domenica 25 dicembre 2011
Levare alto i pensieri. Stellare forte la notte. Auguri a tutti!
venerdì 16 dicembre 2011
“Scenari” si interroga sulla Sanità.
martedì 22 novembre 2011
L'interesse comune e le convergenze possibili. Un esempio: l'abbattimento delle tariffe per i suoli nella zona Pip.
giovedì 17 novembre 2011
Servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani: Udc e Pdl si mobilitano.
venerdì 4 novembre 2011
Azienda speciale "Pio istituto Caterina Scazzeri": che succede?
lunedì 31 ottobre 2011
Muro Tenente - interrogazione urgente al Sindaco.
domenica 16 ottobre 2011
Occhio al Seminario di Todi.
martedì 4 ottobre 2011
Al bando l'arroganza politica
Salvatore De Punzio, tuttavia, non si è dimostrato uomo di garanzia ed, anzi,ha ostentato un costante atteggiamento di controllo e direzione, o sarebbe meglio parlare di sovrapposizione, verso una parte dei gruppi consiliari di maggioranza nonché una sistematica preclusione al rispetto delle ragioni, del ruolo e della dignità delle opposizioni.
venerdì 30 settembre 2011
Finanziamenti al Comune di Latiano: i meriti di "quell'altro" centrosinistra
martedì 6 settembre 2011
Mino Martinazzoli: il "mio" Segretario.
mercoledì 3 agosto 2011
La strada senza nome
E’ situata in zona “Scazzeri”; incrocia con via Torre, quasi all’altezza del campo sportivo. E’, potenzialmente, una delle più belle, tra le nuove strade di Latiano: per ubicazione e per gusto architettonico dei privati. E’ un piccolo monumento agli effetti della mancata, o non aggiornata, pianificazione complessiva del territorio. E’ il residuo simbolico di una evoluzione urbanistica “spontanea”, ispirata cioè soprattutto dall’iniziativa privata e gestita poi, non governata, dall’Ente pubblico. E’ una di quelle questioni che le Amministrazioni Comunali vedono concretizzarsi ma, nell’evolversi, non hanno il coraggio di ricondurre a disciplina, né la forza di finalizzare, di perfezionare, di consegnare ad uno stato di giustizia e di civiltà. E’ una di quelle questioni che transitano da una Amministrazione Comunale all’altra e delle quali è difficile, poi, o inutile, individuare la paternità politica. E’ una strada ancora senza nome. E’ una strada senza asfalto. E’ una strada stretta, per il cui ampliamento giace da tempo una ipotesi di acquisizione di un suolo privato attiguo. E’ una strada con costruzioni non abusive, i cui proprietari hanno regolarmente onorato ogni onere di urbanizzazione. E’ una strada polverosa, quando non piove, e quella polvere impallidisce le facciate e si insinua in ogni angolo delle abitazioni. E’ una strada che si allaga, come è accaduto con la pioggia di alcuni giorni addietro, ed in quel caso non salta neppure alla mente di invocare la fogna bianca. E’ una strada talvolta “dimenticata” anche dal servizio di raccolta dei rifiuti.
Di tutto questo, però, la colpa è nostra: di noi cittadini, perché oggi è giusto invocare “una” soluzione ma più giusto ancora sarebbe stato che “la” soluzione fosse stata nell’idea, nel progetto e nella realizzazione di quella zona urbanizzata… e non nel rimedio, nel riparo verso cui è ormai doveroso correre.
Detto, quindi, del “concorso” di colpe, lancio un appello all’Amministrazione Comunale in carica: facciamo, ora, tutto il possibile, con la buona volontà di tutti e la comune assunzione di responsabilità, perché quella strada senza nome abbia finalmente diritto… di residenza in una Latiano proiettata verso un futuro di sempre maggiore dignità.
martedì 26 luglio 2011
Contributi alle Associazioni sportive
mercoledì 6 luglio 2011
Una occasione perduta.
Ieri pomeriggio “la casta” si è difesa.
Quando davvero si è stati ad un passo dalla scomparsa di tante poltrone, la politica non se l’è sentita.
In tempi di stretta sui conti pubblici era infatti giunta all’esame del Parlamento una proposta, presentata dall’Italia dei Valori, per l’abolizione delle Province. Quale migliore occasione, per eliminare Enti le cui funzioni avrebbero potuto essere devolute, agevolmente, a Regioni e Comuni?
