Una pioggia di arresti si è abbattuta sulle montagne di rifiuti che ancora adornano le vie di Napoli e dintorni.
Il paradosso è che a finire nel mirino della magistratura partenopea non siano stati, questa volta, gli autori del disastro economico, paesaggistico, sanitario ed ambientale prodotto in anni ed anni di cattiva amministrazione ormai conclamata, bensì coloro i quali sono stati chiamati a cercare di porre rimedio all’emergenza.
L’operazione è stata denominata, quasi goliardicamente, dagli inquirenti, “rompiballe” e vede indagato, tra gli altri, addirittura il Prefetto del capoluogo campano.
L’accusa sarebbe quella di aver portato nelle discariche parte dei rifiuti - giacenti ormai da settimane sotto i balconi dei napoletani - senza i preventivi trattamenti di stabilizzazione, finalizzati ad eliminare i cattivi odori e, in qualche modo, ad “igienizzare” la spazzatura.
La montagna, di rifiuti, ha insomma partorito il topolino.
Mi chiedo con che spirito proseguiranno ora la loro attività coloro i quali, con senso di responsabilità, si sono rimboccati le maniche per risolvere la questione – rifiuti in Campania.
E penso, in particolare, al sottosegretario Guido Bertolaso verso cui sono mosso da un moto di stima e solidarietà.
Nei giorni scorsi il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha lanciato una sacrosanta crociata contro gli impiegati pubblici fannulloni.
Ma, mi chiedo, chi può verificare, al di fuori ed al di sopra della magistratura stessa, l’operato di magistrati che utilizzano risorse pubbliche per indagini che, anche a leggere i commenti pubblicati oggi da autorevoli quotidiani nazionali, potrebbero avere più il sapore dell’avvertimento politico che quello dell’alta e nobile affermazione della Giustizia?
Il paradosso è che a finire nel mirino della magistratura partenopea non siano stati, questa volta, gli autori del disastro economico, paesaggistico, sanitario ed ambientale prodotto in anni ed anni di cattiva amministrazione ormai conclamata, bensì coloro i quali sono stati chiamati a cercare di porre rimedio all’emergenza.
L’operazione è stata denominata, quasi goliardicamente, dagli inquirenti, “rompiballe” e vede indagato, tra gli altri, addirittura il Prefetto del capoluogo campano.
L’accusa sarebbe quella di aver portato nelle discariche parte dei rifiuti - giacenti ormai da settimane sotto i balconi dei napoletani - senza i preventivi trattamenti di stabilizzazione, finalizzati ad eliminare i cattivi odori e, in qualche modo, ad “igienizzare” la spazzatura.
La montagna, di rifiuti, ha insomma partorito il topolino.
Mi chiedo con che spirito proseguiranno ora la loro attività coloro i quali, con senso di responsabilità, si sono rimboccati le maniche per risolvere la questione – rifiuti in Campania.
E penso, in particolare, al sottosegretario Guido Bertolaso verso cui sono mosso da un moto di stima e solidarietà.
Nei giorni scorsi il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha lanciato una sacrosanta crociata contro gli impiegati pubblici fannulloni.
Ma, mi chiedo, chi può verificare, al di fuori ed al di sopra della magistratura stessa, l’operato di magistrati che utilizzano risorse pubbliche per indagini che, anche a leggere i commenti pubblicati oggi da autorevoli quotidiani nazionali, potrebbero avere più il sapore dell’avvertimento politico che quello dell’alta e nobile affermazione della Giustizia?
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