Torno ad aggiornare il mio blog dopo giusto un anno. Un anno, nel corso del quale ho cercato di realizzare il mio “impegno”, individuandolo nell’agone politico e proponendomi, nello specifico, come strumento di sintesi tra le diverse energie presenti nel centrodestra latianese, al fine di realizzare una forza politica - il PdL - in grado di offrire alla città un percorso di sviluppo, in ogni campo. La mia disponibilità è stata accolta da molti amici ma non ha incontrato i favori di chi, pur isolato, evidentemente ha goduto e gode del sostegno dei vertici provinciali di quel Partito la cui nascita io, già prima del famoso “discorso del predellino”, avevo più volte auspicato. Ho dovuto quindi prendere atto della mancanza di regole chiare che, in quel Partito, garantiscano la democratica partecipazione (basti pensare che per ben due volte, a marzo e ad ottobre 2009, la maggioranza dei cinque Consiglieri Comunali che si riconoscevano nel centrodestra, nel rispetto delle prerogative riconosciute agli stessi Consiglieri Comunali dallo statuto del PdL, ha proposto ai vertici provinciali il mio nome quale Presidente cittadino. Un solo Consigliere si è sempre opposto a tale nomina. Il risultato è stato che in entrambe le occasioni non è giunta alcuna risposta e tuttora la guida della sezione latianese del PdL è affidata ad una “reggenza” e ad un “comitato promotore” auto-nominatosi). Ho dovuto inoltre prendere atto del tradimento di molte attese che i cittadini, gli elettori del centrodestra in particolare, avevano riposto nel PdL latianese e nazionale, sul piano della efficacia dell’azione politica a fronte dei reali problemi delle famiglie e, soprattutto, sul piano della capacità di mediazione degli interessi e delle esigenze della popolazione locale con le decisioni assunte dal Governo italiano. Le tensioni tra gli onorevoli Berlusconi e Fini, a cui assistiamo in questi giorni, testimoniano peraltro che alla delusione degli elettori corrisponde anche un disorientamento degli stessi fondatori del PdL. Di fronte a tutto questo, ho definito la mia scelta di libertà, di autonomia dal PdL, per affermare il mio pensiero in maniera coerente con i principi a cui sono stato formato e per poter offrire il mio contributo, senza condizionamenti, alla crescita della mia città. Per questo ho firmato, insieme all’amico Cosimino Albanese, il documento che riporto qui di seguito, richiamato domenica scorsa, con grande risalto, dagli organi locali di informazione:
Sin dalla sua fondazione abbiamo creduto che il Partito del Popolo della Libertà potesse rappresentare, anche a Latiano, uno strumento di sintesi fra tradizioni politiche, sensibilità culturali ed interessi sociali diversi, nell’ottica della realizzazione di una forza coesa per il buon governo della città.
Ci siamo impegnati perché così fosse.
Abbiamo anche sollecitato l’individuazione di una persona che, a livello locale, fosse in grado di rappresentare questo ambizioso progetto.
In ben due occasioni, nel corso degli ultimi mesi, la maggioranza dei cinque Consiglieri Comunali che avevano manifestato l’interesse ad aderire al Popolo della Libertà, nel rispetto delle indicazioni statutarie, ha proposto ai vertici provinciali del Partito uno stesso nome per la nomina a Presidente cittadino.
In entrambe le occasioni, a causa della contrarietà di un solo Consigliere Comunale, non è pervenuta alcuna risposta.
Tuttora il Partito del Popolo della Libertà di Latiano ha un direttivo (“comitato promotore”) auto – nominatosi, privo di ogni legittimazione democratica.
Questa azione di chiusura, di continuo ripiegamento, di sistematica negazione del confronto, ha determinato la condizione di isolamento in cui oggi si ritrova il PdL latianese, ormai capace solo di porre in essere tentativi di coinvolgimento della base tanto tardivi quanto inutili e maldestri.
Non ci sentiamo dunque responsabili di tale isolamento - che probabilmente ha la sola funzione di tutelare qualche rendita politica personale - e, soprattutto, non intendiamo divenirne vittime.
Pertanto comunichiamo la nostra decisione di renderci autonomi dal PdL, in modo da poter avviare - in vista della prossima tornata elettorale - un confronto sereno e libero con tutte le forze politiche interessate a stringere un patto per lo sviluppo della nostra città e per il benessere dei suoi abitanti.
L’eccezionalità della situazione richiede scelte che travalichino le tradizionali appartenenze e che, rompendo ogni schema, richiamino tutti i cittadini alla responsabilità ed alla partecipazione.
Rivolgiamo dunque - ai Partiti, ai Movimenti ed alle Associazioni - un appello al dialogo, nell’ottica del bene comune.
Riteniamo che l’UDC possa rappresentare il nostro primo interlocutore naturale, a cui affiancare altre forze politiche che siano libere da condizionamenti e pregiudiziali.
Latiano, 28 novembre 2009
Ci siamo impegnati perché così fosse.
Abbiamo anche sollecitato l’individuazione di una persona che, a livello locale, fosse in grado di rappresentare questo ambizioso progetto.
In ben due occasioni, nel corso degli ultimi mesi, la maggioranza dei cinque Consiglieri Comunali che avevano manifestato l’interesse ad aderire al Popolo della Libertà, nel rispetto delle indicazioni statutarie, ha proposto ai vertici provinciali del Partito uno stesso nome per la nomina a Presidente cittadino.
In entrambe le occasioni, a causa della contrarietà di un solo Consigliere Comunale, non è pervenuta alcuna risposta.
Tuttora il Partito del Popolo della Libertà di Latiano ha un direttivo (“comitato promotore”) auto – nominatosi, privo di ogni legittimazione democratica.
Questa azione di chiusura, di continuo ripiegamento, di sistematica negazione del confronto, ha determinato la condizione di isolamento in cui oggi si ritrova il PdL latianese, ormai capace solo di porre in essere tentativi di coinvolgimento della base tanto tardivi quanto inutili e maldestri.
Non ci sentiamo dunque responsabili di tale isolamento - che probabilmente ha la sola funzione di tutelare qualche rendita politica personale - e, soprattutto, non intendiamo divenirne vittime.
Pertanto comunichiamo la nostra decisione di renderci autonomi dal PdL, in modo da poter avviare - in vista della prossima tornata elettorale - un confronto sereno e libero con tutte le forze politiche interessate a stringere un patto per lo sviluppo della nostra città e per il benessere dei suoi abitanti.
L’eccezionalità della situazione richiede scelte che travalichino le tradizionali appartenenze e che, rompendo ogni schema, richiamino tutti i cittadini alla responsabilità ed alla partecipazione.
Rivolgiamo dunque - ai Partiti, ai Movimenti ed alle Associazioni - un appello al dialogo, nell’ottica del bene comune.
Riteniamo che l’UDC possa rappresentare il nostro primo interlocutore naturale, a cui affiancare altre forze politiche che siano libere da condizionamenti e pregiudiziali.
Latiano, 28 novembre 2009
Cosimo Albanese
Gabriele Argentieri
2 commenti:
...e finalmente direi, avete preso le distanze dall'autocrazia del pdl latianese.. ritengo sia umiliante rimanere a guardare quel branco di cagnolini scodinzolanti pronti a svendere le proprie idee pur di far felice il loro padrone natalizio. bravi a entrambi, ce ne avete messo di tempo per capirlo, ma complimenti: meglio tardi che mai!
m.c.
Complimenti. Un gesto di alta maturità. Ma attenzione alle tentazioni "da sinistra".
Salvo
Posta un commento