Insomma, per sanare i conti pubblici dobbiamo accettare pesanti manovre fiscali a carico delle famiglie e rassegnarci a mantenere in piedi strutture burocratiche ed amministrative nell’ottica della cui ottimale funzionalità andrebbe operato, quantomeno, un intervento di riorganizzazione e rimodulazione.
Per quanto tempo ancora saremo disponibili ad accettare ciò?
martedì 14 giugno 2011
Le "Buone ragioni per la vita in comune".
L’associazione culturale “Scenari”, di cui sono tra i fondatori, presenterà sabato prossimo, 18 giugno, alle ore 18 presso la sala conferenze del museo provinciale “F. Ribezzo” in Brindisi, il libro “Buone ragioni per la vita in comune. Religione, politica, economia” del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia.
I lavori - moderati dal giornalista Mimmo Consales - saranno introdotti da Emanuele Castrignanò, presidente di “Scenari”. Relazioneranno: on. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati, on. Giuseppe Fioroni, responsabile nazionale Welfare del Partito Democratico, mons. Domenico Laddaga, delegato governatore Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti, Enzo Lezzi, segretario generale CISL FP Puglia.
Le conclusioni saranno curate da mons. Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi.
Tutti i relatori daranno vita ad una tavola rotonda intorno al tema: “Quale volto per l’uomo del terzo millennio” e l’occasione offrirà certamente utili spunti di riflessione sul ruolo del cristiano impegnato a costruire una società plurale e solidale, in cui le differenze non siano motivi di deriva e disgregazione ma contribuiscano alla “vita buona nella città comune”.
L’incontro organizzato da “Scenari” - Associazione fortemente radicata nel movimento sindacale cattolico brindisino - rappresenta l’ideale proseguimento di un recente confronto, organizzato dalla CISL Veneto, tra mons. Angelo Scola e Raffaele Bonanni sul tema “Solidarietà, sussidiarietà, sostenibilità, responsabilità: valori e fattori per il nuovo sviluppo”.
All’incontro organizzato da “Scenari” saranno presenti il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, l’on. Gero Grassi (Pd), l’on. Giovanni Carbonella (Pd), l’assessore regionale Fabiano Amati (Pd), il sen. Michele Saccomanno (Pdl), il consigliere regionale Maurizio Friolo (Pdl).
martedì 7 giugno 2011
“Si” al Referendum, per sancire il fallimento della legislatura.
Credo, infatti, nella democrazia partecipata; riconosco il valore della rappresentanza diretta dei cittadini ma non posso non rilevare che, negli ultimi venti anni, si è fatto un frequente ricorso ai Referendum anche per colmare l’insipienza del Legislatore, o l’incapacità dello stesso a recepire, e quindi a rappresentare, i sentimenti prevalenti nella società italiana.
Dunque non discuto il valore della consultazione referendaria, come strumento di affermazione del pensiero politico, ma, contestualmente, prendo atto della crisi in cui versa, in Italia, la democrazia rappresentativa.
E tra le cause di ciò deve annoverarsi il cosiddetto “porcellum”, ovvero il sistema per l’elezione del nostro Parlamento, che consente ai Partiti di indicare gli eletti senza dover sottoporre i candidati al consenso diretto degli elettori, attraverso l’espressione della preferenza.
Con questo stato d’animo saluto il Referendum di domenica e lunedì prossimi ma non mi sottraggo certo all’impegno, anzitutto, per una indicazione favorevole al voto.
Se la classe politica nazionale, o buona parte di essa, ha perso di vista molte delle sue prerogative, la Comunità rappresentata non può declinare dalle proprie responsabilità: una inversione di tendenza può determinarsi, anzi, a mio avviso, proprio attraverso una maggiore partecipazione dei cittadini al governo della Cosa Pubblica.
Facciamo sentire, allora, ai nostri Parlamentari, il fiato sul collo; credo che, così, potranno finalmente darsi una mossa! (ma che peccato, però, avere 630 Onorevoli e 315 Senatori, oltre i Senatori a vita, che, insieme, non riescono a rappresentare la Comunità di cui sono espressione…).
