domenica 27 gennaio 2013

Elezioni politiche 2013 - cattolici in lista (quasi) ovunque.

Riporto qui di seguito due articoli di Angelo Picariello, pubblicati il 23 gennaio scorso dal quotidiano “Avvenire”, nei quali emerge, anzitutto, la presenza di candidati cattolici significativi in quasi tutte le coalizioni in lizza per le prossime elezioni politiche. E si paventa anche il “rischio – strumentalizzazione”, laddove alcune di queste candidature possano solo avere una funzione di richiamo verso le rispettive liste, senza poi poter effettivamente incidere alla prova dei fatti, ovvero quando si tratterà di assumere posizione in Parlamento, soprattutto sui “principi non negoziabili”. La prossima legislatura avrà probabilmente (penso che ormai se lo augurino tutti) una connotazione costituente poiché si dovrà proseguire l’azione riformatrice appena intrapresa. Credo allora che il profilo ideale dei Parlamentari possa avere particolare importanza ed in questo senso la presenza di cattolici, in differenti gruppi parlamentari, se non “soffocati”, o isolati, nei rispettivi contesti di riferimento, potrà essere “lievito” e portare  - a mio modo di vedere -  buoni frutti.

«
«Siamo soddisfatti. La presenza dei cattolici in posizioni così rilevanti nelle liste del PdL rappresenta il riconoscimento di un impegno e una smentita per quanti, negli altri partiti, avrebbero voluto vantare un’esclusiva della rappresentanza cattolica e dipingere un PdL inviso a quel mondo».
Con queste parole Gaetano Quagliariello, al termine del travagliatissimo parto delle liste del suo partito difende un lavoro paziente e tenace per difendere un gruppo di lavoro. Il "pacchetto di mischia" di Magna carta  - l’associazione che si è distinta negli anni per la difesa dei valori non negoziabili in politica -  ha ottime prospettive di rielezione, da Maurizio Sacconi a Eugenia Roccella, da Beatrice Lorenzin allo stesso Quagliariello. Non ci sarà invece Alfredo Mantovano, che aveva lasciato il Pdl sull’onda della rottura col governo Monti e in polemica per il sostegno del partito alla legge che ha "legittimato" i genitori incestuosi. Scegliendo alla fine di restare fuori anche dalle liste di Monti per dedicarsi alla professione forense.
Nel Pdl c’è un altro gruppo di lavoro, che fa capo a Maurizio Lupi, ugualmente impegnato sul terreno della dottrina sociale, ma nell’intento di allargare il dialogo il più possibile, verso un bipolarismo mite e costruttivo. Così l’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, guidato da Lupi, è riuscito ad aggregare fino a 320 parlamentari portando a casa non poche proposte che hanno fatto breccia nell’incomunicabilità fra i poli che ha caratterizzato le passate legislature. Con Lupi correranno per la riconferma altri parlamentari a lui molto vicini come il toscano Gabriele Toccafondi e l’emiliano Raffaello Vignali. In lista anche altri parlamentari molto attenti sui temi dei valori e della famiglia come l’ex An Barbara Saltamartini e il siciliano Alessandro Pagano, espressione di Alleanza Cattolica. Al pari di Massimo Polledri, che invece è stato escluso dalla Lega Nord. Fuori dalle liste anche il presidente dei "Cattolici padani", il senatore Giuseppe Leoni.
Nell’Udc conferma, con posti da capolista, a chiaro riconoscimento di un impegno, per Rocco Buttiglione e Paola Binetti. Restano fuori invece Luisa Santolini e Luca Volontè.
Nel Pd accanto alle riconferme di Beppe Fioroni, Gigi Bobba e Nicodemo Oliverio  spicca l’assenza del costitituzionalista Stefano Ceccanti, dei cristiano sociali.
»

