’Italia settentrionale, che sono oggi in grado di esprimere un ministro delle Politiche Agricole competente e, soprattutto, assai sensibile ai problemi della sua gente.
Anche in tema di agricoltura, dunque, urge un Patto per il Mezzogiorno.
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