Venerdì scorso, 1 ottobre, ho partecipato alla serata di beneficenza organizzata presso Tenuta Moreno dall'associazione "Ama il prossimo". Erano presenti tantissime persone. A fare gli onori di casa, naturalmente, è stato Pietro Donativo, che da tanti anni è impegnato per la realizzazione di opere di carità (scuole, ospedali, alloggi, mense) particolarmente in Etiopia. Molto toccante è stato il video, che ha consentito a tutti di prendere coscienza dello stato di estrema povertà in cui sono costretti a vivere migliaia (o, più probabilmente, milioni) di uomini e donne, bambini ed anziani, la cui unica ragione di sventura è stata quella di nascere in un luogo della Terra diverso da quello in cui siamo nati noi. Alla fine, durante il buffet offerto da aziende locali, tra i giusti e ripetuti segni di ammirazione per Pietro, ho avuto modo di condividere, con alcuni amici imprenditori, l'idea (per ora solo tale, poi potrebbe divenire un programma e, quindi, realtà) di organizzare un viaggio in Etiopia, nell'abisso della povertà più estrema, laddove grazie a Pietro Donativo ed al gruppo SISA si parla ormai pure l'italiano e, perchè no, il latianese, e laddove - grazie anche a loro - l'Italia non è più un Paese di colonizzatori: per toccare con mano; per dare una mano concreta; per diventare testimoni di una ingiustizia distributiva che va cancellata; per agire poi, con determinazione e per quanto è nelle nostre possibilità, al fine di evitare, alle future generazioni, la piaga dell'odio e del risentimento provocati da una volontà di riscatto che, dal Sud del mondo, non potrà che divenire sempre più forte.
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