- - - - - - - - - - -

«
Una presenza ridotta di new entry complici le ristrettezze del sistema elettorale che hanno imposto ai partiti di "salvare" innanzitutto gli uscenti e le dirigenze di partito. È andata meglio, per i cattolici, nelle liste per Monti che hanno aperto le loro porte prioritariamente ai neofiti della politica, ma resta  - in questo ultimo caso -  una linea politica ancora non definita, in particolare sui principi non negoziabili, lasciata all’iniziativa parlamentare.
A un primo esame delle liste dei partiti, ufficializzate lunedì, emergono luci ed ombre e il rischio "fiore all’occhiello" c’è, da verificare alla prova dei fatti. Con alcune conferme ed alcune sorprese. Una sorpresa, ad esempio nelle liste Monti è certamente Gennaro Iorio, sociologo di riferimento del movimento dei Focolari. In lista in Sicilia al numero 3  - con ampie possibilità di elezione -  al sito di Città nuova campeggia ancora una riflessione di pochi giorni fa  - indice chiaro di una scelta di impegno concretizzatasi solo all’ultimo momento -  sull’impegno dei cattolici, in grado di scatenare il dibattito, sul sito, fra gli aderenti al movimento. «Impegno plurale agenda comune», teorizza Iorio. «C’è estremo bisogno - spiega - che i cattolici maturino come cittadini che sappiano esercitare il diritto-dovere di voto, uscendo dall’atomismo elettorale. Cioè dal vivere le elezioni come fatto individuale. Bisognerebbe che i cattolici fossero capaci di vivere la tornata elettorale come comunità che discute in pubblico delle priorità del Paese  - conclude Iorio -  offrendo le proprie proposte».
Una vera e propria strategia da mettere in campo, a fronte di un’accelerazione degli eventi che ha interrotto a metà la riflessione in atto nel variegato mondo cattolico, che ha avuto negli incontri di Todi una delle espressioni più propositive. In lista per Monti, accanto a presenze di chiara impostazione laica  - laicista in taluni casi -  una pattuglia di cattolici interessante. Simonetta Saveri, ad esempio, in posizione da elezione in Liguria, avvocato civilista con un passato di dirigente, per 11 anni, della pastorale giovanile della Liguria, è balzata alla ribalta nelle scorse elezioni a sindaco di Genova come rappresentante della civica "Primavera Politica", un movimento che mette al centro i diritti della persona e la famiglia. Nomi che vanno ad affiancarsi ad altri di cui si è già parlato: il ginecologo obiettore Lucio Romano, presidente di Scienza&vita; Andrea Olivero, ex presidente delle Acli; Luigi Marino, presidente di Confcooperative; Gian Luigi Gigli, il grande neurologo che si spese per la vita di Eluana Englaro; Mario Sberna, presidente dell’associazione Famiglie numerose; Mario Marazziti, portavoce della Comunità di sant’Egidio. Tutti collocati in posizione da elezione.
Dal movimento fondato dal ministro Andrea Riccardi proviene anche Mario Giro, che corre in Campania al Senato con il numero 2, con altissime probabilità di sedere a Palazzo Madama insieme al fratello, Francesco Giro, a lungo responsabile dei rapporti con il mondo cattolico schierato con il Pdl, che prenota la rielezione nel Lazio.
Anche Mario Mauro, numero tre in Lombardia al Senato con un passato da vicepresidente della Cdo-settore scuola, guida un gruppo di esponenti della stessa estrazione, tutti con prospettiva di elezione, fra cui spicca un dirigente politico sardo collaudato come Giorgio La Spisa, vicepresidente uscente della Regione, poi Daniele Menorello, responsabile di "Rete popolare", un’aggregazione di giovani amministratori in Veneto, e un giovane imprenditore dirigente della Cdo Matteo Campodonico, 30 anni, che ha costruito la sua piccola fortuna inventandosi una banca dati per giovani calciatori, che oggi dà lavoro a 60 dipendenti e si interfaccia con i grandi club di tutto il mondo. «Ma soprattutto – spiega Mauro – mi ha colpito alla convention di Bergamo che in tanti, prima di prendere la parola, hanno voluto premettere di essere cattolici, quasi a dire che la loro voglia essere una risposta affermativa a quell’appello reiterato a dar vita a una nuova generazione di cattolici impegnati».
Tanti ancora i nomi di rilievo, in corsa per Monti: Gregorio Gitti, numero due in Lombardia 2, presidente della Fondazione Etica; il demografo Gianpiero Della Zuanna, capolista alla Camera in Veneto1; Daniele Morini, giornalista cattolico candidato al numero due in Umbria, mentre Augusta Sorriso, dirigente dell’Mcl a New York è capolista nella circoscrizione del Nord America.
Il movimento guidato da Carlo Costalli ha un suo dirigente anche nelle liste del Pdl, Teresa Restifa, capolista nella circoscrizione Australia. Nel partito di Berlusconi e Alfano la "battaglia" dei cattolici è stata soprattutto quella di salvaguardare la continuità di un impegno (di cui diamo conto nel pezzo in alto). Nell’Udc fra i nomi nuovi spicca quello di Giorgio Guerrini, fra i protagonisti di Todi come ex presidente di Confartigianato e capolista alla Camera in Toscana. «Serve  - spiega Guerrini -  una nuova classe dirigente e una nuova assunzione di responsabilità dei cattolici che vuol dire garantire maggiore competenza nel governo delle risorse pubbliche e inseguire le migliori pratiche». Torna in corsa per il Parlamento Luca Marconi, ex senatore, legato a Rinnovamento nello spirito, ora assessore alla Famiglia nelle Marche dove sarà numero tre. Per il resto il partito di Casini punta a valorizzare espressioni di impegno politico del territorio già consolidate, anche se di chiara provenienza cattolica. In questo quadro spiccano i nomi di un assessore brindisino, l’architetto Paola Baldassarre, Bartolomeo Rampinelli Rota, continuatore della collaudata tradizione bresciana di presenza e impegno, e Beppe Delfino, assessore a Cuneo e figlio d’arte.
Nel Pd, a chiusura dell’operazione liste, il partito di Bersani ha esibito un poker di neo-candidati di ispirazione cattolica. Che in realtà sono di più. Spicca il nome di Edo Patriarca, ex presidente Agesci e portavoce del Forum del Terzo settore e segretario del comitato organizzatore della Settimana sociale. Nome di spicco anche quello di Francesco Russo, esponente di Azione cattolica, vicino a Enrico Letta, e capolista in Friuli. Evocativa poi la presenza in lista di Flavia Nardelli, segretaria dell’Istituto Sturzo e figlia dell’ex leader dc Flaminio Piccoli. In corsa anche la storica Emma Fattorini, mentre in Veneto ci sarà il numero due della Cisl Giogio Santini, che lascia per un seggio (molto probabile) di senatore. Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl, ha lasciato il sindacato per correre invece con Monti. Di rilevo, infine, il sì a Bersani di Ernesto Preziosi, pesarese, ex vicepresidente di Azione Cattolica e segretario generale dell’Istituto Toniolo, candidato al numero 6  - con prospettiva di elezione -  in Lombardia 2. L’analisi che l’ha portato ad accettare la candidatura è la presa d’atto di un «disorientamento» dei cattolici. Che hanno corso il rischio, in politica, «di rimanere frantumanti da un sistema maggioritario aggressivo e muscolare, dove solo raramente la stessa fede è stata anteposta all’appartenenza di partito». Ed è questa ora la sfida. Per tutti.
»

Nessun commento: