venerdì 15 ottobre 2010

Sciopero della saponetta alla Ducati

Riporto qui di seguito un articolo pubblicato ieri su http://www.repubblica.it/, poiché ritengo che possa essere molto indicativo dei tempi difficili in cui viviamo: con un Occidente del mondo che non riesce a trovare una via di uscita dalla crisi economica in cui è attanagliato da troppo tempo (e probabilmente oltre che semplicemente economica, questa crisi è valoriale, identitaria) ed un Sud che risponde con sempre maggiore lucidità, determinazione e fierezza (come dimostra la prova di coesione e di solidarietà offerta dal Cile nella vicenda dei 33 minatori). Noi, oggi, sembriamo capaci solo di “trovate” più o meno condivisibili ma comunque dal “respiro corto”, come questa della Ducati o come la decisione dei vertici Rai di sospendere-non sospendere dal servizio il giornalista Michele Santoro. Crediamo davvero che siano queste le “ricette” per uscire dalla crisi?

È lo "sciopero della saponetta". Tra produttività e igiene, alla vigilia dell'arrivo di Valentino Rossi e del lancio della nuova moto Diavel, l'ultima battaglia sindacale in casa Ducati si gioca su cinque minuti. Anzi dieci, la durata delle due pause concesse fino a pochi giorni fa agli operai per lavarsi le mani prima di pranzo e a fine turno. Un'usanza storica nei capannoni di Borgo Panigale. Ma nel mondo che corre per l'azienda non c'è più tempo per la pausa saponetta.
Via il privilegio, dunque. Unilateralmente. E immediate le proteste degli operai perché, dicono, si è sempre "staccato" cinque minuti prima per togliersi di dosso il grasso dei motori. Un'abitudine regolamentata che ora, in tempo di crisi, l'azienda sacrifica sull'altare della produttività: il permesso è stato tagliato qualche giorno fa scatenando le ire dei sindacati che, come spesso accade, reagiscono a ranghi separati. La Fiom già stamattina a suon di volantini chiederà ai lavoratori di scioperare 15 minuti a pranzo e altri 15 all'uscita (la durata minima di sciopero prevista per legge), per procedere poi a oltranza finché l'azienda non si rimangerà l'affronto. La Fim Cisl organizzerà scioperi simili e annuncia diffide legali per violazione degli accordi contrattuali.
Ma l'azienda non demorde. "Dobbiamo recuperare efficienza, e questo è solo uno dei sistemi, peraltro indolore - spiega il capo del personale Ducati Luigi Torlai - chiediamo agli operai di lavorare dieci minuti in più al giorno, che in un anno per noi significa molto. Le mani del resto se le possono lavare all'uscita". La novità è già stata introdotta in officina, da ieri nel reparto montaggio motori e presto in tutta l'azienda, ma capita in un momento delicato: tra lunedì e mercoledì ci sono le elezioni dei rappresentanti sindacali.
"Forse la Ducati vuole far pagare Valentino Rossi a noi", risponde a stretto giro di posta il segretario bolognese della Fiom Bruno Papignani. "Non vorrei che Del Torchio si sia montato la testa e voglia fare un pò il Marchionne, ma non mi pare la persona giusta", ha aggiunto intervistato su "Radiotau".

Fonte: http://www.repubblica.it/ – 14 ottobre 2010

Nessun commento: