domenica 20 febbraio 2011

Il pensiero lungo

Qual è il pensiero lungo? Me lo chiedo, sin da quando ho deciso di cimentarmi in politica, cioè da quando ho voluto propormi perchè le mie idee, la mia storia, la mia esperienza, il mio modo di essere non rimanessero più solo mio piccolo patrimonio personale ma partecipassero alla realizzazione di un disegno comune. Insomma, sin da quando ho voluto che la mia soggettività si disponesse, più di prima, per la collettività, accettando il giudizio, il confronto, la verifica... rinunciando alla tentazione di autosufficienza che è poi solo un miraggio nel deserto della solitudine.
Mi suggestiona, il pensiero lungo.
E mentre mi affascina, come ritrovarmi rispettoso visitatore in un grande tempio, mi richiama alla responsabilità. Quasi a dire: "hai voluto essere tra i protagonisti? Hai voluto mettere in gioco il "particulare"? Ora non puoi sottrarti. Questo è il tuo tempo. Tocca a te, per una scelta tua, libera, che ha sollecitato il consenso popolare e si è fatta, quindi, rappresentanza".
E' l'immediatezza di una soluzione necessaria, per superare l'oggi?
Oppure è l'elaborazione di una soluzione per il domani, però con il rischio di non arrivarci proprio, a domani?
E' frutto di un compromesso, il pensiero lungo?
Può essere la soluzione meno peggio? Quest'ultima, non credo.
Il pensiero lungo mi interroga, mi toglie certezze.
Lo ammetto: mi mette in crisi!
Ma non voglio sottrarmi alla complessità della sfida.
Osservo, del resto, il poco, il nulla, gli errori prodotti dalle tante certezze del passato...: una società in ginocchio e disincantata, che però non ha ancora definitivamente perso la determinazione a rialzarsi.
Allora, io che, come tanti, pensavo di avere in tasca ogni "segreto per il successo", mi ritrovo a poter condividere, sul tavolo della definizione di un, necessario, pensiero lungo, i miei dubbi. Attenzione, però: non "i" dubbi ma "i miei" dubbi... quelli che nascono dal mio vissuto e che propongo a modo mio.
Ho, ora, la certezza del dubbio; ho appreso la rispettosità del dubbio. La consapevolezza che il pensiero lungo difficilmente possa nascere dalla solitudine, dalla sordità, dalla miopia. Reputo, peraltro, nemico del pensiero lungo il circoscrivere il dibattito politico alla sola sede rappresentativa poichè ho compreso che, talvolta, la Politica possa trovare più spazio presso altre sedi: i Partiti, i Movimenti, le Associazioni, i luoghi di lavoro, internet... laddove c'è chi si spende, elabora, a prescindere dal ruolo ricoperto.
Ecco che il confronto, la verifica, l'analisi ed il giudizio altrui diventano valore.
Così il dubbio diventa contributo per la definizione di un pensiero. Anche di un pensiero lungo, se l'elaborazione è ampia, comune, aperta, includente.
In tal modo si perde tempo, forse, nell'oggi. Ma si pensa a ciò che vogliamo possa essere, quando non saremo più noi.
E così l'esercizio della responsabilità, nell'ambito delle prerogative democraticamente assegnate, non si fa più onere ma grande opportunità di servizio, oltre i confini della contemporaneità.
E così l'esercizio della responsabilità si fa anche, giova ammetterlo, palestra di vita.

2 commenti:

Leopoldo Calò ha detto...

Gabriele, un posto bellissimo.

Leopoldo Calò ha detto...

Volevo dire post, ma l'hai capito. :-)