Credo che la possibilità per un popolo di progredire, di migliorarsi, di vivere meglio, di essere più protagonista del proprio tempo e più responsabile del proprio futuro, dipenda dai modelli che esso si dà.
Se così è, i buoni modelli, i giusti punti di riferimento, possono migliorare un popolo, una intera comunità.
Latiano potrebbe essere migliore.
Ma ciò dipende, anzitutto, dai latianesi.
Ai latianesi i buoni modelli non sono mancati: si pensi, su tutti, al Beato Bartolo Longo ed al prof. Gabriele Monasterio; forse però il loro esempio non è stato adeguatamente percepito.
Anche il presente propone i suoi modelli.
Mi viene in mente Pietro Donativo, un imprenditore di successo che ad un certo punto ha deciso di mettersi al servizio degli ultimi, i più lontani, e - indotto dall’esempio dei padri Cistercensi - si è dato da fare. A modo suo, con l’originalità e la capacità di penetrazione insite in una mentalità imprenditoriale; attivando una catena di solidarietà che tende sempre più ad intensificarsi.
Notiamo, in molti luoghi frequentati dal pubblico, le cassette per la raccolta delle offerte che Pietro Donativo e la sua Associazione utilizzano per poi costruire in Africa scuole, ospedali, pozzi, centri di accoglienza e quant’altro.
Pietro Donativo è a mio avviso un modello la cui esperienza, se fosse meglio conosciuta, potrebbe aiutare ciascuno di noi a divenire migliore, a crescere, ad essere più consapevole della propria buona sorte, a farsi prossimo.
Così, anche la Città potrebbe diventare migliore.
Se così è, i buoni modelli, i giusti punti di riferimento, possono migliorare un popolo, una intera comunità.
Latiano potrebbe essere migliore.
Ma ciò dipende, anzitutto, dai latianesi.
Ai latianesi i buoni modelli non sono mancati: si pensi, su tutti, al Beato Bartolo Longo ed al prof. Gabriele Monasterio; forse però il loro esempio non è stato adeguatamente percepito.
Anche il presente propone i suoi modelli.
Mi viene in mente Pietro Donativo, un imprenditore di successo che ad un certo punto ha deciso di mettersi al servizio degli ultimi, i più lontani, e - indotto dall’esempio dei padri Cistercensi - si è dato da fare. A modo suo, con l’originalità e la capacità di penetrazione insite in una mentalità imprenditoriale; attivando una catena di solidarietà che tende sempre più ad intensificarsi.
Notiamo, in molti luoghi frequentati dal pubblico, le cassette per la raccolta delle offerte che Pietro Donativo e la sua Associazione utilizzano per poi costruire in Africa scuole, ospedali, pozzi, centri di accoglienza e quant’altro.
Pietro Donativo è a mio avviso un modello la cui esperienza, se fosse meglio conosciuta, potrebbe aiutare ciascuno di noi a divenire migliore, a crescere, ad essere più consapevole della propria buona sorte, a farsi prossimo.
Così, anche la Città potrebbe diventare migliore.
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