lunedì 8 ottobre 2012

Secondo tempo o tempi supplementari?

L’Amministrazione Comunale latianese ha concesso in comodato per due anni, all’Associazione “Mons. Armando Franco”, otto aule allocate nei plessi 2 e 4 della sede della Scuola Statale “Bartolo Longo”, in viale Fosse Ardeatine.
Tale Associazione andrà ad ospitare, presso i locali del Comune di Latiano, il proprio Istituto Professionale Paritario per i Servizi Turistici – Aziendali e Sociali.
Questa vicenda ha levato un vespaio di polemiche: i genitori dei ragazzi che frequentano la Scuola Primaria hanno attivato una petizione; il gruppo Ecopacifisti  - attraverso il suo rappresentante in Consiglio Comunale, Nino Calcagno -  ha presentato, in merito, una mozione che sarà discussa nella prossima seduta della Pubblica Assise Cittadina; sono intervenute le Rappresentanze sindacali; i docenti della Scuola Primaria hanno “rivendicato” l’utilità di quei locali per attività progettuali correlate a quelle d’istituto; altre realtà del privato sociale, dell’associazionismo, operanti a Latiano anche in settori diversi da quello della formazione, hanno manifestato delusione per non aver trovato, presso l’Amministrazione Comunale latianese, analoga accoglienza e considerazione di quella riscontrata dall’Associazione “Mons. Armando Franco”. Ovviamente c’è stato chi, in questo tourbillon di polemiche, ha sottolineato il silenzio di buona parte dell’opposizione, la quale comunque, insieme ai Consiglieri Comunali di maggioranza, dovrà necessariamente esprimersi, sulla questione, nella convocazione di venerdì prossimo o, al più tardi, di lunedì 15 ottobre (seconda convocazione, già “prudenzialmente” stabilita dalla Presidenza del Consiglio Comunale per il caso in cui venerdì 12 ottobre non dovesse esserci il numero legale sufficiente a garantire lo svolgimento dei lavori).
La Scuola “Armando Franco”, fino alla conclusione dello scorso anno scolastico, è stata ospitata presso locali del Comune di Mesagne, che ne ha poi richiesto ed ottenuto la disponibilità per un differente uso.
Chi si iscrive a questo Istituto mesagnese, giustamente, paga; personalmente non so quanto paghi; ma è certo che è prevista una retta mensile (chiedere agli allievi iscritti, o agli ex allievi, per avere conferma).
Insomma si tratta di una realtà del privato sociale che da diversi anni offre sul mercato la sua originalità in termini di offerta formativa.
Fin qui tutto bene, a mio modesto avviso, poiché ritengo che il riconoscimento e l’autonomia delle “Scuole private” rappresenti una opportunità di arricchimento del patrimonio di offerta formativa di cui dispone il nostro Paese.
Ciò che però, secondo me, proprio non va bene, in questa storia, è che una Associazione  - che eroga, a pagamento, i suoi servizi e che dunque concorre, sul mercato dell’offerta formativa privata, con altri “competitors” -  debba incontrare il braccio accondiscendente di una Amministrazione Comunale che concede in comodato i propri locali, di fatto determinando una condizione esistenziale più favorevole rispetto a quella di altre realtà private che devono dotarsi, a proprie spese, di locali idonei per svolgere la loro attività.
Allora che si fa: si offrono locali comunali, in comodato, a tutte le scuole private presenti sul territorio? E’ grottesco anche ipotizzarlo!
Sorprende, peraltro, che nella deliberazione con la quale la Giunta Comunale latianese ha concesso il comodato a questa Associazione cattolica mesagnese non si sia evidenziata alcuna concreta utilità per l’Ente Locale!
Io, quindi, sono contrario alla concessione di locali all’Associazione “Mons. Armando Franco” e mi auguro pertanto che l’Amministrazione Comunale ritorni sui suoi passi, considerando anche le ragioni di quanti, in questi giorni, in vari modi hanno voluto levare la loro voce critica su questa decisione improvvisa (si pensi che l’istanza dell’Associazione “Mons. Armando Franco” è stata protocollata presso il Comune di Latiano il 20 settembre 2012 e che la deliberazione della Giunta è datata 24 settembre 2012…), non suffragata da alcun preventivo indirizzo espresso dal Consiglio Comunale.
