Sul tema della immigrazione - che in questi giorni vede ancora una volta in prima fila, come protagonista assoluta, la nostra terra, con il centro di accoglienza impiantato a tempo di record tra Oria e Manduria - riporto qui di seguito un comunicato diffuso ieri dal commissario provinciale dell’Udc, sen. Euprepio Curto.
“Non c’è che dire : messo per la prima volta seriamente alla prova sul tema della immigrazione il Governo Berlusconi ha miseramente fallito“. Lo dichiara il vicecapogruppo Udc in Consiglio regionale, Euprepio Curto, alla notizia della fuga dalla tendopoli di molte decine di immigrati giunti proprio stamani a Manduria. “Ovviamente – commenta Curto – non c’è nulla da gioire: la figuraccia rimediata dal Governo coinvolge l’immagine complessiva del nostro Paese, e non è questo l’obiettivo dell’Udc. Ma non c’è dubbio che, come avevamo ampiamente previsto, sarebbe stata necessaria una diversa organizzazione, mentre si è dato vita solo ad una sterile corsa contro il tempo solo per dimostrare una efficienza che alla prova dei fatti si è dimostrata fallimentare”. Per il consigliere regionale dell'Udc “non c’è contrapposizione politica tra il Governo nazionale e quello regionale che possa giustificare l’assenza di dialogo e coordinamento nella gestione del CIE di Manduria. Perseverare in tale atteggiamento ci spingerebbe a definire irresponsabili gli uni e gli altri, anche perché gli effetti potrebbero a breve risultare devastanti, così come in effetti è già avvenuto a Lampedusa e a Mineo”. "L’Udc respinge sdegnata – afferma Curto – la prassi politica secondo la quale anche i temi di altissima portata civile, come la solidarietà, debbano essere condizionati e piegati alla cosiddetta ragion politica, nella consapevolezza che, proprio in momenti delicati come questo, lo spirito nazionale debba prevalere coniugando la sacrosanta esigenza di sicurezza delle popolazioni locali con quel principio di solidarietà che, lungi dall’essere declamato con le parole, deve essere concretizzato nei fatti e nelle scelte concrete". “L’Udc – prosegue Curto – rivolge un nuovo appello al Governo nazionale e a quello regionale perché si seggano entrambi ad un tavolo con le istituzioni locali al fine di gestire in maniera alta quello che già da oggi possiamo definire un fenomeno di portata epocale, nella consapevolezza che, se ciò non avverrà, entrambi si assumeranno una gravissima responsabilità di fronte al Paese, all’Europa e al mondo, in quanto avranno dimostrato che una grande nazione come l’Italia, a causa di miserevoli beghe interne, è incapace a gestire un tema dagli altissimi contenuti civili”. “Intanto – dichiara ancora Curto – già nella giornata di domani l’Udc promuoverà un coordinamento istituzionale delle province di Taranto e di Brindisi, per una analisi puntuale della situazione del CIE di Manduria, non escludendo, anzi auspicando, il coinvolgimento di un’altra istituzione che sul tema immigrazione rappresenta per l’Udc un punto di riferimento decisivo: la Chiesa". Il sen. Curto nei giorni scorsi aveva chiesto la convocazione del Consiglio regionale per discutere sulle modalità con cui la Regione avrebbe dovuto affrontare il delicato tema della immigrazione nord africana. “L’Udc non intende alimentare polemiche con il Presidente Onofrio Introna, ma la mancata convocazione del Consiglio regionale relega l’assise di via Capruzzi in un ruolo politicamente marginale rispetto ad un problema, l’esodo dei disperati del Nord Africa, che avrebbe dovuto vedere la Regione protagonista”. “A una prima tempestiva dichiarazione di disponibilità da parte del Presidente del Consiglio regionale a portare l’argomento in sede di Conferenza dei capigruppo – continua Curto – ha fatto seguito non solo il silenzio più assoluto, ma addirittura la convocazione del Consiglio per ben due giorni, ma con all’ordine del giorno argomenti che però non hanno la sicura valenza politica della questione immigrazione”. “La convocazione del Consiglio regionale sarebbe stata quanto mai opportuna – aggiunge Curto – non solo per conoscere dal Presidente Vendola i termini del confronto col Ministro Maroni, ma anche per mettere a punto una strategia idonea a governare il fenomeno senza correre il rischio di esserne travolti”. “Intanto – evidenzia l’esponente Udc – il territorio attende con preoccupazione i primi sbarchi senza conoscere se si tratterà di gestire profughi, rifugiati politici o delinquenti comuni; senza conoscere la durata della loro permanenza, i sistemi di controllo sanitario e quelli relativi all’ordine pubblico, quanti ne rimarranno sul territorio, quali saranno gli strumenti per favorirne l’integrazione “. “Sono tutti elementi di assoluto rilievo politico – conclude Curto – rispetto ai quali il Consiglio regionale non può essere relegato in un ruolo di passivo spettatore. Ne va del futuro del nostro territorio”.
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