Abbiamo diffuso, nella giornata di ieri, il seguente comunicato stampa, sottoscritto - oltre che da me e da Mauro Vitale - da Giovanni Calcagno e Giovanni Bruno.
Ci siamo ritrovati, in questa circostanza, a condividere la preoccupazione per le condizioni di accesso all’orario continuato, e dunque alla mensa scolastica, da parte dei bambini di tre prime classi di Scuola Primaria i cui genitori avevano manifestato interesse a fruire di questo servizio.
La nostra iniziativa è scaturita dalla nota (riportata anch’essa qui di seguito) indirizzata dal Sindaco alla Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Latiano.
In sostanza, queste tre prime classi del prossimo anno, se le cose dovessero rimanere così, potranno accedere alla mensa a costo pieno (mi dicono 90 euro al mese), mentre per le classi che già fruiscono di questo servizio l’accesso continuerebbe ad essere agevolato da una contribuzione pubblica che consente di fissare la tariffa mensile, per ogni bambino, a 60 euro (peraltro incrementata, per l’anno scolastico in corso, rispetto a quello passato).
Mi permetto di far notare che già nello scorso mese di settembre io e Mauro Vitale (in quella occasione l’esiguità di risorse economiche disponibili metteva in discussione il servizio di assistenza scolastica per i bambini con diverse abilità) avevamo sollecitato una chiara (ed auspicabilmente partecipata) programmazione dell’utilizzo delle risorse destinate, nel bilancio comunale, ai Servizi Sociali: ciò nella consapevolezza che, di questi tempi, non si possa dare tutto a tutti e dunque nell’ottica di dover operare scelte, individuando le priorità ed evitando, ovviamente, che uno stesso servizio possa essere offerto, nello stesso tempo, a condizioni differenti. Nella stessa occasione (invito a leggere il post del 16 settembre 2013 su questo blog) avevamo inoltre proposto (e qualcuno, anche fuori dal Consiglio Comunale, ritenne che stessimo lanciando un “salvagente politico” all’Amministrazione Comunale…), «come strumento di programmazione, l’attivazione di una conferenza cittadina dei servizi sociali, che coinvolga tutti i soggetti istituzionali interessati e che, muovendo dalla considerazione delle disponibilità economiche, contribuisca a definire condivisi livelli minimi essenziali di intervento da garantire nei prossimi anni ai cittadini latianesi, al di là del colore politico di chi avrà l’onore e l’onere di amministrare la nostra città».
Nella maggioranza ci fu chi fece mostra di tenere in considerazione la nostra proposta; poi però nulla se ne è fatto.
Siccome il problema oggi si ripropone (non potrebbe essere altrimenti poiché deriva da una situazione strutturalmente nuova, frutto dei tagli sistematici agli Enti Locali perpetratisi da ormai troppo tempo per mano dei Governi nazionali) e determina purtroppo la necessità di una riprogrammazione della spesa sui Servizi Sociali, sarebbe il caso, proprio in queste settimane in cui si lavora alla definizione del Bilancio dell’Ente, che si aprisse, finalmente, una discussione a viso aperto: per rendere tutti più partecipi, e più consapevoli, della situazione, individuando insieme le soluzioni più opportune (anche attraverso le ricerca di fonti esterne di finanziamento).
I sottoscritti Consiglieri Comunali sono venuti a conoscenza di una comunicazione del Sindaco De Giorgi, indirizzata alla Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Latiano, in cui si fa presente che, per carenza di fondi, l’Amministrazione Comunale non è in grado di garantire, per il prossimo anno scolastico, la mensa per i bambini di tre prime classi della scuola primaria, le cui famiglie hanno richiesto la frequenza col tempo pieno.
I sottoscritti Consiglieri Comunali ritengono tale decisione un fatto grave per due ordini di motivi:
1. Dal punto di vista dell’impegno finanziario da parte del Comune, non comporta un significativo aggravio considerato che buona parte del costo dei buoni-pasto viene sostenuto dalle famiglie (tra l’altro già aumentato per l’anno scolastico in corso) e in parte anche finanziato con fondi regionali.
2. Si bloccherebbe una esperienza, quella del tempo pieno, partita già con notevole ritardo a Latiano rispetto ad altri Comuni limitrofi, la cui storia, comunque, si connota come un elemento fortemente positivo che innalza gli standard qualitativi della scuola.
Il modello del tempo pieno si sviluppa su un tempo-scuola di 40 ore settimanali che consentono un maggiore rispetto dei tempi, degli stili e dei ritmi di apprendimento individuali. Attraverso un maggiore utilizzo della didattica laboratoriale e la valorizzazione della manualità si offre la possibilità concreta di una maggiore integrazione dei bambini con handicap o deficit di diversa natura e si facilita l’inserimento scolastico dei figli degli immigrati. Le attività pomeridiane, lungi dal costituire una mera integrazione quantitativa delle attività curriculari del mattino, rappresenta uno straordinario volano dei processi cognitivi e di socializzazione. Di tutto questo le famiglie prendono sempre più maggiore coscienza, per cui un progressivo aumento di richieste per l’utilizzo del tempo pieno deve essere accolto come elemento di crescita da sostenere e da incentivare, da parte dell’ente locale, in stretta collaborazione con la comunità scolastica.
La notizia dell’indisponibilità, da parte del Comune di Latiano, all’allargamento di questa esperienza e la mortificazione delle richieste di tante famiglie ci rammarica, per cui espressamente chiediamo al Sindaco che, a pochi giorni dalle comunicazioni all’Ufficio Scolastico competente per la formazione delle classi per il prossimo anno scolastico, riveda la sua decisione e sostenga lo sforzo profuso dal mondo della scuola e dalle famiglie per migliorare l’apprendimento e la formazione dei bambini.
F.to: Gabriele Argentieri, Giovanni Bruno, Giovanni Calcagno, Mauro Vitale
P.S.: la nota del Sindaco, che pubblico integralmente in questo post, mi è pervenuta dal Consigliere Comunale Giovanni Bruno, componente del Consiglio d'Istituto, nell'Istituto Comprensivo Statale di Latiano, in qualità di genitore.
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