domenica 25 dicembre 2011

Levare alto i pensieri. Stellare forte la notte. Auguri a tutti!

Come formulare auguri “pubblici” in questo tempo carico di ansie e di incertezze, quando anche chi avverte la responsabilità del suo essere, almeno un po’, “pubblico” non riesce ancora a scorgere un bagliore di alba nell’imbrunire in cui ci siamo cacciati?
La percezione di inadeguatezza non preclude tuttavia la possibilità di mutuare le ispirazioni dai “grandi veri”, da chi sa, o seppe, farsi sia faro sia sentinella per la comunità.
Il poeta Mario Luzi (1914 – 2005), nella sua lirica “Siamo qui per questo”, scritta alla fine del 1997, si richiama a Giorgio La Pira, sindaco di Firenze dal 1951 al 1958 e poi ancora dal 1961 al 1965, con queste parole: “levò alto i pensieri, stellò forte la notte…”.
Quando ormai l’omologazione culturale rischia di prendere il sopravvento, quando la superficialità assurge a cifra di ogni approccio, quando mollare tutto sembra più ovvio che resistere, “levare alto i pensieri” è forse una delle missioni di noi uomini d’oggi: significa andare controcorrente; significa non avere paura di sognare contromano; significa agire nel tessuto profondo dello stare insieme, dell’essere “comunità”.
“Stellare forte la notte” è il tema biblico di Isaia, che ha ispirato generazioni di pensatori e di artisti, fino alle vibranti parole con cui ci ha lasciati Giuseppe Dossetti (“Sentinella quanto resta della notte?”, alla commemorazione di Giuseppe Lazzati, nel 1994).
Forse oggi non siamo chiamati soltanto a raccontarci, a lamentarci, a dirci le cose che non vanno, quanto, piuttosto, a stellare forte la notte. Forse dobbiamo cambiare, per essere finalmente noi stessi, nel tempo che ci è dato. Forse abbiamo bisogno di uscire dal chiacchiericcio e dalla lamentazione in cui, comodamente, ci costringiamo. Proviamo, allora, a stellare forte la notte. Sforziamoci di avvertire, ciascuno nel piccolo del suo quotidiano, questa missione e questa responsabilità: è improbabile che, così facendo, si possa far andare le cose peggio di come sono andate fino ad oggi. Forse, anzi, andrà meglio: perché più laboriosità non ha mai fatto male a nessuno. Almeno riacquisteremo dignità verso noi stessi e verso la nostra storia, in questo tempo, per noi irripetibile, che ci è dato di vivere.
Non vado oltre, perché tengo a formulare, a tutti, gli auguri di ogni bene, comunicando semplicemente il mio sentire e l’auspicio di un domani migliore.
E chiudo, allora, riportando un frammento, illuminante, di un celebre discorso (dal titolo: “Per la salvezza delle città di tutto il mondo”), tenuto da Giorgio La Pira, al Convegno dei Sindaci delle città capitali di tutto il mondo, il 2 ottobre 1955 a Firenze.
«La crisi del nostro tempo  - che è una crisi di sproporzione e di dismisura rispetto a ciò che è veramente umano -  ci fornisce la prova del valore, diciamo così, terapeutico e risolutivo che in ordine ad essa la città possiede. Come è stato felicemente detto, infatti, la crisi del tempo nostro può essere definita come sradicamento della persona dal contesto organico della città. Ebbene: questa crisi non potrà essere risolta che mediante un radicamento nuovo, più profondo, più organico, della persona nella città in cui essa è nata e nella cui storia e nella cui tradizione essa è organicamente inserita. E prima di finire questo discorso sul valore delle città per il destino della civiltà intera e per la destinazione medesima della persona, permettete che io dia un ammirato sguardo d'insieme alle città millenarie, che, come gemme preziose, ornano di splendore e bellezza le terre dell'Europa e dell'Asia. Signori, ci vorrebbe qui, per parlare di esse, il linguaggio ispirato dei profeti: di Tobia, di Isaia, di Geremia, di Ezechiele, di San Giovanni Evangelista. Per ciascuna di esse è valida la definizione luminosa di Pèguy: essere la città dell'uomo abbozzo e prefigurazione della città di Dio.»

venerdì 16 dicembre 2011

“Scenari” si interroga sulla Sanità.

L'associazione culturale “Scenari”, di cui sono tra i fondatori, organizza, per lunedì prossimo, 19 dicembre, alle ore 17 presso la sala conferenze del polo universitario dell’ex Ospedale “Di Summa” in Brindisi, un incontro pubblico sui temi del "Riordino della Sanità brindisina" per effetto delle misure di riorganizzazione previste dal Piano di Rientro. Si confronteranno il Consigliere Regionale (e Responsabile Sanità del PD Puglia) Pino Romano, il Direttore Generale dell'ASL di Brindisi Paola Ciannamea ed il Segretario Generale della CISL FP di Brindisi Aldo Gemma. Il dibattito sarà moderato dal Direttore del periodico “Scenari”, Enzo Lezzi. Le conclusioni dei lavori saranno svolte dal Segretario Generale della CISL di Brindisi, Corradino De Pascalis. Data la forte incidenza, degli argomenti che saranno oggetto di trattazione, sul vissuto quotidiano delle persone che vivono nella Provincia di Brindisi, ed in considerazione della autorevolezza degli interventi in programma, ritengo che si tratti di una iniziativa degna di notevole considerazione.

martedì 22 novembre 2011

L'interesse comune e le convergenze possibili. Un esempio: l'abbattimento delle tariffe per i suoli nella zona Pip.

E' stato diffuso stamattina il seguente comunicato stampa del gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano.

Il gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano  - composto da Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri e Mauro Vitale -  esprime viva soddisfazione per l’abbattimento del prezzo di cessione dei suoli in zona Pip 1 e Pip 2, deliberato all’unanimità dalla pubblica assise cittadina al fine di incentivare l’insediamento di nuove realtà produttive.
Il Consiglio comunale, nella sua convocazione di lunedì 14 novembre scorso, era stato impegnato ad adottare un atto di indirizzo in ordine alla rideterminazione delle tariffe per la zona Pip.
Nell’appalesarsi di condizioni più favorevoli per gli operatori che dovessero attivare nuovi investimenti nelle aree Pip di Latiano, il capogruppo Udc, Claudio Ruggiero, per ragioni di giustizia sostanziale ed al fine di evitare disparità di trattamento in danno di coloro che per primi ebbero l’ardire di investire sulla zona artigianale, ha chiesto a tutti i gruppi consiliari di impegnare l’Amministrazione ad istituire un fondo di perequazione economica, o altro meccanismo amministrativo, in favore di tali operatori.
L’intuizione di Ruggiero è stata accolta favorevolmente ed ha integrato il deliberato di indirizzo votato all’unanimità.
Il gruppo Udc, anche sulla base di questa esperienza, tiene ad evidenziare, ancora una volta, lo spirito costruttivo delle proprie proposte ed invita pertanto le forze politiche di maggioranza a prenderne atto, a rimuovere il dannoso atteggiamento di diffidenza fin qui perpetrato e ad avviare una nuova stagione di dialogo ricettivo dei suggerimenti di quanti siano autenticamente interessati a contribuire, con competenza, al bene della comunità cittadina latianese. 

giovedì 17 novembre 2011

Servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani: Udc e Pdl si mobilitano.

E' stato diffuso stamattina il seguente comunicato stampa, a firma dei componenti il gruppo consiliare Udc (Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri, Mauro Vitale) e il gruppo consiliare Pdl (Giuseppe Natale, Angelo Caforio, Cosimo Rubino). 

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale latianese, svoltasi lo scorso 14 novembre, sono stati accesi i riflettori su importanti questioni connesse al servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Il Sindaco, Antonio De Giorgi, a seguito del nuovo riparto dei canoni stabilito dall’assemblea del Consorzio ATO Br2 nella seduta del 31 agosto 2011, con una lettera indirizzata ai capigruppo aveva richiesto l’adesione di tutti i gruppi consiliari ad una sua iniziativa tesa a «diffidare la concessionaria del servizio ATI Monteco – Cogeir ed il consorzio ATO Br2 a non procedere alla stipula di un atto aggiuntivo contrattuale a modifica del contratto in essere, con riserva in caso contrario, di adire alle autorità competenti poiché gli atti promanati dal consorzio ATO Br2 con voto non unanime, hanno leso, a mio avviso, gli interessi della città di Latiano in relazione alle sue funzioni istituzionalmente individuate dalla legge e cosa ancor più grave hanno leso gli interessi dei cittadini latianesi, specificando inoltre che non saranno effettuati pagamenti difformi da quelli previsti dal contratto in essere».
In sostanza il nuovo riparto stabilito dall’assemblea del consorzio ATO Br2 prevede, per il Comune di Latiano, a decorrere da gennaio 2012, un incremento annuale del canone di circa ventunomila euro. Tale riparto è stato approvato con i voti favorevoli dei Comuni di Francavilla Fontana, Oria, Torre Santa Susanna, San Pancrazio Salentino, Erchie, Villa Castelli, San Michele Salentino e con il voto contrario dei Comuni di Latiano e Ceglie Messapica.
I rappresentanti del Pdl e dell’Udc hanno anzitutto evidenziato la poca efficacia della interlocuzione politica posta in essere dal Sindaco di Latiano nell’ambito dei lavori dell’assemblea del consorzio ATO Br2, anche in considerazione della circostanza che il precedente canone a carico della città di Latiano, stabilito il 19 giugno 2009, avesse segnato, grazie all’azione della precedente Amministrazione Comunale, un risparmio netto annuo pari a circa € 195.000,00 rispetto al contratto iniziale.
I consiglieri Udc e Pdl, inoltre, hanno appalesato dubbi in ordine alla correttezza formale del percorso rivendicativo ipotizzato dal Sindaco De Giorgi, anche per la individuazione dell’ATI Monteco – Cogeir, e non solo del consorzio ATO Br2, tra i destinatari della diffida ed hanno evidenziato che l’aumento del canone non valga la spesa per il capriccio politico dell’avvio di un contenzioso.
Alla luce di tali considerazioni, i consiglieri del Pdl e dell’Udc si sono astenuti sulla iniziativa del Sindaco, che è stata invece approvata dalla maggioranza.
Inoltre, il gruppo Pdl, in apertura della seduta del Consiglio Comunale, ha presentato un ordine del giorno sulle modalità di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e sui relativi costi.
In particolare, il documento proposto dal Pdl evidenzia che i Comuni del consorzio ATO Br2 sono costretti a conferire i rifiuti della frazione riciclabile presso discariche ubicate al di fuori del territorio provinciale, con il relativo aggravio dei costi di trasporto.
Ciò è determinato dalla mancata autorizzazione, da parte della Regione Puglia e della Provincia di Brindisi, dell’apertura di appositi centri di raccolta e produce il paradosso che, attualmente, il costo dello smaltimento della frazione riciclabile è di circa € 200,00 a tonnellata (compreso il trasporto) mentre quello per lo smaltimento della frazione non riciclabile è di circa € 40,00 a tonnellata.
Insomma, con il perdurare di siffatto stato delle cose, i Comuni che più riciclano, più pagano!
Da qui l’impegno a sollecitare la Regione Puglia e la Provincia di Brindisi per la soluzione della problematica.
Tale ordine del giorno, approvato “a minoranza”, con i soli voti favorevoli dell’Udc e del Pdl e con l’astensione della maggioranza, sarà ora inviato a tutti i Comuni del consorzio ATO Br2, affinché possano condividerlo, nonché al Prefetto di Brindisi, alla Regione Puglia ed alla Provincia.

venerdì 4 novembre 2011

Azienda speciale "Pio istituto Caterina Scazzeri": che succede?

Ho depositato stamane, presso l'Ufficio Protocollo del Comune, la seguente interrogazione urgente, sottoscritta dai tre componenti il gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano e rivolta al Sindaco.

A norma dell’art. 13 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 95 del 10/10/1996, i sottoscritti Consiglieri Comunali del gruppo Udc formulano la seguente interrogazione da inserire all’ordine del giorno della prossima seduta della Pubblica Assise Cittadina.
PREMESSO
che il Consiglio Comunale di Latiano, nella seduta del 22 novembre 2010, deliberava, con il voto favorevole della sola maggioranza, la istituzione della Azienda Speciale denominata “Pio Istituto Caterina Scazzeri”;

che, nel corso della seduta del Consiglio Comunale svoltasi il 15 dicembre 2010, la stessa maggioranza nominava i componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale “Pio Istituto Caterina Scazzeri” e, tra questi, il Presidente del Consiglio di Amministrazione individuato nella persona dell’on. prof. Antonio Gaglione;

che successivamente l’on. prof. Antonio Gaglione rassegnava le proprie dimissioni dall’incarico appena innanzi richiamato;

che nei giorni scorsi si è appresa informalmente la notizia delle sopravvenute dimissioni del dott. Luigi Spina, subentrato all’on. prof. Antonio Gaglione, dall’incarico di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale “Pio Istituto Caterina Scazzeri”;

RITENUTO
che se la notizia delle dimissioni del dott. Luigi Spina dovesse essere confermata, si determinerebbero le condizioni straordinarie per un necessario chiarimento, nell’ambito del Consiglio Comunale, in ordine agli indirizzi strategici che il management della Azienda Speciale intende perseguire, anche alla luce degli stringenti vincoli economici imposti agli Enti Locali dalla vigente normativa nazionale;

CONSIDERATO
che recentemente l’Azienda Speciale “Pio Istituto Caterina Scazzeri” ha indetto avviso pubblico, per soli titoli, per il conferimento di eventuali incarichi a tempo determinato relativamente a vari profili professionali;

VISTE
le ricadute, sulle dotazioni organiche dei Comuni, determinate dalla spesa per il personale delle Aziende Speciali di rispettivo riferimento anche per effetto delle norme introdotte dal Decreto Legge 13 agosto 2011 n. 138 come convertito dalla Legge 14 settembre 2011 n. 148;

SI CHIEDE DI CONOSCERE:
1. Se risponde al vero che, a meno di un anno dalla sua istituzione, l’Azienda Speciale “Pio Istituto Caterina Scazzeri” abbia già contato le dimissioni di due Presidenti del suo Consiglio di Amministrazione e si accinga ora a registrare la nomina del terzo Presidente;

2. Quale evoluzione abbia avuto il rapporto di lavoro degli operatori già impiegati presso l’Istituto “Caterina Scazzeri”, nel passaggio dal precedente gestore del servizio all’Azienda Speciale;

3. Se gli incarichi a tempo determinato, che si intenderebbe conferire attingendo alle graduatorie che saranno elaborate in esito al recente avviso pubblico di cui in premessa, copriranno posti vacanti nell’organico dell’Azienda Speciale “Pio Istituto Caterina Scazzeri” ovvero se detti incarichi avranno solo scopo di sostituzione dei titolari occasionalmente assenti.

F.to: Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri, Mauro Vitale.

lunedì 31 ottobre 2011

Muro Tenente - interrogazione urgente al Sindaco.

Ho depositato stamane, presso l'Ufficio Protocollo del Comune di Latiano, la seguente interrogazione indirizzata al Sindaco e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio Comunale.

A norma dell’art. 13 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 95 del 10/10/1996, i sottoscritti Consiglieri Comunali  del gruppo Udc formulano la seguente interrogazione da inserire all’ordine del giorno della prossima seduta della Pubblica Assise Cittadina.

Si apprende, dagli organi di informazione, la notizia delle dimissioni dello studioso olandese prof. Gert Burgers da referente scientifico dell’area archeologica di Muro Tenente.
Sull’argomento, i Sindaci di Latiano e di Mesagne hanno ritenuto di dover intervenire, con lettere pubbliche rivolte all’illustre studioso che da oltre venti anni opera sul sito messapico, per rispondere ad una sua missiva privata.
Auspicio di tutti è che tali appelli non siano stati irrimediabilmente tardivi.
In particolare, il Sindaco di Latiano, facendo riferimento alle «opere incompiute» ed a «qualche ritardo» di cui avrebbe parlato il prof. Burgers nella sua lettera di dimissioni, ne ha imputato le ragioni «esclusivamente alle restrizioni derivanti dai provvedimenti con i quali il Governo centrale ha inteso letteralmente cancellare ogni possibilità di spesa non solo per il nostro Comune ma per tutti gli enti locali».
Il Sindaco di Latiano, nella lettera pubblica indirizzata al prof. Burgers, ha inoltre evidenziato che «le sue richieste di impegno di spesa per il 2011 sono state interamente accolte ed inserite nel nostro bilancio di previsione 2011 e, nonostante ciò, già dal mese di luglio, siamo stati costretti, mio malgrado, a bloccare, momentaneamente, queste, come del resto le spese relative ad ogni capitolo di bilancio, a causa dei rigidi vincoli imposti dal patto di stabilità».
La rilevanza della questione sollevata dalle dimissioni del prof. Burgers, che rischiano di divenire metafora di un superficiale o addirittura evanescente approccio alle attività di elaborazione e promozione della cultura sul nostro territorio, impone una valutazione ponderata, scevra da qualsiasi facile tentazione propagandistica.
E pertanto si ritiene opportuno, in premessa, dare credito alle spiegazioni fornite dal Sindaco di Latiano nella sua missiva pubblica di appello all’archeologo olandese affinché, riconsiderando la propria decisione, ritorni sui suoi passi e confermi la disponibilità alla collaborazione per la salvaguardia e la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio storico e culturale di Muro Tenente.
Anche sulla base di tale presupposto, tuttavia, rileva la responsabilità politica di chi non ha saputo, o voluto, condividere con il prof. Burgers, e con tutta l’equipe di archeologi, la necessità di coniugare intenti condivisi ed oggettive difficoltà a realizzarli nella contingenza di una stringente normativa nazionale in materia economica.
Emerge, infatti, una incapacità di comunicazione preventiva, di coinvolgimento sui percorsi possibili, una sterilità rispetto alla identificazione in un progetto culturale complessivo di salvaguardia e valorizzazione della storia della nostra comunità cittadina.
E ciò determina un preoccupante risvolto di carattere generale, se è vero che un popolo che non ha consapevolezza e, conseguentemente, orgoglio della propria storia sia come un albero senza radici, quindi destinato a morire o comunque a non crescere.
Il Consiglio Comunale latianese, nella seduta del 18 aprile 2011, ha approvato il protocollo d’intesa per la istituzione del Parco Archeologico di Muro Tenente. Ora il Sindaco, nella lettera pubblica indirizzata al prof. Burgers, dichiara che tale protocollo non sia stato ancora approvato dall’Università del Salento, che costituisce uno dei partners istituzionali coinvolti. In merito allo stesso documento d’intesa, invece, il Sindaco di Mesagne dichiara che sia ancora all’attenzione della Soprintendenza ai beni culturali (vedere “Quotidiano” del 26 ottobre 2011).
Sulla base di tutto quanto innanzi riportato, si chiede di conoscere:
1.       I contenuti integrali della lettera inviata dal prof. Gert Burgers al Sindaco di Latiano;
2.       L’ammontare delle erogazioni, correlate alle attività dell’area archeologica di Muro Tenente, già prenotate per gli anni 2010/2011 e non ancora pagate, a fronte di interventi effettivamente realizzati, con specificazione delle diverse voci di spesa e delle ragioni che avrebbero determinato i ritardi;
3.       Le ragioni effettive della mancata sottoscrizione del protocollo d’intesa, per la istituzione del Parco Archeologico di Muro Tenente, da parte di tutti gli Enti coinvolti;
4.       Se il Sindaco di Latiano intende assumersi direttamente, e complessivamente, la responsabilità di una gestione, dell’intera vicenda – Muro Tenente, che ha evidenziato sciatteria politica e pressapochismo relazionale, su un fronte che riveste indiscutibile valenza strategica per lo sviluppo della Città di Latiano;
5.       Se è stato sottoscritto il rogito notarile di acquisizione dell’area.
F.to: Gabriele Argentieri, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale

domenica 16 ottobre 2011

Occhio al Seminario di Todi.

Il Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro organizza per domani, lunedì 17 ottobre, a Todi, presso il convento francescano di Montesanto, il seminario “La buona politica per il bene comune”.
All’iniziativa parteciperanno le dirigenze nazionali Cisl, Movimento Cristiano Lavoratori, Acli, Confartigianato, Coldiretti, Confcooperative e Compagnia delle Opere, oltre una cinquantina di personalità provenienti dal mondo accademico, economico, delle fondazioni culturali e bancarie, dell’associazionismo cattolico.
Natale Forlani, portavoce del Forum, ha così illustrato  - in una intervista raccolta dal quotidiano”Avvenire” -  le ambizioni dell’iniziativa: «Non vogliamo assolutamente aggiungere un "partito dei cattolici" a un quadro confuso. Ma certo a Todi dobbiamo pur cominciare a domandarci con quali strumenti le nostre idee, i nostri valori, le nostre proposte possono tornare incisivi nella società e nella politica italiana. Non è nostra intenzione  - ha precisato ancora Forlani -  costruire un nuovo partito cattolico. Non perché sia illegittimo ma perché, nelle condizioni storiche attuali, non è riproponibile. Il nostro obiettivo è allargare il consenso nel mondo cattolico e ragionare sul modo di organizzarlo come domanda di cambiamento della politica». E cambiare la politica è qualcosa di «molto più complesso e ambizioso» che mirare a scomporre gli attuali poli. «Un ciclo si è chiuso, quello della seconda Repubblica, che coincide con Silvio Berlusconi ma che va ben oltre la sua figura. È finito il tempo della politica che si regge sulla intermediazione delle risorse pubbliche in espansione e sullo scambio tra voti e interessi, sulle promesse inattuabili, sull’idea che lo Stato sia in grado di risolvere tutti i problemi».
Da questa situazione, ha concluso il portavoce del Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro, non se ne esce «con le rivendicazioni territoriali o con quelle di ceti sociali e politici, ma recuperando coesione, solidarietà, unità nazionale e sussidiarietà, cambiando gli stili di vita, revisionando i comportamenti, ridimensionando il peso dello Stato, e rivitalizzando la società». È qui, per il portavoce del Forum, che entrano in gioco i cattolici: che, «anche per il loro radicamento sociale, non possono sottrarsi dal dare il loro contributo».

martedì 4 ottobre 2011

Al bando l'arroganza politica

Abbiamo diffuso, nel corso della giornata odierna, il seguente comunicato stampa, a firma, oltre che mia, degli altri due miei amici consiglieri comunali del gruppo Udc: Claudio Ruggiero e Mauro Vitale. 
Credo che si possa aprire, a Latiano, finalmente, una nuova stagione politica, all'insegna delle larghe intese sui grandi temi che incidono sul futuro del nostro territorio ma contraddistinta dal rispetto per il verdetto popolare che, nella primavera del 2010, ha assegnato ruoli ben precisi  - di maggioranza o di opposizione -  ai diversi schieramenti politici.

Il gruppo consiliare Udc al Comue di Latiano ravvisa la sopravvenuta insussistenza delle condizioni di garanzia istituzionale che, in occasione dell’insediamento del Consiglio Comunale attualmente in carica, avevano determinato l’elezione, alla unanimità, di Salvatore De Punzio quale Presidente della pubblica assise cittadina.
In quella circostanza tutti i gruppi consiliari avevano riposto fiducia in un uomo di lunga esperienza politica, cogliendone la disponibilità manifestata e ritenendolo chiaramente motivato a svolgere un servizio istituzionale che trascendesse lo steccato della sua, contingente, appartenenza politica.
Salvatore De Punzio, tuttavia, non si è dimostrato uomo di garanzia ed, anzi,ha ostentato un costante atteggiamento di controllo e direzione, o sarebbe meglio parlare di sovrapposizione, verso una parte dei gruppi consiliari di maggioranza nonché una sistematica preclusione al rispetto delle ragioni, del ruolo e della dignità delle opposizioni.
Inoltre il Presidente del Consiglio Comunale si è reso responsabile di non aver inserito, all’ordine del giorno dei lavori, argomenti di iniziativa dei gruppi consiliari di opposizione: si pensi alla mozione per la messa in sicurezza del parco Padre Pio, presentata - su impulso dell’Associazione “L’isola che non c’è” - nel mese di aprile 2011 ed ancora non discussa.
E si pensi anche alla mozione, presentata dai gruppi consiliari dell’opposizione nello scorso mese di luglio ed ancora non calendarizzata, per l’assegnazione dei contributi alle Associazioni sportive finalizzati alla iscrizione ai rispettivi campionati agonistici.
Il Presidente del Consiglio, altresì, ha perpetrato un atteggiamento arrogante ed insensibile allorquando si è trattato di individuare le date e gli orari di svolgimento delle sedute: basti notare che la pubblica assise cittadina latianese è stata convocata, nell’ultimo anno, quasi sempre di mattina e nella giornata del lunedì, senza considerazione alcuna per i ripetuti appelli, dell’opposizione, a corrispondere alle legittime aspettative di tanti cittadini che avrebbero potuto assistere più agevolmente ai lavori consiliari se gli stessi si fossero svolti nelle ore pomeridiane.
Tutto ciò ha evidenziato sia la grave lesione dei diritti di libertà di espressione dei consiglieri comunali di opposizione, sia un inutile, quanto tracotante, atteggiamento assistenziale nei confronti di almeno una parte della maggioranza.
Il gruppo consiliare Udc ritiene pertanto di doversi attivare per la presentazione di una mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Comunale, Salvatore De Punzio.
Nei prossimi giorni il gruppo consiliare Udc provvederà a contattare tutte le componenti, di maggioranza e di opposizione, per la comune definizione, e la sottoscrizione, di un documento in tal senso.
Ci si aspetta una prova di coerenza da parte degli altri gruppi di opposizione ed un segnale di libertà e di modernità da parte dei Consiglieri Comunali di maggioranza.
Ai sensi del comma 2 dell’articolo 25 del vigente Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale di Latiano, la revoca del Presidente deve essere motivata e non è efficace se contestualmente il Consiglio non provvede alla nomina del nuovo Presidente.
Il gruppo consiliare Udc si dichiara disponibile, sin da oggi, a contribuire alla elezione di un nuovo Presidente del Consiglio Comunale individuato tra gli eletti nelle liste che hanno sostenuto la elezione del Sindaco Antonio De Giorgi.
F.to: Gabriele Argentieri, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale. 

venerdì 30 settembre 2011

Finanziamenti al Comune di Latiano: i meriti di "quell'altro" centrosinistra

E' stato diffuso stamane il seguente comunicato stampa a firma del gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano, composto, oltre che da me, dagli amici Claudio Ruggiero e Mauro Vitale.

Il gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano apprende con soddisfazione la notizia della approvazione, da parte dell’Autorità di gestione del Pon “Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo convergenza 2007 – 2013”, del progetto di recupero dell’ex cinema Tanzarella mediante ristrutturazione dell’immobile interessato e riconversione dello stesso in centro di aggregazione giovanile polivalente.
Per la realizzazione di tale opera è stato riconosciuto al Comune di Latiano un finanziamento di € 1.192.600,00, frutto della lungimirante azione progettuale posta in essere dalla precedente Amministrazione comunale.
Questo importante risultato  - che consentirà di organizzare l’offerta di servizi sul territorio in favore delle nuove generazioni -  rappresenta l’ennesimo riconoscimento della prova di buona amministrazione offerta dalla Giunta – Zizzi fino all’ultimo giorno della sua esperienza, attraverso la pianificazione di molteplici interventi orientati allo sviluppo della città di Latiano in ogni settore.
L’Amministrazione guidata dal sindaco De Giorgi dispone oggi, grazie a quella azione progettuale, di ingenti risorse che, oltre alla ristrutturazione e riconversione dell’ex cinema Tanzarella, consentiranno di realizzare altre importanti opere: si pensi all’intervento di consolidamento di palazzo Imperiali,  ai finanziamenti ottenuti nell’ambito del Piano integrato di riqualificazione delle periferie, che consentirà di cambiare il volto ed il destino della cosiddetta zona 167, ai finanziamenti riconosciuti per il recupero e l’ampliamento dell’istituto Caterina Scazzeri, di cui sarà possibile rendere fruibile la seconda ala, nonché ai finanziamenti rivenienti dal progetto “Turgrate” per l’incentivazione e la qualificazione delle attività turistiche, di valorizzazione e promozione del territorio.
Il gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano, nel rivendicare alla precedente Amministrazione comunale la paternità politica del reperimento di cotanta messe di finanziamenti, auspica che l’Amministrazione in carica si impegni senza indugio per il completo utilizzo delle ingenti risorse assegnate.      

martedì 6 settembre 2011

Mino Martinazzoli: il "mio" Segretario.

Con la scomparsa di Mino Martinazzoli il cattolicesimo democratico ha perso un altro punto di riferimento.
E sarebbe, ora, un errore considerare superato, obsoleto, il patrimonio di insegnamenti trasmessoci da una ricca tradizione che annovera testimonianze mirabili come quelle - oltre che dello stesso Martinazzoli, tra gli altri - di Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Benigno Zaccagnini e (perché no?) di Gilberto De Nitto.
Restano scritti e frammenti della memoria che potrebbero rappresentare la pietra angolare nella costruzione di un nuovo tessuto della democrazia italiana. Contributi come quello - per richiamare un contemporaneo - di Giovanni Bachelet che, ai funerali del padre Vittorio (presidente dell’Azione Cattolica Italiana e vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura assassinato dalle Brigate Rosse), prega “per gli uomini che hanno ucciso il mio papà”: una pagina della storia della nostra Repubblica che sarebbe salutare rileggere oggi, mentre nei palazzi delle istituzioni trovano accoglienza e solidarietà anche i più squallidi ricattatori.
In una delle sue ultime interviste, Mino Martinazzoli aveva ricordato: “una volta, nel ’94, incontrai Berlusconi e cercai di spiegargli che fare politica significa fare gli interessi degli altri, non i propri”. E fu proprio Martinazzoli, sempre nel 1994, a far saltare l’ipotesi di una alleanza tra Berlusconi, la Lega ed il Partito Popolare Italiano (come fu ribattezzata la Democrazia Cristiana prima delle elezioni politiche di quell’anno), poiché, ebbe ad affermare, “vincere non vale a nulla se l’anima è il prezzo della vittoria”.
Da quel modo di essere della politica, e da quel modo di fare la politica, ci si sente oggi lontani anni-luce.
Mino Martinazzoli è stato “il mio” Segretario. Si, perché io ho aderito alla Democrazia Cristiana quando lui ne era appena stato acclamato quale massimo dirigente, nel 1992: proprio l’anno del declino!
L’anagrafica non mi avrebbe consentito di aderire prima, a quel Partito – Società, Partito – Stato, Partito – Paese, di cui, appena diciottenne, anche io avvertivo il travaglio, l’approssimarsi ad una ineludibile trasformazione coincidente con quella della stessa società italiana ormai “libera” dalla morsa della contrapposizione tra i “due blocchi” politici planetari.
Aderii dunque a quel Partito quando ormai non era più “di moda” farlo ma ammetto che, in quel generale disorientamento degli scenari politici nazionali, fu proprio Mino Martinazzoli a suscitare la mia fiducia, a contagiarmi in un ragionamento sulle azioni possibili nel contesto di scenari da ridisegnare. Al tramonto di un’era, occorreva non rinnegare una storia e contribuire, in coerenza con i propri principi e valori, a realizzare una improcrastinabile trasformazione.
Martinazzoli è stato un uomo colto, dotato della onestà intellettuale necessaria a non nascondere l’inquietudine del dubbio, un galantuomo che ha saputo assumersi sino in fondo la responsabilità di “dare sale” al dibattito politico riconducendo sistematicamente le passioni nel solco di una finalizzazione comunitariamente edificante (“i moderati non esistono in natura, valori e interessi non possono esserlo, è la politica che dovrebbe moderarli”).
Dalla sua Brescia, Martinazzoli aveva intuito, prima di ogni altro, la necessità di dare vita ad una “Democrazia Cristiana del Nord” e, con la consueta pacatezza, ne aveva spiegato le ragioni: “perché là dove la società è più forte, più strutturata, più rivendicativa dei suoi diritti, e meno interessata ad essere sostenuta dal braccio soffice dei Partiti, c’è bisogno di costruire una politica con una sua autonomia rispetto al Partito centrale”. Non se ne fece nulla, anche se l’idea meritava almeno di essere sviluppata, e la Lega crebbe, fino a dilagare. Quando, assumendosi colpe di miopia politica non sue, nel 1993, si trovò a sfidare la Lega nelle piazze del Nord, Martinazzoli lo fece senza risparmio, pur percependo sin dall’inizio come poi sarebbe andata a finire (“non toglieremo il disturbo”, tuonò a Legnano), fedele all’insegnamento del “suo” Thomas S. Eliot: “per noi non c’è che il tentare / il resto non ci riguarda”. E di quella frase, Martinazzoli valorizzava il senso della più ostinata irriducibilità.
Al di là dei numeri.

mercoledì 3 agosto 2011

La strada senza nome

E’ situata in zona “Scazzeri”; incrocia con via Torre, quasi all’altezza del campo sportivo. E’, potenzialmente, una delle più belle, tra le nuove strade di Latiano: per ubicazione e per gusto architettonico dei privati. E’ un piccolo monumento agli effetti della mancata, o non aggiornata, pianificazione complessiva del territorio. E’ il residuo simbolico di una evoluzione urbanistica “spontanea”, ispirata cioè soprattutto dall’iniziativa privata e gestita poi, non governata, dall’Ente pubblico. E’ una di quelle questioni che le Amministrazioni Comunali vedono concretizzarsi ma, nell’evolversi, non hanno il coraggio di ricondurre a disciplina, né la forza di finalizzare, di perfezionare, di consegnare ad uno stato di giustizia e di civiltà. E’ una di quelle questioni che transitano da una Amministrazione Comunale all’altra e delle quali è difficile, poi, o inutile, individuare la paternità politica. E’ una strada ancora senza nome. E’ una strada senza asfalto. E’ una strada stretta, per il cui ampliamento giace da tempo una ipotesi di acquisizione di un suolo privato attiguo. E’ una strada con costruzioni non abusive, i cui proprietari hanno regolarmente onorato ogni onere di urbanizzazione. E’ una strada polverosa, quando non piove, e quella polvere impallidisce le facciate e si insinua in ogni angolo delle abitazioni. E’ una strada che si allaga, come è accaduto con la pioggia di alcuni giorni addietro, ed in quel caso non salta neppure alla mente di invocare la fogna bianca. E’ una strada talvolta “dimenticata” anche dal servizio di raccolta dei rifiuti.


Di tutto questo, però, la colpa è nostra: di noi cittadini, perché oggi è giusto invocare “una” soluzione ma più giusto ancora sarebbe stato che “la” soluzione fosse stata nell’idea, nel progetto e nella realizzazione di quella zona urbanizzata… e non nel rimedio, nel riparo verso cui è ormai doveroso correre.


Detto, quindi, del “concorso” di colpe, lancio un appello all’Amministrazione Comunale in carica: facciamo, ora, tutto il possibile, con la buona volontà di tutti e la comune assunzione di responsabilità, perché quella strada senza nome abbia finalmente diritto… di residenza in una Latiano proiettata verso un futuro di sempre maggiore dignità.

martedì 26 luglio 2011

Contributi alle Associazioni sportive

Ieri pomeriggio, all'inizio dei lavori del Consiglio Comunale, ho proposto, insieme agli altri Consiglieri dei gruppi Udc e Pdl, una mozione per impegnare l'Amministrazione Comunale ad assegnare contributi, in favore delle Associazioni sportive locali, finalizzati all'iscrizione ai prossimi campionati.

L'iniziativa è finalizzata ad incoraggiare questi benemeriti sodalizi, impegnati in diverse discipline, la cui attività riveste particolare valenza sociale poichè determina il coinvolgimento delle giovani generazioni, ne favorisce la socializzazione, il benessere e l'educazione.

La mozione sarà discussa nel corso della prossima seduta della Pubblica Assise Cittadina ed è auspicabile che sulla stessa possa convergere il consenso, determinante, dei gruppi politici della maggioranza.

mercoledì 6 luglio 2011

Una occasione perduta.

Ieri pomeriggio “la casta” si è difesa.


Quando davvero si è stati ad un passo dalla scomparsa di tante poltrone, la politica non se l’è sentita.


In tempi di stretta sui conti pubblici era infatti giunta all’esame del Parlamento una proposta, presentata dall’Italia dei Valori, per l’abolizione delle Province. Quale migliore occasione, per eliminare Enti le cui funzioni avrebbero potuto essere devolute, agevolmente, a Regioni e Comuni?


La Camera dei Deputati ha però respinto la proposta, che ha trovato i soli voti favorevoli, oltre che del gruppo proponente, dell’Udc, di Futuro e Libertà e dell’Api (Rutelli). Il voto contrario è stato espresso dal Pdl (anche se 43 deputati “azzurri” si sono astenuti, forse memori dell’impegno, assunto dal centrodestra in campagna elettorale, per l’abolizione delle Province) e dalla Lega. L’approvazione del provvedimento è stata favorita dalla sorprendente (?) decisione di astenersi assunta dal Partito Democratico.


Insomma, per sanare i conti pubblici dobbiamo accettare pesanti manovre fiscali a carico delle famiglie e rassegnarci a mantenere in piedi strutture burocratiche ed amministrative nell’ottica della cui ottimale funzionalità andrebbe operato, quantomeno, un intervento di riorganizzazione e rimodulazione.


Per quanto tempo ancora saremo disponibili ad accettare ciò?

martedì 14 giugno 2011

Le "Buone ragioni per la vita in comune".

L’associazione culturale “Scenari”, di cui sono tra i fondatori, presenterà sabato prossimo, 18 giugno, alle ore 18 presso la sala conferenze del museo provinciale “F. Ribezzo” in Brindisi, il libro “Buone ragioni per la vita in comune. Religione, politica, economia” del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia.


I lavori - moderati dal giornalista Mimmo Consales - saranno introdotti da Emanuele Castrignanò, presidente di “Scenari”. Relazioneranno: on. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati, on. Giuseppe Fioroni, responsabile nazionale Welfare del Partito Democratico, mons. Domenico Laddaga, delegato governatore Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti, Enzo Lezzi, segretario generale CISL FP Puglia.


Le conclusioni saranno curate da mons. Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi.


Tutti i relatori daranno vita ad una tavola rotonda intorno al tema: “Quale volto per l’uomo del terzo millennio” e l’occasione offrirà certamente utili spunti di riflessione sul ruolo del cristiano impegnato a costruire una società plurale e solidale, in cui le differenze non siano motivi di deriva e disgregazione ma contribuiscano alla “vita buona nella città comune”.


L’incontro organizzato da “Scenari” - Associazione fortemente radicata nel movimento sindacale cattolico brindisino - rappresenta l’ideale proseguimento di un recente confronto, organizzato dalla CISL Veneto, tra mons. Angelo Scola e Raffaele Bonanni sul tema “Solidarietà, sussidiarietà, sostenibilità, responsabilità: valori e fattori per il nuovo sviluppo”.


All’incontro organizzato da “Scenari” saranno presenti il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, l’on. Gero Grassi (Pd), l’on. Giovanni Carbonella (Pd), l’assessore regionale Fabiano Amati (Pd), il sen. Michele Saccomanno (Pdl), il consigliere regionale Maurizio Friolo (Pdl).

martedì 7 giugno 2011

“Si” al Referendum, per sancire il fallimento della legislatura.

Premetto che il sistematico ricorso alle consultazioni referendarie non mi appassiona, anzi suscita in me delusione, quasi tristezza (se questa possa essere un sentimento che la politica riesce ancora a provocare).
Credo, infatti, nella democrazia partecipata; riconosco il valore della rappresentanza diretta dei cittadini ma non posso non rilevare che, negli ultimi venti anni, si è fatto un frequente ricorso ai Referendum anche per colmare l’insipienza del Legislatore, o l’incapacità dello stesso a recepire, e quindi a rappresentare, i sentimenti prevalenti nella società italiana.
Dunque non discuto il valore della consultazione referendaria, come strumento di affermazione del pensiero politico, ma, contestualmente, prendo atto della crisi in cui versa, in Italia, la democrazia rappresentativa.
E tra le cause di ciò deve annoverarsi il cosiddetto “porcellum”, ovvero il sistema per l’elezione del nostro Parlamento, che consente ai Partiti di indicare gli eletti senza dover sottoporre i candidati al consenso diretto degli elettori, attraverso l’espressione della preferenza.
Con questo stato d’animo saluto il Referendum di domenica e lunedì prossimi ma non mi sottraggo certo all’impegno, anzitutto, per una indicazione favorevole al voto.
Se la classe politica nazionale, o buona parte di essa, ha perso di vista molte delle sue prerogative, la Comunità rappresentata non può declinare dalle proprie responsabilità: una inversione di tendenza può determinarsi, anzi, a mio avviso, proprio attraverso una maggiore partecipazione dei cittadini al governo della Cosa Pubblica.
Facciamo sentire, allora, ai nostri Parlamentari, il fiato sul collo; credo che, così, potranno finalmente darsi una mossa! (ma che peccato, però, avere 630 Onorevoli e 315 Senatori, oltre i Senatori a vita, che, insieme, non riescono a rappresentare la Comunità di cui sono espressione…).
E poi non intendo sottrarmi alla responsabilità di far conoscere come voterò io, domenica prossima.
Tre tematiche, quattro quesiti: per me, personalmente e liberamente, altrettanti “si”.
Sul legittimo impedimento, anzitutto, su cui si è espressa anche la Corte Costituzionale: sarebbe stata comprensibile una tutela per le quattro più alte cariche dello Stato ma l’estensione a tutti i Ministri mi sembra davvero troppo. Dunque un “si” per abrogare una legge, secondo me, non sbagliata ma certo… eccessiva.
Sull’acqua: il Governo avrebbe potuto farsi promotore di una Legge che garantisse la libera concorrenza nella gestione (sono sempre persuaso della maggiore efficienza gestionale dei privati…) ed una congrua soglia di sussistenza a tutti i cittadini. Probabilmente l’avrei sostenuta. Così non è stato (il Governo si è dato, evidentemente, altre priorità) e allora… mettiamoci al sicuro! “Si” all’acqua per tutti, ovviamente,… e speriamo che si vigili almeno sugli sprechi.
Sul nucleare, poi. Ho accolto con favore l’impegno assunto dall’attuale Governo Berlusconi, agli esordi del suo mandato, per la ripresa di un piano per il nucleare. Sono stato un “nuclearista moderato” e ne ho scritto, nel 2008, anche su questo blog: lo ritenevo, quello annunciato dal centrodestra italiano, uno sforzo per uscire dalla forbice del binomio petrolio – carbone, che ha prodotto effetti quantomeno discutibili sul fronte dell’impatto ambientale e che, sul fronte economico, non dà garanzie di lunga prospettiva (anche in considerazione dell’atteggiamento spesso ricattatorio assunto dai Paesi produttori). Mi sarei però aspettato un’azione di ampio respiro ed improntata a caratteristiche di maggiore responsabilità: ad esempio la proposizione di un tavolo europeo sull’energia (del resto, anche in termini di sicurezza, che senso ha non realizzare le centrali nucleari in Italia e poi avere, quelle degli Stati limitrofi, allocate sulle Alpi?). Invece che ad una azione di rilevanza continentale (che avrebbe potuto sortire anche risultati insperati: basti vedere l’abbandono del piano per il nucleare annunciato recentemente dal, certo non “sovversivo”, Governo tedesco) abbiamo assistito, ancora una volta, ad una politica di quartiere, anzi no: di condominio. E così, a poche settimane dalla tragedia di Fukushima, ci è toccato sopportare Berlusconi che tranquillizzava Sarkozy sul rispetto dei contratti per la cessione della tecnologia francese sul nucleare (pare, peraltro, che non sia di ultima generazione…). Come se nulla fosse successo in Giappone, come se - sull’altare di un impegno commerciale assunto - si possano mortificare le ansie ed i timori, legittimi, di una Comunità. Insomma, anche su un tema serio, che ha fortissime ripercussioni sull’ambiente, sulla sicurezza e sull’economia nazionale, si è assistito al solito teatrino. E siccome il nucleare, lo si voglia o no, è una cosa seria, se non si è capaci di gestirla con pari serietà, determinazione, lucidità e lungimiranza, è meglio lasciar perdere. Allora “si” anche su questo… ma stavolta speriamo almeno di avere presto un moderno, ed efficace, piano nazionale per l’energia che non si basi sul carbone, sul petrolio e… sul nucleare.
Buon voto libero a tutti.

domenica 5 giugno 2011

Quanto vale l’acqua

“La Puglia e il suo Acquedotto”: si intitola così un libro, scritto da Michele Viterbo (1890 – 1973) e pubblicato in prima edizione nel 1954, in seconda edizione nel 1991 (a cura di Antonio Rubino), poi ancora nel 2010, per i tipi di Editori Laterza, ma, in quest’ultima edizione, con prefazione di Fabiano Amati e postfazione del giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno” Massimiliano Scagliarini.


L’opera riporta la storia delle vicissitudini sopportate dai pugliesi prima di affrancarsi definitivamente dalla antica soggezione della sete.


L’Autore - che fu amministratore illuminato (al suo nome è legato il varo di importanti Istituzioni della nostra Regione) ma anche storico, letterato ed appassionato meridionalista - ripercorre gli atti e le azioni, le ansie e le passioni che condussero alla costruzione di quello che fu definito “il più grande acquedotto del mondo”, le cui reti idriche alimentano la Puglia, la Basilicata, parte dell’Irpinia, del Molise e della Calabria.


L’edizione che ho avuto modo di leggere, l’ultima, riporta, nella postfazione, le vicende degli ultimi 50 anni di vita dell’Acquedotto Pugliese.


Ho regalato questo libro a mio fratello nello scorso mese di settembre, subito dopo la sua elezione a presidente di un piccolo consorzio irriguo, ritenendolo utile viatico all’esordio di una esperienza di organizzazione della condivisione, laddove quest’ultima ha ad oggetto un elemento particolarmente sensibile, fondamentale, come l’acqua.


Mi accade spesso di regalare un libro che mi piace e che ritengo utile, ad una persona, in quel particolare momento della sua vita. E mi ritrovo, talvolta, a farmi poi prestare quello stesso libro, anche per una rilettura, quando ne avverto il bisogno.


Il mio momento per il volume di Michele Viterbo è venuto alcuni giorni addietro, quando il dibattito sul referendum ha fatto capolino un po’ in tutte le case, sospinto - sia pure, all’inizio, timidamente - dai mezzi di informazione.


Così mi sono fatto prestare “La Puglia e il suo Acquedotto” e ne ho completato la lettura in pochi giorni: una esperienza che consiglio, poiché suscita una ampia riflessione etica sul valore reale dei bisogni primari, sul consumo responsabile e sulla ottimale gestione delle risorse disponibili.

venerdì 3 giugno 2011

Incendio a Muro Tenente: chiediamo spiegazioni

Ho depositato stamane, presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Latiano, una interrogazione urgente - a firma mia, di Claudio Ruggiero e di Mauro Vitale - in merito all’incendio che si sarebbe verificato nei giorni scorsi presso l’area archeologica di Muro Tenente. Non abbiamo notizie precise sull’accaduto ma, in considerazione dell’inestimabile valore degli scavi, riteniamo di dover chiedere conferme ufficiali, e spiegazioni in ordine alle responsabilità, direttamente all’Amministrazione Comunale nelle persone del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura.

«A norma dell’art. 13 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato con D.C.C. n. 95 del 10/10/1996, i sottoscritti Consiglieri Comunali formulano la seguente interrogazione da inserire all’ordine del giorno della prossima seduta della Pubblica Assise Cittadina.

Si apprende, dagli organi di informazione, la notizia di un incendio che, in data 30 maggio 2011, avrebbe interessato l’area archeologica di Muro Tenente.
Nel rilevare che un simile accadimento umilierebbe il lavoro di chi, ormai da tanti anni, si spende nella ricerca dei siti e per la salvaguardia del patrimonio archeologico custodito in quello scrigno di storia e di cultura che è Muro Tenente, si chiede di conoscere:
1. Quale zona dell’area archeologica sarebbe stata aggredita dalle fiamme;
2. Quale dinamica avrebbe avuto l’azione incendiaria, posto che fonti giornalistiche affermano che il fuoco sarebbe divampato da diversi punti, anche notevolmente distanti tra loro, con ciò accreditando l’ipotesi dell’origine dolosa;
3. Se risponde al vero che, in data 30 maggio 2011, l’area archeologica di Muro Tenente fosse invasa da sterpaglie;
4. Nel caso in cui l’incendio si fosse realmente verificato, quali danni siano stati arrecati all’area archeologica e se si sia provveduto a sporgere denuncia alle Autorità competenti;
5. Se, nel caso in cui l’incendio si fosse realmente verificato e fosse stata esposta denuncia dell’accaduto, gli organi inquirenti abbiano già informato l’Amministrazione Comunale latianese in ordine alla formulazione di una ipotesi investigativa

F.to: Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri, Mauro Vitale.


Ritengo che, se fosse confermato l’accadimento dei fatti, il Consiglio Comunale debba farsi carico di una seria analisi delle politiche culturali in ambito locale, in esito alla quale dovrebbe poi trarsi ogni necessaria conseguenza.

mercoledì 1 giugno 2011

Furto dei cavi in rame della rete elettrica: rimediare presto ai danni. Un richiamo all'Enel.

Le cronache riportano sempre più spesso la notizia di furti di cavi in rame della rete elettrica. Tale fenomeno crimonoso è indotto dall’alto costo ormai stabilmente acquisito dal rame sul mercato. Anche nelle nostre campagne si sono registrati episodi criminosi di questo genere. I danni arrecati, all’Enel, dai furti, si estendono direttamente anche sui privati cittadini, costretti a rimanere senza corrente elettrica, talvolta, per alcuni mesi. E’ ciò che sta accadendo in alcune contrade del territorio latianese, poste al confine con San Vito dei Normanni e San Michele Salentino.


Sull’argomento, al fine di richiamare l’attenzione di tutte le Autorità competenti, ho diffuso stamane il seguente comunicato stampa, a firma, oltre che mia, degli altri due componenti il gruppo consiliare Udc al Comune di Latiano: Claudio Ruggiero e Mauro Vitale.



«Da ormai circa due mesi le contrade Tussano, Grottole, Asciulo e Ospedale, ubicate in agro di Latiano, al confine con San Vito dei Normanni, sono al buio.


E ciò a causa del furto di diversi chilometri di cavi in rame dai pali della rete elettrica.


Il disagio causato da tale criminosa sottrazione si accrescerà nei prossimi giorni per effetto dell’inizio del periodo di villeggiatura, che determinerà la legittima aspettativa degli utenti a fruire di un servizio già contrattualizzato.


Comprendiamo le difficoltà del gestore della rete elettrica, nel dover fronteggiare fenomeni straordinari come il furto di cavi in rame, ma richiamiamo la necessità di un tempestivo intervento risolutore che determini il ripristino di un servizio, in favore di abitazioni ed attività produttive, il perdurare della cui mancanza non potrà che accrescere il computo dei danni già arrecati».


F.to: Gabriele Argentieri, Claudio Ruggiero, Mauro Vitale.

domenica 29 maggio 2011

Giuliano Pisapia? Oggi lo preferisco.

Sarà che, se ci dovesse essere un certo esito dei ballottaggi, si sente aria di un “governo di larghe intese” (Pierferdinando Casini auspica che possa essere allargato anche alla “parte migliore del Pdl”: i democristiani, del resto, non hanno governato da soli anche quando avevano la maggioranza assoluta…).
Sarà che… se proprio non se ne vogliono andare… in qualche modo occorre suonare la campanella!
Sarà che la voglia di cambiamento è tale e tanta che anche i “moderati”, talvolta, decidono di lasciare repentinamente la strada vecchia… .
Sarà che non si può più sopportare una immagine internazionale dell’Italia umiliata come all’ultimo G8.
Sarà per tutto questo, e per altro ancora, che, nella osservazione a distanza del ballottaggio di Milano, mi ritrovo a simpatizzare per Giuliano Pisapia.
Per favorirne l’approccio, riporto, qui di seguito, il curriculum di quest’uomo (tratto dal suo sito), certamente diverso da come io idealizzerei il sindaco – tipo di una grande città italiana, che ha però tratti di semplicità, di simpatia, di eccezionale normalità… tali da farmelo cosiderare affidabile: un Sindaco giusto, insomma, a mio avviso, per questi tempi complessi.

«Sono nato a Milano, il 20 maggio del 1949. Faccio l’avvocato e vorrei diventare il sindaco della città che amo e nella quale ho sempre vissuto.
Mi sono laureato in Scienze politiche e Giurisprudenza. Negli anni dell’università ho cominciato a lavorare: educatore al carcere minorile Beccaria, operaio in un’industria chimica, impiegato in banca. Solo a trent’anni ho cominciato a fare l’avvocato. Il mio lavoro di penalista mi ha portato a contatto con le ingiustizie, le disuguaglianze, la mancanza di diritti. Ho seguito, insieme al mio studio, molti tra i processi più importanti di questi ultimi anni – da quello conosciuto come “Toghe sporche” (imputati Previti, i giudici Squillante e Metta ed altri) in cui ero parte civile – ai fatti del G8 di Genova dove sono stato l’avvocato della famiglia di Carlo Giuliani; fino al processo per l’uccisione di Dax. Uno dei processi che ricordo con particolare commozione è quello in cui ho difeso Germano Nicolini, comandante partigiano, accusato e condannato ingiustamente per l’uccisione di Don Pessina, riabilitato al termine del processo di revisione.
Ho partecipato a numerosi collegi internazionali di difesa, tra i quali quello per il leader curdo Ocalan . Ma ho anche continuato a seguire i casi minori, quelli che riguardano la gente comune, gli emarginati, i tossicodipendenti e che non finiscono sulle prime pagine dei giornali. Proprio partendo da questo ho deciso di mettere la mia esperienza a disposizione della città.Sono certo che per essere più ricca, attraente e sicura, una città deve cominciare con l’essere più giusta.
Per me la politica è soprattutto servizio. E’ un insegnamento che ho imparato nella mia famiglia, prima ancora che sui banchi del liceo classico Berchet. Da mio padre, Giandomenico, avvocato, ho ereditato l’amore per il diritto e i diritti; da mia madre, Margherita, cattolica, l’attenzione per i più deboli. Dalla politica intesa come impegno volontario – scout, barelliere per la Croce Rossa, tra gli angeli del fango di Firenze, in delegazione nei luoghi più poveri e in quei Paesi dove il diritto e la dignità delle persone sono calpestate – alla politica nelle istituzioni: il mio impegno sulla città mi ha portato, nel 1996, ad essere eletto deputato come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista. In quella legislatura sono stato presidente della commissione giustizia della Camera dei deputati. Nel 2001 sono stato rieletto deputato e sono stato presidente del Comitato carceri. Credo nel ricambio, penso che la politica non debba essere un mestiere a vita, per questo non ho accettato di candidarmi per la terza volta.
Per la coalizione di centrosinistra, alla vigilia delle elezioni del 2006, ho coordinato il gruppo che ha preparato il programma per la giustizia. Nel 2009 sono stato chiamato a presiedere la Commissione ministeriale per la riforma del codice penale. Ho scritto diversi saggi. L’ultimo, «In attesa di giustizia, dialogo sulle riforme possibili», è il compendio di quelle esperienze: perché cambiare si può.
Non ho figli, ma sono felice di avere intorno a me il figlio di mia moglie e sette nipoti: una squadra di ragazzi tra i 12 e i 30 anni che adoro e che ogni estate riunisco per un viaggio tutti insieme. Sono un gran viaggiatore e sono stato molto sportivo: calcio, sci, pallanuoto a livello agonistico. Adoro il mare e andare in moto. Non so cucinare e la sera mi addormento leggendo Topolino, il mio fumetto preferito fin da quando ce lo contendevamo, nella nostra casa di viale Montenero, io e i miei sei fratelli.»

… Per dirla tutta, anche io uso chiudere le mie giornate leggendo Topolino, come quando, in casa, me lo contendevo con mia sorella, mio fratello ed i miei genitori.

giovedì 19 maggio 2011

Trasparenza

La Commissione Elettorale Comunale - presieduta dal Sindaco Antonio De Giorgi e composta da me, in rappresentanza dell’opposizione, e dai consiglieri di maggioranza Angelo Gaglione e Felice Cariolo - si è riunita stamane per procedere alla nomina degli scrutatori da impiegare nei 14 seggi che saranno allestiti per i Referendum Popolari in programma per domenica 12 e lunedì 13 giugno prossimi.
In ogni sezione elettorale, oltre il Presidente del seggio (nominato dalla Corte d’Appello) ed il suo Segretario, è prevista la presenza di tre scrutatori per le consultazioni referendarie e di quattro scrutatori in occasione di elezioni.
La Commissione, all’unanimità, ha deliberato la nomina dei tre scrutatori per ciascuno dei 14 seggi elettorali (in tutto 42) mediante sorteggio tra i nominativi compresi nell’apposito Albo Comunale (composto da 1254 nominativi).
Si è proceduto quindi al sorteggio, con modalità elettroniche, e ne è risultata la seguente composizione dei seggi:
Sezione 1: Menna Bartolo, Gagliani Alberto, Nigro Cosimo;
Sezione 2: Camassa Lucia, Argentiero Antonella, Diamante Giuseppe;
Sezione 3: Enz Fanny, De Fazio Salvatore, Ligorio Alessandro;
Sezione 4: De Fazio Ada, Montanaro Danilo, Musselli Patrizia;
Sezione 5: Spinelli Angelo, Nisi Maria Michela, Saponaro Vincenzo Rocco;
Sezione 6: Natale Maria, Schiena Antonio, Pisani Amelia;
Sezione 7: Rubino Giuseppe, Gatti Federica, Errico Cosimina;
Sezione 8: Rubino Margherita, De Virgilio Cosimo, Farina Annalisa;
Sezione 9: Scarafino Antonella, Guarini Francesco, Calavita Daniela;
Sezione 10: Piroscia Emanuela, Calò Maria Cotrina, Chirico Cosimo;
Sezione 11: Madaghiele Mario, Prezzemolo Marco, Giovedissanto Gianfranco;
Sezione 12: Palma Giovanni, Nisi Carmela, Lamarina Giuseppina;
Sezione 13: Cucci Maria Antonella, Giannotto Pasqua, De Amicis Mimina;
Sezione 14: Rubino Marilena, Turnaturi Giuseppina, Baldari Carlo.
La Commissione ha anche proceduto al sorteggio di ulteriori 42 nominativi da utilizzare, nell’ordine di estrazione elettronica, per la sostituzione dei titolari che eventualmente dovessero comunicare la rinuncia. Questi i loro nominativi, nell’ordine: Scarafile Tiziano, Caniglia Simona, Montanaro Anna Rita, Molfetta Anna, Cervellera Loredana, Milano Margherita, Ribezzo Francesco, De Nitto Veronica, Memmola Lucia, Palma Antonia, Rubino Daniela, Elettro Emilio Francesco, Caniglia Ilaria, Calabrese Maria Teresa, Rubino Ylenia, Conte Carmela, Errico Maria Rosaria, Vacca Giuseppina, Caramia Federico Davide, Scarafile Giangabriele, Taurisano Rosarita, Baldari Daniela, Taurisano Cosimo, Vitale Danilo, Erriquez Pia Lucia Maria, Contente Elisa, Degliangeli Salvatore, Chirico Maria, Gonoli Giovanna, Spagnulo Gianpiero, Petrosillo Antonella, De Punzio Claudia, Mazzotta Salvatore Francesco, Rizzo Donatella, Rodia Cosimo, Lamarina Vincenza, Valente Rita, Lamendola Lucia, Gallone Maria Cotrina, Gasbarro Salvatore, Balestra Eliana, Cavallo Katia. Ritengo che la scelta operata oggi, all’unanimità, dalla Commissione Elettorale Comunale, rappresenti un atto di civiltà politica poiché, nell’ottica della trasparenza dell’azione amministrativa e della parità delle condizioni di accesso di tutti i cittadini ai pubblici servizi, è stata accantonata la prerogativa - pur riconosciuta dall’ordinamento - della individuazione nominativa degli scrutatori.

domenica 8 maggio 2011

Festa dell’Europa

Il 9 maggio 1950 Robert Schuman presentava la proposta di creare un'Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano.


La proposta, nota come "dichiarazione Schuman", è considerata l'atto di nascita dell'Unione europea.


E’ così che la giornata del 9 maggio è diventata un simbolo europeo che, insieme alla bandiera, all'inno, al motto (“unità nella diversità”) ed alla moneta unica, identifica l'entità politica dell'Unione Europea.


Riporto, qui di seguito, il testo integrale della dichiarazione di Robert Schuman, che allora era Ministro degli Esteri francese. Ritengo che si tratti di uno strumento utile per riflettere sulla capacità di visione che avevano gli uomini politici appartenenti ad una generazione uscita dalle Grandi Guerre, decisamente protesa alla costruzione della pace e della concordia tra i popoli. Rilevante, a mio avviso, è anche il senso di responsabilità espresso verso il vicino continente africano. La rilettura di quella dichiarazione, a mio parere, stimola riflessioni attuali. Dal 9 maggio 1950 molti passi avanti sono stati compiuti dai Paesi europei - nell’orizzonte tracciato dai padri fondatori dell’Unione Europea (ricordo, in particolare, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Winston Churchill e Jean Monnet) - ma si sono accusate anche tante battute d’arresto. A leggere le cronache politiche di pochi giorni addietro (“frizioni” diplomatiche tra Francia e Italia in tema di immigrazione) , si trae la cifra di un percorso ancora lungo da compiere.



La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.


Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent'anni antesignana di un'Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L'Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra.


L'Europa non potrà farsi una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.


A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo.


Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.
La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.


La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.


Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l'Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano. Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.


Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace. Per giungere alla realizzazione degli obiettivi così definiti, il governo francese è pronto ad iniziare dei negoziati sulle basi seguenti.


Il compito affidato alla comune Alta Autorità sarà di assicurare entro i termini più brevi: l'ammodernamento della produzione e il miglioramento della sua qualità: la fornitura, a condizioni uguali, del carbone e dell'acciaio sul mercato francese e sul mercato tedesco nonché su quelli dei paese aderenti: lo sviluppo dell'esportazione comune verso gli altri paesi; l'uguagliamento verso l'alto delle condizioni di vita della manodopera di queste industrie.


Per conseguire tali obiettivi, partendo dalle condizioni molto dissimili in cui attualmente si trovano le produzioni dei paesi aderenti, occorrerà mettere in vigore, a titolo transitorio, alcune disposizioni che comportano l'applicazione di un piano di produzione e di investimento, l'istituzione di meccanismi di perequazione dei prezzi e la creazione di un fondo di riconversione che faciliti la razionalizzazione della produzione. La circolazione del carbone e dell'acciaio tra i paesi aderenti sarà immediatamente esentata da qualsiasi dazio doganale e non potrà essere colpita da tariffe di trasporto differenziali. Ne risulteranno gradualmente le condizioni che assicureranno automaticamente la ripartizione più razionale della produzione al più alto livello di produttività.


Contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l'organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l'espansione della produzione.


I principi e gli impegni essenziali sopra definiti saranno oggetto di un trattato firmato tra gli stati e sottoposto alla ratifica dei parlamenti. I negoziati indispensabili per precisare le misure d'applicazione si svolgeranno con l'assistenza di un arbitro designato di comune accordo : costui sarà incaricato di verificare che gli accordi siano conformi ai principi e, in caso di contrasto irriducibile, fisserà la soluzione che sarà adottata.


L'Alta Autorità comune, incaricata del funzionamento dell'intero regime, sarà composta di personalità indipendenti designate su base paritaria dai governi; un presidente sarà scelto di comune accordo dai governi; le sue decisioni saranno esecutive in Francia, Germania e negli altri paesi aderenti. Disposizioni appropriate assicureranno i necessari mezzi di ricorso contro le decisioni dell'Alta Autorità.


Un rappresentante delle Nazioni Unite presso detta autorità sarà incaricato di preparare due volte l'anno una relazione pubblica per l'ONU, nelle quale renderà conto del funzionamento del nuovo organismo, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei suoi fini pacifici.


L'istituzione dell'Alta Autorità non pregiudica in nulla il regime di proprietà delle imprese. Nell'esercizio del suo compito, l'Alta Autorità comune terrà conto dei poteri conferiti all'autorità internazionale della Ruhr e degli obblighi di qualsiasi natura imposti alla Germania, finché tali obblighi sussisteranno.




giovedì 5 maggio 2011

Il programma triennale delle assunzioni al Comune dimentica gli Assistenti Sociali

Ho depositato, presso l’Ufficio Protocollo del Comune, ai sensi dell’articolo 15 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale di Latiano n. 95 del 10.10.1996, la seguente mozione:




PREMESSO


che con Deliberazione della Giunta Comunale n. 68 del 15 aprile 2011 è stato incaricato il Servizio Risorse Umane per l’avvio delle procedure finalizzate alla selezione di aspiranti ad incarichi a tempo determinato in qualità di Assistenti Sociali, attraverso formazione di apposita graduatoria da utilizzare per l’eventuale conferimento di incarichi lavorativi della durata di un anno, in base all’ordine della graduatoria e fino ad esaurimento della stessa;



che nella narrativa di tale dispositivo è riportata la sintesi della relazione dell’Assessore alle Politiche Sociali, la quale riferisce alla Giunta che nel corso dell’anno 2011 saranno collocate in quiescenza le due Assistenti Sociali dipendenti del Comune e che pertanto è necessario programmare la loro sostituzione, atteso che risulta indispensabile la presenza in servizio di tale figura professionale;



che, sempre nella narrativa dell’Atto Deliberativo in commento, si dichiara testualmente che “le vigenti norme in materia di assunzioni non consentono, per il corrente anno, di coprire organicamente i posti che si renderanno vacanti a causa delle limitazioni in tale materia per gli anni 2011, 2012, 2013, per cui l’unica possibilità è costituita dall’affidamento di tale incarico a tempo determinato, nelle more che si determinino le condizioni per procedere alla copertura dei posti a tempo indeterminato”;



CONSIDERATO


che con Deliberazione della Giunta Comunale n. 70 del 15 aprile 2011 è stato approvato il programma triennale delle assunzioni, nell’ambito del quale, tra le varie figure professionali individuate, non è contemplata quella dell’Assistente Sociale, sia per le assunzioni a tempo determinato, sia per le assunzioni a tempo indeterminato;



RILEVATO


che quanto immediatamente innanzi considerato rappresenti una lacuna a fronte delle determinazioni in premessa richiamate;



RITENUTO


che la peculiarità della figura professionale dell’Assistente Sociale, dalle cui funzioni discende l’infungibilità nell’ambito della organizzazione dell’Ente, richiede i caratteri della stabilità nel rapporto di lavoro al fine di garantire continuità nella gestione delle problematiche assunte in carico;



SI PROPONE


l’adozione del seguente dispositivo da parte del Consiglio Comunale:



1. Impegnare l’Amministrazione Comunale a modificare il programma triennale delle assunzioni 2011/2013, approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 70 del 15 aprile 2011, inserendo nell’ambito dello stesso la pianificazione dell’assunzione a tempo indeterminato di personale appartenente al profilo professionale di Assistente Sociale, fatto comunque salvo il rispetto delle limitazioni imposte dalla normativa vigente in materia di contenimento della spesa per il personale dipendente.



F.to: I Consiglieri Comunali Claudio Ruggiero, Gabriele Argentieri, Mauro Vitale