E poi non intendo sottrarmi alla responsabilità di far conoscere come voterò io, domenica prossima.
Tre tematiche, quattro quesiti: per me, personalmente e liberamente, altrettanti “si”.
Sul legittimo impedimento, anzitutto, su cui si è espressa anche la Corte Costituzionale: sarebbe stata comprensibile una tutela per le quattro più alte cariche dello Stato ma l’estensione a tutti i Ministri mi sembra davvero troppo. Dunque un “si” per abrogare una legge, secondo me, non sbagliata ma certo… eccessiva.
Sull’acqua: il Governo avrebbe potuto farsi promotore di una Legge che garantisse la libera concorrenza nella gestione (sono sempre persuaso della maggiore efficienza gestionale dei privati…) ed una congrua soglia di sussistenza a tutti i cittadini. Probabilmente l’avrei sostenuta. Così non è stato (il Governo si è dato, evidentemente, altre priorità) e allora… mettiamoci al sicuro! “Si” all’acqua per tutti, ovviamente,… e speriamo che si vigili almeno sugli sprechi.
Sul nucleare, poi. Ho accolto con favore l’impegno assunto dall’attuale Governo Berlusconi, agli esordi del suo mandato, per la ripresa di un piano per il nucleare. Sono stato un “nuclearista moderato” e ne ho scritto, nel 2008, anche su questo blog: lo ritenevo, quello annunciato dal centrodestra italiano, uno sforzo per uscire dalla forbice del binomio petrolio – carbone, che ha prodotto effetti quantomeno discutibili sul fronte dell’impatto ambientale e che, sul fronte economico, non dà garanzie di lunga prospettiva (anche in considerazione dell’atteggiamento spesso ricattatorio assunto dai Paesi produttori). Mi sarei però aspettato un’azione di ampio respiro ed improntata a caratteristiche di maggiore responsabilità: ad esempio la proposizione di un tavolo europeo sull’energia (del resto, anche in termini di sicurezza, che senso ha non realizzare le centrali nucleari in Italia e poi avere, quelle degli Stati limitrofi, allocate sulle Alpi?). Invece che ad una azione di rilevanza continentale (che avrebbe potuto sortire anche risultati insperati: basti vedere l’abbandono del piano per il nucleare annunciato recentemente dal, certo non “sovversivo”, Governo tedesco) abbiamo assistito, ancora una volta, ad una politica di quartiere, anzi no: di condominio. E così, a poche settimane dalla tragedia di Fukushima, ci è toccato sopportare Berlusconi che tranquillizzava Sarkozy sul rispetto dei contratti per la cessione della tecnologia francese sul nucleare (pare, peraltro, che non sia di ultima generazione…). Come se nulla fosse successo in Giappone, come se - sull’altare di un impegno commerciale assunto - si possano mortificare le ansie ed i timori, legittimi, di una Comunità. Insomma, anche su un tema serio, che ha fortissime ripercussioni sull’ambiente, sulla sicurezza e sull’economia nazionale, si è assistito al solito teatrino. E siccome il nucleare, lo si voglia o no, è una cosa seria, se non si è capaci di gestirla con pari serietà, determinazione, lucidità e lungimiranza, è meglio lasciar perdere. Allora “si” anche su questo… ma stavolta speriamo almeno di avere presto un moderno, ed efficace, piano nazionale per l’energia che non si basi sul carbone, sul petrolio e… sul nucleare.
Buon voto libero a tutti.
domenica 5 giugno 2011
Quanto vale l’acqua
“La Puglia e il suo Acquedotto”: si intitola così un libro, scritto da Michele Viterbo (1890 – 1973) e pubblicato in prima edizione nel 1954, in seconda edizione nel 1991 (a cura di Antonio Rubino), poi ancora nel 2010, per i tipi di Editori Laterza, ma, in quest’ultima edizione, con prefazione di Fabiano Amati e postfazione del giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno” Massimiliano Scagliarini.
L’opera riporta la storia delle vicissitudini sopportate dai pugliesi prima di affrancarsi definitivamente dalla antica soggezione della sete.
L’Autore - che fu amministratore illuminato (al suo nome è legato il varo di importanti Istituzioni della nostra Regione) ma anche storico, letterato ed appassionato meridionalista - ripercorre gli atti e le azioni, le ansie e le passioni che condussero alla costruzione di quello che fu definito “il più grande acquedotto del mondo”, le cui reti idriche alimentano la Puglia, la Basilicata, parte dell’Irpinia, del Molise e della Calabria.
L’edizione che ho avuto modo di leggere, l’ultima, riporta, nella postfazione, le vicende degli ultimi 50 anni di vita dell’Acquedotto Pugliese.
Ho regalato questo libro a mio fratello nello scorso mese di settembre, subito dopo la sua elezione a presidente di un piccolo consorzio irriguo, ritenendolo utile viatico all’esordio di una esperienza di organizzazione della condivisione, laddove quest’ultima ha ad oggetto un elemento particolarmente sensibile, fondamentale, come l’acqua.
Mi accade spesso di regalare un libro che mi piace e che ritengo utile, ad una persona, in quel particolare momento della sua vita. E mi ritrovo, talvolta, a farmi poi prestare quello stesso libro, anche per una rilettura, quando ne avverto il bisogno.
Il mio momento per il volume di Michele Viterbo è venuto alcuni giorni addietro, quando il dibattito sul referendum ha fatto capolino un po’ in tutte le case, sospinto - sia pure, all’inizio, timidamente - dai mezzi di informazione.
Così mi sono fatto prestare “La Puglia e il suo Acquedotto” e ne ho completato la lettura in pochi giorni: una esperienza che consiglio, poiché suscita una ampia riflessione etica sul valore reale dei bisogni primari, sul consumo responsabile e sulla ottimale gestione delle risorse disponibili.
venerdì 3 giugno 2011
Incendio a Muro Tenente: chiediamo spiegazioni
«A norma dell’art. 13 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato con D.C.C. n. 95 del 10/10/1996, i sottoscritti Consiglieri Comunali formulano la seguente interrogazione da inserire all’ordine del giorno della prossima seduta della Pubblica Assise Cittadina.
Si apprende, dagli organi di informazione, la notizia di un incendio che, in data 30 maggio 2011, avrebbe interessato l’area archeologica di Muro Tenente.
Nel rilevare che un simile accadimento umilierebbe il lavoro di chi, ormai da tanti anni, si spende nella ricerca dei siti e per la salvaguardia del patrimonio archeologico custodito in quello scrigno di storia e di cultura che è Muro Tenente, si chiede di conoscere:
1. Quale zona dell’area archeologica sarebbe stata aggredita dalle fiamme;
2. Quale dinamica avrebbe avuto l’azione incendiaria, posto che fonti giornalistiche affermano che il fuoco sarebbe divampato da diversi punti, anche notevolmente distanti tra loro, con ciò accreditando l’ipotesi dell’origine dolosa;
3. Se risponde al vero che, in data 30 maggio 2011, l’area archeologica di Muro Tenente fosse invasa da sterpaglie;
4. Nel caso in cui l’incendio si fosse realmente verificato, quali danni siano stati arrecati all’area archeologica e se si sia provveduto a sporgere denuncia alle Autorità competenti;
5. Se, nel caso in cui l’incendio si fosse realmente verificato e fosse stata esposta denuncia dell’accaduto, gli organi inquirenti abbiano già informato l’Amministrazione Comunale latianese in ordine alla formulazione di una ipotesi investigativa.»
F.to: Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri, Mauro Vitale.
Ritengo che, se fosse confermato l’accadimento dei fatti, il Consiglio Comunale debba farsi carico di una seria analisi delle politiche culturali in ambito locale, in esito alla quale dovrebbe poi trarsi ogni necessaria conseguenza.
mercoledì 1 giugno 2011
Furto dei cavi in rame della rete elettrica: rimediare presto ai danni. Un richiamo all'Enel.
Le cronache riportano sempre più spesso la notizia di furti di cavi in rame della rete elettrica. Tale fenomeno crimonoso è indotto dall’alto costo ormai stabilmente acquisito dal rame sul mercato. Anche nelle nostre campagne si sono registrati episodi criminosi di questo genere. I danni arrecati, all’Enel, dai furti, si estendono direttamente anche sui privati cittadini, costretti a rimanere senza corrente elettrica, talvolta, per alcuni mesi. E’ ciò che sta accadendo in alcune contrade del territorio latianese, poste al confine con San Vito dei Normanni e San Michele Salentino.
Sull’argomento, al fine di richiamare l’attenzione di tutte le Autorità competenti, ho diffuso stamane il seguente comunicato stampa, a firma, oltre che mia, degli altri due componenti il gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano: Claudio Ruggiero e Mauro Vitale.
«Da ormai circa due mesi le contrade Tussano, Grottole, Asciulo e Ospedale, ubicate in agro di Latiano, al confine con San Vito dei Normanni, sono al buio.
E ciò a causa del furto di diversi chilometri di cavi in rame dai pali della rete elettrica.
Il disagio causato da tale criminosa sottrazione si accrescerà nei prossimi giorni per effetto dell’inizio del periodo di villeggiatura, che determinerà la legittima aspettativa degli utenti a fruire di un servizio già contrattualizzato.
Comprendiamo le difficoltà del gestore della rete elettrica, nel dover fronteggiare fenomeni straordinari come il furto di cavi in rame, ma richiamiamo la necessità di un tempestivo intervento risolutore che determini il ripristino di un servizio, in favore di abitazioni ed attività produttive, il perdurare della cui mancanza non potrà che accrescere il computo dei danni già arrecati».
F.to: Gabriele Argentieri, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale.
domenica 29 maggio 2011
Giuliano Pisapia? Oggi lo preferisco.
giovedì 19 maggio 2011
Trasparenza
In ogni sezione elettorale, oltre il Presidente del seggio (nominato dalla Corte d’Appello) ed il suo Segretario, è prevista la presenza di tre scrutatori per le consultazioni referendarie e di quattro scrutatori in occasione di elezioni.
La Commissione, all’unanimità, ha deliberato la nomina dei tre scrutatori per ciascuno dei 14 seggi elettorali (in tutto 42) mediante sorteggio tra i nominativi compresi nell’apposito Albo Comunale (composto da 1254 nominativi).
Si è proceduto quindi al sorteggio, con modalità elettroniche, e ne è risultata la seguente composizione dei seggi:
Sezione 1: Menna Bartolo, Gagliani Alberto, Nigro Cosimo;
Sezione 2: Camassa Lucia, Argentiero Antonella, Diamante Giuseppe;
Sezione 3: Enz Fanny, De Fazio Salvatore, Ligorio Alessandro;
Sezione 4: De Fazio Ada, Montanaro Danilo, Musselli Patrizia;
Sezione 5: Spinelli Angelo, Nisi Maria Michela, Saponaro Vincenzo Rocco;
Sezione 6: Natale Maria, Schiena Antonio, Pisani Amelia;
Sezione 7: Rubino Giuseppe, Gatti Federica, Errico Cosimina;
Sezione 8: Rubino Margherita, De Virgilio Cosimo, Farina Annalisa;
Sezione 9: Scarafino Antonella, Guarini Francesco, Calavita Daniela;
Sezione 10: Piroscia Emanuela, Calò Maria Cotrina, Chirico Cosimo;
Sezione 11: Madaghiele Mario, Prezzemolo Marco, Giovedissanto Gianfranco;
Sezione 12: Palma Giovanni, Nisi Carmela, Lamarina Giuseppina;
Sezione 13: Cucci Maria Antonella, Giannotto Pasqua, De Amicis Mimina;
Sezione 14: Rubino Marilena, Turnaturi Giuseppina, Baldari Carlo.
La Commissione ha anche proceduto al sorteggio di ulteriori 42 nominativi da utilizzare, nell’ordine di estrazione elettronica, per la sostituzione dei titolari che eventualmente dovessero comunicare la rinuncia. Questi i loro nominativi, nell’ordine: Scarafile Tiziano, Caniglia Simona, Montanaro Anna Rita, Molfetta Anna, Cervellera Loredana, Milano Margherita, Ribezzo Francesco, De Nitto Veronica, Memmola Lucia, Palma Antonia, Rubino Daniela, Elettro Emilio Francesco, Caniglia Ilaria, Calabrese Maria Teresa, Rubino Ylenia, Conte Carmela, Errico Maria Rosaria, Vacca Giuseppina, Caramia Federico Davide, Scarafile Giangabriele, Taurisano Rosarita, Baldari Daniela, Taurisano Cosimo, Vitale Danilo, Erriquez Pia Lucia Maria, Contente Elisa, Degliangeli Salvatore, Chirico Maria, Gonoli Giovanna, Spagnulo Gianpiero, Petrosillo Antonella, De Punzio Claudia, Mazzotta Salvatore Francesco, Rizzo Donatella, Rodia Cosimo, Lamarina Vincenza, Valente Rita, Lamendola Lucia, Gallone Maria Cotrina, Gasbarro Salvatore, Balestra Eliana, Cavallo Katia. Ritengo che la scelta operata oggi, all’unanimità, dalla Commissione Elettorale Comunale, rappresenti un atto di civiltà politica poiché, nell’ottica della trasparenza dell’azione amministrativa e della parità delle condizioni di accesso di tutti i cittadini ai pubblici servizi, è stata accantonata la prerogativa - pur riconosciuta dall’ordinamento - della individuazione nominativa degli scrutatori.
domenica 8 maggio 2011
Festa dell’Europa
Il 9 maggio 1950 Robert Schuman presentava la proposta di creare un'Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano.
La proposta, nota come "dichiarazione Schuman", è considerata l'atto di nascita dell'Unione europea.
E’ così che la giornata del 9 maggio è diventata un simbolo europeo che, insieme alla bandiera, all'inno, al motto (“unità nella diversità”) ed alla moneta unica, identifica l'entità politica dell'Unione Europea.
Riporto, qui di seguito, il testo integrale della dichiarazione di Robert Schuman, che allora era Ministro degli Esteri francese. Ritengo che si tratti di uno strumento utile per riflettere sulla capacità di visione che avevano gli uomini politici appartenenti ad una generazione uscita dalle Grandi Guerre, decisamente protesa alla costruzione della pace e della concordia tra i popoli. Rilevante, a mio avviso, è anche il senso di responsabilità espresso verso il vicino continente africano. La rilettura di quella dichiarazione, a mio parere, stimola riflessioni attuali. Dal 9 maggio 1950 molti passi avanti sono stati compiuti dai Paesi europei - nell’orizzonte tracciato dai padri fondatori dell’Unione Europea (ricordo, in particolare, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Winston Churchill e Jean Monnet) - ma si sono accusate anche tante battute d’arresto. A leggere le cronache politiche di pochi giorni addietro (“frizioni” diplomatiche tra Francia e Italia in tema di immigrazione) , si trae la cifra di un percorso ancora lungo da compiere.
La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.
Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent'anni antesignana di un'Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L'Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra.
L'Europa non potrà farsi una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.
A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo.
Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.
La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.
La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.
Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l'Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano. Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.
Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace. Per giungere alla realizzazione degli obiettivi così definiti, il governo francese è pronto ad iniziare dei negoziati sulle basi seguenti.
Il compito affidato alla comune Alta Autorità sarà di assicurare entro i termini più brevi: l'ammodernamento della produzione e il miglioramento della sua qualità: la fornitura, a condizioni uguali, del carbone e dell'acciaio sul mercato francese e sul mercato tedesco nonché su quelli dei paese aderenti: lo sviluppo dell'esportazione comune verso gli altri paesi; l'uguagliamento verso l'alto delle condizioni di vita della manodopera di queste industrie.
Per conseguire tali obiettivi, partendo dalle condizioni molto dissimili in cui attualmente si trovano le produzioni dei paesi aderenti, occorrerà mettere in vigore, a titolo transitorio, alcune disposizioni che comportano l'applicazione di un piano di produzione e di investimento, l'istituzione di meccanismi di perequazione dei prezzi e la creazione di un fondo di riconversione che faciliti la razionalizzazione della produzione. La circolazione del carbone e dell'acciaio tra i paesi aderenti sarà immediatamente esentata da qualsiasi dazio doganale e non potrà essere colpita da tariffe di trasporto differenziali. Ne risulteranno gradualmente le condizioni che assicureranno automaticamente la ripartizione più razionale della produzione al più alto livello di produttività.
Contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l'organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l'espansione della produzione.
I principi e gli impegni essenziali sopra definiti saranno oggetto di un trattato firmato tra gli stati e sottoposto alla ratifica dei parlamenti. I negoziati indispensabili per precisare le misure d'applicazione si svolgeranno con l'assistenza di un arbitro designato di comune accordo : costui sarà incaricato di verificare che gli accordi siano conformi ai principi e, in caso di contrasto irriducibile, fisserà la soluzione che sarà adottata.
L'Alta Autorità comune, incaricata del funzionamento dell'intero regime, sarà composta di personalità indipendenti designate su base paritaria dai governi; un presidente sarà scelto di comune accordo dai governi; le sue decisioni saranno esecutive in Francia, Germania e negli altri paesi aderenti. Disposizioni appropriate assicureranno i necessari mezzi di ricorso contro le decisioni dell'Alta Autorità.
Un rappresentante delle Nazioni Unite presso detta autorità sarà incaricato di preparare due volte l'anno una relazione pubblica per l'ONU, nelle quale renderà conto del funzionamento del nuovo organismo, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei suoi fini pacifici.
L'istituzione dell'Alta Autorità non pregiudica in nulla il regime di proprietà delle imprese. Nell'esercizio del suo compito, l'Alta Autorità comune terrà conto dei poteri conferiti all'autorità internazionale della Ruhr e degli obblighi di qualsiasi natura imposti alla Germania, finché tali obblighi sussisteranno.
giovedì 5 maggio 2011
Il programma triennale delle assunzioni al Comune dimentica gli Assistenti Sociali
Ho depositato, presso l’Ufficio Protocollo del Comune, ai sensi dell’articolo 15 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale di Latiano n. 95 del 10.10.1996, la seguente mozione:
PREMESSO
che con Deliberazione della Giunta Comunale n. 68 del 15 aprile 2011 è stato incaricato il Servizio Risorse Umane per l’avvio delle procedure finalizzate alla selezione di aspiranti ad incarichi a tempo determinato in qualità di Assistenti Sociali, attraverso formazione di apposita graduatoria da utilizzare per l’eventuale conferimento di incarichi lavorativi della durata di un anno, in base all’ordine della graduatoria e fino ad esaurimento della stessa;
che nella narrativa di tale dispositivo è riportata la sintesi della relazione dell’Assessore alle Politiche Sociali, la quale riferisce alla Giunta che nel corso dell’anno 2011 saranno collocate in quiescenza le due Assistenti Sociali dipendenti del Comune e che pertanto è necessario programmare la loro sostituzione, atteso che risulta indispensabile la presenza in servizio di tale figura professionale;
che, sempre nella narrativa dell’Atto Deliberativo in commento, si dichiara testualmente che “le vigenti norme in materia di assunzioni non consentono, per il corrente anno, di coprire organicamente i posti che si renderanno vacanti a causa delle limitazioni in tale materia per gli anni 2011, 2012, 2013, per cui l’unica possibilità è costituita dall’affidamento di tale incarico a tempo determinato, nelle more che si determinino le condizioni per procedere alla copertura dei posti a tempo indeterminato”;
CONSIDERATO
che con Deliberazione della Giunta Comunale n. 70 del 15 aprile 2011 è stato approvato il programma triennale delle assunzioni, nell’ambito del quale, tra le varie figure professionali individuate, non è contemplata quella dell’Assistente Sociale, sia per le assunzioni a tempo determinato, sia per le assunzioni a tempo indeterminato;
RILEVATO
che quanto immediatamente innanzi considerato rappresenti una lacuna a fronte delle determinazioni in premessa richiamate;
RITENUTO
che la peculiarità della figura professionale dell’Assistente Sociale, dalle cui funzioni discende l’infungibilità nell’ambito della organizzazione dell’Ente, richiede i caratteri della stabilità nel rapporto di lavoro al fine di garantire continuità nella gestione delle problematiche assunte in carico;
SI PROPONE
l’adozione del seguente dispositivo da parte del Consiglio Comunale:
1. Impegnare l’Amministrazione Comunale a modificare il programma triennale delle assunzioni 2011/2013, approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 70 del 15 aprile 2011, inserendo nell’ambito dello stesso la pianificazione dell’assunzione a tempo indeterminato di personale appartenente al profilo professionale di Assistente Sociale, fatto comunque salvo il rispetto delle limitazioni imposte dalla normativa vigente in materia di contenimento della spesa per il personale dipendente.
F.to: I Consiglieri Comunali Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri, Mauro Vitale