Fa discutere, nelle ultime settimane, la notizia della messa in vendita di parte della casa del Beato Bartolo Longo, ubicata a Latiano, lungo via Santa Margherita, di fronte alla Torre del Solise. Si tratta di un edificio, piano terra e primo piano, risalente al XVIII secolo, con annesso frantoio che oggi è sede di una sezione, dedicata alle ceramiche, del Museo delle arti e tradizioni di Puglia.
Non discuto, ovviamente, la possibilità che un bene immobile privato possa cambiare proprietario ed essere adibito a qualsiasi uso consentito dalla legge. E’ che la disponibilità sul mercato del palazzo in cui ha dimorato il cittadino più illustre di Latiano fa riflettere sulla opportunità di affidarlo al patrimonio della collettività.
So che il - sempre più rimpianto - Sindaco Graziano Zizzi programmava l’acquisto di quella struttura da parte del Comune per inserirla in un itinerario storico – artistico locale.
Non voglio tirare per la giacca il Sindaco Antonio De Giorgi, sollecitandogli un impegno in continuità con gli intendimenti manifestati dal suo predecessore.
Penso, però, che di fronte ad una ampia sensibilità popolare, l’Amministrazione Comunale attualmente in carica abbia almeno il dovere di usare il proprio ruolo per farsi garante - anche insieme ai Parroci e ad altri soggetti qualificati - di una iniziativa (può essere una fondazione?, forse) tesa a far rientrare quel palazzo nel patrimonio pubblico della comunità latianese, magari attraverso una libera sottoscrizione. In tal modo non si impegnerebbero risorse del bilancio comunale (se non per le spese costitutive del soggetto giuridico e per le attività di sensibilizzazione pubblica) e si potrebbe attivare - mediante una azione di coinvolgimento civico articolata in incontri, convegni, concerti a tema - una ampia partecipazione ed un moto di riappropriazione (culturale, prima ancora che patrimoniale) di un pezzo importante della storia di Latiano.
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