Credo che la discussione sulla concessione delle aule in comodato all’Associazione “Mons. Armando Franco” possa rappresentare una grande opportunità per tutto il Consiglio Comunale latianese: maggioranza ed opposizione. Spero che non ci si avviti intorno a questioni ideologiche; spero che le diverse ragioni di contrarietà alla decisione assunta dall’Amministrazione Comunale non rappresentino motivi di divisione.
Piuttosto ritengo che, dai banchi della maggioranza, soprattutto, e anche dai banchi dell’opposizione, si debba offrire una prova di maturità e di autonomia e possa levarsi, finalmente, un monito chiaro e forte all’indirizzo di chi (?) determina le decisioni dell’Amministrazione Comunale attualmente in carica. Non si può proseguire con un decisionismo anzitutto sporadico, ma anche avulso dalla contestualizzazione in una ampia visione strategica orientata alla pubblica utilità, ma anche sprezzante del ruolo e della funzione di indirizzo che è propria  - piaccia o no -  del Consiglio Comunale.
Capiamoci: sulla questione – comodato all’Associazione “Mons. Armando Franco”, anche se il Consiglio dovesse bocciare la decisione assunta dal Sindaco e dai suoi Assessori, certo non potrà cadere l’Amministrazione Comunale… ma si tratta comunque di una deliberazione che ha già suscitato ampie contrarietà, che è carica di elementi simbolici, che è temporalmente calata in una fase determinante del percorso politico della Giunta – De Giorgi (ormai proiettata, stando ai “si dice”, verso l’inizio di un “secondo tempo” della sua esperienza). E’ l’occasione giusta, insomma, per ripristinare una correttezza di relazioni, nel rispetto dei ruoli e compiti di ciascuno e nell’interesse esclusivo della comunità latianese.
Dalla condotta che assumeranno i Consiglieri Comunali si capirà davvero chi, in Consiglio Comunale (che stia in maggioranza o all’opposizione), tiene alla libertà del suo pensiero ed alla dignità del suo ruolo e chi, invece, ha ormai delegato ogni prerogativa concessagli dall’elettorato.
Lo dico da Consigliere Comunale di opposizione che, dunque, certamente, non entrerà a far parte di questa Giunta Comunale anche dopo il pluriannunciato “turnover” (e mi rivolgo, soprattutto, ai “colleghi” della maggioranza): uno scossone, in questa fase, improntato ad una sana “correzione fraterna”, non potrà che rendere più “tonica”, e soprattutto più consapevole, l’azione futura dell’Amministrazione. E inoltre contribuirebbe a restituire, in pienezza, ruolo e dignità al Consiglio Comunale.
In conclusione, a scanso di equivoci (“a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”: era un vecchio adagio andreottiano), preciso che  - nell’auspicare il riconoscimento pieno del ruolo dei Consiglieri Comunali da parte dell’Amministrazione ed il ripristino, all’interno della Pubblica Assise Cittadina, di corrette relazioni tra maggioranza ed opposizione (nella chiarezza e nella distinzione dei compiti affidati dall’elettorato) -  esprimo semplicemente la convinzione che una Giunta Comunale possa agire bene solo se supportata da una maggioranza partecipe, coinvolta, motivata e se non si sottrae al confronto con una opposizione responsabile.


P.S.: Ho riflettuto in silenzio alcuni giorni, prima di intervenire sull’argomento di questo post, per non determinare il “fumus” di conflitto d’interessi poiché è noto a tutti i latianesi… l’interesse di un membro della mia famiglia nel campo della formazione. Ma, come al solito, non mi sottraggo alle mie responsabilità e poi… la Scuola “Rousseau” (lo ricordo ad eventuali miei detrattori dell’ultima ora) si occupa di formazione professionale ed è sede universitaria; dunque ha ben altro a cui pensare e non sussistono antagonismi diretti con un Istituto Professionale Paritario.     

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